giovedì 7 aprile 2016

Casalinga guatemalteca




Solidale con le casalinghe guatemalteche, ma il prossimo che cita le casalinghe di Voghera verrà sbranato in seduta stante

Pane al pane



Questa è l'Italia ! 
Scrive in proposito un grande giornalista (uno dei pochi rimasti) : 
"Probabilmente, a mia insaputa, vengo da Plutone, e quindi non capisco. La Guidi è parte lesa (però è stata sputtanata su tutti giornali e sulla TV), la Boschi nulla c'entra con questa vicenda. Tutto bene, allora?
No. Niente affatto! In parlamento si andrà a discutere mozione di sfiducia contro il governo, e nessuno dei sui membri risulta nemmeno indagato. Tre articoli di giornale, e si sfiducia ?"
Giuseppe Turani.

domenica 9 novembre 2014

A cena da Renzi




La polemica che si sta "organizzando" a sinistra, nel PD più precisamente, sta assumento toni da peggio telenovelas.
Polemiche a non finire sulla cena organizzata da Renzi a 1000 euro per la campagna elettorale. La maggior parte dei commenti, quelli più stupidi, sono tutti incentrati sul fatto che loro non si andrebbero neanche morti. State tranquilli rispondo io, nessuno vi ha invitato.
Ma quello che mi intristisce di più sono i militanti duri e puri di questo partito, incazzati neri. Bene io qui ci vedo la più grossa delle contraddizioni, anzi due o tre di contraddizioni.
La prima, ma non eravate scontendi quando raccoglieva fondi per la Leopolda? E ora che li raccoglie per il partito perchè sempre con quei musi?
Seconda: Dov'è lo scandalo? Negli USA queste cene sono all'ordine del giorno e a prezzi ben più esosi per pagarsi le campagne elettorali. Ma non eravate voi che volevate un PD all'americana chiamandolo pure Partito Democratico?
Terza, la più triste, la più politica: scandalizzati per una cena a 1000 euro, invece per gli 80.000 di Riva a Bersani tutti zitti. O non si ricordano i pranzi e le cene da parte dei DS a invito e forse anche a tema, dove i grandi sottoscrittori finanziavano il partito?
Coerenza e intelligenza difettano sotto questo pallido sole.
 

Lorenzo

sabato 8 novembre 2014

PORCUPINE TREE - Way Out Of Here (Official Music Video)








Rincomincio dalla musica, quale altro
buon motivo in questi tempi buie confusi se non aggrandosi all'arte, a
quella buona arte che è la comunicazione dell'anima

Lorenzo
                      

lunedì 23 dicembre 2013

Buon Natale




Buon Natale ai nuovi giovani, la nostra ultima speranza
A tutti quelli come Khalid Chaouki parlamentare PD, che con il suo coraggio riesce mantenere alta l'attenzione nei riguardi di una delle vergogne della nostra Italia.

Lorenzo

domenica 8 dicembre 2013

Io CI ho votato


Di Civati innanzitutto penso  che sia soprattutto una persona per bene di cui ci si può fidare e da cui acquisterei un'auto usata.
Da Renzi neanche il biglietto dell'Atac.

Si dice di lui: "Sa raccontare in modo chiaro e netto, senza bizantinismi, toscanismi, tricks da televendita e giri di nulla forlaniani, con pragmatismo illuminato da piccolo gran lombardo – è anche un lavoratore frenetico, tratto tutt’altro che raro nelle etnie prealpine – il Paese più giusto e meno infelice in cui la gran parte del popolo di sinistra e forse non solo vorrebbe poter vivere.

Un riformismo radicale che si qualifica come tale solo per il fatto che dalle nostre parti non si riesce mai a riformare un accidente: quello che qui appare un’utopia nel resto d’Europa è semplice e robusto buon senso laico e progressista, che mira a tenere insieme il pane del lavoro e le rose dei diritti.

“Però è stato bravo anche Civati”: il commento di tanti renziani, sconsolati per la non-sfolgorante performance del loro candidato, tradisce la fatica di tenere la posizione –fare vincere Renzi “perché vince”- di fronte a una proposta politica molto appealing.

“Matteo, dovresti tirare dentro Pippo”: quasi un mantra sulle pagine dei social network, dove cresce la preoccupazione per la vaghezza democristiano – cool del sindaco in tema di diritti –dal cimitero dei feti edificato a Firenze alla resistenza sui matrimoni gay – che messa insieme alla santificazione di Marchionne, al neo-neoliberismo di Davide Serra, e al fatto che il Matteo sai dove lo lasci la sera ma non dove lo trovi la mattina, qualche preoccupazione la dà.

Ottimo venditore, concordano molti analisti, ma di quale prodotto non si sa. L’auspicio dei più è un ritorno allo spirito della prima Leopolda: anche se è difficile pensare di tenere insieme il vascello veloce di Civati – non essere apparatchik ha pure i suoi vantaggi – con il carro del Matteo, appesantito da una cospicua presenza di rottamandi non rottamati ma riciclati secondo un rigoroso Cencelli: vedi le liste dei delegati all’Assemblea Nazionale, tot posti ad areadem, tot ai lettiani, tot ai bindiani … ma non aveva detto “basta correnti”?

Il sospetto, sempre più diffuso, è che non sia affatto vero che la sinistra per vincere debba andare a destra. Strategia peraltro già in atto da tempo e che non sta dando le soddisfazioni sperate, a meno che non si considerino un successo le nullafacenti larghe intese.
Quel trend – vincere a sinistra spostandosi a destra – appare superato almeno da Occupy Wall Street in avanti.
I 99 a 1 sono diventati concreta materia amministrativa per Bill “Giant” De Blasio, nuovo sindaco di New York, che non a caso Pippo Civati menziona tra le divinità del suo Pantheon vivente insieme a Maria Carmela Lanzetta, eroica ex-sindaca di Monasterace vergognosamente non candidata dal PD alle politiche.

De Blasio è la sinistra che vince restando a sinistra, con posizioni nette ispirate a una maggiore giustizia sociale, alla battaglia sui diritti, alla salvaguardia delle differenze. Accanto al tema del lavoro, con l’ambiente al centro, c’è anche posto per i diritti degli animali.

La sinistra di Civati è questa.
Reincardinata su nuovi assi: ambiente, sviluppo compatibile, convivenza delle differenze, femminilizzazione, rete. Per delineare un nuovo paradigma: e non è forse questo, un cambio di paradigma, che la crisi globale ci sta chiedendo? E a chi lo può chiedere, se non alla sinistra?

Nel programma di Civati (http://www.civati.it/): reddito minimo garantito – già realtà in tre quarti d’Europa -, diminuzione (vera) delle tasse sul lavoro, crescita legata a cultura – ambiente – bellezza, stop al consumo di territorio, attuazione del referendum sull’acqua, piano per l’energia, trasporti pubblici integrati in una metropolitana d’Italia. E ancora: matrimonio e adozione gay, abolizione della Bossi-Fini, rivoluzione digitale.

C’è anche l’intuizione che “la formula ottocentesca “questione femminile” va radicalmente rovesciata. Esiste nel nostro Paese una tenace “questione maschile” che produce iniquità, ingiustizie e violenze, e che ne rallenta lo sviluppo“. Civati l’abbiamo visto più volte, e in tempi non sospetti, ascoltare Luisa Muraro alla Libreria delle Donne di Milano o Luce Irigaray al Festival di Mantova, con la sua Nina in braccio. C’è anche questo, e non è poco: il desiderio di avvicinarsi alla differenza femminile e al suo pensiero, e di trarne spunti per un cambio di civiltà politica. "

Eppur CIVOTO


mercoledì 20 novembre 2013

No comment



"La gente in Sardegna è morta perchè c'è anche una diffusa ignoranza sulle norme"


Io aggiungo che solo il baldraccame diffuso in Italia può portare ad avere simili persone in parlamento.
Lorenzo