giovedì 30 giugno 2011

Richard Estes - Il pittore della fotografia


Richard Estes è un pittore americano. Si è trasferito con la famiglia a Chicago, dove ha studiato presso l'Istituto d'Arte (1952-6), prima di andare a New York, dove sono esposti la maggior parte dei suoi dipinti (anche se lavori successivi sono stati spesso finito nella sua casa nel Maine).
La sua prima mostra personale si è tenuto presso la Pietra Allan Gallery di New York, nel 1968.
Ha sostenuto un impegno attento di un oggetto immutabile, di solito l'ambiente costruito di Manhattan, e di fotorealismo.
Il suo realismo è ingannevole, nel senso che riorganizza la struttura di ciò che vede e registra in origine, attraverso le fotografie, che costituiscono la b
ase dell'opera, per ricostruire la realtà tramite il dipinto.










Nelle sue opere si vede una espansione della visuale, maggiore di quella umana, e sta a significare La grandezza del mondo urbano, espandone così in campo sensoriale, dando una profondità e intensità della visione che solo la trasformazione artistica può raggiungere.
Dal momento che i dipinti sono basati su più di una fotografia, lo spettatore percepisce, ad esempio, un negozio di fronte una finestra, con una ricchezza che viene creata dalla capacità tecniche dell'artista.







Sebbene egli ammirava l'opera di Edward Hopper, egli non era interessato a evocare stati d'animo umani, e ha evitato le scene notturne. Quando ricostruire la scena originale per la pittura ad olio finale in studio, ha utilizzato un terreno in acrilico, che ha ridipinto ad olio.
Una particolarità molto interessante è che i suoi lavori sembrano quasi sempre divisi a metà, un'area prettamente urbana e un'altra area dove ci sono persone che, in genere, viaggiano su mezzi pubblici.


Lorenzo

lunedì 27 giugno 2011

Santo...dopo

"Io sono l'uomo più perseguitato della storia."

Frase di Berlusconi rispondendo a una giornalista che chiedeva lui una opinione sui processi in corso

venerdì 24 giugno 2011

Sul pensiero e la libertà

"Il piano per lo stop sulla stampa. Berlusconi: "Possibile ripresa del ddl Mastella". Il ministro degli Esteri: "Non sarà un decreto". Il procuratore Lepore: "Vorrei vedere un po' di indignazione per i contenuti, invece si cerca di delegittimare i magistrati". Bersani: "No alla pubblicazione se non di rilievo". P4, fascicolo anche a Perugia: indagato Achille Toro"



Non c’è uomo che non ami la libertà, il giusto però la esige per tutti, l’ingiusto solo per sé.
(Ludwig Börne)

La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta. (Theodor Wiesengrund Adorno)

Chiunque è un uomo libero non può starsene a dormire.
(Aristofane)

Libero pensatore. Basterebbe dire pensatore.
(Jules Renard)

Lorenzo

mercoledì 22 giugno 2011

Hai raccolto solo disprezzo

Non so se leggerai questo post, sicuramente sarai impegnata a rubare idee da un'altra parte, ma sappi che il tuo gioco è stato smascherato: tu hai rubato uno scritto ad Amaranta e lo hai pubblicato facendolo tuo.
Provo rabbia per questo genere di cose. Non è possibile che uno dedichi sforzi, pensieri, tempo e soprattutto idee, le scriva e poi le vengano rubate come nulla fosse.
C'è da vergognarsi.
Ma persone come te non si vergognano, nascondono la testa e vanno avanti lo stesso. Sanno vivere solo di luce riflessa, della vita degli altri, delle idee altrui perchè in voi non c'è nulla, parassitismo allo stato puro.
Ho dei colleghi come te, e qualcuno spesso si approfitta di mie intuizioni o idee di cambiamento per farsi belli e far carriera, quindi capisco la rabbia di Amaranta.
Ma c'è un'altra cosa che mi fa arrabbiare, tu non hai rubato solo un progetto o un oggetto di sia proprietà, cosa assai grave di per sè, le hai rubato un pezzo d'anima, perchè in quello scritto c'è lei, i suoi sentimenti, i suoi dolori e i suoi piaceri.
La mia rabbia, per le persone come te, si traformerà in pena, ma di quel tipo di pena disprezzante, che si riserva ai pidocchi, perchè siete nullità.
C'è un'altra cosa che devo dirti: non sopporto la supponenza e l'altezzosità del fatto che tu, con noncuranza, hai deciso da un anno non di non scrivere più, lasciando, alla faccia dell'autrice, in bella vista lo scritto plagiato. Un doppio disprezzo per le cose altrui, un credere di essere al di sopra delle persone. Tutto questo fa di te un essere insignificante ai miei occhi.
Nulla sei e nulla rimarrai.

Lorenzo

giovedì 16 giugno 2011

Grazie per gli auguri




Grazie a tutti per gli auguri che mi avete mandato sia per e-mail che con commenti o telefonandomi direttamente. Un grazie a chi ha postato un post per l'occasione e un grazie particolare a Marilena per il suo di post.
Grazie agli amici e colleghi di Facebook che mi hanno letteralmente riempito di messaggi molto belli e gratificanti.
Un abbraccio sincero a tutti.

Avete reso questa giornata.........a beautiful day:)

Lorenzo

lunedì 13 giugno 2011

domenica 12 giugno 2011

Il mio blog



Avevo preso l'impegno con me stesso, qualche giorno prima delle elezioni amministrative, di pubblicare post prettamente di politica, le mie semplici analisi sulla situazione italiana.
Appena finita quella tornata elettorale mi sono impegnato per pubblicizzare il referendum, perchè ci credo, perchè credo anche nello strumento internet, uno dei pochi spazi a disposizione di tutti dove è possibile scambiare idee.
E proprio molte idee sono circolate e io, nel mio piccolo, credo d'aver contribuito a questo.
Ho quasi sempre scritto di filosofia, di politica, cercando di analizzare un po' tutte le sfaccettature della nostra società. Ho parlato di linguaggio, di società virtuale, di informazione, di etica, un po' di arte e musica, il tutto sotto un ottica appunto filosofica. Il risultato è stato mediocre, nonostante molti di voi abbiano partecipato attivamente alle discussioni sui temi che proponevo.
Alla fine di questo percorso mi rendo conto, rileggendo tutto ciò che ho scritto in più di tre anni, d'avere un blog noioso.
Noioso perchè so scrivere solo di questo, noioso perchè sono limitato, noioso perchè non sono un bravo scrittore e noioso perchè non faccio poesie o lavori artistici.
Spesso scrivo alla carlona, faccio errori macroscopici, anche grammaticali, non riuscendo coinvolgere chi vorrei.
Tutto ciò mi ha fatto parecchio pensare, e la deduzione finale è che è un blog monotematico, parecchio specifico e poco suscitante di interesse, in poche parole non riesco regalare emozioni.
Il blog è uno strumento che coinvolge se si parla di sentimento, non perchè sia più facile, anzi, ma perchè si può spaziare molto e in ogni caso suscita sensazioni molto belle. Invece il semplice partecipare a una discussione filosofica e politica non porta piaceri di sorta se non a livello di informazione o cultura personale, ammesso che io sia riuscito a trasmetterla.
Alla luce di tutto ciò, non sapendo fare altro, ho deciso stavolta non di chiuderlo ma di non partecipare più a questo tipo di esperienza.
Lascio quindi spazio ai poeti, agli scrittori, a chi scrive meglio di me(e sono quasi tutti), ai più bravi, a chi fa sorridere, a chi fa star bene gli altri, a chi è riuscito instaurare un rapporto di amicizia e stima, agli ironici e ai sentimentali.
La mia esperienza su questo blog finisce qui.
Termino con una poesia, non mia perchè non ne sono capace, quindi copiata. Un gesto che non si dovrebbe mai fare.





(Pink Floyd - Eclipse)



Lorenzo

venerdì 10 giugno 2011

www.iovoto.eu



Un simpatico, ironico e intelligente video di alcuni attori e registi italiani a favore del voto al referendum del 12-13 Giugno 2011.

www.io voto.eu

giovedì 9 giugno 2011

Referendum Domenica 12 e Lunedì 13 giugno 2011




"Non sono un Libertador. 
I Libertadores non esistono. Sono i popoli che si liberano da sé."
(Ernesto Che Guevara)



Se prima avevamo molti buoni motivi per andare a votare il referendum
del 12 e 13 giugno per evitare la privatizzazione degli acquedotti,
adesso ne abbiamo uno in più.
La Nestlè ha lanciato pochi giorni fa in Canada la proposta di creare
una "borsa mondiale dell'acqua", soggetta alle stesse regole della
borsa per gli altri prodotti, che consentirebbe quindi a poche
multinazionali di avere il controllo completo sull'acqua che finisce
sulle nostre tavole, ma anche su quella che esce dal rubinetto, se
l'acqua venisse privatizzata.

Nestlè è l'azienda numero uno per il mercato mondiale delle acque
minerali, quindi la proposta non è per niente disinteressata.
(Solo in Italia sono parte del gruppo Nestlè le seguenti marche:
Claudia, Giara, Giulia, Levissima, Limpia, Lora Recoaro, Panna, Pejo,
Perrier, Pracastello, San Bernardo, San Pellegrino, Sandali, Tione,
Ulmeta, Vera.)

sabato 4 giugno 2011

Manager senz'anima




La categoria dei manager, dove io intendo tutti quelli che con il loro operato hanno posizioni di responsabilità all'interno di questa società, compresi i politici, fa parte di quel gruppo di persone che in filosofia si potrebbero configurare nell'utilitarismo.
Nell'utilitarismo la ragione diventa strumentale, cioè utilizzata solo per scopi ben precisi, per fini stabiliti da una società utilitarista e che fa del bilancio una religione dogmatica. Una ragione calcolante, quindi  non pensante, ma incapace di andare al di là della mera realtà che la circonda, con un utilizzo della facoltà pensata solo per fini aziendali.
L'orizzonte che riescono  concepire è quello della massima efficienza e specializzazione, l'unico scopo fondamentale della loro vita professionale è l'azienda, spogliata di tutto ciò che di umano possa esserci, in primis le maestranze che vi lavorano. Assunzioni a tempo determinato spinte fino al limite della decenza, sfiorando spesso l'indecenza, licenziamenti di massa per far quadrare i bilanci,  spesso sono i loro errori strategici se non addirittura il frutto della corruzione o di una politica avventuriera. Questo è il quadro odierno in Italia della ragione calcolante con la sua visione aziendalistica della nostra nazione.
Questa loro persuasione ha ormai coinvolto anche la classe politica attuale. Nei dibattitti referendari ho notato che ad argomentazioni di principio quali la salute della popolazione o il diritto all'acqua per tutti, si contrappongono altrettanto argomenti di convenienza di tipico stampo  manageriale, calcolante.
Un esempio per tutti: all'affermazione che l'energia nucleare è pericolosa per la salute perchè una volta acceso un reattore non lo si può più spegnere, quindi in caso di disastro il problema diventa gravissimo, si contrappongono argomenti quali la convenienza economica, l'efficienza del sistema paese, il progresso tecnologico. Argomenti di principio e di salvaguardia dell'umanità sono messi sullo stesso piano dei bilanci economici.
E il grave è che i più ci credono, credono sia giusto, non sanno differenziare questa sostanziale differenza d'argomenti. Risulta così la stessa cosa parlare di denaro e di salute, di bilanci e di libertà, di diritto alla salute e tecnologia.
Ecco allora che si sta avverando, con l'ennesimo esempio, ciò che scrissi in altri post: la tecnologia ormai guida le nostre vite, appiattisce il nostro modo di vedere il mondo e di pensare.

C'è una convergenza pericolosa fra fare tecnico e fare politico, anzi direi che ormai sono la stessa cosa.
Questa persuasione non è solo dei manager aziendali, ma anche dei nostri politici al governo(e non solo), i quali partono dal basso livello (intellettivo intendo) quali ormai sono grazie alla tecnica, non esitando a parlare di " azienda Italia", " Azienda ospedaliera", " azienda scuola ", senza rendersi, e noi renderci, conto che parlando di azienda si riduce il fare politico in mero fare tecnico, quindi senza tener minimo conto della 'uomo, con il pericolosissimo atteggiamento di governare i complessi rapporti delle nostre società moderne e multiculturali con i canoni e i mezzi con cui si governa una fabbrica : bilancio e specializzazione; fare tecnologico e competenza specialistica; l'uomo ridotto a mero strumento partecipativo della società.
Un modo di pensare chiuso, senza orizzonti verso l'umanità, senza la minima attenzione a quello che la vera politica dovrebbe essere e quale deve essere il suo fine: la società nel suo complesso, con i suoi bisogni e con la sua esigenza di crescere.

E interessante a tal proposito ciò che scrive Pier Luigi Celli, imprenditore, manager aziendale, filosofo, saggista e narratore, forse uno dei pochi manager con l'anima del nostro panorama dirigenziale:

Avremo uomini dalle medie virtù che attraverseranno i lunghi corridoi aziendali con quel linguaggio standardizzato che abilita a comunicazioni di transito senza coinvolgimenti ai cambiamenti di scena. Una tribù di neocinici sempre più masterizzati, che sul mercato della professione legittimano la loto quotazione con passioni fredde e saperi standard che li renderanno perfetti nella loro ovvietà(....) I loro pensieri e le loro parole hanno corso solo nell'ambito di una cerchia di riconoscimento data e vincolata a modalità standard di interlocuzione(....) 
Nascerà così la lingua dei bilanci, dei budget, l'arida mitologia del bussines plan, dove al pensiero è preclusa ogni via di fuga e l'identità di una società che sarà interpretata dal numero invece che dalla sua storia.

Aggiungo io, affinche si possa ritrovare quell'anima necessaria alla ripresa di un pensiero totalizzante e qualificante per l'uomo, che la società deve riscoprire la vera essenza delle scienze umane, anche della filosofia, affinchè si incrementi i saperi e si ritrovi quel sentimento di libertà e voglia di essere protagonista come persona che è il pensare con un'anima.

Lorenzo

giovedì 2 giugno 2011

Referendum 2011 - Io vado a votare


"In un paese dove regna la democrazia il popolo ha il dovere civile e morale di far sentire la sua voce"

Lorenzo