domenica 30 dicembre 2012

Addio a Rita Levi Montalcini





E' morta a 103 anni la scienziata italiana e senatrice della Repubblica, Rita Levi Montalcini. Nel 2007, Francesco Storace, da pochi giorni candidato alla Regione Lazio, poco prima del voto sulla Finanziaria, le disse: "Le porteremo a casa le stampelle". La Montalcini, rispose con questa lettera a Repubblica:

    CARO DIRETTORE, ho letto su Repubblica di ieri che Storace vorrebbe consegnarmi, portandomele direttamente a casa, un paio di stampelle. Vorrei esporre alcune considerazioni in merito.

    Io sottoscritta, in pieno possesso delle mie facoltà mentali e fisiche, continuo la mia attività scientifica e sociale del tutto indifferente agli ignobili attacchi rivoltimi da alcuni settori del Parlamento italiano.

    In qualità di senatore a vita e in base all'articolo 59 della Costituzione Italiana espleterò le mie funzioni di voto fino a che il Parlamento non deciderà di apporre relative modifiche. Pertanto esercito tale diritto secondo la mia piena coscienza e coerenza.

    Mi rivolgo a chi ha lanciato l'idea di farmi pervenire le stampelle per sostenere la mia "deambulazione" e quella dell'attuale Governo, per precisare che non vi è alcun bisogno. Desidero inoltre fare presente che non possiedo "i miliardi", dato che ho sempre destinato le mie modeste risorse a favore, non soltanto delle persone bisognose, ma anche per sostenere cause sociali di prioritaria importanza.

    A quanti hanno dimostrato di non possedere le mie stesse "facoltà", mentali e di comportamento, esprimo il più profondo sdegno non per gli attacchi personali, ma perché le loro manifestazioni riconducono a sistemi totalitari di triste memoria.

Buon 2013






TANTI AUGURI DI BUON ANNO NUOVO A TUTTI

mercoledì 26 dicembre 2012

E il parroco sentenziò: "Porca Eva"



Il titolo è "Le donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano?"

Il testo poi prosegue così: "L'analisi del fenomeno che i soliti tromboni di giornali e tv chiamano appunto femminicidio. Una stampa fanatica e deviata attribuisce all'uomo che non accetterebbe la separazione questa spinta alla violenza. Domandiamoci: Possibile che in un sol colpo gli uomini siano impazziti? Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell'arroganza, si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni. Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti sudici. Dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (forma di violenza da condannare e punire con fermezza) spesso le responsabilità sono condivise.

Quante volte vediamo ragazze e signore mature circolare per strada con vestiti provocanti e succinti? quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre e nei cinema? Potrebbero farne a meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e poi si arriva alla violenza o abuso sessuale (lo ribadiamo. roba da mascalzoni). Facciano un sano esame di coscienza: forse questo ce lo siamo cercate anche noi?".


Dopo l'accusa ai bambini che provocherebbero i preti ecco un'altra elucubrazione, questa volta da parte di un italico prete, il parroco di Lerici.
Non penso bastino le sue scuse, non deve finire qui questa storia, soprattutto perchè ci sono persone, e tante, che lo stanno difendendo, quindi è un sentire comune di alcune persone.
Non penso bastino nemmeno le improbabili reprimende del papa o del suo vescovo, i quali finora sono stati ben zitti, credo sia ora che tutti noi prendessimo le distanze da una certa cultura.
Questo genere di pensiero, ripeto abbastanza comune, è contro le nostre figlie, le nostre mogli o compagne, contro le donne tutte. Una concezione manichea della donna, medievale, istigatorio e da caccia alle streghe.
Ricordo che l'Italia è il paese europeo dove si consumano più delitti contro la donna, il più alto numero di violenze fra mura domestiche e sempre il record negativo europeo di denunce a carico di persone che perpetuano violenza contro una donna.
Denunciare in ogni luogo in ogni incontro, in ogni discussione, in qualsiasi parte noi ci troviamo non prestiamo il fianco, anche con il silenzio, a questa cultura che porta alla morte fisica o della propria personalità.

Lorenzo

martedì 25 dicembre 2012

Quarantenni d'assalto



Riporto molto volentieri un pensiero della prof. Patrizia N. posto adesso su facebook, insegnante presso il Liceo Scientifico G.Galilei della mia città, nonchè amica.
Concordo perfettamente con lei perchè la so a favore dei giovani, sempre. Non c'è scritto o commento dove Lei metta sempre in primo piano i ragazzi. E' una ottima insegnantedi filosofia.
Interpretando questo pensiero mi trovo perfettamente in sintonia non tanto per le idee dei quarantennni di oggi del PD ( ma nache di altri partiti) ma per la loro vuota e finta saccenza, il trattare i grandi temi della politica internazionale come cose vecchie, per poi perdersi in vuoti discorsi personalistici e localistici.
Personalmente credo che questa de-generazione colpisca non solo la politica ma tutta la società, grandi imprese comprese.


"E’ approdata alla politica una generazione di quarantenni d’assalto, in cerca di visibilità e di potere, che pur di ritagliarsi uno spazio nell'agone politico (soprattutto nel PD) assume posizioni di destra liberista e poi pretende di dar lezioni al mondo, partendo dal dogmatico presupposto di aver diritto all’ipse dixit e di possedere intera la sola unica infallibile verità. Hanno alle spalle letture disordinate, spesso mal comprese e non hanno mai messo il naso fuori dai loro punti di riferimento (spesso qualche pub, qualche happy hour e così via). Non sono in grado di vedere le difficoltà della classe operaia e neppure dei ceti medi colpiti duramente dalla crisi economica, non distinguono tra capitale e lavoro, se ne infischiano dei diritti dei lavoratori… Piccolo borghesi capricciosi, allevati a mancette sostanziose con i soldi di mammà e papà, spocchiosetti e saccentelli, egotici e tranchant, arroganti e pretenziosi. 
Ragazzi del ’68, ma che cavolo di figli avete allevato?!?"

Patrizia N.

domenica 23 dicembre 2012

Quei nove gradini




Questa è la notizia su Repubblica:

"Sesto, il condominio senza pietà. Il disabile si paghi il servoscala"

 Non sto a discutere sul merito della notizia, mi sembra palese essere tutti contro questa decisione che trovo incivile, forse una delle prove dell'inciviltà dell'animo di  noi  uomini di queste moderne società.
Quello di cui vorrei dire una mia opinione è, e se ne può evincere leggendone l'articolo, quel ...VOTATO ALL'UNANIMITA'.
Dov'era nell'assemblea la brava gente? Quelli che hanno mantenuto un po' di senno e un po' di umanità? Possibile che in quel condominio " nella Sesto S.Giovanni bene" non ci sia nessuno a cui almeno non sia sorto un dubbio, un chiedersi cosa si stia facendo, oppure ascoltando le prediche domenicali del prete, che si sia chesto dove sia finita la "cristiana solidarietà". Non mi sembrano domande fuori luogo e nemmeno siano stati dubbi fuori tema.I problemi sono almeno  due: o tutti i presenti erano la perfetta rappresentanza della nuova società bene di oggi, oppure i contrari alla delibera, vigliaccamente, se ne sono stati zitti.
Due facce della stessa medaglia,due atteggiamenti tipici di noi italiani che preferiamo parlare al vento e starcene ben zitti quando invece sarebbe ora di dire quello che si pensa.
Ovvio, non si può far nulla contro una maggioranza ottusa e ignorante (periodo berlusconiano insegna) ma si può votare contro, si può far mettere a verbale l'assurdità di tale posizione, si può dire " bene, la bolletta allora la pago io" e via di seguito.
Tanto si può fare quando si è dalla parte dei giusti, ed è quello che più ci dimentichiamo

Lorenzo





domenica 16 dicembre 2012

L'IMU e Berlusconi

 

Giusto per fare un po' di chiarezza, visto le ultime dichiarazioni di un redivivo Berlusconi e in pratica la totale assenza di dichiarazioni contrarie. Ovviamente non prendo nemmeno in considerazione Barbara D'Urso, poverina mi fa pena.
Ripristinando quel poco di verità storica mi sembra giusto ristabilire che:
L'IMU la reintrodussero Berlusconi e Tremonti con d. lgs. n. 23 del 14 marzo 2011.


Lorenzo

sabato 15 dicembre 2012

Due cose sull'amore



"L'amore è come la devozione; viene tardi. Non si è né innamorati né devoti a vent'anni, a meno che non si abbia una disposizione speciale, una specie di santità innata"
Anatole France

Credo abbia ragione da vendere. L'amore che arriva, eccome se arriva, in età matura è un qualcosa di talmente travolgente che ti toglie il respiro, ti dilata il tempo, ti assenta dal presente.
Non esiste una definizione di amore, esistono invece una miriade di stati d'animo, uno diverso dall'altro, forse anche differente da persona a persona.  Una cosa è certa però, i percorsi, i sentieri dell'amore ci riconducono, tenendoci per mano, sempre a noi stessi a quello che eravamo e ora siamo, una analisi interiore fatta però con le forti emozioni del sentimento amoroso.
La mancanza dell'"altro" la si vive come una mancanza di una parte di noi, credo sia uno stato d'animo comune, il dire Mi manca da morire. Ma cosa ci manca? l'altra persona o quello che noi siamo per lui o lei? Quindi un rispecchiarsi l'anima dentro l'altro e nello stesso tempo sentire, tramite i lrespiro dell'altro, le altrui pulsazioni.
Da qualsiasi parti lo si guardi, l'amore è una condizione sublime, inspiegabile, che ti prende senza che nemmeno tu lo stia  cercando, arriva insieme all'amata.
Quando si è ormai raggiunta l'età oltre i 40 anni, i percorsi interiori sono stati abbastanza esplorati, non si finisce mai di conoscere se stessi, è vero, ma nell'età matura molto si conosce. L'amore quindi, quando arriva sa benissimo in quale parte della nostra anima prendere posto, nonostante lo sconvolgimento iniziale e quello stato di torpore che ci rende "ebeti" al mondo. Ecco perchè lo sentiamo più consapevole, più nostro, più appartenente alla nostra sfera quindi una accettazione dell'atro che non è solo un ospite, ma diventa l'altra metà di noi, una concezione platonica ma sempre efficace e vera.
Chi non ha mai amato in età matura, per vari motivi, anche solo perchè crede che lpamore sia solo una "questione giovanile" credo si perda una delle cose più belle che la vita ci possa offrire. Io penso che molto della nostra vita sia costruita da noi stessi e, se è vero che le coincidenze non avvengono mai per caso, credo anche che bisogna ascoltare i segni che questo mondo ci invia, saperli leggere e interpretare, ma soprattutto, mai far finta di nulla. Credo che i segni di cui abbiamo la fortuna di leggere siano le parole del testo del mondo, in cui ci siamo noi nella nostra interezza e che spesso facciamo fatica a vedere.

Lorenzo



domenica 9 dicembre 2012

venerdì 7 dicembre 2012

Il ritorno della piazza, ovvero l'agorà come spazio comune





C'è un forte segnale da parte dei giovani, quindi da chi ha più motivi per lottare per un futuro migliore, di richiesta di spazio fisico a scapito dello spazio virtuale. In poche parole un ritorno al ritrovarsi convenzionale a scapito di internet.
Non vorrei essere franinteso, non sto dicendo che internet è in crisi, ma sta, secondo me, tornando ad essere quello spazio di comunicazione e basta, un immenso spazio dove le idee circolano e nulla di più.
Cosa è diventato perchè internet?  E più specificamente Facebook? Un luogo e non un acanale, un luogo dove ritrovarsi, chiaccherare, conoscersi e per molti anche viverci. Per alcuni addirittura l'unico luogo di socializzazione.
Io personalmente non ho nulla in contrario, ognuno è libero di fare quello che vuole nei limiti della legge, ma se analizzo il problema in termini politici beh qualche dubbio lo avrei.
Quindi, ai giorni nostri, c'è invece da parte dei ragazzi, degli studenti ma anche da parte di giovani lavoratori, una ripresa dei contatti fisici, il ritrovarsi in sezioni, costruire una informazione più ragianata e pacata che dia spazio per l'ampliamento costruttivo. facebook non lo permette, Twitter ancora di meno. Scrivere un pensiero in 140 caratteri ( spazi compresi) è più che limitante.
Cio che avviene prima nelle piazze e, come già detto, anche nei luoghi di lavoro e di formazione e il fatto che una intera generazione, o più di una, rivendica l'esistere in un presente proiettato in un futuro. Un presente non come esistenza per sè, ma (R)esistenza per la collettività. Ecco quindi spiegata la voglia di vedersi e stare insieme. La piazza è sempre stata e sempre sarà il centro delle decisioni.
Quello che è in gioco, inoltre, e i ragazzi lo hanno capito molto bene, è che la comunicazione post-moderna ha tolto vitalità, ha svuotato di contenuti la protesta, non permette di passare dalla parola ( scritta ) al fatto.
E' mancato, e forse sempre mancherà, quel passaggio, quel tramutare l'idea scritta in comunicazione verbale, elaborazione mentale necessaria alla crescita di intere generazioni.
Credo che il blog sia immune da questo disastro culturale, i tempi permettono la riflessione.

Lorenzo

lunedì 3 dicembre 2012

Sul viaggio nelle società moderne




 Interessante articolo preso da Alfabeta 2 riguardante il senso del viaggio, alla luce degli ultimo avvenimenti di cronaca:

Nelle scorse settimane i giornali hanno riportato la notizia delle polemiche seguite alla morte per infarto di un viaggiatore del freccia rossa Torino-Roma, che, colpito dall’attacco poco dopo la stazione di partenza, è stato fatto scendere per essere assistito solo alla stazione di Rho, alle porte di Milano. I responsabili del servizio ferroviario si sono giustificati affermando che il tempo che sarebbe servito per far uscire il treno dalla linea dell’alta velocità e condurlo in una stazione intermedia è uguale o maggiore di quello impiegato per arrivare a Rho. Al di là della ricostruzione specifica dell’episodio, questa linea argomentativa dei responsabili rende evidente che non sia possibile parlare in questo caso di un disservizio o di una cosa «che può capitare solo in Italia», come si usa dire in circostanze del genere specie nelle formule giornalistiche. Al contrario il servizio si è mostrato perfettamente all’altezza dei parametri per i quali è stato predisposto. Infatti l’alta velocità ferroviaria, come è noto, viene raggiunta grazie a un treno molto veloce che viaggia su una linea apposita separata da tutti gli ostacoli, e da tutte le possibilità, che offre il normale territorio nel tentativo di imitare il percorso di un aeroplano, dove non c’è del resto possibilità di offrire cure mediche né di sbarcare eventuali malati. Che questi treni supersicuri, superveloci, superconfortevoli, in una parola superiori in certe circostanze, fortunatamente rare, possano diventare più inefficienti di un volgare accelerato per pendolari che svolge servizio in una zona economicamente depressa non è un paradosso, ma dipende direttamente dalla loro ragion d’essere. Questo tipo di servizio infatti non offre soltanto un tempo di viaggio compresso, ma anche, per così dire, irreversibile e automatizzato per evitare qualsiasi genere di imprevisto. Quando tuttavia l’imprevisto, incosciente del fatto di non essere più previsto, salta fuori, emergono anche i limiti di questo modo di viaggiare. Il viaggio moderno, già diventato abbastanza sicuro e dunque privo di aloni avventurosi, resta pur sempre un momento propizio agli inconvenienti, al quale il viaggiatore deve fare fronte. Questo nuovo modo di viaggiare postmoderno, che mi sembra trovi il suo archetipo logico nel teletrasportatore di persone montato sull’incrociatore stellare U.S. Enterprise della serie Star Trek, cerca di eliminare anche questo banale elemento dell’esperienza umana. Mi verrebbe quasi da chiamare simili percorsi non viaggi in omaggio alla categoria dei non luoghi, descritta da Marc Augé, perché mi sembra che questo tipo di spostamenti sia lo sviluppo in una dimensione spazio-temporale di una premessa già presente nella nozione di non luogo. Se il non luogo ha ormai compresso o cancellato il rapporto con il circostante in senso storico, il non viaggio cerca di riprodurre lo stesso rapporto sul piano geografico rimuovendo il territorio da percorre con i suoi ostacoli. Ora poi che il viaggio in crociera ha raggiunto dimensioni di massa, è possibile fare l’esperienza dei non luoghi che assimilano a sé anche i luoghi pregni di storia. Cosa altro significa d’altronde arrivare quasi in piazza San Marco, tralasciando gli aspetti rischiosi di una simile manovra, con una grossa nave se non offrire un spettacolo in tre dimensioni più vero del vero? Per tornare ai treni, però, non è forse un caso che le principali stazioni ferroviarie italiane abbiano subito ristrutturazioni, che le hanno riempite di negozi e servizi superflui, rendendole simili ad aeroporti, il non luogo per eccellenza, proprio con lo sviluppo dell’alta velocità. Insomma, se la meta è nel viaggiare, come recitano alcuni slogan pubblicitari, ci siamo allontanati da essa.


Lorenzo

venerdì 24 agosto 2012

Trainspotting - 24 hour Party people











Un libro, tradotto anche in film e un film vero e proprio sui ragazzi fine anni '70 inizio anni '80. Quella che tutti, a torto o a ragione, abbiamo chiamatoNEW WAVE.
Posto due video dei due film e il testo della traduzione del primo.
Personalmente credo che gli anni 80 non siano ancora stati sviscerati a dovere, è un periodo molto fertile, una rinascita dettata dalla decadenza punk oppure una decadenza del fertile e originale fenomeno punk?
Nessuno lo sa ancora

Lorenzo

Titolo Canzone Tradotto: I Sentimenti Del Ragazzo


guida ragazzo il cane ragazzo
ragazzo angelo sporco e intorpidito
all'entrata boy
lei era un rossetto boy
era bella boy
e lacrime boy
e tutto nel tuo inconscio boy
avevi le mani e la ragazza boy
e acciaio boy
avevi le chimiche boy
sono cresciuto sempre vicino a te boy
e tu ti lamenti boy
ti ha detto vieni vieni
ti ha sorriso boy

(ripeti)

lascia scivolare i tuoi sentimenti boy
ma mai la tua maschera boy
bionda a caso boy
bionda ad alta densità di ritmo boy
campagna bionda
bionda ad alta densità
sei la mia droga boy
sei vero boy
parlami boy
e cane eccellente e ragazzo sporco e intorpidito
ti stai bagnando ragazzo
grandi grandi tempi ragazzo
orso acido boy
pupe e pupe
e pupe e pupe e pupe
e ricordare niente boy
ti piace il mio corno di stagno boy?
ti bagna come un angelo boy
deragliato

Hai una bocca di velluto
sei così succulente e bello
luccicante e sporca
momenti meravigliosi e bollenti
sui fili del telefono
e Dio e tutto
sul tuo telefono
ed entra un angelo

guardami mà
ubriaco accovacciato nel buco d'una metropolitana
a Tottenham Court Road
sono appena uscito dalla nave
parlando con la piu' bionda che abbia mai conosciuto
gridando birra birra birra birra*
gridando birra birra birra birra
gridando birra birra birra birra
gridando birra birra birra
gridando mega mega cosa bianca
mega mega bianca
mega mega bianca
mega mega
gridando birra birra birra birra
mega mega bianca
mega mega bianca
talmente tante cose da vedere e fare
nel buco della metro
vera bionda che torna a Romford
mega mega mega che torna a Romford
ciao mà, ti diverti?
ed ora sei per la tua strada?
verso una nuova tensione
malditesta



Nota di traduzione:
*”Lager” è la classica birra bionda. Il testo è un flusso disordinato di pensieri ed emozioni,
cosi’ neanche il testo italiano ha punteggiatura, eccetto due punti interrogativi ‘necessari’.


domenica 12 agosto 2012

Un grande scienziato quasi dimenticato - Alan Bruce Sabin


« Mi è parso che uno specialista in virus come ho finito per diventare, abbia il dovere di usare le sue conoscenze per far del bene all'umanità »
Con questa frase l'uomo che salvò la vita a tutti noi regalò la sua scoperta, il vaccino contr
o la poliomelite, al'umanita.

Sabin non brevettò la sua invenzione, rinunciando allo sfruttamento commerciale da parte delle industrie farmaceutiche, cosicché il suo prezzo contenuto ne garantisse una più vasta diffusione della cura:
« Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo »

Dalla realizzazione del suo diffusissimo vaccino anti-polio il filantropo Sabin non guadagnò quindi un solo dollaro, continuando a vivere con il suo stipendio di professore universitario.

Lorenzo

mercoledì 8 agosto 2012

Questa è la storia. Alex Schwazer aveva vinto. Da solo, allenandosi senza pace. A Pechino. Poi quell'oro iniziano a usarlo contro di lui, quando non vince il mondiale, quando si ferma. Hai vinto, pensi di aver dimostrato chi sei e invece no, tutti a dire: "Perché non vinci più?". Mentre Schwazer piange, quasi gli scappa "Ero stanco di essere solo il fidanzato di...". Ha una ragazza nota e i media lo schiacciano su questo. Ha poi valori ematici da anemico, gli allenamenti lo sfibrano e qui fa la peggiore scelta possibile: l'Epo. Si pompa, come dicono in gergo. Si dopa. Non basta mai quello che fai alla gente, e allora Alex vuole vincere di nuovo. Cerca la scorciatoia, vuole avere l'oro come crede di meritare, ma il suo sangue non lo aiuta più. Il corpo c'è, il sangue no. Così pensa che l'Epo gli possa dare quello che la natura gli sta togliendo. Vuole smettere di essere identificato solo come il fidanzato di Carolina Kostner, lui che è arrivato g
ià a risultati incredibili. È debole, è fragile, fa l'idiozia di doparsi. Lo beccano. Ammette subito, si dispera, chiede scusa. Mentre i vertici sportivi, gli stessi da sempre, che vivono incredibilmente quasi come semplici spettatori inchieste tra le piu terribili, inchieste che mostrano quanto l'Italia abbia il calcio tra i piu corrotti al mondo, ebbene, quei vertici sportivi cercano di emendarsi additando Alex come il male, il peccato, il colpevole. Lo indicano come l'esempio sbagliato e ci si accanisce con il piacere tipico del vedere un vincente cadere, una vendetta che conforta la propria mediocrità. In un intero sistema marcio come quello italiano, l'errore idiota e colpevole di Schwazer diventa il pretesto per dare la colpa di tutto al singolo atleta. Perfetta fotografia del cortocircuito tra media affamati e sciacalli, dirigenze inadeguate e disumanità diffusa.
· · ·circa un'ora fa ·

lunedì 6 agosto 2012

Aforisma più che attuale




"Ognuno, in futuro, avrà i suoi quindici minuti di notorietà"

Andy Warhol

Jon Hassel - Last night the Moon Came - Quando il respiro si fa musica


Jon Hassell (Memphis, 22 marzo 1937) è un trombettista e compositore statunitense, autore di una suggestiva e personale ricerca musicale tra il jazz, l’elettronica e la world music mediterranea, precursore dell'etno-elettronica.

Laureatosi alla Eastman School Of Music di Rochester, soggiorna dal 1965 al 1967 in Germania dove frequenta 2 membri dei futuri Can. Al ritorno in patria collabora con Terry Riley e con LaMonte Young. In una tournée romana conosce il compositore e strumentista indiano Pran Nath da cui imparerà ad usare la voce come un vero e proprio strumento.

Ha all’attivo collaborazioni con Brian Eno, David Sylvian, Talking Heads, Manhattan Transfer, k.d. lang, Ani di Franco e David Byrne. Ha inoltre scritto o collaborato alla stesura di partiture per spettacoli teatrali (Sulla Strada), film (The Million Dollar Hotel) e balletti (per Ailey e Cunningham).

Influenzato da Kenton, Davis, Stockhausen e Berio, nel 2005 ha pubblicato Maarifa Street, che, oltre al consueto organico di musicisti (Cox-Beasley-Freeman-Mboup), vede la collaborazione eccellente di Paolo Fresu alla tromba e Dhafer Youssef alla voce.

A distanza di 23 anni da Power Spot, nel 2009 è tornato ad incidere per la prestigiosa etichetta tedesca ECM pubblicando in aprile l'album Last Night the Moon Came Dropping Its Clothes in the Street il cui titolo è tratto da una poesia di Rumi, il fondatore della confraternita dei dervisci rotanti.



domenica 29 luglio 2012

Il giudice Roberto Scarpinato



"Monta la protesta dei magistrati contro il fascicolo aperto dal Csm a carico del Pg di Caltanissetta Roberto Scarpinato, che alla cerimonia in ricordo di Paolo Borsellino, a 20 anni da via D'Amelio, aveva definito 'imbarazzante'' la presenza tra le autorità di 'personaggi dal passato e dal presente equivoco'. 150 magistrati hanno dato adesione ad una lettera da inviare al Csm per esprimere solidarietà a Scarpinato e condivisione delle sue parole; e per difendere la libertà di espressione."



Roberto Maria Ferdinando Scarpinato (Caltanissetta, 14 gennaio 1952) è un magistrato italiano, Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Caltanissetta.Inizia la carriera in magistratura nel 1977. Dopo avere prestato servizio presso il Consiglio superiore della magistratura, nel 1988 si trasferisce alla Procura della Repubblica di Palermo, dove entra a far parte fa parte del pool antimafia collaborando con Giovanni Falcone e con Paolo Borsellino. Nel 1991 diventa membro della Direzione distrettuale antimafia. Si occupa – tra le altre cose – della requisitoria al processo sull'assassinio politico-mafioso di Piersanti Mattarella, Presidente della Regione siciliana, di Pio La Torre, segretario regionale del P.C.I., di Michele Reina, segretario provinciale della D.C. e di Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo.
Dopo la strage di via D'Amelio, il 19 luglio 1992, è il promotore della rivolta di otto sostituti procuratori contro il procuratore capo Piero Giammanco, al quale viene addebitata la responsabilità di avere progressivamente isolato Giovanni Falcone, inducendolo ad andare via dalla Procura di Palermo.Quella clamorosa presa di posizione innesca un conflitto interno alla Procura di Palermo che costringe il Consiglio Superiore della Magistratura ad intervenire ed induce il procuratore Giammanco a chiedere il trasferimento.
Alla Procura della Repubblica di Palermo inizia così una svolta: Giancarlo Caselli è il nuovo Procuratore; viene arrestato Salvatore Riina e vengono avviate le indagini per alcuni dei più importanti processi sui rapporti tra mafia e potere, che porteranno sul banco degli accusati molti intoccabili, tra i quali il senatore Giulio Andreotti, sette volte presidente del Consiglio e ventiquattro volte ministro, processato per il reato di partecipazione all'associazione mafiosa Cosa Nostra, e Bruno Contrada, numero tre dei servizi segreti civili, il quale sarà condannato a dieci anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. La nuova stagione dell'antimafia decolla definitivamente portando all’arresto dei più importanti capi della mafia militare, a centinaia di condanne all’ergastolo e contemporaneamente alla prosecuzione di indagini e processi sul versante strategico delle collusioni con i colletti bianchi.
A partire dal 1996, Scarpinato - insieme a Guido Lo Forte e Gioacchino Natoli - sostiene l’accusa nel dibattimento a carico di Andreotti. Il processo dura diversi anni, e richiede l’audizione di centinaia di testimoni e collaboratori di giustizia; si concluderà il 15 ottobre 2004 quando la Corte di Cassazione, confermando la sentenza della Corte di Appello di Palermo, riconoscerà che Andreotti ha avuto rapporti con la mafia sino al 1980, pur dichiarando tale reato prescritto a causa del tempo trascorso.Il nome di Scarpinato torna alla ribalta per l'indagine sui cosiddetti “Sistemi criminali”, che investe i moventi ed i retroscena politici delle stragi del 1992 e del 1993. Divenuto Procuratore aggiunto, conduce pressanti indagini sui rapporti tra la mafia e la massoneria deviata, sulla cosiddetta “trattativa” tra lo Stato e Cosa Nostra nel periodo delle stragi, e sui rapporti tra mafia ed economia.
Nel 2005, assume la direzione del Dipartimento mafia-economia all’interno del quale crea un gruppo di magistrati e investigatori specializzati, che smantella colossali patrimoni illegali, giungendo a sequestrare dal 2008 al 2010 beni in Italia ed all’estero per un valore di circa tre miliardi e cinquecento milioni di euro.Il Dipartimento comprende anche il settore delle misure di prevenzione antimafia che nel 2010 ottiene la certificazione di qualità ISO 9001. Nel giugno 2010 viene nominato Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Caltanissetta. È autore di numerose pubblicazioni in Italia e all'estero e collabora anche con la rivista MicroMega.
Fra i principali processi a cui ha preso parte:
quello a carico del senatore Giulio Andreotti, insieme a Guido Lo Forte e Gioacchino Natoli per il reato di associazione di tipo mafioso. Nell'occasione, Scarpinato è il più giovane fra i componenti della pubblica accusa. Il processo di appello inizierà poi il 19 aprile 2001
quello per l'omicidio dell'europarlamentare Salvo Lima
quello per l'omicidio del presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella
quello per l'omicidio del segretario regionale del Pci, Pio La Torre
quello per l'omicidio del prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa
quello per l'omicidio del segretario provinciale della Democrazia Cristiana, Michele ReinaIndagine relativa ai progetti di eversione dell'ordine democratico sottostanti alle stragi del 1992 e del 1993.
Pubblicazioni
Mafia e Politica, in Anatomia di un regime, Palermo 1992;
Caratteristiche e dinamiche degli omicidi ordinati ed eseguiti da Cosa Nostra, in Segno 1996;
La mafia dei mandanti, in MicroMega, 1996;
L’anomalia italiana, in MicroMega 1996;
Cosa Nostra e il male oscuro della dispersione del sé, in La mafia dentro. Psicologia e psicopatologia di un fondamentalismo, ed. FrancoAngeli, 1997;
Il Dio dei mafiosi, in MicroMega, 1998;
Ietzt geshorst du nicht mehr diesel Welt, in Reportagen uber die Mafia, (a cura di C. Butta), edizione Hirzel Verlag, Stuttgart – Leipzi] 1999;
La normalità italiana, storia di ordinarie violenze, in MicroMega, 2002;
Cosa Nostra, Storia ed avvenire della mafia, in MicroMega, 2004;
La storia dell’Italia mafiosa e dell'Italia civile, in MicroMega, 2004;
Oltre la Polis mafiosa, in La Polis mafiosa, edizione FrancoAngeli, 2005;
Il pensiero autoritario, in La violenza tollerata, (a cura di A. Dino), Edizioni Mimesis, Milano;
Legalità, questione morale, cultura della giustizia: il ruolo del cattolicesismo italiano, in Adista n. 26, aprile 2006;
Relativismi laici e relativismi cattolici, in MicroMega, 2006;
I Sistemi criminali, in Sistemi criminali e metodo mafioso (a cura di A. Dino), ed FrancoAngeli, 2008;
Borghesia mafiosa, in Nuovo Dizionario di Mafia e Antimafia, ed. EGA Torino, 2008;
Le indagini patrimoniali in Le misure di prevenzione patrimoniali dopo il pacchetto di sicurezza, ed. Nel diritto, Roma 2008;
Criminalità e potere, in Identità Italiana tra Europa e Società Multiculturale, 2009, Edizione a cura della Scuola Superiore Santa Chiara dell’Università di Siena e della Fondazione Intercultura;
La criminalità sistemica come metodo di governo, in Cosmopolis, ed. Morlacchi Editore, Perugia, 2009;
Crimini dei colletti bianchi ed attacco alla democrazia, in Criminalità dei potenti e metodo mafioso (a cura di A. Dino), Mimesis, Milano 2009;

Emozione olimpiade


Io riesco ancora  emozionarmi quando una sconosciuta riesce arrivare sul tetto del mondo con la sola forza della sua bravura.

Lorenzo

domenica 8 luglio 2012

OPUS DEI

Grazie a bianchi katia di questo bellissimo articolo che pubblico e ringrazio per il sito che cura:

OPUS DEI – i membri dell'opera sono medici, giornalisti, banchieri, avvocati, manager, infermieri, autisti, commessi. Lavoratori in genere di livello medio alto, inseriti in tutti i gangli della vita associata urbana. Tutti i membri anche quelli detti – SOPRANNUMERATI – che sono per lo piu' sposati e vivono in famiglia, devono giurare di consultare sempre i superiori per ogni questione sociale o professionale e di confidare anche le piu' delicate questioni intime. I NUMERATI poi, cioe' i membri interni all'organizzazione, al momento del loro ingresso devono fare testamento dei loro beni futuri in favore dell'OPERA. Fino a pochi anni fa, ma è propabile che la norma sia ancora in vigore, gli – iscritti – dovevano rilasciare un attestato, firmato in bianco, che consentiva all'organizzazione di – alienare quelle proprieta' che, pur non essendo intestate all'istituto, sono pero' sottomesse alla sua potesta' e direzione – art.372.

Prevale su tutti il principio e l'obbligo del segreto. Il membro non deve parlare mai della sua appartenenza all'OPERA ne' deve rivelare i nomi degli altri iscritti, una discrezione imposta perfino nell'ambito della propria famiglia. Poche le eccezioni : i vertici della gerarchia stabiliscono quelli che possono rivelare la propria appartenenza. Per le donne vigono norme particolari che si fondano, com'e' plausibile aspettarsi in un'organizzazione rigidamente maschilista, sulla discriminazione sessuale.Tra quelle che vivono nelle residenze dell'OPUS DEI, numerose sono le – ausiliare – che svolgono mansioni logistiche : cucinano, lavano, puliscono, riordinano. In compenso sono esentate dall'obbligo penitenziale, sui sono sottoposte le consorelle di grado piu' elevato, di dormire sul tavolaccio. Lo sviluppo e l'espansione dell'OPUS DEI coincidono con gli anni della dittatura di FRANCISCO FRANCO in Spagna.

Ha scritto il – CHICAGO TRIBUNE – nel 2003 – quando il generale FRANCO vinse la guerra, ESCRIVA' allineo' il suo movimento OPUS DEI con il regime autoritario e numerosi membri occuparono posizioni strategiche nel governo. Nel 1975 per esempio, tre membri dell'OPERA divennero ministri : l'economista ALBERTO ULLASTRES CALVO – al Commercio il banchiere MARIANO NAVARRO RUBIO , al Tesoro lo scienziato LAUREANO LOPEZ RODO', segretario del ministro degli Esteri, poi ministro senza portafoglio. Nel complesso otto uomini dell'OPERA sono stati ministri nei governi del dittatore spagnolo fra il 1939 e il 1975. i numerati – circa il 20 per cento dell'opera – abitano invece nei centri dell'OPUS DEI, si impegnano a mantenere il celibato, sono disponibili per le iniziative di apostolato e la formazione degli altri fedeli della prelatura. Tutto il loro denaro escluso quanto è necessario alle piccole spese personali, va al finanziamento dell'organizzazione. Per almeno due ore al giorno tranne le domeniche e i festivi, indossano il cilicio, una cinghia munita di punte, stretta attorno alla coscia. Una volta alla settimana durante la recita del PADRE NOSTRO, usano anche la – disciplina – una frusta con la quale ci si sferza la schiena. Per l'OPUS DEI infatti, i bassi istinti del corpo sono un nemico da sconfiggere e il dolore un veicolo benedetto di redenzione.

È il fondatore a dirlo con chiarezza. L'OPERA controlla una vasta serie di proprieta' a carattere multinazionale è un'enorme organizzazione affaristica. E' divenuta enormemente ricca attraverso le proprie societa' ausiliare : imprese economiche controllate DALL'OPUS DEI e amministrate dai suoi membri laici. L'OPUS DEI controlla giornali, periodici, case editrici, facolta' di giornalismo, agenzie stampa è coinvolta nel settore del cinema e della televisione. Ad essere violate sarebbero anche le norme morali e civili relative all'uso del denaro, delle calusole contrattuali e degli obblichi fiscali. I dirigenti non evitano di concludere affari chiaramente immorali o illegali e contribuiscono a manipolare l'informazione al riguardo. L'OPERA è segnata da un sistema di sfruttamento individuale, mediante l'uso aberrante degli impegni di poverta', castita' e obbedienza, che la converte in una vera e propria setta, a causa dell'alienazione della liberta' individuale in nome della cieca obbedienza. L'OPUS DEI è accusata dalla stampa di tutto il mondo di essere un'organizzazione politica.

In realta', essa è interessata principalmente alle classi dominanti e a chi è al potere. Tramite queste, cerca di acquisire influenza politica. Ma tale influenza non implica una particolare ideologia. L'OPERA p comunque estremamente autocritica e imbevuta da idee derivate dal fascismo spagnolo e finalizzate a scopi religiosi. A unire le diverse esperienze c'e' la scelta dei sostenitori dell'OPUS di appoggiare le forze politiche piu' conservatrici anche in assenza di una linea politica ufficialmente definita. Indiscutibile comunque la forte tendenza a schierarsi con i piu' conservatori soprattutto quando sono in ballo questioni etiche come il riconoscimento delle coppie di fatto, l'eutanazia, l'aborto, la contraccezione, la procreazione assistita, l'omosessualita'. PAOLO VI rifiut' qualsiasi collaborazione con L'OPERA, mentre papa WOJTYLA gli fece arrivare la prelatura personale – nel 1983 – e successivamente santifico' il fondatore nel 2002.

l'OPERA infatti afiuto' il papa polacco ad uscire dal difficile momento dello scandalo dello IOR e sostenne con donazioni di enorme entita' la POLONIA nel periodo SOLIDARNOSC. Le fortune dell'OPERA sembrano poter continuare anche con PAPA RATZINGER il quale partecipo, quando era cardinale, alla presentazione del libro di Giuseppe Romano, OPUS DEI. In quell'occasione RATZINGER disse : il teocentrismo di ESCRIVA' DE BALAGUER coerente con le parole di GESU', vale a dire questa fiducia nel fatto che DIO non si è affatto ritirato dal mondo, che DIO opera adesso e noi dobbiamo soltanto metterci a sua disposizione, essere disponibili, capaci di reagire alla sua chiamata è per me un messaggio di grandissima importanza. E' un messaggio che conduce al superamento di quella che si puo' considerare la grande tentazione dei nostri tempi : la pretesa, cioe' che dopo il big bang DIO si sia ritirato dalla storia. RATZINGER ha centrato l'obiettivo – andare a scovare DIO nella storia, dovunque si trovi e con ogni mezzo.

QUANDO SEI ENTRATA NELL'OPUS DEI ?

avevo sedici anni e ho iniziato con la mortificazione corporale.

IN COSA CONSISTE ?

ovevo portare il silicio alla coscia e frustarmi con la disciplina, ovvero la frusta.

ERA UNA TUA LIBERA SCELTA ?

non è una scelta o una cosa facoltativa te la chiedono espressamente, la mortificazione corporale... da quel momento in poi il mio rapporto con l'OPUS DEI era basato tutto sul senso di colpa.

UNA SPECIE DI STRUMENTO PER SOTTOMERTI ?

ti insegnano a dubitare di te stessa e della tua capacita' di giudizio e a fidarti solo di quello che ti viene dai direttori dell'OPERA. ti dimostrano quotidianamanete che senza di loro non sei una buona guida di te stessa. il motto è - chi obbedisce non puo' mai sbagliare .

CHE COSA E' IL CIILICIO ?

è una cintura di metallo composta da vari anelli, ognuno dei quali ha delle punte e va posizionato sulla parte superiore della coscia. si puo' regolare e stringere come si vuole, dipende ovviamente dalla genorisita' della persona se si mette stretto o largo.

E TE ERI GENEROSA ?

a me sono rimaste le cicatrice e quando sono fresche, le ferite, sono orrende da vedere.

COME E' CONCLUSO IL TUO RAPPORTO CON L'OPUS DEI ?

per depressione. da quel momento ho capito che dovevo uscirne, ma non è faccile. loro avevano compreso che volevo andarmene e allora quando tornavo in camera dopo gli interrogatori mi accorgevo che l'avevano perquisita.

TI INTERROGAVANO ?

si volevano comprendere per quale motivo volevo uscire dall'OPUS DEI. cosi' mi sorvegliavano il telefono continuamente. il telefono lo srovegliava un membro del sonsiglio locale. evitarono di farmi fare le pulizie e di farmi scendere in sala da pranzo. mi portavano i pasti in camera... ero talmente terrorizzata che mi venne un tremito continuo. avevo paura che mi chiudessero in manicomio come avevano fatto con altre persone.

COME SEI RIUSCITA AD ANDARTENE ?

un giorno approfittando di un attimo di distrazione dei miei superiori, sono riuscita a chiamare il marito di una mia amica. un messaggio brevissimo nel terrore di essere scoperta. comunque riesce a capirmi e ottiene finalmente il permesso di farmi uscire.

QUINDI TI SEI SALVATA ?

prima di farmi uscire mi dissero di recarmi nella sala riunioni. MONSIGNOR ESCRIVA' comincio a camminare su e giu' agitato, rosso, furioso, dicendomi : " non parlare con nessuno ne' dell'OPUS DEI ne' di Roma... perche' se vengo a sapere che parli male dell'OPUS io, JOSEMARIA ESCRIVA' DE BALAGUER che ho in mano la stampa mondiale, ti disonoro pubblicamente ". e guardandomi negli occhi con una furia spaventosa, agitando le braccia come se volesse picchiarmi urlo' - PUTTANA PORCA !


B.K.https://www.facebook.com/bianchi.katia.7

Fonte NAMIR

sabato 23 giugno 2012

Un'idea di Italia



Credo ci sia qualcosa che non vada in noi italiani.
Ho letto parecchio nella mia vita, moltissimi libri e di idee diverse. Mi sono fatto una mia idea di società, mi confronto con amici e colleghi, in armonia e senza litigare, mai successo. Facebook mi ha permesso però di leggere migliaia di opinioni diverse.
Quindi mi sono fatto un' idea di come noi italiani siamo fatti, come pensiamo, quale sia il nostro grado di civiltà e grado culturale. Insomma, come se non bastasse aver lavorato finora per 32 anni sui treni, i quali sono un pulpito invidiabile per qualsiasi sociologo, facebook ha ampliato di molto questo mia conoscenza.
Sono allora arrivato alla conclusione che la maggior parte degli italiani è una massa di ignoranti, aculturati, presuntuosi, fascisti, revisionisti storici da due soldi e voltafaccia!
Non voi che mi leggete, certo che no, su FB e qui sui blog c'è la tendenza a rimanere come in un gruppo, con lo stesso livello culturale e di interessi. Intendo gli italiani in generale, la media, quella che vediamo in giro per le strade.
Ho letto stasera delle cose orribili. Ragazzi, ragazze, adulti, che inneggiano al fascismo, che vogliono la donna succube di tutto, che taglierebbero la gola a chiunque sia di idee diverse.
Altri che odiano gli ebrei, gli stranieri, i comunisti. Gente che parla solo di calcio, come se null'altro esistesse. Pochissima cultura, frasi fatte, sempre i soliti aforismi che circolano e che non sanno di nulla e, soprattuto, mai messi in pratica da nessuno. Almeno usassero quelli dei filosofi, invece un pirla qualunque diventa produttore di aforismi, saggezze a non finire si trova...in teoria.
Soprattutto ho notato una cosa: le nostre radici comuni ricordate da quasi tutti non vanno oltre il fascismo, nel bene e nel male. L'Italia prima del 1922 è come se non fosse mai esistita, tranne che per commemorare un giorno all'anno la vittoria della prima guerra mondiale. mai visto nessuno che andasse cercare qualche nozione posteriore, a partire, almeno, dall'Unità d'Italia. Ma anche prima perchè no?
Abbiamo allora perso, dimenticato, gran parte della nostra storia?
I colpevoli cercateli voi, io non ne ho più voglia.

Se nella realtà fossimo quello che diciamo di essere e di fare  su facebook, saremmo il paese piàù grande al mondo, il più civile, il più avanzato, il più ricco e il più progredito. Invece siamo solo dei poveri italiani.....quindi non siamo un bel nulla!!!

Lorenzo

Un'idea di Europa

martedì 19 giugno 2012

Più PIL per tutti




Scrivo questo post nella speranza che le super potenze straniere non lo leggano, per paura di svelare piani segreti italiani.
Abbiamo la ricetta per uscire definitivamente dalla crisi economica: fare tutti una settimana di ferie in meno!
Questo comporterà l'aumento di un 1% del PIL.
Lo ha detto il SOTTOsegretario ( mai più carica governativa si adatta a un simile personaggio) sig, Polillo.
Polillo ha avuto questa grandissima idea e lo ha dichiarato al giornale La Repubblica ieri. La notizia l'ho subito piazzata su facebook con tanto di critica da parte del sottoscritto.
Ora, la mia riflesione è la seguentee mi spiace smontare, io ferroviere di Alessandria, questa teoria, ma giuro che non sono pagato da superpotenze a noi nemiche. La risposta è semplice, che veniamo a lavorare in più una settimana se poi non c'è nulla da produrre?
E c'è dell'altro: Polillo, non hai mai sentito parlare di esodati? Eppure, fra un singhiozzo e l'altro, potresti chiederlo alla tua vicina di banco della Fornero( in questo momento stanno abbaiando i cani qui vicino casa mia, forse il nome...Fornero.. fa lo stesso effetto della Frau Blucher in Frankestein Junior) che esistono questi esodati, gente perennemente in ferie perchè non c'è nulla da produrre.
Forse è meglio che legga questo blog, o  altri migiori del mio, meglio ancora, ma l'importante è che legga queste parole:
I lavoratori in Italia, tutti, e per tutti intendo pubblici e privati, lavorano tanto. Il problema è che lavorano male e molti dipendenti sono senza controllo, senza responsabilità. 
Si, sig, SOTTOsegretario, senza responsabilità, gli è stata tolta da gente come lei che, per arroganza o per paura, hanno imposto per decenni ai lavoratori dipendenti di non pensare, ma obbedire soltanto.

Lorenzo

sabato 16 giugno 2012

L'Italia del biscottino



Premesso che di calcio non  ho proprio voglia di parlare, non certo per mancanza di patriottismo, anzi se ne parlo qui è proprio per questo, ma bensì per  il fatto che il calcio ormai è marcio fino le fondamenta, tranne qualche rarissima eccezione.
A maggior ragione non voglio parlare degli europei specialmente dopo l'abbattimento sistematico dei cani randagi, quindi per protesta non guardo nemmeno una partita. 
In questi ultimi due o tre giorni non si fa che parlare sui giornali del famoso "biscotto", termine tutto italiota e gergale pe indicare una possibile combine fra Spagna e Croazia per "aggiustarsi" il risultato su un 2-2. In questo caso l'Italia sarebbe eliminanta.
Farò due tipi di considerazione, una politica e l'altra...politica ugualmente, ma di politica calcistica.
La prima: è mai possibile che noi italiani ( vedi situazione economica e dell'euro) dobbiamo sempre dipendere dai risultati degli altri? Arrivare sempre all'ultimo momento impreparati e con l'affanno e, non ultimo, tirandoci dietro le critiche un po' di tutti? Mandando quindi in secondo piano notizie più gravi tipo il comportamento razzista dei tifosi croati.
E' proprio nella nostra natura non faticare, non dare il massimo quando in ballo c'è l'orgoglio nazionale.
Prima di tutto c'è il prezzo pattuito e si sa che in nazionale questi giocatori guadagnano meno che non nelle rispettive squadre.
L'altra considerazione è la seguente: ma dove sarebbe la gravità in caso di accordo fra quelle squadre nostre dirette antagoniste per la qualificazione, nel caso si accordassero, sul campo, senza conferire parole, per un risultato loro confacente? Vero, ne perderebbe la sportività, l'antagonismo, magari pure lo spettacolo, ma sarebbe lecito o no da un punto di vista legale? Io direi di si.
E allora che dire del calcio scommesse? Della corruzione sui nostri campi? Degli atteggiamenti antisportivi che sempre vediamo in casa nostra? Delle scommesse ad esempio del portiere? Questi si che sono comportamenti illeciti!
Noi, anche in questa occasione, stiamo dimostrando per l'ennesima volta, tutta la nostra piccineria in campo internazionale e il nostro pressapochismo, comportandoci sempre in modo lamentoso e guardando, come sempre, nelle tasche degli altri senza mai guardare nelle nostre.
In ogni caso, Viva l'Italia sempre

Lorenzo

martedì 12 giugno 2012

Sul comico genovese


Non c’è dubbio: il grande comico genovese sa parlare alle folle e le sa coinvolgere nei suoi progetti. Demolisce con spietata ferocia tutti i vecchi e “nuovi” protagonisti della miserabile classe dirigente italiana. Distrugge l’inossidabile Monti, mette alla gogna Bersani e le sue metafore, si accanisce impietosamente sui vari Alfano, Renzi, Casini, Rutelli, Marchionne, Di Pietro, La Russa, Formigoni, Vendola, Fini, Montezemolo. Per non parlare di ESSO, dell’amatissimo Presidente napoletano Napolitano e perfino ... del Sommo Pontefice. Nel seguire le sue performance mi sono reso conto di quanto la satira sia utile alla Politica - a quella vera, intendo – perché smaschera tutte le meschinità, le frodi grandi e piccole, i privilegi, le lampanti incoerenze comportamentali di chi si ritiene intoccabile fra gli intoccabili. E, in tutto questo, non risulta per nulla anti politico, anzi. La sua costante e coinvolgente militanza mi ha ormai persuaso, oltre ogni ragionevole dubbio.

Alle prossime elezioni, con grande convinzione, il mio voto andrà quindi a  Maurizio Crozza

Lorenzo

martedì 5 giugno 2012

Terre (in) moto - Facciamo rete








Numeri e contatti utili per il terremoto in Emilia e Lombardia

AIUTI
Lista ELENCO degli ALLOGGI messi a disposizione finora
BOLOGNA
punto di raccolta per sfollati via Turati 25/b. info 3480456556-3472737077- 3200237187
RAVENNA HOTEL DIANA Via Girolamo Rossi, 47 48100 Ravenna 0544 39164
S.AGOSTINO (RA) palazzetto dello sport allestito dalla prot. civile
Finale Emilia (MODENA)
Palestra istituto Morandi 200 posti letto
Residence Casa Temporanea-Bologna offre alloggi Gratuiti agli sfollati del terremoto in Emilia tel 0513140549!Per offrire disponibilità di STRUTTURE: Carabinieri di Finale Emilia 0535-91067, i vigili Mirandola 0535-611039 o la Municipale di Finale Emilia: 0535-788121.
Milena Scaioli Terremoto, mettono a disposizione gratuitamente Camere. HOTEL SPORTING – CAMPAGNOLA E. (Reggio Emilia) TEL.052275484 – 3923556690. Fate girare

Si cercano: ingegneri, architetti contattare la Polizia Municipale: 0535/611039 @CRI_WEB @crocerossa
Nicoletta Mazzi ‎….anche a Verona si è sentita molto forte, ma il pensiero in questo momento è in Emilia dove purtroppo ci sono state nuove vittime…Raccolgo e vi giro un appello della protezione civile per togliere le password dalle reti private wi-fi in modo da permettere l’accesso più ampio possibile alle comunicazioni. Ho trovato questo http://www.facebook.com/notes/francesco-re/come-togliere-la-password-wi-fi-alla-propria-linea/10150941339423151 …Ci sono comunque anche dei numeri di emergenza…ora li cerco….
Gera Lista COMUNICAZIONE DI SERVIZIO PER CHI HA CONTATTI NELLA ZONA DEL TERREMOTO.
Le linee telefoniche sono saltate. Chi avesse ancora attiva in quelle zona una connessione internet WiFi protetta da password, la renda libera e accessibile per permettere a chiunque di comunicare via Skype. Copia e incolla sulla tua bacheca. Grazie
NUMERI DI EMERGENZA: Ferrara: 0532771546 – Modena: 059200200 – Mirandola: 0535611039 – San Felice: 800210644 – Cento: 3332602730
NUMERI DI EMERGENZA: Ferrara: 0532771546 – Modena: 059200200 – Mirandola: 0535611039 – San Felice: 800210644 – Cento: 3332602730
Nicoletta Mazzi ‎…l’Holiday Inn di Ravenna si offre per dare ospitalità alle persone colpite dal sisma (Holiday Inn, Via Enrico Mattei, 25 – Ravenna 0544 455902)….Vi devo lasciare perchè sto andando a lavorare….A stasera….
Isa Dallasta CAVEZZO RICHIEDE URGENTEMENTE SOCCORSI PER EDIFICI CROLLATI 3/4 di 7000 ABITANTI CIRCA DISTRUTTO.
FONTE RADIO POPOLARE da ASSESSORE Cavezzo !!!
Partigiani del terzo Millennio AIUTI PER LE POPOLAZIONI TERREMOTATE. FATE GIRARE Chi volesse aiutare la popolazione con generi alimentari, è necessario che si metta in contatto con la sede della protezione civile di Marzaglia al numero 059200200.- Chi volesse dare la propria disponibilità come volontario e mettersi a disposizione come forza lavoro è necessario che si metta in contatto con le associazioni che fanno parte dell’albo del volontariato, in alternativa può contattar.e l’ufficio provinciale che se ne occupa al numero 059200300.- L’ordine degli ingegneri di Modena è disponibile a visionare gratis le crepe delle case. Tel. 059-223831 segreteria@ing.mo – Proprietari di Hotel, B&B, Motel, locande o anche privati cittadini che si sentono di aiutare nella zona di Modena o Carpi o comunque limitrofa alla zone di Finale, ci sarebbe bisogno di posti per la notte. Se qualcuno fosse disponibile può contattare il Comando della Polizia Municipale di Mirandola 0535611039 che smisterà le chiamate o Comando Carabinieri di Finale Emilia 0535 91067 o qualunque istituzione della Zona di Finale Emilia.- La Provincia di Modena ha attivato un conto corrente sul quale è possibile effettuare versamenti per raccogliere risorse che saranno interamente devolute alle persone colpite dal terremoto: codice Iban IT 52 M 02008 12930 000003398693, indicare la causale “terremoto maggio 2012 (per maggiori info clicca qui) – Presso la sede di Giovane Italia Modena in via Castellaro 13 a Modena Raccolta beni alimentari di prima necessità (pasta, pane, pelati, acqua) per le tendopoli della provincia di Modena.


Lorenzo

lunedì 4 giugno 2012

Il Marco Polo

Eppure noi italiani, con la RAI, abbiamo ricreato anche questo genere di sceneggiato.
Ora la RAI è ridotta a una appendice di Mediaset, la quale ha portato una degenerazione culturale, etica, del linguaggio, psicologica e sociologica che non ha eguali. Credo che un simile tracollo culturale ci sia stato, nella nostra storia, solo due volte: dopo le invasioni barbariche e alla fine della seconda guerra mondiale.





"Noi ci gustiamo sempre i fasti del nostro passato. Mai siamo riusciti mantenerci le bellezze del nostro presente."

Lorenzo

martedì 29 maggio 2012

Festa della Repubblica pro terremotati



Il 2 Giugno 1946 è stato il giorno che gli italiani fecero una grande scelta: scelsero di vivere in una repubblica, in una democrazia partecipativa.
Oggi, a pochi giorni dal 2 Giugno 2012, festa della Repubblica, dopo i fatti dei terremoti che hanno colpito l'Emilia Romagnia, facciamo che diventi il giorno in cui gli italiani non hanno lasciato soli le genti di quella terra disgraziatamente colpita.
Questo post è un appello al governo italiano affinchè la parata della festa della Repubblica venga abrogata e quei soldi inviati ai terremotati.
Che sia il giorno il cui tutti hanno scelto di non lasciare indietro nessuno e così costruire un'Italia migliore.
A volte sono i semplici gesti che formano una nuova etica

Lorenzo

domenica 27 maggio 2012

No quest'uomo al Quirinale


E' opera saggia per noi italiani condividere questo post, questo tipo di messaggio. Forse l'ultima speranza, evitiamo che ritorni con più poteri ancora.

sabato 26 maggio 2012

La Paniscia o Panissa



E' un risotto che si fa in quella fetta di territorio piemontese vicino la Lombardia, comprendente le provincie di Novara, Vercelli e Alessandrino. In poche parole le zone di coltivazione del riso. C'è un piccola zona dell'appennino ligure in provincia di Alessandria, nel tortonese, dove questo piatto si fa con delle piccole varianti. Molto probabilmente docuto a molto lavoratori del nord Piemonte o lombardi nei decenni passati che andarono a lavorare in quelle zone.
Il risotto di questa ricetta non è un normale risotto. L'intingolo deve cuocere intorno le 4 ore prima di versarci il riso e comunque il risultato finale deve essere un risotto leggermente brodoso ( ricetta casalese e basso vervcellese ) mentre nella provincia di Novara è pittosto consistente come un normale risotto ed è senza pomodoro.
Avrete capito che le varianti sono molte, a seconda della provenienza geografica di questa regione. Quella che vi proporro è la panissa casalese, senza il soffritto di cipolle e leggermente brodosa ma con la verza ( ingrediente contenuto in quella vercellese e novarese). Insomma una mia versione :DDD
Sono molto importanti i tempi lunghi di cottura e l'inserimento degli ingredienti come da me indicato.

Fare un soffritto con olio di oliva, una noce di burro, pancetta e una manciata di verza, uno spicchio d'aglio e un po' di sale. lasciare soffriggere finchè l'aglio sia leggermente indorato e 200 grammi di pasta di salame.
Aggiungere la salsa di pomodoro ( 250 grammi) e lasciare cuocere per un 15 minuti circa.
Aggiungere mezzo cacciatorino ( meglio sarebbe il salame della Duja conservato nello strutto, chi ce l'ha meglio) tritato fine, i restanti 50 grammi di verza, 3 bicchieri di vino rosso, 200 grammi di fagioli borlotti.
Mettere il coperchio e lasciare cuocere 3 ore, aggiungendo acqua o meglio brodo di carne per non lasciar consumare troppo.
A questo punto aggiungete ancora due bicchieri di vino rosso, tante manciatedi riso a seconda delle persone che siete, in questo caso la ricetta è per 4, e, se l'avete, una crosta di formaggio parmigiano.
Mettete nuovamente il coperchio e lasciate cuocere, girando almeno ogni 10 minuti e lasciando il tutto sempre abbastanza brodoso.
Quando il riso sarà al dente lasciate che si consumi il brodo in eccedenza. Aggiustate di sale, pepe e lasciate riposare senza coperchio per almeno 10 minuti.
Servite in tavola. E' molto buona anche riscaldata, lasciando sempre leggermente brodoso il tutto.

PS:
Da non confondere con la panissa genovese che è tutta un'altra cosa. E' un piatto di farina di ceci cotta come la polenta, tagliata a fette e fritta in olio bollente

Lorenzo

martedì 22 maggio 2012

Vent'anni dopo


"La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione"

Giovanni Falcone