lunedì 29 settembre 2008

Sarebbe ora di studiare Kant seriamente



Per Kant, un'azione è morale solo quando siamo in grado di giustificarla sulla base di un principio che valga per tutti, ossia di un imperativo uni­versale, senza che ciò comporti una contraddi­zione. Se "universalizzo" la mia azione - se cioè immagino un mondo in cui nessuno mantiene le promesse - allora la nostra stessa esistenza an­drebbe incontro al disastro.
Kant fa un altro esempio: il suicidio è morale o immorale?
Per ca­pirlo basta pensare che, se tutti si suicidassero, sarebbe la fine del mondo.
Un'azione, dunque, è morale solo se supera la prova della universaliz­zabilità.
Di conseguenza, l'agire umano non si può fondare sul semplice conseguimento di sco­pi, poiché su questi non ci può mai essere un ac­cordo universale, ma solo punti di vista particola­ri.
L’azione morale deve seguire una via diversa, che è la via indicata dalla nostra coscienza: noi dobbiamo agire moralmente secondo un impera­tivo categorico che ci comanda: tu devi.
La "vo­lontà buona" non consiste nel perseguimento di scopi, anche degli scopi apparentemente più no­bili, ma nella conformità della volontà alla legge dettata dalla ragione.
La madre che ama suo fi­glio, l'innamorato che ama la sua compagna non sono, solo per questo fatto, persone morali.
La morale nasce solo se i sentimenti sono guidati dalla ragione. Ciò significa che io posso non ama­re affatto l'individuo che mi sta di fronte, e tutta­via - se voglio agire in modo morale - devo ugualmente fare il suo bene, essere imparziale nei suoi confronti, agire come se l'amassi.
C'è un'esperienza che, almeno una volta, tutti noi abbiamo compiuto: l'esperienza del dovere, che facciamo quando la ragione ci impone di agire in un certo modo per puro rispetto del dovere. Scrive Kant: «La necessità pratica di agire in base a questo principio, cioè il dovere, non ha il suo fon­damento in sentimenti, impulsi e inclinazioni, ma esclusivamente nel rapporto reciproco fra gli es­seri ragionevoli».
Per il filosofo tedesco, infatti, tutti gli uomini agiscono secondo una razionalità comune.
Per questo motivo, nei rapporti con gli altri, noi dobbiamo mettere tutti sullo stesso pia­no, trattare tutti in quanto esseri razionali, rispet­tare la libertà di scelta di tutti.
Da ciò deriva la se­conda massima dell'imperativo categorico: «Agire in modo da trattare gli altri sempre come fine e mai solo come mezzo».
Se noi trattiamo gli altri come essi trattano se stessi, allora i principi mo­rali possono essere accettati da tutti, e la morale diventa il risultato di un accordo razionale fra uomini e donne.
Kant ha chiamato questa intesa razionale, questa spinta a vivere secondo princi­pi condivisi, il regno dei fini. Si tratta di un mon­do in cui ogni individuo è una persona morale, artefice dei propri fini e al contempo legislatore universale, in quanto capace di confrontare ra­zionalmente i suoi principi con quelli degli altri.
Quello che risulta è un sistema di diritti e dove­ri rispettoso della libertà di ognuno, e scelto vo­lontariamente da tutti, sulla base di una ragione scevra da motivi egoistici.
Lorenzo

La mia solitudine


"La mia natura, portata al silenzio e alla riflessione,
aveva sempre provato un certo disgusto per ogni forma di frastuono o di clamore,
per ogni manifestazione di quell'allegria portata all'eccesso
che tanto spesso sconfina nella violenza.
Avevo sempre odiato la gozzoviglia goliardica e carnevalesca.
Guitti saltellanti che festeggiano il vuoto e il nulla della mente,saltimbanchi improvvisati pronti a orendersi beffe di chiunque.
Ora, in perfetta solitudine,cerco solo un segno d'amore" .

Lorenzo

sabato 27 settembre 2008

Ricordo


Ho sempre ricordato con piacere questo commento posto in un blog di una persona a me molto cara.
In questa serata di solitudine mi è piaciuto ricordarlo:

"Gypsophila,detto anche fiore della nebbia. Il destino gioca con i segni e con i nomi. Questi segni vanno colti in tutta la loro potenza,come i fiori che hai tu. Bellissimo scritto,solo la tua fantasia e la tua sensibilità potevano creare un post di questo tipo. Sicuramente questi fiori periranno,ma ne rimarrà l'odore dentro di te, come in me è persistente il profumo dei tuoi occhi e della tua pelle. Questi fiori periranno, ma altri ne nasceranno,forse più belli,chi può dirlo? Ma di una cosa sono sicuro, in questo nostro giardino fiorito continueremo a passeggiare io e te, intanto il resto..................è fogliame in decomposizione."
Lorenzo

venerdì 26 settembre 2008

..è la mia vita

























Mi piaci quando scherzi, quando sai essere dolce e bisognosa di affetto, quando mi baci o mi prendi la mano! Non ho saputo resistere alla tua semplicità, al tuo modo di porti di fronte agli altri.
Quando tu non sarai più parte di me ritaglierò il tuo ricordo in tante piccole stelle e il cielo sarà così bello che la gente si innamorerà della notte...

Se dovessi scegliere fra il tuo amore e la mia vita sceglierei il tuo amore............perchè è la mia vita.



giovedì 25 settembre 2008

Il senso dell'ingiustizia oggi




"Gli uomini condannano l'ingiustizia perchè temono di poterne essere vittime, non perchè aborrino di commetterla"

Platone

Gli Stati Uniti d'America e il diritto internazionale

“L’Occidente è stato diviso non dai pericoli del terrorismo internazionale, bensì dalla politica dell’attuale governo statunitense, che ignora il diritto internazionale, emargina le Nazioni Unite e dà per acquisita la rottura con l’Europa. In gioco è il progetto kantiano della abolizione dello stato di natura tra gli Stati. Le menti si dividono non su fini politici superficiali, ma su una delle più grandiose iniziative tendenti a civilizzare il genere umano”.

J.Habermas

L’intervento in Iraq, avvenuto nello sprezzo più totale delle indicazioni date dall’ONU e del diritto internazionale – che nega la possibilità di una guerra aggressiva, anche se “preventiva” – ma che ha portato all’auspicabile risultato della liberalizzazione del paese, rappresentata nell’immaginario comune dall’abbattimento della statua di Saddam Hussein, è il primo atto di una strategia definita “liberalismo egemonico”. Questa strategia si basa su una visione hobbesiana dei rapporti tra Stati e devolve il compito del mantenimento della pace e del conseguimento del maggior grado possibile di diffusione dei valori democratici e liberali, non al diritto internazionale, così come si è sviluppato nel secondo dopoguerra, bensì ad una potenza egemone, gli Stati Uniti, che si basa su quegli stessi valori.
A mio parere è certamente auspicabile un potenziamento del diritto internazionale che avrebbe probabilmente, come sostiene Habermas, a lungo andare un effetto virtuoso sull’arbitrio degli Stati nazionali, grandi potenze incluse.

Pace oggi


"Fecero il deserto..e la chiamarono pace"
Tacito
A ben vedere, non aveva torto Habermas quando riteneva che gli Stati Uniti avrebbero potuto scegliere fra un ruolo "imperiale" e un ruolo egemone in un ordine giuridico "kantiano", parziale e limitato, ovviamente, alla comunità delle democrazie, un ordine in cui la democrazia e i diritti umani si "promuovono" e non si "esportano".
La politica mondiale di oggi si basa invece su una sorta di esportazione dei modelli USA di oggi, poco diritto e molta economia.
Si va dritti verso il declino della democrazia occidentale in questo modo,perchè il tutto è basato sulle capacità e non su una legislazione dei diritti.

Lorenzo

mercoledì 24 settembre 2008

Libertà di espressione





"Le cose migliori furono diffamate, perché i deboli o dei maiali ingordivi gettarono una cattiva luce. E gli uomini migliori rimasero nascosti, spesso ignoti a se stessi"

Friedrich Nietzsche

Uguaglianza



"Fino a quando il colore della pelle non sarà considerato come il colore degli occhi noi continueremo a lottare."
E. Che Guevara

Questa frase era su un mio blog precedente............la trovo una delle più belle mai citate dal genere umano

Lorenzo

martedì 23 settembre 2008

Per una politica del dialogo


Le strategie della democrazia globale aprono un conflitto irredimibile con le società" straniere"; al contrario, si tratta di aprire con loro una discussione, per la condivisione di un principio base: il rispetto bilaterale dei diritti umani. Più che alle strategie dell'inclusione dell'altro, allora, occorre pensare a strategie di apertura all'altro, sulla base di principi reciprocamente adottati e rispettati.
In questo contesto Habermas propone la creazione di un governo mondiale ,il quale deve imporsi
il primo articolo del progetto kantiano di "pace perpetua". Habermas ne confuta anche il secondo , in quanto la "federazione di Stati" kantiana è totalmente sprovvista di assetto giuridico, forza coercitiva e autonomia politica. Il diritto cosmopolitico sostiene, invece, Habermas deve essere oggetto di una metamorfosi: da valore, deve convertirsi in diritto positivo vincolante, associato a istituzioni coercitive atte a sovrimporlo co si allaccia alla positivizzazione giuridica del diritto cosmopolitico.
In realtà, così argomentando, Habermas legittima a livello planetario una sola accezione e forma di politica: quelle della tradizione occidentale, reinterpretate con una torsione fondamentalista. Come abbiamo mostrato nei precedenti percorsi didattici, non vi può mai essere coincidenza tra lo "stato di natura" e lo "stato politico". I diritti naturali possono essere - e lo sono - il fondamento della libertà; non già della politica. Altrimenti detto: non è la politica che può fondare la libertà; ma è la libertà che fonda la politica. La politica va posta al servizio della libertà che realizza i diritti umani.
Tanto i diritti umani che lo spazio della politica vanno, dunque, intesi come agglomerati di differenze. Che non si tratta semplicemente di ricomporre, quanto soprattutto di porre in dialogo, per la germinazione di nuovi significati politici e nuove liste di diritti. L'approdo habermasiano segnala la completa evaporazione di ogni funzione critica della teoria che da autoriflessiva si fa estroflessiva. Nel senso che le funzioni critiche non vengono più esercitate all'interno del campo di vigenza della democrazia, ma esclusivamente al suo esterno.
Per fare ciò il dialogo fra comunità e la creazione di un linguaggio comune è indispensabile.
Come indispensabile è ascoltare le ragioni di tutti, perchè non si può,ora, lasciare a guardiano dei diritti mondiali una nazione come gli Usa.L'europa deve fare la sua parte .........nel più breve tempo possibile.
Lorenzo

domenica 21 settembre 2008

Viaggiare





"Il vero viaggio di scoperta, non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi."
Lorenzo

Il mio significato del fotografare


"Quegli aspetti e quelle particolarità della vita che vengono fissati attraverso simboli logici nella filosofia e nella scienza trovano nell'arte le loro formule simboliche espresse in immagini."

Lorenzo

sabato 20 settembre 2008

L'uomo e l'ateismo




Io penso che l’uomo, dinanzi all’imprevisto nel mondo, alla contingenza, alla labilità della sua stessa esistenza, ha avvertito l’esigenza di rapportarsi con qualcosa che lo rassicurasse , che è Dio.
Dio pertanto non distrugge la libertà, ma la sostiene, perché l’uomo è troppo gracile per potersi sostenere da sé.
Questa è una delle ragioni per cui si è prodotta la religione.
L’uomo è naturalmente religioso perché non regge alla contingenza. L’eccesso di libertà lo impaurisce.
Certamente la religione obbedisce a regole, dogmi, rituali.
La religione si è così trasformata da "bisogno di garanzia" in "coercizione", da "luogo della rassicurazione" in "eccesso di comando". L’ateismo va pertanto riguardato come un movimento di liberazione dalla religione in quanto "costrizione".
Lucrezio Caro, nel
De rerum natura, assumendo anche accenti di angoscia per la condizione umana, inneggia al pensiero "epicureo" come alla fonte di liberazione dalla tirannide degli dei.
L’ateo sente Dio non come ciò che rassicura l’incertezza, ma come ciò che "costringe" la libertà umana.
La ribellione contro Dio è una ribellione contro questo eccesso di "coercizione".
Tuttavia i fenomeni attuali dell’ateismo, più che esaltare una via di emancipazione, essenzialmente dovuta alla liberazione dalla religione come "coercizione", pretendono di pervenire a una "libertà incondizionata" mettendo l’uomo al posto di Dio.
Mettendosi al posto di Dio l’uomo eleva la sua finitezza a infinità, ma diventa "perverso" perché anzi nell’infinità si annulla.
Nel tentativo di liberarsi da Dio per essere libero l’uomo aspira a una "libertà incondizionata" e perciò si danna.
L’ateismo della modernità rischia di essere un errore.

Senza una regola di libertà l'uomo è destinato a soccombere ad essa oppure è destinato al nichilismo(che è quello che succede ai giorni nostri).

Se l’uomo non guadagna la sua dimensione di libertà, evidentemente si sottrae alla "scelta". L’uomo non è libero se si adegua ai "sì" e pretende il "no assoluto".
L’uomo è libero se problematizza i "sì" e sa dire i "no" quando occorre. La libertà interiore non deve essere svincolata da quella "materiale". Se il corpo è vincolato, anche l’anima cessa di essere libera.
L’uomo è libero se è nelle "condizioni materiali" di libertà.
Si rischia di perdere anche la propria libertà interiore se non si è nelle "condizioni materiali" di libertà..
L'ateismo,come desiderio di agire con giustizia e libertà, quando è inteso in modo appropriato, deriva parzialmente dal desiderio di esprimere con maggior pienezza ciò che siamo o possiamo essere, e cioè esseri razionali liberi e eguali, dotati della libertà di scelta. …
Coloro che considerano la dottrina morale di Kant come una dottrina di norma e sanzionatoria la fraintendono gravemente.
Lo scopo principale di Kant è di approfondire e giustificare l’idea di Rousseau che libertà è agire in accordo con la legge che noi stessi ci diamo.
E ciò conduce non tanto a una moralità di comando austero, quanto a un’etica del mutuo rispetto e della stima di sé.

Lorenzo

Libertà


Guarda le piccole cose perchè un giorno ti volterai indietro e vedrai che erano grandi

"io sono un apostolo della libertà, la mia esistenza è votata al suo servizio; sono impegnato a tutto fare, tutto osare, tutto soffrire per essa. Fossi io perseguitato e odiato per causa sua, dovessi pur morire per essa, che farei di straordinario? Non altro che il mio dovere assoluto."
Gioacchino Gesmundo Nato a Terlizzi (Bari) il 20 novembre 1908,
ucciso alle Fosse Ardeatine (Roma) il 24 marzo 1944,
insegnante, Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
da Paolo Vallarelli - La camicia insaguinata

martedì 16 settembre 2008

Addio diamante dei Pink Floyd

Come ho già scritto qualche post più sotto i Pink Floyd sono stati per me ,oltre che uno dei miei gruppi preferiti, una fonte culturale vera e propria.
Un modo anche di pensare intelligente e di vedere le cose.
Una guida per gli anni che passano.
Dedico a R.Wright,morto ieri, alcune frasi prese da US AND THEM,una delle più belle canzoni contro la guerra,da lui scritta.
"Noi, e loro dopo tutto, siamo solo gente comune..........
................Fuori da qui, è un giorno pieno e sognando gli spiccioli per un tè e una fetta di dolce
il vecchio morì."
Lorenzo

lunedì 15 settembre 2008

Cambiamento e Desiderio




«La serietà della ragione trasfigura le lacrime del tempo nel sorriso della grazia»

E’ forse proprio quando non sappiamo più che fare che siamo giunti al nostro compito reale;
e forse è quando non sappiamo più dove andare
che incomincia davvero il nostro viaggio.
Lorenzo

mercoledì 10 settembre 2008

Eros



Eros è potenza primordiale, temibile, domina l'uomo conducendolo dove vuole, anche a rovina a volte.
Forza cosmica indomabile, descritta con tratti inquietanti, superiore agli uomini ma anche agli stessi dèi. Alle origini della cultura greca a noi nota attraverso la scrittura,
Eros appare con i duplici tratti della dolcezza e della forza indomabile.
Il tema filosofico dell'amore ha dunque questo come proprio oggetto sin dalle origini nel mito:


Eros come forza cosmica, irresistibile, legata alla generazione attraverso il desiderio, che oltrepassa la volontà individuale di uomini e dèi; ·


Eros come desiderio legato al piacere, alla dolcezza, che tuttavia domina, non si lascia dominare; Eros come potenza creativa che non si lascia imbrigliare in schemi e limiti, ma tende a rompere ogni freno, ogni logica troppo razionale.


Eros..........................come amare te.


(Dedicato a M.)


Lorenzo

martedì 9 settembre 2008

Paura e Scienza

In questi giorni si sta parlando molto ( e a sproposito) del nuovo esperimento del CERN (L.C.H.).
La scienza ha sempre fatto paura.
In epoche passate ha spaventato la chiesa, Galileo forse ne sapeva qualche cosa, ma ora? Ad aver paura è la gente.
Perchè mi chiedo?

Mancanza di fiducia nella scienza?
No, io penso che stiamo arretrando culturalmente.
I fatti ,le notizie, la ragione hanno lasciato il posto alle opinioni,quelle chei greci chiamavano
DOXA ,e che non hanno un minimo di contenuto di verità.
Le paure di oggi si chiamano ingegneria genetica,staminali,robotica,nanotecnologia.
La scienza ha sempre contribuito al miglioramento della vita dell'uomo, la medicina ne è un esempio.
Non si confonda scienza con chi la usa per scopi differenti o bellici.
Quello che a me fa paura è invece l'ignoranza,la confusione, le opinioni di tipo "televisivo",la delega al ragionamento.................che è tutto il contrario di una giusta opinione pubblica.
Lorenzo

«La nozione di verità matematica va al di là dell'intero concetto di formalismo. Nella verità matematica c'è qualcosa di assoluto e di "divino".»--Roger Penrose, La mente nuova dell'imperatore,

lunedì 8 settembre 2008

Back to Home

Ritornato dalla vacanza,magari un po' stanco,ma con dentro la ricchezza di aver passato giornate indimenticabili.
Lorenzo

"Viaggiare è quasi lo stesso che conversare con quelli dei secoli passati."
Cartesio

venerdì 5 settembre 2008

mercoledì 3 settembre 2008

EVENTI


"Quando c’è un orizzonte sul fondo del quale io posso determinare ciò che arriva, in questo momento ciò che arriva è secondario, prevedibile, programmabile, ecc.,
dunque niente arriva veramente.

È l’assenza d’orizzonte che è la condizione dell’evento."

Lorenzo

A Roger Keith Barret

Esiste una band che si chiama Pink Floyd.

I primi contatti con la musica rock li ho avuti ascondando loro. Avevo 12 anni.

E' stato per me immergermi in un mondo nuovo, non solo ascoltavo i loro pezzi(li chiamavamo così, pezzi, non canzoni)ma sentivo dentro che qualche cosa mi stava cambiando.

Mi sono sempre affrettato a tradurre i loro testi,in qualsiasi modo, avevo fretta di capirli.

Non c'era già più Syd Barret,ma negli album immediatamente successivi si sentiva la sua presenza.

Intelligentemente nessun componente ha fatto pesare la sua mancanza,semplicemente i Pink continuavano a suonare.

Mi immergevo in quelle sonorità e la mia fantasia andava per conto proprio. Un mio hobby,la fotografia,è nata proprio fantasticando sui loro pezzi.

Syd era 30 anni avanti ai sui coetanei di altri gruppi rock. Ci sono artisti e filosofi che anticipano i tempi, vedono avanti, hanno una visione moderna e aperta del tempo, e,il più delle volte non sono capiti.

I più non se ne curano,Picasso era uno di loro, molto all'avanguiardia, mai capito fino in fondo,i critici che facevano finta di capirlo,ma lui non se ne curava. Di altri esempi ce ne sono a migliaia,in qualsiasi campo artistico o scientifico.

Syd lo capiva invece,sapeva di essere talmente avanti che si sentiva fuori posto.

La gente lo applaudiva, ma non lo capiva, ballava, sballava ma non lo capiva.

Syd sentiva la gente ai concerti, io questo l'ho intuito, non chiedetemi il perchè, lo sento e basta, forse anche perchè ho sempre letto attentamente tutti i testi e specialmente The Wall.

Syd è impazzito per questo, si era isolato,qualche tempo fa è morto.

Le sue erano filastrocche, quale mezzo migliore per comunicare con i bambini per fargli capire le cose.

Nessuno lo ha mai capito, nessuno lo ha mai ascoltato,solo imitato, senza riuscirci ovviamente.


"All alone, or in twos
The ones who really love you
Walk up and down outside the wall
Some hand in hand Some gathering together in bands
The bleeding hearts and the artists
Make their stand
And when they've given you their all
Some stagger and fall after all it's not easy banging your heart against some mad buggers
Wall "


martedì 2 settembre 2008

Colori


« I colori che la terra dispiega davanti ai nostri occhi sono dei segni manifesti per coloro che pensano .»

Il gioco del mondo





Penso che ogni tanto ,noi,dobbiamo riposarci del peso di noi stessi.

Non significa lasciarsi andare,significa aprire/ci al mondo con la leggerezza di un gioco,con l'animo di un fanciullo (Eraclito vedeva il mondo come il giocare di un Dio bambino).

Significa vedere le cose per quello che sono, senza ombre e lasciando i dubbi.

Piangere su noi stessi;ridere di noi stessi; guardandoci là nel basso della nostra vita.

Se la vita ci costringe a scoprire "L'eroe che è in noi" dobbiamo anche vedere e amare il "giullare" che è in noi. Solo riposandoci dal peso di noi stessi.

Dobbiamo rallegrarci della nostra follia per comprendere la nostra saggezza,dobbiamo essere saggi per comprendere quella parte di follia che ci fa essere....abitanti/amanti del mondo di oggi.

L'arte è quel comprendere il mondo,tramite un gioco,di cui tutti ne abbiamo bisogno (come scrivere un blog).

Ogni tipo d'arte, che sia tracotante,fanciullesca,disperata,giocosa, esteticamente bella o ripugnante,ci è necessaria per non perdere quella libertà sopra le cose che il nostro ideale esige da noi.

Tramite il giullare vediamo una parte del "nostro mondo"che ci è proibita .

Io voglio,quando mi levo il peso di me stesso,giocare con la morale,sovrastarla,ma rispettarla.

Chi gioca rispetta,chi non gioca non conosce le regole,non si siede mai dalla stanchezza, non vede se stesso dal basso del terreno.....................................non vede i colori.

Do you dream in color?

lunedì 1 settembre 2008

L'Italia e le mafie (Da frasi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino)


Giovanni Falcone:
" L'impegno dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata è episodico ,emotivo, fluttuante. Motivato solo dall'impressione suscitata da un dato crimine o dall'effeto che una particolare iniziativa governativa possa suscitare sull'opinione pubblica."

" Occorre compiere il proprio dovere ogni giorno,costi quel che costi,qualunque sia il sacrificio da sopportare,perchè è in ciò che sta l'essenza della dignità umana"

Paolo Borsellino:
“La maggior parte della gente rispetta le leggi dello Stato non perché le tema, non perché tema la sanzione penale o civile che sia, lo fa perché ritiene che sia giusto non uccidere o non sorpassare in curva. E se così non fosse, cioè se la gente rispettasse le leggi solo perché le teme, non basterebbero tanti carabinieri per il numero di persone che ci sono nel nostro paese; la maggior parte di noi rispetta le leggi perché SENTE il dovere di osservarle”.“Tanto più il cittadino si sente parte integrante dello Stato, con tutte le sue ramificazioni di Regione, Comune e Provincia, tanto più sente il dovere di rispettare le leggi”.

“Quanti di voi conoscono qualcuno che seppure mai condannato sanno che non è uomo onesto?”“Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale, può dire, beh, ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso”: “Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarne le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica”. “Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è stato condannato quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”“Questo dovrebbe spingere i partiti a fare pulizia al proprio interno”.

Ho trascritto queste frasi e discorsi di questi due magistrati che sono morti ammazzati dalla mafia.
Mi sembra giusto ricordare alcune loro parole.
Ma mi chiedo.......come fa Berlusconi a dire che la riforma della magistratura proposta da Forza Italia è la stessa che voleva G.Falcone?

Lorenzo

...........e forse Kant aveva già capito tutto

" La moralità non è propriamente la dottrina del come renderci felici,
ma di come dovremmo diventare degni di possedere la felicità e l'amore".

I.Kant

Colorare la vita


Il primo e unico Diario di questo blog:

La vita di un uomo è un film in bianco e nero,affascinante fin che si vuole,con tutte le sfumature ben visibili se vissuta bene, ma senza altri colori.

A volte predomina il nero, oscuro,notturno, "sottoesposto".

A volte il bianco, luminoso ma anche accecante e non permette di vederne i dettagli.

Il grigio con tutte le sue sfumature permette di vedere tutto , ovviamnete con occhi che vogliono vedere.

Dove trovare gli altri colori?

Nella vita di un fanciullo si dice, e questo lo penso anche io. Vita imberbe non annebbiata dal "male di vivere". Vita pronta ad apprendere, a fare esperienza.

Qualcuno la cerca in Dio, speranza vana delegando ad un essere superiore ciò che lui non riesce a trovare.

Io, i colori li avevo trovati negli occhi più belli che abbia mai visto.
Abitiamo lontano.
Ci eravamo trovati dove i più invece si incontrano per gioco o per solitudine. La cosa più difficile è stato solo riconoscersi, senza cercarsi, senza fatiche,senza codici preordinati.
Tutto così naturale.

Ma la nebbia ha impadronito la mia mente, non vedo nemmeno più il bianco e il nero.
Ho cercato di tuffarmi in quei bellissimi occhi verde foglia.....................ma io non so nuotare.

Lorenzo

Radici




Noi moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere le nostre radici in altri.

Lorenzo