giovedì 25 settembre 2008

Gli Stati Uniti d'America e il diritto internazionale

“L’Occidente è stato diviso non dai pericoli del terrorismo internazionale, bensì dalla politica dell’attuale governo statunitense, che ignora il diritto internazionale, emargina le Nazioni Unite e dà per acquisita la rottura con l’Europa. In gioco è il progetto kantiano della abolizione dello stato di natura tra gli Stati. Le menti si dividono non su fini politici superficiali, ma su una delle più grandiose iniziative tendenti a civilizzare il genere umano”.

J.Habermas

L’intervento in Iraq, avvenuto nello sprezzo più totale delle indicazioni date dall’ONU e del diritto internazionale – che nega la possibilità di una guerra aggressiva, anche se “preventiva” – ma che ha portato all’auspicabile risultato della liberalizzazione del paese, rappresentata nell’immaginario comune dall’abbattimento della statua di Saddam Hussein, è il primo atto di una strategia definita “liberalismo egemonico”. Questa strategia si basa su una visione hobbesiana dei rapporti tra Stati e devolve il compito del mantenimento della pace e del conseguimento del maggior grado possibile di diffusione dei valori democratici e liberali, non al diritto internazionale, così come si è sviluppato nel secondo dopoguerra, bensì ad una potenza egemone, gli Stati Uniti, che si basa su quegli stessi valori.
A mio parere è certamente auspicabile un potenziamento del diritto internazionale che avrebbe probabilmente, come sostiene Habermas, a lungo andare un effetto virtuoso sull’arbitrio degli Stati nazionali, grandi potenze incluse.

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