mercoledì 28 marzo 2012

03 Giugno 2012 - Referendum in Piemonte contro la caccia




IL 3 GIUGNO 2012 SI VOTERÀ PER IL REFERENDUM REGIONALE SULLA CACCIA

Ora è ufficiale: il prossimo 3 giugno, gli elettori piemontesi potranno esprimere il loro parere sulla caccia.

La Giunta Regionale ha infatti approvato ieri un Decreto del suo Presidente, il quale, in ottemperanza a quanto imposto dal TAR del Piemonte, dà l’avvio alle procedure di indizione del referendum.

Finalmente si conclude una battaglia legale durata un quarto di secolo: sono infatti trascorsi 25 anni da quando vennero raccolte 60.000 firme di elettori piemontesi in calce alla richiesta di un referendum abrogativo di parte della legislazione regionale sulla caccia. Il quesito prevede la riduzione delle specie cacciabili a quattro (cinghiale, lepre, minilepre e fagiano), il divieto di caccia la domenica e su terreno coperta da neve e la limitazione dei privilegi concessi alle aziende faunistico-venatorie, le ex riserve private di caccia.

La Regione, in tutti questi anni, non ha mai consentito lo svolgimento del referendum, con motivazioni spesso pretestuose ed illegittime, ma non ha più potuto opporsi alla sentenza della Corte di Appello di Torino di fine 2010, confermata più recentemente dal TAR Piemonte.

La scelta della data suscita però non poche perplessità: il Comitato Promotore aveva infatti chiesto che il referendum venisse accorpato alle prossime elezioni amministrative, che si svolgeranno in numerosi Comuni del Piemonte il prossimo 6 maggio: in tal modo sarebbe stato possibile risparmiare una parte consistente delle risorse pubbliche destinate all’effettuazione del referendum. La Giunta Regionale, invece, ha ritenuto di agire diversamente, adducendo problemi di carattere tecnico che in realtà si sarebbero potuti risolvere facilmente.

Il Comitato Promotore auspica che La Regione provveda ora a diffondere in modo capillare ed efficace l’informazione relativa al referendum. L’obiettivo del fronte venatorio e di numerose forze politiche è infatti quello di rendere nulli gli effetti del referendum a seguito del mancato raggiungimento del quorum dei votanti.

"Tale ipotesi rappresenterebbe però una sconfitta non tanto e non solo del fronte ambientalista ed animalista – affermano Piero Belletti e Roberto Piana del Comitato Promotore del Referendum – quanto soprattutto della democrazia e della partecipazione".

"Auspichiamo almeno – concludono gli ambientalisti – che, in attesa dell’esito del referendum, la Regione blocchi i lavori volti a modificare l’attuale legge sulla caccia. Modifiche che vanno in senso esattamente opposto alle richieste referendarie, prevedendo l’aumento del numero di specie cacciabili, il prolungamento della stagione venatoria, la caccia con l’arco e quella a specie di uccelli protette a livello comunitario."



Per il Comitato promotore Roberto Piana - Piero Belletti



Aderiscono al Comitato: Agire Ora, APDA, CIPRA Italia, ENPA, Federazione dei Verdi, Gruppi Consiliari Regione Piemonte Federazione Sinistra Europea, Insieme per Breso, Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà, La Pulce, LIDA, Mountain Wilderness, Movimento 5 Stelle, No alla caccia, OIPA, Teatro Zeta, Terra Boschi Gente e Memorie, Terra del Fuoco, VegFestival

Con Sentenza emessa il 9 febbraio nel Giudizio per ottemperanza il TAR del Piemonte ha ordinato al Presidente della Regione di fissare la data del Referendum regionale contro la caccia, chiesto da 60.000 cittadini ben 25 anni fa, entro 15 giorni dalla notifica della sentenza.

In difetto, ad istanza del Comitato Promotore, sarà il Prefetto a sostituirsi alla Regione in veste di commissario ad acta.

IL REFERENDUM CONTRO LA CACCIA ORA E’ CERTO CHE SI FARA’

Contatti
LEGA ABOLIZIONE CACCIA
PIEMONTE
Telefono: 011/6504544


Lorenzo

martedì 27 marzo 2012

Stato di polizia - 41bis applicato ai NO TAV



Sembra incredibile ma è vero. Le autorità stanno applicando il 41 bis a Giorgio Rossetto, l'attivista arrestato a gennaio e rinchiuso nel carcere di Saluzzo. No Tav dunque pericolosi come i boss mafiosi? Che articolo applicheranno alle cosche che stanno costruendo la stessa Tav?
Lo aveva denunciato l'attivista No Tav intervenuto ieri all'affollatissima assemblea di Napoli contro la repressione e in preparazione della manifestazione nazionale del 31 marzo a Milano. Oggi Mauro Ravarino su Il Manifesto raccoglie e diffonde la denuncia su questa incredibile e vergognosa vessazione a cui viene sottoposto Giorgio Rossetto, attivista No Tav arrestato nel blitz voluto dal giudice Caselli il 26 gennaio scorso e ancora detenuto nel carcere di Saluzzo.

Nel carcere di Saluzzo No Tav in cella da 41bis

Da due mesi Giorgio Rossetto è trattato come un boss mafioso e senza aria all'aperto. Motivo: il sovraffollamento


Giorgio Rossetto, uno dei No Tav arrestati il 26 gennaio scorso, da quasi due mesi detenuto nel carcere di Saluzzo, è recluso - denuncia il movimento - in uno speciale braccio di isolamento, come quello costruito per l'applicazione dell'articolo 41bis riservato ai mafiosi. È in attesa di giudizio ma l'ora d'aria «la trascorre in un cunicolo anziché all'esterno». Motivo è il sovraffollamento.
Ieri, una delegazione, composta dall'europarlamentare Gianni Vattimo (Italia dei Valori), dai consiglieri regionali Eleonora Artesio (Federazione della Sinistra) e Fabrizio Biolè (Movimento 5 Stelle) e dai volontari dell'associazione Antigone, ha visitato il carcere e ha chiesto al ministero della Giustizia un'ispezione. E che venga risolto il problema alla radice: ovvero ridurre da 430 a 200 il numero dei detenuti, visto che questi sono i posti disponibili. «Il sovraffollamento determina situazioni del tutto anormali - ha spiegato Artesio - come quella di Rossetto, ovvero di persone in attesa di giudizio che si trovano rinchiuse nel settore di massima sorveglianza, con limitazioni sulle ore di socialità. Inoltre, chi è in attesa di giudizio non può partecipare alle attività di laboratorio. E diversi detenuti hanno ribadito il problema di non poter ottenere in tempi ragionevoli delle visite mediche specialistiche».
«Insieme agli altri militanti - raccontano i compagni - Rossetto non ha piegato la testa e anche dietro le mura ha continuato a battersi per le condizioni dei detenuti». Con altri undici ha denunciato in un documento la pesante situazione: «Le gabbie degli animali - scrivono i dodici detenuti - hanno almeno le reti e le sbarre, mentre qui c'è solo un alto muro di cemento. Se in uno spazio simile ci fosse un animale con un peso superiore a 15 chilogrammi, si arrabbierebbe persino la Protezione animale. La direzione si giustifica dicendo che questa è una casa di reclusione (penale) e non una casa circondariale. Per salire nelle 6 sezioni del carcere bisogna essere 'definitivi'. Lì ci sono laboratori, le attività in comune, la palestra, l'area per giocare a pallone».
Il movimento valsusino ha lanciato una campagna di denuncia: «Una battaglia di dignità e di resistenza». Ieri, in conferenza stampa, Alberto Perino ha sottolineato «come i governi abbiano recuperato i 168 milioni di euro destinati al tunnel geognostico di Chiomonte, tramite una delibera del Cipe, da fondi destinati e vincolati all'edilizia scolastica e, ironia della sorte, all'edilizia carceraria». In chiusura, Lele Rizzo, comitato di lotta popolare di Bussoleno, ha ricordato «come tutti i No Tav abbiano da subito lottato per denunciare la situazione carceraria loro e di tutti i detenuti».
Intanto, in piazza Castello continua il digiuno pubblico a staffetta «Ascoltateli!» (www.ascoltateli.org), con l'aiuto e l'assistenza del Centro Studi Sereno Regis: un'azione collettiva e nonviolenta per la riapertura del dialogo sulla vertenza Tav. Hanno aderito intellettuali, politici e cittadini.

Fonte: il Manifesto e contropiano.org


Lorenzo

domenica 25 marzo 2012

Addio ad Antonio Tabucchi


 
E' morto oggi, nella sua casa di Lisbona, la sua seconda patria, Antonio Tabucchi, uno dei miei scrittori preferiti, uno che seguivo da molti anni, fin dai tempi di " Notturno Indiano" edito dalla Sellerio e uno dei suoi primi libri con cui si fece conoscere al grande pubblico.

Tabucchi era nato a Pisa il 23 settembre del 1943. Da universitario, negli anni Sessanta, viaggiò molto per l'Europa e fu in quel periodo, durante un soggiorno a Lisbona, che nacque la sua passione per quel Paese e per la sua cultura. Una passione che lo portò a diventare il più grande critico e traduttore di Fernando Pessoa.
(Trafiletto da Repubblica)

Lo vorrei ricordare con alcuni passaggi dei suoi romanzi:

-La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità.

-La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro.

-[...] lei ha bisogno di elaborare un lutto, ha bisogno di dire addio alla sua vita passata, ha bisogno di vivere nel presente, un uomo non può vivere come lei, dottor Pereira, pensando solo al passato.


-Credere di essere" uno "che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone. Il dottor Cardoso fece una piccola pausa e poi continuò: quella che viene chiamata la norma, o il nostro essere, o la normalità, è solo un risultato, non una premessa, e dipende dal controllo di un io egemone che si è imposto nella confederazione delle nostre anime; nel caso che sorga un altro io, più forte e più potente, codesto io spodesta l'io egemone e ne prende il posto, passando a dirigere la coorte delle anime, meglio la confederazione, e la preminenza si mantiene fino a quando non viene spodestato a sua volta da un altro io egemone, per un attacco diretto o per una paziente erosione."

-[...] chi poteva avere il coraggio di dare una notizia del genere, che un carrettiere socialista era stato massacrato in Alentejo sul suo barroccio e aveva cosparso di sangue tutti i suoi meloni? Nessuno, perché il paese taceva, non poteva fare altro che tacere, e intanto la gente moriva e la polizia la faceva da padrona.

-Come fu bello, e come fu grande la nostra passione.
Così grande che le cellule del mio corpo ne sono ancora imbevute, come una spugna che conserva l'acqua marina che la nutrì.
Perché dopo, mia cara, è stata solo acqua dolce, spesso dolciastra, e che senso ha, mi chiedo, vivere ancora senza che nessun sale ravvivi il mio palato?
si sta facendo sempre più tardi

-"Il racconto è in fin dei conti il romanzo di un pigro"

Lorenzo

sabato 24 marzo 2012

Buon compleanno Dario Fo - Premio Nobel per la letteratura



Tanti auguri di buon compleanno al nostro attore e autore teatrale Dario Fo che oggi compie 86 anni.
Premio nobel per la letteratura, l'accademia di Stoccolma lo volle così descrivere in quella serata:
« Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi. »
Io lo vorrei ricordare anche come blogger, insieme a sua moglie Franca Rame, nonchè per il suo impegno politico e sociale da più di 60 anni.

Nel teatro si vive sul serio quello che gli altri recitano male nella vita.

Eduardo De Filippo


Lorenzo

giovedì 22 marzo 2012

Conversazione



Non c’è uomo che non ami la libertà, il giusto però la esige per tutti, l’ingiusto solo per sé.
(Ludwig Börne)

domenica 18 marzo 2012

La Bagna Cauda




Ed ecco finalmente il piatto povero per antonomasia della cucina piemontese, poco invidiato da molti ma conosciuto da tutti, la Bagna Cauda (salsa calda).
Un po' di storia, tratta dal sito sapori del Piemonte:

Si narra che, i vignaioli, nel tardo Medioevo, desiderassero un piatto insolito per festeggiare la spillatura del vino nuovo, che segnava la messa al sicuro del raccolto più travagliato, più faticato e più insidiato: il vino.
Pare che si volesse anche, con una certa polemica sociale, adottare e valorizzare un piatto festivo rustico e popolare, saporito e forte, da contrapporre ai consueti, magri e snervati arrostini glassati di zucchero e profumati di essenza di rose e di viole dei signori.
Fu scelto, così, di appaiare materie prime largamente diffuse e localmente disponibili: i buoni ortaggi piemontesi ed il prezioso aglio (prescritto dagli Statuti Medioevali e dai Bandi Campestri come coltura obbligatoria per ogni coltivatore proprietario), l’acciuga salata in barili, che cominciava ad arrivare capillarmente ad ogni borgo e ad ogni collina grazie agli Acciugai ambulanti occitani della Val Maira e l’olio di oliva, scarsamente prodotto in Piemonte (che pure a quel tempo prima delle grandi variazioni climatiche aveva ulivi) e, per la maggior parte, importato dalla vicina Liguria in cambio di grano, burro e formaggio.
Così, la “Bagna Càuda” divenne un piatto della stagione fredda anche perché la temperatura rigida se non, addirittura, il gelo, era ed è un requisito necessario alla tenerezza perfetta delle verdure da intingere, specie dei cardi.
Fu ed è considerato un piatto da consumare in compagnia, perché tutta la comunità festeggiava insieme, infatti, vi era un solo grande pentolone di rame stagnato sulla brace, contenente l’intingolo e tutti quanti vi intingevano la verdura ed il pane.
Si dice che, anche in passato, vi fossero varianti alla ricetta originale, e, in particolare, si desidera ricordare la “Bagna Càuda Madama Reale”. Si narra, ma, probabilmente, non ne esiste un documento, che la famosa “Madama Reale” (Giovanna Battista di Savoia-Nemours, seconda “Madama Reale”, reggente per il figlio, Vittorio Amedeo Il, dal 1675 al 1684) si fosse innamorata della “Bagna Càuda” preparata dai contadini e ne avesse richiesto la preparazione a Corte, per gli spuntini suoi e delle sue Dame, trasfigurandola a suo piacere e capriccio. Il risultato pare fosse un piatto pomposo e barocco, del tutto estraneo allo spirito ed al significato della vera “Bagna Càuda”. Il condimento era presentato in vasellami di porcellana antica, argento e cristallo ed era servito, dicono, nel ridotto o nel salotto del teatro, proprio dietro al palco ducale, diffondendo intensi profumi di aglio.
Dopo le verdure, le uova e la polenta (tipici prodotti che accompagnavano in origine il condimento) i cuochi di Corte cominciavano a portare crocchette di carne e besciamella, offelle fritte di uova formaggi spezie e verdure, bocconcini arrosto disossati, cubetti di filetto al burro con spezie, frattaglie cotte in padella con vini ed essenze profumate ed irrorate di spezie, zucchero e zafferano, rossi gamberetti di fiume, ecc. il tutto, si dice, fosse intinto nella “Bagna Càuda” ed in altre raffinate salse barocche. Una particolare unione del condimento dei “contadini” con le prelibatezze preparate a Corte.
La “Bagna Càuda” ha, quindi, origini lontane nel tempo.

La mia ricetta:

300 cc di olio di oliva extravergine ( ad cul bon)
4 teste di aglio ( qualcuno comincerà già a ridere)
260 gr di acciughe sotto sale (Doi etu mes abbundant, poi fa té chet sai)

Mettere tutto l'olio in una casseruola  possibilmente in terracotta.
Sfilettare e pulire dal sale le acciughe, tritare a fettine tutto l'aglio.
Immergere gli ingredienti nell'olio e tenere il fuoco molto basso ( l'aglio non deve abbrustolire).
Far cuocere per 20 minuti a fuoco molto basso, se è necessario spegnerlo per un paio di minuti, fino a quando le aggiughe non si scioglieranno è l'aglio avrà preso colore.
A questo punto sulla tavola apparecchiata è possibile mangiarla in due modi: mettere a ciascun commensale l'apposito contenitore dotato di fornelletto sotto ( il dianèt), oppure mettere un fornello al centro della tavola e apporvi la pentola di terracotta, tipo carne alla bourguignon.. Io preferisco il secondo modo.

Mettere in tavola molta verdura cruda e un poco di cotta a seconda dei gusti. Vi metto un elenco di come piace a me, ma ognuno la può modicicare a piacimento, qualsiasi verdura va bene.
Con l'apposita forchetta intingete a rotazione tutte le verdure che sono in tavola nella pentola. Se avete percaso  della polenta avanzata, tagliatela a fette e intingete ogni tanto anche questa.

Questo è l'elenco delle verdure crude:
Cardi, peperoni, cavolo verza, insalata belga, finocchi, sedano bianco, insalata trevigiana

Verdure cotte:
Peperoni grigliati, patate, cavolfiore, catore, cipolle.

Io consiglio abbinare un vino rosso molto giovane, al massimo di un anno. Vanno benissimo i vini novelli.

Ci sono poi delle varianti, quella che ho presentato è la bagna cauda dei puristi, quella da me preferita. Ognuna di queste  varianti fa a sè oppure l'insieme di qualcuna:
1) Far bollire prima l'aglio nel latte
2) Mettere della panna mentre cuoce la bagna cauda
3) Mettere 4 gherigli di noce ( questa variante non è male a mio giudizio)
4) Mettere una noce di burro dentro prima di servire.

Che dirvi, c'è solo un difetto e potete immaginarlo........
Buon appetito e buona digestione.

Lorenzo

mercoledì 14 marzo 2012

Informazioni che non trovano spazio sui nostri giornali, i due pescatori indiani




Sono due i morti nelle acque indiane, due pescatori del Kerala, un piccolo stato della confederazione dell'India nel sud ovest. La stragrande maggioranza dei suoi abitanti vive di pesca, sia marittima che fluviale, unico sostentamento per l'intera famiglia.
Qualcuno di noi conosce i nomi di questi due pescatori? Io no e credo nessuno lo sappia, perchè non fa notizia. Non fa notizia il nome di una persona morta per una sventagliata di mitragliatore, mentre fa notizia il nome di chi ha sparato, e fa notizia perchè lo vogliamo libero, libero subito, un po' il santo subito urlato a gran voce al funerale di Giovanni paolo II.
Non sto qui a inscenare un processo, non me lo permetterei mai e poi non avrei elementi, ma soprattutto non è questa la sede, come non sto a disquisire se fosse giusto arrestarli in India o portarli direttamente in Italia.
Dico solo una cosa, io della giustizia indiana mi fido, ha fondamenta e tutto l'impianto giuridico anglosassone e pure i processi sono imparziali.
Ma guardiamo la storia dalla parte dell'India, come farebbe un vero viaggiatore( vedi post precedente), oppure immaginiamo come se fosse a parti invertite, un peschereccio italiano attaccato da due militari indiani sul mar Adriantico, magari infestato da pirati i quali depredano un giorno si un giorno no questi lavoratori.
Chi sono i due pescatori innanzitutto: Velentin Jelestin, un padre di due figli adolescenti e Ajesh Binki, orfano di tutti e due i genitori e unico sostentamento per i fratelli minori di 17 e 15 anni.
Erano pescatori, poveri, a volte morti di fame ma pirati credo proprio di no. Ma ve li vedete? Un uomo e un ragazzo, su di una barcarola che attaccano una nave cargo? Ma nnemmeno per gioco lo avrebbe fatto!!!!
Ma quel giorno non stavano giocando, anzi, credo che la parola gioco non sia nemmeno conosciuta per queste popolazioni. Iniziano fin da piccoli a lavorare dalle 10 alle 14 ore al giorno per un tozzo di pane e quel poco di pesce che riescono a racimolare. La maggior parte del pescato viene venduto, così noi turisti occidentali, quando andiamo in India possiamo vantarci che il cibo costa poco, quasi niente e a riderci sopra, e dire quanto si sta bene con i nostri redditi nel Kerala.

Ho scritto quei nomi perchè non dobbiamo dimenticare, come sinceramente esigo che le leggi internazionali siano rispettate e quindi che i due marò siano processati in Italia, ma ricordo anche la nostra rabbia contro quel pilota USA che per gioco uccise tutte quelle persone della funivia del Cermis. la nostra rabbia si fece sentire e anche noi non volemmo che il pilota fosse estradato nel suo paese. Quindi quella stessa rabbia nostra oggi è la loro, della popolazione del Kerala. Stop!!!
LìItalia chiede giustizia per due bravi ragazzi, i nostri militari, fino a prova contraria così li voglio considerare, ma anche L'india chiede giustizia per i suoi bravi ragazzi, due onesti lavoratori anche i loro, brava gente, bravi pescatori e che lasciano almeno quattro bambini orfani.
Chiediamo giustizia no iitaliani per i nostri, chiedono giustizia gli indiani del Kerala, due stati che odiano il colonialismo, che si battono per i diritti civili e, il kerala, unico stato al mondo comunista eletto democraticamente e con un parlamento legalmente eletto, sta che fa parte della democratica India, esempio di lotte non violente e di liberazione dal colonialismo senza colpo ferire, ovviamente tralasciando lotte intestine di tipo religioso.
Una informazione per chi fosse religioso: gli abitanti del kerala sono comunisti al 93% e di religione cattolica al 95%,tutti sul comodino hanno la Bibbia. Dico questo perchè sui notiziari nazionali sta prendendo piede la teoria che i due militari siano trattenuti per questioni inerenti alla campagna elettorale in atto, e che le due fazioni politiche si siano dichiarate "guerra" a forza di colpi di mano e una sosrta di rinascita nazionalista. Nulla di più falso. Se questi giornalisti, che al massimo dell'India avranno visto Goa, con il culo in una sdraio e un cocktail in mano, servito ovviamente da un povero tamil per 100 rupie al mese,avessero almeno letto Arundhati Roy, avrebbe capito che il Kerala è uno degli stati più pacifici e stabili di tutta l'India e sicuramente non terra di pirati.
Ma allora cosa è successo veramente? Questo non lo so, lo deciderà la perizia balistica, a cui parteciperanno come osservatori anche dei nostri esperti. Probabilmente, come sta girando da fonti informative indiane e del vicino stato del Tamil Nadu, si crede sia stata una motovedetta dello Sri Lanka, infatti già 300 incidenti di questo genere sono capitati quest'anno.
Ma la mia domanda è la seguente: perchè il comandante della nave Enrica Lexie ha deciso di entrare in porto, anche se su invito delle autorità indiane, dopo la presunta sparatoria? Mi risulta che poteva anche rifiutarsi visto che pare fossero in acque internazionali.

Lorenzo

martedì 13 marzo 2012

Il Viaggiatore


Il Viaggiatore non è colui che ama viaggiare comodamente rimanendo ancorato ai propri usi e costumi, bensì è uno che vive i luoghi e le persone che incontra, facendone tesoro per la prossima tappa.
Un tipico esempio di libertà, forse quello più confacente a questo principio universale, "l'essere liberi di trasformarsi rimanendo sempre se stessi". Una sorte di stabilità nel continuo movimento, esteriore e interiore, l'esserCI come filo conduttore.
Io mi considero tale, il mio "spazio" del continuo viaggiare sono le persone con cui intrattengo relazioni sia nella vita reale che qui sul Web, il mio blog e i vostri blog. Una terra senza confini dove trovi sempre cibo per la mente e acqua ristoratrice per rinfrancarti.
Il web è un contenitore dove noi esistiamo personal-MENTE con le nostre parole. Io lo intendo come una naturale estensione dei rapporti umani, un modo per allargare i rapporti e le nostre idee, quindi un arricchimento che coinvolge ognuno di noi.

Il mito greco ci ha dato una visione del viaggiatore che io non concordo affatto tramite due personaggi: il dio greco Hermes e Prometeo. Il primo è il viaggiatore per eccellenza, messaggero degli dei è scaltro ma anche opportunista, ladro e spregiudicato. Prometeo è invece l'uomo, l'eroe
colui che porta la saggezza agli uomini ma ancorato alla roccia, immobile, statico.
Non concordo con questa visione perchè il divenire, cioè il tutto cambia nulla rimane uguale, è il sale della conoscenza, quel continuo inseguimento che l'uomo si è proposto di fare per migliorare il suo essere e il suo stato. Movimento per poi stare.
Ma se individuamo il personaggio del movimento a un farabutto e quello d'eroe a uno inchidato nella roccia, come è possibile il sapere? Conoscenza e verita le si conquistano con una continua curiosità, con la continua ricerca del nuovo, quindi viaggiando, costruiendo e demolendo, mettendo in continua discussione ciò che si è appena scoperto, sapendo che c'è sempre un "più in là".
Il viaggiatore-hermes, quindi, è si uno scaltro, ma soprattutto un curioso , e uno che mette a disposizione il proprio sapere alla collettività.
Il viaggiatore ogni tanto riposa, si cerca un angolo per riordinarSI, per trasformare le esperienze in leggi, sapendo che possono avere un tempo limitato nel tempo, ma comunque concretizzando ciò che ha imparato. A differenza dell'uomo del territorio, che ha come punto di riferimento le leggi inviolabili dei dogmi e dei saperi divini, il viaggiatore non può vivere senza elaborare la diversità dell'esperienza, cercandone il senso non nel messaggio recondito del divino, ma in quei due poli che Kant chiamò anima e cielo stellato, che per lui hanno sempre costituito gli estremi dell'arco in cui si esprime la sua vita in continua tensione.
La diversità quindi sarà la prossima sfida sell'uomo, che spero sempre più viaggiatore e sempre meno statico,obbligando tutti a fare i conti con la DIFFERENZA, come nei tempi passati siamo stati chiamati a farli per il territorio e le nostre case. La diversità sarà il nuovo territorio su cui costruire le decisioni etiche e solo viaggiando fra le idee e i propri convincimenti ciò si potra attuare.
Ma una cosa dovrà fare subito l'uomo di oggi, gettare le maschere delle ipocrisie, degli inganni, dei facili guadagni. Il viaggiatore apparterrà a quella sorta di vincitori che hanno prestato attenzione alle cose più profonde, e per far ciò deve vivere secondo ragione e verità, e visto che le verità non ammettono maschere dovrà per forza di cose spogliarsi di esse.
PS:
Questo post è anche dedicato a Jean Giraud, alias Moebius, scomparso pochi giorno fa
Moebius - Jean Giraud

Lorenzo

mercoledì 7 marzo 2012

Il mio 8 Marzo, da sempre






"La prima causa di morte e di invalità permanente per le donne fra i 16 e i 44 anni in Occidente e nel mondo è la violenza subita da familiari o conoscenti.

Violenze psicologiche, minacce, schiaffi, calci, pugni, strangolamenti e soffocamenti, stupri, ustioni chimiche, molestie, rapporti sessuali, non desiderati o umilianti.
Tra 100 e 140 milioni di bambine, ragazze e donne, hanno subito nel mondo una forma di mutilazione genitale.
Nel mondo ogni anno vengono stuprate 150 milioni di bambine, la maggior parte degli stupri proviene dal partner o dall’ambito famigliare.
Nel mondo oltre il 90% delle violenze non è mai stata denunciata. Il 44% di donne giudica le violenze subite semplicemente ?qualcosa di sbagliato’.
In Italia la percentuale di donne che ha subito violenza sessuale o verbale( inteso come dare della puttana o altro) più di una volta raggiunge il 78,7%. L’81,7% di donne che ha subito ricatti sessuali non parla sul luogo di lavoro.
Quasi nessuna delle vittime ha denunciato l’episodio alle forze dell’ordine."
(Tratto da internet, fonte ISTAT)


Quindi non solo oggi, ma ogni giorno dell'anno lo dedico alle donne che subiscono violenza affinchè trovino la forza, insieme ad altre persone, di denunciarla
Lo dedico ai loro figli
A tutte le Rossella Urru e Maria Sandra del mondo
A tutte quelle donne che ogni giorno lottano contro la burocrazia e la stupidità umana
A tutte quelle donne che subiscono l'arroganza e la stupidità di noi uomini
E lo dedico soprattutto a tutte quelle donne, che si sentono donna in tutto e per tutto, ma che la natura non ha regalato loro un corpo femminile bensì maschile e viceversa.
Quindi la giornata di oggi non è una festa, anche se forse lo sarà e forse giustamente, ma è per me una giornata dove tutto il mondo deve chiedere scusa alle donne, tutte e una volta per tutte.

Restando in Italia, ecco come la nostra società vede la donna tramite quel fenomeno da baraccone che è la TV italiana. Credo che anche in questo caso, alle donne italiane, le si debba le più sentite scuse, ovviamente dopo aver abolito questo genere di rappresentazione.





Ad ogni buon conto buon 8 Marzo a tutte le donne del mondo


Lorenzo

lunedì 5 marzo 2012

Pier Paolo Pasolini


Oggi, 5 Marzo, ricorre l'anniversario della nascita di Pasolini. Regista, poeta, attore, scrittore, giornalista.
Non se ne parla quasi più di questo grande talento dell'arte e della cultura italiana, portatore di idee nuove e un modo nuovo di fare cinema.
E' stato, secondo me, uno dei più attenti osservatori della nostra società, dei suoi cambiamenti, con le sue lucide analisi sia in chiave marxista che con la sua proverbiale libertà di giudizio, tanto da essere espulso dal PCI negli anni seguenti.
Molto critico nei riguardi della società borghese, dove per borghesia non intendeva una classe sociale ben definita, ma tutti quei soggetti che con le loro conformità di idee si mettevano contro il progresso e contro i cambiamenti.
Critico in modo radicale nei confronti della chiesa, vista da lui come la portavoce dell'immobolismo borghese, se la prese anche con alcuni soggetti del '68, i famosi figli di papà, che con certi loro atti, secondo il suo pensiero, non fecero altro che alimentare il pensiero borghese.
Ma lo voglio ricordare con questo bellissimo brano da lui scritto sul potere:

"Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettato da sua necessità di carattere economica, che sfugge alle logiche razionali. Io detesto soprattutto il potere di oggi.
Ognuno oggi ha il potere che subisce, è un potere che manipola i corpi in una maniera orribile e che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o Hitler. Manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore istituendo dei nuovi valori che sono valori alienanti e falsi.
I valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama: "un genocidio delle culture viventi".
Sono caduti dei valori e sono stati sostituiti con altri valori sono caduti dei modelli di comportamento e sono stati sostituiti con altri modelli di comportamento. Questa sostituzione, non è stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati imposti dagli illustri del sistema nazionale. Volevano che gli italiani consumassero in un certo modo e un certo tipo di merce e per consumarlo dovevano realizzare un altro modello umano.
Il regime, è un regime democratico, però quella acculturazione, quella omologazione che il fascismo non è riuscito assolutamente a ottenere, il potere di oggi, il potere della società di consumi è riuscito a ottenere perfettamente, distruggendo le varie realtà particolari.
E questa cosa è avvenuta talmente rapidamente che noi non ce ne siamo resi conto. È stata una specie di incubo in cui abbiam visto l'italia intorno a noi distruggersi, sparire e adesso risvegliandoci forse da quest'incubo e guardandoci intorno, ci accorgiamo che non c'è più niente da fare.
L'uomo è sempre stato conformista. La caratteristica principale dell'uomo è quella di conformarsi a qualsiasi tipo di potere o di qualità di vita trovi nascendo. Forse più principalmente l'uomo è narciso, ribelle e ama molto la propria identità ma è la società che lo rende conformista e lui ha chinato la testa una volta per tutte agli obblighi della società.
Io mi rendo ben conto che se le cose continuano così l'uomo si meccanizzerà talmente tanto, diventerà così antipatico e odioso, che, queste libertà qui, se ne andranno completamente perdute."

E con qualche sua frase famosa che sono di una attualità disarmante:

"Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l'erba, la gioventù. L'amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile.
Come finirà tutto ciò? Lo ignoro."

"Basta ai giovani contestatori staccarsi dalla cultura, ed eccoli optare per l'azione e l'utilitarismo. Essi credono di spezzare il cerchio, e invece non fanno altro che rinsaldarlo"

"Che cos'è che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani, sostanzialmente, in piccolo borghesi, divorati, per di più, dall'ansia economica di esserlo? Che cos'è che ha trasformato le "masse" dei giovani in "masse" di criminaloidi? L'ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una "seconda" rivoluzione industriale che in realtà in Italia è la "prima": il consumismo che ha distrutto cinicamente un mondo "reale", trasformandolo in una totale irrealtà, dove non c'è più scelta possibile tra male e bene. Donde l'ambiguità che caratterizza i criminali: e la loro ferocia, prodotta dall'assoluta mancanza di ogni tradizionale conflitto interiore. Non c'è stata in loro scelta tra male e bene: ma una scelta tuttavia c'è stata: la scelta dell'impietrimento, della mancanza di ogni pietà."

Lorenzo

venerdì 2 marzo 2012

Inizio di primavera




Auguro un buon weekend a tutti in questo bellissimo assaggio di primavera

Lorenzo
L'uomo, nei millenni, ha creato numerosi linguaggi, fra cui quello parlato.
Ma ha sempre trovato uno "spazio speciale" quello non parlato, figurato, del tipo gestualità, mimica, pittura, ballo, canto, musica e....matematica.
Che ci sia una commistione fra matematica e arte è ormai assodato e noto fin dall'antichità.
La sapienza greca elaborò un rettangolo, il rettangolo aureo, il quale ha la proprietà di rigenerarsi all'infinito, tendenzialmente usato in architettura e più in gererale in tutte le opere a carattere estetico.
I lati di questo rettangolo sono fra loro in "rapporto armonioso" e tale rapporto è chiamato "rapporto aureo" φ, che poi è l'inizale di Fidia, scultore dell'antica Grecia.
Una delle espressioni matematiche del rapporto aureo è questa :

giovedì 1 marzo 2012

Addio Lucio Dalla






"Vittima di un attacco cardiaco, è morto il cantautore Lucio Dalla. Si trovava a Montreux, in Svizzera, per una serie di concerti. Il 4 marzo avrebbe compiuto 69 anni. Lo conferma la sua casa di produzione, Pressingline. Secondo quanto si è appreso, Dalla ieri sera stava bene ed era andato a dormire sereno. Assume così una valenza particolarmente simbolica il suo recentissimo passaggio a Sanremo, manifestazione a cui i cantautori hanno sempre guardato con diffidenza. Col senno di poi, il suo salire sul podio per assumere la direzione dell'orchestra durante il brano di Davide Carone Nanì , di cui era autore, sorridendo a favore di telecamera, appare come l'inconsapevole saluto di un artista indimenticabile...."

Da La Repubblica

Mi dispiace davvero molto, un cantautore fra i più seguiti in Italia, un poeta completo. Ricordo anche le sue canzoni a carattere sperimentale negli anni 60-70 con album tipo Anidride Solforosa, dove, partendo dalla melodia italiana creò comunque un genere all'avanguardia.
Voglio ricordarlo con il video qui sotto, credo uno dei brani che più lo rappresenti.

Lorenzo