
Il Viaggiatore non è colui che ama viaggiare comodamente rimanendo ancorato ai propri usi e costumi, bensì è uno che vive i luoghi e le persone che incontra, facendone tesoro per la prossima tappa.
Un tipico esempio di libertà, forse quello più confacente a questo principio universale, "l'essere liberi di trasformarsi rimanendo sempre se stessi". Una sorte di stabilità nel continuo movimento, esteriore e interiore, l'esserCI come filo conduttore.
Io mi considero tale, il mio "spazio" del continuo viaggiare sono le persone con cui intrattengo relazioni sia nella vita reale che qui sul Web, il mio blog e i vostri blog. Una terra senza confini dove trovi sempre cibo per la mente e acqua ristoratrice per rinfrancarti.
Il web è un contenitore dove noi esistiamo personal-MENTE con le nostre parole. Io lo intendo come una naturale estensione dei rapporti umani, un modo per allargare i rapporti e le nostre idee, quindi un arricchimento che coinvolge ognuno di noi.
Il mito greco ci ha dato una visione del viaggiatore che io non concordo affatto tramite due personaggi: il dio greco Hermes e Prometeo. Il primo è il viaggiatore per eccellenza, messaggero degli dei è scaltro ma anche opportunista, ladro e spregiudicato. Prometeo è invece l'uomo, l'eroe
colui che porta la saggezza agli uomini ma ancorato alla roccia, immobile, statico.
Non concordo con questa visione perchè il divenire, cioè il tutto cambia nulla rimane uguale, è il sale della conoscenza, quel continuo inseguimento che l'uomo si è proposto di fare per migliorare il suo essere e il suo stato. Movimento per poi stare.
Ma se individuamo il personaggio del movimento a un farabutto e quello d'eroe a uno inchidato nella roccia, come è possibile il sapere? Conoscenza e verita le si conquistano con una continua curiosità, con la continua ricerca del nuovo, quindi viaggiando, costruiendo e demolendo, mettendo in continua discussione ciò che si è appena scoperto, sapendo che c'è sempre un "più in là".
Il viaggiatore-hermes, quindi, è si uno scaltro, ma soprattutto un curioso , e uno che mette a disposizione il proprio sapere alla collettività.
Il viaggiatore ogni tanto riposa, si cerca un angolo per riordinarSI, per trasformare le esperienze in leggi, sapendo che possono avere un tempo limitato nel tempo, ma comunque concretizzando ciò che ha imparato. A differenza dell'uomo del territorio, che ha come punto di riferimento le leggi inviolabili dei dogmi e dei saperi divini, il viaggiatore non può vivere senza elaborare la diversità dell'esperienza, cercandone il senso non nel messaggio recondito del divino, ma in quei due poli che Kant chiamò anima e cielo stellato, che per lui hanno sempre costituito gli estremi dell'arco in cui si esprime la sua vita in continua tensione.
La diversità quindi sarà la prossima sfida sell'uomo, che spero sempre più viaggiatore e sempre meno statico,obbligando tutti a fare i conti con la DIFFERENZA, come nei tempi passati siamo stati chiamati a farli per il territorio e le nostre case. La diversità sarà il nuovo territorio su cui costruire le decisioni etiche e solo viaggiando fra le idee e i propri convincimenti ciò si potra attuare.
Ma una cosa dovrà fare subito l'uomo di oggi, gettare le maschere delle ipocrisie, degli inganni, dei facili guadagni. Il viaggiatore apparterrà a quella sorta di vincitori che hanno prestato attenzione alle cose più profonde, e per far ciò deve vivere secondo ragione e verità, e visto che le verità non ammettono maschere dovrà per forza di cose spogliarsi di esse.
PS:
Questo post è anche dedicato a Jean Giraud, alias Moebius, scomparso pochi giorno fa
Moebius - Jean Giraud
Lorenzo
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