giovedì 27 maggio 2010

Nostri fantasmi


Purtroppo non c'è nessuna legge che tuteli i figli ( quando non sono più in tenera età) dalla devastazione dei genitori quando questi diventano dipendenti da loro per cause di salute.
Ovviamente una tal legge non può esistere, semmai la società deve farsi carico, tramite il servizio sanitario, della loro custodia e mantenimento. Ma ciò non succede , almeno per chi ha un reddito normale.
Eppure, fra noi, esistono persone, più o meno sole, che si fanno carico di questo problema, pagando un prezzo molto alto soprattutto a livello psicologico.
Dobbiamo forse prendere lezioni di addio?Io penso proprio di no.
Il " naturale interesse" che hanno avuto i nostri genitori per noi deve essere in qualche modo ri-dato a loro proprio sotto forma di " interesse" per la loro situazione. E' una condizione in cui la maggior parte dei figli si sente di assumere.
Esite però, nella nostra società, una visione " caritatevole" di questo atto di amore dei figli verso i genitori, una sorta di dovere, in nome appunto della carità, a cui i figli devono obbedire, pena il cadere nel peccato.
Questa è una visione " materialista" che la cultura cattolica ha della vita, dal momento che la visualizza esclusivamente come evento biologico, produce quei sensi di colpa che una persona non confessa, ma inevitabilmente prova quando si augura che " la grande quercia" muoia per concedere un pò di luce e un pò di vita alle pianticelle che ha generato.
Questo è un sentimento invece che uno ha tutto il diritto di permettersi, a meno che non si consideri il diritto alla propria vita secondario rispetto a quello del genitore.
Parlando sempre secondo la morale cattolica, il Vangelo ci dice di amare il prossimo come noi stessi, lo ritengo giusto, anche se penso che molte altre morali più laiche dicano la stessa cosa, però il Vangelo non ci dice di amare il prossimo di più che noi stessi, quindi è lecito avere certi pensieri.
Ovviamente ciò non ci consente di passare alle vie di fatto, cioè abbandonare il genitore indigente, ma neppure farsi sensi di colpa per l'altro senso.
La vecchiaia spesso non è saggezza, come certa letteratura ci vuole far credere.
Nella cruda realtà spesso è devastazione del proprio corpo e in quello dei figli come conseguenza.
Ecco perchè io, in altri post, ho parlato del " diritto ad una buona morte". L'ho fatto per sè ma anche per chi vive intorno a certe situazioni.
Io non ho la soluzione a questo problema, ma so per certo che sperare di non soffrire sia i genitori che i figli sia un diritto sacrosanto.
Il diritto per un figlio di rimettere nel suo corso la natura, la quale prevede che i genitori " si congedino" , è un diritto naturale affinchè possano avere una vita che non sia solo quella consentita all'ombra della grande quercia che non lascia filtrare un solo raggio di sole.
Quindi tutto ciò che è compromesso fra il bisogno del genitore e il diritto del figlio a mio giudizio è lecito, non lasciando quindi che si costruisca un muro alle nostre emozioni e alla nostra naturale voglia di vivere.
Io trovo questo più dignitoso per tutti.

Lorenzo

" La caratteristica di una vita morta è di essere una vita di cui l'altro diventa il guardiano" J.Paul Sartre

domenica 23 maggio 2010

18 anni fa, la strage di Capaci



18 anni sono passati dal quel giorno di orrore e di sconfitta e non so se questo venga ricordato oggi nei mass media, meglio dimenticare, non parlarne, acqua passata.
Questa è la senzazione che sento in questi mesi, grazie anche al decreto intercettazioni.
Troppa foga nel volerlo approvare, troppo impegno, un compito primario del governo.
Lo vedo come un cedere alla mafia, allo strapotere di persone arroganti, pronte a farci fuori anche solo se noi diciamo un no.

"Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere. "
Giovanni Falcone

martedì 18 maggio 2010

Sul Decreto Alfano




Desidero comunicare a tutte le persone che mi leggono e mi leggeranno che non intendo, nel malaugurato caso venisse approvato, in questo blog rispettare i dettami di tale decreto.
Trovo questo provvedimento un attacco molto grave alla libertà di stampa e di espressione, sia per quanto riguarda i mezzi di comunicazione tradizionali sia per internet.
In base a questo principio per me universale delle libertà individuali dell'uomo io continuerò a pubblicare ciò che penso e ciò che riterrò doveroso scrivere in questo mio spazio.
Ci sono dei principi che oltre essere costituzionali sono i capisaldi della carta internazionale dei diritti dell'uomo dell 'ONU.
Principi condivisi da tutta la comunità mondiale, fatti propri da tutti i paesi civili, difesi da tutti i paesi democratici. L'italia deve essere sempre fra questi paesi, ne è della nostra storia e dei principi della nostra Repubblica.
Ci sono regole imposte che un cittadino civile non può rispettare, in nome di tutti i cittadini liberi di questo mondo e per la difesa delle libertà di tutti i nostri futuri figli.
Io sarò uno di questi cittadini.

Lorenzo

America di Allen Ginsberg


Mi chiedo sempre quando la cultura italiana inizierà ad essere nuovamente una critica allo stato delle cose. Nel frattempo consoliamoci leggendo Ginsberg, una voce dell'America anni '60 ancora molto attuale:

America ti ho dato tutto e ora non sono nulla.
America due dollari e ventisette centesimi 17 gennaio 1956.
Non posso sopportare la mia mente.
America quando finiremo la guerra umana?
Va' a farti fottere dalla tua bomba atomica.
Non sto bene non mi seccare.
Non scrivero' la poesia finche' non avro' la mente a posto.
America quando sarai angelica?
Quando ti toglierai i vestiti?
Quando ti guarderai attraverso la tomba?
Quando sarai degna del tuo milione di Trotzkisti?
America perche' le tue biblioteche sono piene di lacrime?
America quando manderai le tue uova in India?
Sono stufo delle tue folli pretese.
Quando potro' andare al supermarket a comprare cio' che mi occorre con la mia bella faccia?
America dopotutto siamo tu e io ad essere perfetti non il mondo vicino.
Il tuo macchinario e' troppo per me.
Mi hai fatto voler diventare un santo.
Dev'esserci qualche altro modo di risolvere questo argomento.
Burroughs è a Tangeri non credo che tornerà è una cosa sinistra.
Sei tu a essere sinistra o si tratta di qualche scherzo pratico?
Sto cercando di venire al punto.
Mi rifiuto di rinunciare alla mia ossessione.
America smetti di spingermi so quello che sto facendo.
America i fiori dei prugni stanno cadendo.
Non leggo da mesi i giornali, ogni giorno qualcuno va sotto processo per assassinio.
America mi sento sentimentale a pensare ai Wobblies.
America ero comunista da ragazzo non mi dispiace.
Fumo marijuana ogni volta che posso.
Resto in casa intere giornate a guardare le rose nell'armadio.
Quando vado a Chinatown mi ubriaco e non mi faccio mai scopare.
Mi sono deciso ci saranno guai.
Dovevi vedermi quando leggevo Marx.
Lo psicanalista dice che sono perfettamente a posto.
Non diro' le preghiere del signore.
Ho visioni mistiche e vibrazioni cosmiche.
America non ti ho ancora detto che cosa hai fatto allo zio Max quando è arrivato dalla Russia.

Sto parlando a te.
Lascerai che la tua vita emotiva sia guidata dalla rivista Time?
Sono ossessionato dalla rivista Time.
La leggo tutte le settimane.
La sua copertina mi fissa ogni volta che sguscio davanti al pasticciere sull'angolo.
La leggo nel sotterraneo della Biblioteca Pubblica di Berkeley.
Non fa che parlarmi di responsabilita'.
Gli industriali sono seri.
I produttori di cinema sono seri.
Tutti sono seri tranne me.
Mi viene in mente che io sono l'America.
Sto parlando di nuovo a me stesso.

L'Asia sta sorgendo contro di me.
Non ho l'opportunita' di un cinese.
E' meglio che mi basi sulle mie risorse nazionali.
Le mie risorse nazionali consistono in due cicche di marijuana milioni di genitali una letteratura privata impubblicabile che va a 1400 miglia all'ora e venticinquemila manicomi.
Non parlo delle mie prigioni o dei milioni di sottoprivilegiati che vivono nei miei vasi di fiori alla luce di cinquecento soli.
Ho abolito i postriboli in Francia, Tangeri è la prossima di turno.
La mia ambizione è essere Presidente nonostante il fatto che sono Cattolico.

America come posso scrivere una litania santa nel tuo stupido mood?
Continuero' come Henry Ford le mie strofe sono individui come le sue automobili e in piu' sono tutte di sessi diversi.
America ti vendero' le strofe a $ 2500 l'una $ 500 per la strofa vecchia
America libera Tom Mooney
America salva i Lealisti Spagnoli
America Sacco e Vanzetti non devono morire
America io sono i ragazzi Scottsboro.
America quando avevo sette anni la mamma mi portava alle riunioni di una Cellula Comunista ci vendevano garbanzos una manciata per un biglietto costava un nickel e i discorsi erano gratis tutti erano angelici e sentimentali verso i lavoratori era tutto cosi' sincero che non avete idea
che cosa bella era il partito nel 1835
Scott Nearing era un gran vecchio un vero maschio Madre Bloor mi faceva piangere
una volta ho visto Israel Amter in carne e ossa.
Dovevano essere tutti spie.
America tu in realta' non vuoi fare la guerra.
America sono quei Russi cattivi.
Quei Russi quei Russi e quei Cinesi.
E quei Russi.
La Russia vuol mangiarci vivi.
La Russia è pazza di potere.Vuol portarci via le automobili dai garages.
Vuole impadronirsi di Chicago.
Ha bisogno di un Readers' Digest Rosso.
Vuole le nostre fabbriche di automobili in Siberia.
Che la sua grossa burocrazia diriga le nostre stazioni di rifornimento.
Cosi' non va.
Ugh. Insegnera' agli Indiani a leggere.
Ha bisogno dei nostri grossi negri.
Ah. Ci farà lavorare sedici ore al giorno.
Aiuto.
America è una cosa seria.
America questa è l'impressione che ricevo guardando la televisione.
America è giusto?
E' meglio che mi metta subito a lavoro.
E' vero non voglio andare sotto le armi o girare torni in sezioni specializzate di fabbriche, comunque sono miope e psicopatico.
America ora mi rimbocco queste maniche da checca

domenica 16 maggio 2010

Due anni sono passati....




Ciao Fausto, hai visto che avevo ragione io?? Abbiamo di nuovo vinto lo scudetto e la tua Juventus è li che annaspa.
Sono passati due anni da quando sei scomparso e ci manchi molto.
Sono qui in ufficio e sto preparando i registri per la lezione di oggi, mi sei venuto in mente tu.
Mi immagino tu che bussi a questo ufficio e con il tuo sorriso ironico avresti detto: " non dirmi che ci sei tu?"," allora devo ripassare per bene!" hehehhe
Così avresti detto, prendendomi in giro, segno di una bella amicizia e della contentezza nel vederci e passare una giornata insieme.
Ti ridedico quello che scrissi un anno fa qui su questo blog, perchè il sentimento di allora è identico a quello di oggi.

" Qui non è molto diverso da quando te ne sei andato. Sempre le solite cose. Io faccio sempre il tutor in Alessandria ed i treni, beh....lo puoi vedere da lassù come viaggiano.
Caro Fausto, come vedi non mi sono mai dimenticato di te e nemmeno tutti i tuoi colleghi. Non ho nemmeno ancora tolto la tua pagina dalla nostra guida, non ne ho il coraggio.
E' già passato più di un anno ma è come se fosse sempre ieri, eravamo molto amici, per questo ti ricorderò sempre e quel giorno sembra sempre vicino.
So che ora non starai malaccio, sei vicino tua moglie, che prima ancora di te ci aveva lasciati. Forse è proprio questo che ci fa sentire il distacco meno amaro. Sappiamo che finalmente hai trovato quella pace che mai in vita avevi trovato.
Sai, io penso che ci sia qualcosa di magico nella vita, di tremendamente bello, ma come tutte le cose c'è anche un contrario, un qualcosa di tremendamente buio e tetro.
E' come guardare un meraviglioso giardino fiorito, voltarsi e vedere che tutto è sparito, lasciandoci solo freddo e tenebre. Un soffio e la vita se ne va.

Ma nulla potrà togliermi l'immagine che ho sempre di te, con quel cavolo di palmare che sempre perdeva i programmi e quel sorriso ironico quando entravi nel mio ufficio.

Mi manca tremendamente.
Un abbraccio da tutti i tuoi colleghi ed uno mio particolare.


Al Capotreno Fausto Laguzzi

Lorenzo


Timido sole




Un timido sole sta facendo capolino questa mattina.
Con la forza che gli è propria, con il suo destino di donare la vita su questa terra egli ha squarciato le nubi che da troppi giorni sostavano sulla mia casa. Nubi grigie, piene d'acqua, pioggia incessante e violenta come lacrime senza fine.
E' strano come anche il mio viso abbia cambiato espressione alla vista della nostra stella. Gli occhi, mentre mi guardo allo specchio, hanno un taglio sorridente, pur nell'insieme del ricordo triste della pioggia.
Spostato di qualche decina di metri dalla mia finestra c'è un albero. Alcuni passerotti cinguettano l'evento di un'alba più luminosa e si rincorrono il quel loro svolazzare divertente, frenetico, alla ricerca di rametti per costruire la loro casa. Un nido d'amore, un nido di speranze.
Mi volto verso il tavolo della cucina, un raggio sta illuminando una parte della cucina, quasi a guidarmi verso la mattiniera abitudine di farmi un caffè. Una strada luminosa, una scia di luce che mi guida verso uno dei miei piaceri.
Penso ad un angolo lontano da questa casa, dove mia figlia si starà svegliando e dove si metteranno in moto pensieri di ragazzina con la voglia di vivere. Chissà se anche lei vedrà questo timido sole oppure, come io spero, non abbia nemmeno fatto caso alla pioggia.
Penso alla gente, mentre mi giro il caffè e l'aroma inconfondibile si espande per la cucina penetrando nelle mie narici. La gente là fuori, chi non è rientrato a casa, chi una casa non ce l'ha, chi, come nel ragazzo di colore fotogratato qualche giorno prima, è ancora alla ricerca di un posto nel mondo.
Bevo il caffè, chissà se anche lei lo sta facendo, chissà se piove o se c'è un piccolo sole.
Un sole timido, imberbe, ancora immaturo per via delle leggi fisiche che ci sovrastano e di cui ne dobbiamo rispettare i misteri ancestrali.
Fai che un raggio arrivi a lei fra quelle finestre, con le tapparelle sempre a metà, che le indichi la strada migliore.
Fai, o timido sole, in modo di illuminare sempre la via più sicura a mia figlia, come a me indica questo caffè caldo e appagante.
Dona i tuoi raggi a tutti quelli che lo desiderano e che hanno bisogno. A me lascia solo il ricordo di questo buon caffè, mi basta per oggi.
Lorenzo

sabato 15 maggio 2010

Solitudine




"In ognuno, c’è qualcosa che non sarà mai compreso da nessuno. Questo qualcosa è la causa stessa della nostra solitudine, della solitudine che ci è connaturale. È questa solitudine rudimentale che dobbiamo accettare in primo luogo." (Madeleine Delbrêl)

Vorrei esplicitare il perchè ho messo questa frase. Non è un mio lamento riguardante la solitudine, ma è da intendersi la solitudine dell'uomo di fronte alle idee e alle cose intorno a lui.
L'incapacità a volte di critica o solamente di giudizio.
Non abbiamo quasi più opinioni personali ma tutto ci viene imposto, e quando queste, malauguratamente esistessero, spesso vengono messe in disparte.
Di fronte a questa incapacità di esprimermi e di dialogo, io mi sento solo.
Quel qualcosa che non sarà mai compreso da nessuno sono appunto le proprie esistenze o una visione personale della vita e dell'amore.
L'accettazione è in fin dei conti una attesa, una lunga ed estenuante attesa.

Lorenzo


venerdì 14 maggio 2010

Tanto rubano tutti.....




Ieri, su qualche giornale, è apparsa una notizia di cui pochi hanno fatto caso:
il nostro primo ministro ha affermato : " ...tanto rubano tutti o quasi tutti......"
E' la prima volta che egli ammette una cosa simile, anzi, ha sempre detto il contrario e, nel caso fosse capitato, la colpa era delle tasse troppo alte.
Cosa sarà successo per dire pubblicamente una cosa simile?
E' successo che la magistratura ha sequestrato l'hard disk "di un certo" affarista romano, quello che pago per due terzi, a sua insaputa, l'alloggio a Scajola.
Su qesto hard disk pare ci siamo più di 400 nomi di persone molto in vista che avrebbero beneficiato dei " regali" di questo imprenditore, un certo Anemone.
Scrive la Stampa:
"nei computer di Diego Anemone gli investigatori della Finanza hanno scoperto una lunga lista di nomi eccellenti, tra cui politici, alti dirigenti dello Stato e imprenditori, che sembra essere una traccia di contabilità segreta. La lista dei misteriosi amici di Anemone era stata scoperta un anno fa ed era apparsa incomprensibile. Ora però che si vanno verificando le operazioni immobiliari «farlocche» curate dal duo Anemone & Zampolini, quell’elenco invece acquista ben altro peso. Accanto ai nomi non ci sono indicazioni, né cifre. In qualche caso c’è solo un nome di battesimo. Ma salta agli occhi che tra gli altri ci sono Bertolaso, Scajola e Lunardi. Tutti interessati da lavori di ristrutturazione a cura di Diego Anemone. E c’è indirettamente anche l’alto dirigente del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza che - s’è scoperto - è un altro dei beneficiati dagli assegni dell’architetto Zampolini."
Repubblica:
"E ancora capi di gabinetto, capi di dipartimento nei ministeri, capi di uffici legislativi, della Protezione civile e del ministero della Giustizia, dirigenti Rai, generali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, agenti dei servizi segreti. Una lista dettagliata dei lavori al Viminale, ai ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture, nella sede di Forza Italia e negli alloggi privati di segretarie di ministri (è il caso di Fabiana Santini assistente del Ministro Scajola, oggi assessore regionale nel Lazio). Ma nell'elenco appaiono anche i nomi di giornalisti, registi (come Pupi Avati che però respinge gli addebiti: "Tutto regolare"), produttori cinematografici, sacerdoti e parenti di vari "notabili". Un "libro mastro" che conterrebbe poco meno di 500 nomi (412 secondo alcune indiscrezioni)."

Da ciò si evince che per il governo Berlusconi la cosa si mette male, siamo di fronte ad una nuova Tangentopoli.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio, verrebbe da dire.
Il problema è che noi italiani stiamo perdendo la faccia. Alle ultime elezioni regionali abbiamo confermato questo Status Quo.

Lorenzo

giovedì 13 maggio 2010

Una battuta di Socrate molto attuale

Socrate una volta, sopportando i calci che aveva ricevuto da un tale, a chi si meravigliava del suo atteggiamento paziente, rispose: 'Se mi avesse preso a calci un asino, l'avrei forse condotto in giudizio?'.

Lorenzo



lunedì 10 maggio 2010

Bloggers




Vorrei, in questo post, fare una domanda o iniziare una discussione comune. Mi interessa la vostra opinione.
La domanda è la seguente:
Secondo voi, avendo un blog, è possibile ampliare le proprie capacità cognitive e la propria intelligenza?
Le ragioni possono essere molteplici, anche individuali, come ad esempio una certa base di partenza. Ma il fatto di averlo, di scriverci, di relazionarsi in libertà è accrescitivo per la propria persona?
Io dico di si.

Lorenzo

"Qualsiasi cosa fai o sogni di fare, comincia a farla…
Nell’audacia c’è genio, potere e magia."
Arthur Rimbaud

domenica 9 maggio 2010

9 Maggio 1978, morte di un eroe dimenticato




“Tra la casa di Peppino Impastato e quella di Gaetano Badalamenti ci sono cento passi. Li ho consumati per la prima volta in un pomeriggio di gennaio, con uno scirocco gelido che lavava i marciapiedi e gonfiava i vestiti. Mi ricordo un cielo opprimente e la strada bianca che tagliava il paese in tutta la sua lunghezza, dal mare fino alle prime pietre del monte Pecoraro. Cento passi, cento secondi: provai a contarli e pensai a Peppino. A quante volte era passato davanti alle persiane di Don Tano quando ancora non sapeva come sarebbe finita. Pensai a Peppino, con i pugni in tasca, tra quelle case, perduto con i suoi fantasmi. Infine pensai che è facile morire in fondo alla Sicilia.”
(Claudio Fava, “Cinque delitti imperfetti”, Mondatori 1994, p.9)


Peppino Impastato: Sei andato a scuola, sai contare?
Giovanni Impastato: Come contare?
Peppino Impastato: «Come contare», uno, due, tre, quattro. Sai contare?
Giovanni Impastato: Sì, so contare.
Peppino Impastato: E sai camminare?
Giovanni Impastato: So camminà.
Peppino Impastato: E contare e camminare, insieme, lo sai fare?
Giovanni Impastato: Sì, penso di sì...
Peppino Impastato: Allora forza. Conta e cammina. Dai. [prende il fratello per il braccio e comincia a camminare] Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto..
Giovanni Impastato: Dove stiamo andando?
Peppino Impastato: [alza la voce] Forza, conta e cammina! [...] ottantanove, novanta, novantuno, novantadue,
Giovanni Impastato: Peppino...
Peppino Impastato: Novantatré, novantaquattro, novantacinque, novantasei, novantasette, novantotto, novantanove e cento! Lo sai chi c'abita qua?
Giovanni Impastato: Ammuninne [sottovoce, intimorito]
Peppino Impastato: [inizia a urlare] Ah, u'zu Tanu c'abita qua! Cento passi ci sono da casa nostra, cento passi! Vivi nella stessa strada, prendi il caffè nello stesso bar, alla fine ti sembrano come te! «Salutiamo zu' Tanu!» «I miei ossequi, Peppino. I miei ossequi, Giovanni». E invece sono loro i padroni di Cinisi! E mio padre, Luigi Impastato, gli lecca il culo come tutti gli altri! Non è antico, è solo un mafioso, uno dei tanti!
Giovanni Impastato: È nostro padre.
Peppino Impastato: Mio padre, la mia famiglia, il mio paese!!! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!!!

"Stamattina Peppino avrebbe dovuto tenere il comizio conclusivo della sua campagna elettorale. Non ci sarà nessun comizio e non ci saranno più altre trasmissioni. Peppino non c'è più, è morto, si è suicidato. No, non sorprendetevi perché le cose sono andate veramente così. Lo dicono i carabinieri, il magistrato lo dice. Dice che hanno trovato un biglietto: "voglio abbandonare la politica e la vita". Ecco questa sarebbe la prova del suicidio, la dimostrazione. E lui per abbandonare la politica e la vita che cosa fa: se ne va alla ferrovia, comincia a sbattersi la testa contro un sasso, comincia a sporcare di sangue tutto intorno, poi si fascia il corpo con il tritolo e salta in aria sui binari. Suicidio. Come l'anarchico Pinelli che vola dalle finestre della questura di Milano oppure come l'editore Feltrinelli che salta in aria sui tralicci dell'Enel. Tutti suicidi. Questo leggerete domani sui giornali, questo vedrete alla televisione. Anzi non leggerete proprio niente, perché domani stampa e televisione si occuperanno di un caso molto importante. Il ritrovamento a Roma dell'onorevole Aldo Moro, ammazzato come un cane dalle brigate rosse. E questa è una notizia che naturalmente fa impallidire tutto il resto. Per cui chi se ne frega del piccolo siciliano di provincia, ma chi se ne fotte di questo Peppino Impastato. Adesso fate una cosa: spegnetela questa radio, voltatevi pure dall'altra parte, tanto si sa come vanno a finire queste cose, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso, quella che non aveva Peppino. Domani ci saranno i funerali. Voi non andateci, lasciamolo solo. E diciamolo una volta per tutte che noi siciliani la mafia la vogliamo. Ma no perché ci fa paura, perché ci dà sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace. Noi siamo la mafia. E tu Peppino non sei stato altro che un povero illuso, tu sei stato un ingenuo, sei stato un nuddu miscato cu niente."
(Salvo Vitale) [Discorso fatto alla Radio Aut la notte della morte di Peppino Impastato]

Anni 60. Peppino Impastato, giovane ragazzo nato da una famiglia strettamente legata alla mafia, vive a Cinisi, una cittadina siciliana. La sua casa è situata a cento passi dalla casa di Tano Badalamenti, il padrino locale. Suo papa spera di fare di lui un personaggio influente della malavita. Ma più grande, Peppino diventa un adolescente ribelle e idealista. Presto attirato dal comunismo, comincia a lottare apertamente contro la mafia, mettendo cosi la sua vita in pericolo...

Nel 1965 fonda il giornalino L’Idea socialista e aderisce al PSIUP. Dal 1968 in poi partecipa, con ruolo dirigente, alle attività dei gruppi di Nuova Sinistra. Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati.

Nel 1975 costituisce il gruppo Musica e cultura, che svolge attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti, ecc.); nel 1976 fonda Radio Aut, radio libera autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, e in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell’aeroporto. Il programma più seguito era Onda pazza, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici.

Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale.

Per non dimenticare.....mai!

Lorenzo

giovedì 6 maggio 2010

Decreto Alfano



Dal blog di Enzo di Frenna volentieri pubblico e invito tutti a fare altrettanto:

Ho sentito a telefono l'avvocato Guido Scorza, il segugio dei provvedimenti legislativi anti internet. Il DDL Alfano che imbavaglia la cronaca giudiziaria e riduce il potere delle intercettazioni, non ha subito grandi modifiche. Quindi la norma che obbliga i blogger a pubblicare una rettifica relativa al contenuto di un post, entro le 48 ore successive alla pubblicazione on line, è rimasta intatta. Ci sono due emendamenti che puntano a svotare questo aspetto della norma - di cui uno è stato elaborato da un parlamentare del PD - ma a quanto mi risulta non sono stati recepiti. Ciò significa che, se nelle prossime settimane venisse approvato il DDL Alfano, scatterebbe la museruola anche per i blog.

Che cosa possiamo fare? Che tipo di protesta possiamo inventarci? Una roba semplice, di facile organizzazione, magari attraverso un tam tam della Rete. Inviatemi le vostre proposte nei commenti del mio blog. Nel frattempo mi faccio venire anch'io un'idea.

E. Di Frenna

E dal blog dell On. Massimo Donadi ( IdV)

Non aspettiamo l’ultimo momento per mobilitarci.
Mentre il Paese attende i risultati delle indagini della magistratura sulle inchieste che stanno esplodendo in questi giorni, il governo sta procedendo a tappe forzatissime verso l’assoluzione finale, ovvero, l’approvazione delle
legge sulle intercettazioni.
C’è una cosa che deve essere chiara a tutti: questa di
Scajola sarà l’ultima vicenda di cui gli italiani potranno leggere e che i giornalisti potranno raccontare.
Con la nuova legge sulle intercettazioni, se un politico avrà commesso un reato, sapremmo solo se, alla fine delle indagini, è stato arrestato ma non potremmo mai sapere perché, di quale reato si è macchiato. Un po’ quello che, in realtà, il
Tg1 di Minzolini sta tentando di fare da tempo.
Solo che da domani sarà legge e tutti dovranno attenersi ad essa, pena la decapitazione economica e finanziaria. La legge sulle intercettazioni è la soluzione finale sognata da
Berlusconi per risolvere la piaga della corruzione in Italia: mettere il bavaglio alla stampa e legare le mani alla magistratura. Se nessuno sa che un reato è stato commesso il reato non c’è.
E’ la prima regola del berlusconismo che abbiamo imparato sulla nostra pelle: se non ci sei, non esisti.
Di fronte a tutto questo, non dobbiamo stare ad aspettare. Non dobbiamo subire, per l’ennesima volta, piegando la testa. Di fronte ad una legge che non solo bloccherà le intercettazioni ma, quel che è peggio, fermerà per sempre qualsiasi notizia relativa a procedimenti giudiziari, dobbiamo prepararci già da adesso.
Sindacati, associazioni, politici, cittadini, giovani, donne, pensionati, tutti quelli che hanno a cuore la tenuta democratica di questo Paese, scendano in piazza per mettere in piedi la più
grande mobilitazione di popolo che si sia mai vista negli ultimi 20 anni.
Quella delle intercettazioni, insieme alle altre progettate da Berlusconi, sono norme che prendono l’Italia, la tolgono dall’Europa e la sbattono in qualche staterello del sud est asiatico. Portiamo il Paese in piazza.
I sindacati proclamino una giornata di
sciopero nazionale e noi saremo con loro. Si chiudano le saracinesche dei negozi, l’Italia si fermi per un giorno: a chi vuole toglierci l’ultimo spiraglio di verità che ci rimane, facciamo sentire i palpiti dei nostri cuori uniti.

mercoledì 5 maggio 2010

Blog Museo




Chissà cosa si dirà fra cento o duecento anni di questo blog.
Qualche archeo-blogger, alla ricerca del blog perduto, troverà questo sinistro titolo: " Logos nella nebbia" e per prima cosa si chiederà chi lo avrà scritto e che significato avesse( almeno al giorno d'oggi così si fa nel cercare di tradurre i geroglifici).
Una cosa è certa, sulla mia lapide non scorreranno i post per futura memoria!
Innanzitutto cercherà di interpretare il mio logo, un uomo di spalle in mezzo ad un prato con del fogliame intorno.....e una zucca vicino.
Beh le sue considerazioni saranno che a scriverci era un uomo, amante della natura, mezzo ortolano, un pò zuccone, magari ferroviere e che visse sicuramente al nord, visto le intemperie intorno a lui.
Poi passerà al titolo del blog. Riconferma sicura che vivevo al nord, vista la presenza della nebbia, Il logos beh quello è facile, un appassionato di filosofia.
Ma la ricerca più dura sarà l'interpretazione dei post, per non parlare delle foto.
Inizierà cercando di dargli una connotazione, una classificazione logica:
Scriveva di politica, di filosofia, musica, cucina, di se stesso, degli altri, di un certo Berlusconi.
Fotografie di un orientale che legge, farfalle, campi di lavanda, cucine, fiori, mare in burrasca, preti, disegni sul grano, cigni, carta da gioco, pulcini, operai, partigiani, contadini.
Che centrava il Logos in tutto questo bailame mediatico?
INCLASSIFICABILE!!!
Allora un nugolo di archeo-blogger provenienti da tutto il mondo, qualcuno anche dalle colonie di futuri mondi, lo studierà nei particolari, nelle frasi, nei sostantivi, aggettivi, commenti, cercando un filo conduttore. Ma nulla di fatto.
Non riusciranno a capire che persona io fossi stato.
Allora metteranno questo reperto in una stanza, non si sa ancora se in uno scantinato di museo o nella stanza segreta dell'Area 51, per futura memoria.
Ma un giorno di parecchi millenni dopo, un ragazzino di 14 anni circa, lo vedrà nel museo dell'archeo-web, insieme ad altri blog scoperti nei secoli precedenti, in una sorta di ala periferica senza nome, tutti in mostra su megaschermi ultrapiatti, con luci giuste e voci di sottofondo che leggono gli scritti, ma senza sapere chi fossero questi autori.
Questo ragazzino, dopo averli letti tutti, avrà una intuizione che passerà alla futura storia e scriverà questa frase nei bagni del museo:

Erano umani
, erano solamente se stessi

Lorenzo

lunedì 3 maggio 2010

Rapporto annuale sulla libertà di stampa nel mondo


Oggi, 3 maggio, si celebra in tutto il mondo la diciottesima “Giornata mondiale della libertà di stampa” indetta dall’Onu.
Numerose le iniziative in tutto in mondo e nelle grandi città italiane. Molto attesa la conferenza stampa di Reporter sans frontiers Italia che alla fine divulgherà la lista dei “ 40 Predatori della libertà di stampa”.

In anticipo rispetto agli altri anni giunge il rapporto annuale sullo stato di salute della stampa mondiale edito da Freedom House. Lo studio mette in luce una sensibile diminuzione della libertà di stampa mondiale per l'ottavo anno consecutivo, producendo un quadro globale in cui solo una persona su sei vive in paesi con una stampa libera.
Se vi starete chiedendo “come ci siamo classificati?”, sappiate che siamo settantaquattresimi nel mondo. L’unico Paese tra le grandi democrazie occidentali ad essere considerato “Partly Free” (parzialmente libero) è il nostro. L’unico paese dell’Europa che “conta” ad avere la libertà di stampa minacciata dall’attacco delle istituzioni è il nostro. Siamo in compagnia di Benin, Hong Kong e India. Se volessimo trovare un “cugino europeo” che stia peggio di noi dovremmo guardare ai paesi dell’Est o addirittura alla Russia.
Per Freedom House la concentrazione dei media nelle mani di un solo soggetto e la pesante interferenza del governo sull’operato dell’emittente pubblica, confermano lo stato dell’Italia come paese parzialmente libero.
Scrive FH “In Italia, un paese già classificato l’anno scorso come Partly Free, le condizioni sono peggiorate quando la stampa si è scontrata con la sfera personale del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dando vita ad azioni legali contro le principali testate italiane e straniere e, soprattutto, introducendo la censura dei contenuti critici da parte dell’emittente pubblica.”
“L'Italia rimase stabile nella categoria parzialmente libera – scrive Karin Karlekar, che ha curato il rapporto per l'organizzazione - registrando un lieve calo di punteggio a causa dei tentativi palesi delle autorità di interferire sulla politica editoriale delle varie testate”
Questo è solo uno dei tanti primati negativi della nostra cara Italia.

Lorenzo

Si stanno "mangiando" i nostri sogni da ragazzo



Sono appena tornato dal supermarket. A dire il vero mi era venuto voglia di andare " per botteghe", come diceva mia madre e tutto il viciname negli anni '60, il rito mattutino del giro per bottegai per fare la spesa, rigorosamente alle 8 perchè una casalinga il suo orario se lo doveva fare in base alle esigenze della famiglia e queste ultime iniziano il mattino presto.
A onor del vero anche oggi succede così, le brutte abitudini non si perdono mai.
Il giro iniziava dai "commestibili" dove attendeva " la madre di Fabio", si perchè non aveva un nome ma uno status giuridico-civile di "madre di.."
Ricordo un giorno, avevo 7 anni, e mi disse " vai dalla mamma di Fabio a prendere 2 etti di prosciutto, prendi la mia bicicletta". Ritornai a casa con il prosciutto ma senza la bici, l'avevo dimanticata da Fabio.
L'indomani ripresero i rapporti solo fra madri mandrogne con l'esclusione dei figli.
Tornando al tempo presente queste voglie di relazionarsi con i bottegai rimangono nel cassetto perchè per comprare cibo non si deve parlare con nessuno.
Non si può più chiedere " ma è buono?" Domanda banale ma un rito per le nostre madri, sapendo che la risposta era sempre " certo che è buono, altrimenti non lo venderei ( aggiunta del neh qui da noi).
Oggi si compra l'insalata, rigorosamente imbustata ( da chi poi? Qualche schiavo extracomunitario malpagato), si passa poi davanti a scaffali, multicolor ma freddi e inodori. Si parla nella mente direttamente con le ditte produttrici tramite le etichette, anche se ci vorrebbe un chimico come traduttore.
Ora, dopo essere svanite le marche dei nostri sogni, dal TV Philco del pianeta Papalla fino alla frizzina passando per la Lambretta, ci hanno tolto ultimamente " l'omino coi baffi".
Eh si, la mitica caffettiera moka tutta italica e ritenuta dalle nostre madri la migliore è fallita.
La fabbrica chiude e gli operai a casa naturalmente, ma questo è solo un dettaglio.
Non ci sono più le madri di una volta, si dice.
E se iniziassimo di nuovo dalle botteghe?

Lorenzo

sabato 1 maggio 2010

Pellizza da Volpedo



Questo breve post è dedicato a tutti i lavoratori e a quelli che ancora, per tanti motivi, sono alla ricerca di un lavoro dignitoso, perchè non basta prendere un misero salario, bisogna averlo con rispetto per la dignità umana.
Lo faccio proprio il Primo Maggio, ricordando un pittore della mia terra, Pellizza da Volpedo, nato e vissuto in un paese del tortonese, in provincia di Alessandria, ricordando la sua frase approposito del suo dipinto più famoso: Quarto Stato.

Lorenzo

" Siamo in un paese di campagna, sono circa le dieci e mezzo del mattino d'una giornata d'estate, due contadini s'avanzano verso lo spettatore, sono i due designati dall'ordinata massa di contadini che van dietro per perorare presso il Signore la causa comune... "

(Giuseppe Pellizza, Volpedo, 1892)