sabato 31 ottobre 2009

A Fausto Laguzzi




Qui non è molto diverso da quando te ne sei andato.
Sempre le solite cose.
Io faccio sempre il tutor in Alessandria ed i treni, beh....lo puoi vedere da lassù come viaggiano.

Caro Fausto, come vedi non mi sono mai dimenticato di te e nemmeno tutti i tuoi colleghi.
Non ho nemmeno ancora tolto la tua pagina dalla nostra guida, non ne ho il coraggio.
E' già passato più di un anno ma è come se fosse sempre ieri, eravamo molto amici, per questo ti ricorderò sempre e quel giorno sembra sempre vicino.
So che ora non starai malaccio, sei vicino tua moglie, che prima ancora di te ci aveva lasciati. Forse è proprio questo che ci fa sentire il distacco meno amaro. Sappiamo che finalmente hai trovato quella pace che mai in vita avevi trovato.
Sai, io penso che ci sia qualcosa di magico nella vita, di tremendamente bello, ma come tutte le cose c'è anche un contrario, un qualcosa di tremendamente buio e tetro. E' come guardare un meraviglioso giardino fiorito, voltarsi e vedere che tutto è sparito, lasciandoci solo freddo e tenebre, un soffio e la vita se ne va.
Ma nulla potrà togliermi l'immagine che ho sempre di te, con quel cavolo di palmare che sempre perdeva i programmi e quel sorriso ironico quando entravi nel mio ufficio, col palmare in mano.
Mi manca tremendamente.
Un abbraccio da tutti i tuoi colleghi ed uno mio particolare.

Lorenzo

Al Capotreno Fausto Laguzzi

venerdì 30 ottobre 2009

Dedicato ad Achab




Al principe Achab dedico un pezzo del Duke.

Grazie



Spero si faccia così.
E' la prima volta che ricevo un premio da una blogger, che ringrazio per la fiducia e l'attenzione, proprietaria di un blog molto originale dove coniuga la filosofia con la cucina:

Mi permetto di copiarla girando questo premio ad una blogger - scrittrice molto molto brava che reputo meritevole di attenzione e commento.

L'antro della strega


Grazie ancora

Lorenzo

mercoledì 28 ottobre 2009

Popolo televisivo



Mi sovviene questo passo del Nome della Rosa di Umberto Eco per immaginarmi il popolo televisivo presente alla trasmissione di" Domenica In" riguardante il fatto di Montalto.
Mai immagine apocalittica fu così precisa nel descrivere i personaggi intervistati.

Ricordo che nel medioevo la fantasia nel raccontare il mondo alla rovescia era davvero fervida.
Erano forme di denuncia riferite al potere sia clericale che temporale:

« E mentre ritraevo l'occhio affascinato da quella enigmatica polifonia di membra sante e di lacerti infernali, [...] vidi una femmina lussuriosa nuda e scarnificata, rosa da rospi immondi, succhiata da serpenti, accoppiata a un satiro dal ventre rigonfio e dalle gambe di grifo coperte di ispidi peli, la gola oscena, che urlava la propria dannazione, e vidi un avaro, rigido della rigidità della morte sul suo letto sontuosamente colonnato, ormai preda imbelle di una coorte di demoni di cui uno gli strappava dalla bocca rantolante l'anima in forma di infante [...], e tutti gli animali del bestiario di Satana, riuniti a concistoro e posti a guardia e corona del trono che li fronteggiava, a cantarne la gloria con la loro sconfitta, fauni, esseri dal doppio sesso, bruti dalle mani con sei dita, sirene, ippocentauri, gorgoni, arpie, incubi, dracontopodi, minotauri, linci, pardi, chimere, cenoperi dal muso di cane che lanciavano fuoco dalle narici, dentetiranni, policaudati, serpenti pelosi, salamandre, ceraste, chelidri, colubri, bicipiti dalla schiena armata di denti, iene, lontre, cornacchie, coccodrilli, idropi dalle corna a sega, rane, grifoni, scimmie, cinocefali, leucroti, manticore, avvoltoi, parandri, donnole, draghi, upupe, civette, basilischi, ypnali, presteri, spectafichi, scorpioni, sauri, cetacei, scitali, anfisbene, jaculi, dipsadi, ramarri, remore, polipi, murene e testuggini. L'intera popolazione degli inferi pareva essersi data convegno per far da vestibolo, selva oscura, landa disperata dell'esclusione, all'apparizione dell'Assiso del timpano, al suo volto promettente e minaccioso, essi, gli sconfitti dell'Armageddon, di fronte a chi verrà a separare definitivamente i vivi dai morti. » ("Il nome della rosa", Bompiani, pp. 51-52)

Lorenzo

martedì 27 ottobre 2009

Non mi meraviglio più.........questa è l'Italia




“Per le donne Montalto di Castro è peggio di Kabul sotto i talebani, quello che sta succedendo attorno alla ragazza stuprata ricorda una caccia alla strega medievale con tanto di rogo”, così commenta una donna di Montalto che ha visto la trasmissione di Barbara D’ Urso “Buona Domenica”, andata in onda tre giorni fa su canale 5.
Nel pomeriggio domenicale milioni di telespettatori hanno assistito al collegamento con il comune laziale vicino Viterbo dove, due anni fa, un branco di otto ragazzi ha violentato una quindicenne.



Hanno visto i volti e ascoltato le voci dei cittadini, tutti uniti attorno agli stupratori, concitati, urlanti, spesso violenti. Tutti dalla stessa parte, tranne una signora, Iride Allegri, l’unica che ha preso il microfono per difendere la vittima, suscitando gli applausi degli ospiti di Milano, che avevano assistito attoniti alle accuse, rivolte alla ragazza, di essere stata “consenziente, facile, di essersela cercata”.
Iride è stata netta nel suo giudizio: “Non è giusto che una ragazza venga violentata e pure accusata. Come donna e come abitante di Montalto mi scandalizzo”.
Appena pronuncia queste parole, Iride viene insultata e aggredita dalla folla.
Contattata dal “Fatto Quotidiano”, racconta cos’è successo: “Sono andata nella piazza dove c’era il collegamento apposta per parlare, anche se non conosco personalmente la vittima, perchè non sopportavo l’idea che nessun cittadino di Montalto difendesse quella ragazza”.
La reazione? Iride racconta: “Le donne mi urlavano ‘Puttana!’, ‘Vattene da Montalto, non tornare neanche per andare al mare’.
Gli uomini mi hanno spintonata e attaccata a un muro. Un giornalista mi ha accompagnata alla macchina perchè aveva paura che mi facessero del male.
Tutte le persone presenti al collegamento erano parenti, più o meno lontani, degli stupratori.
La donna che in diretta ha insultato la vittima lavora in Comune, col sindaco Salvatore Carai, zio di uno dei violentatori. Un uomo che ha fatto delle porcate pazzesche, come finanziare gli otto stupratori con 20mila euro.
C’è tanta gente che, come me, non ha rapporti familiari con quelle persone, ma in molti hanno paura a parlare, perchè il paese è piccolo. Adesso mi aspetto una reazione, anche perchè mi hanno pesantemente minacciata”.

La madre della ragazza stuprata era davanti alla televisione, quanto “Buona Domenica” si è occupata di Montalto, e racconta al “Fatto” le sue impressioni: “Capisco ascoltare i pareri di tutti, ma non mi sarei mai aspettata di vedere queste cose in tv. Ho sentito insultare mia figlia senza una presa di posizione da parte del programma. In paese si devono vergognare. Dopo tutto quello che mia figlia ha subito, dopo che gli stupratori hanno confessato, non si può mandare in onda uno scempio del genere.
Mia figlia non capisce questa cattiveria. Mi chiede: ‘Mamma, cos’ho fatto di male?’ E io non so cosa risponderle. Mio marito stava salendo in macchina per andare a Montalto, abbiamo dovuto fermarlo. Siamo dei genitori, la nostra vita è distrutta”. Il critico Vittorio Sgarbi, presente in studio, afferma: “Questo non è uno stupro, qui non c’è reato. Lo stupro lo subiscono anche i maschi, invece si dice sempre : ‘la povera ragazza, la povera bambina’. Allora ditemi perchè, se lo stupro c’è stato, la mamma della vittima ha stretto la mano agli otto carnefici”. La signora, tramite il “Fatto”, risponde: “L’avvocato di mia figlia mi ha detto che se non avessi accettato le scuse dei ragazzi, queste non sarebbero state messe a verbale.
Scusandosi, gli otto hanno confessato. L’ho fatto solo per quello, perchè ammettessero e la verità fosse scritta nel verbale. E non potete immaginare come mi sia sentita a toccare le loro mani. Ogni giorno ci sono accuse sempre più disgustose.” Intanto il sindaco di Montalto, Carai, si rifiuta di rilasciare qualunque dichiarazione.
Dopo la presa di posizione, pochi giorni fa, delle donne del Partito democratico, parla oggi la senatrice Vittoria Franco, responsabile Pari Opportunità del Pd: “Il sindaco Carai deve dimettersi.
Dopo il comunicato, con cui gli abbiamo chiesto di rinunciare alle liste, ci ha risposto che non poteva, altrimenti le avrebbero invalidate. Ora però le primarie sono passate, non ci sono più scuse, Carai ha la responsabilità di rispondere per una comunità che colpevolizza una vittima, e per le sue azioni”. Altrimenti - dice la senatrice - ci si deve rassegnare “a un imbarbarimento inaccettabile dell’Italia.
Il Pd si schiera con forza a sostegno delle donne e contro ogni violenza. Il sindaco non condivide? Se ne vada”.

Invece Pierluigi Bersani, nel suo primo giorno da segretario del Pd, alla domanda su Montalto risponde che: “Oggi parlo solo di artigiani”, anche perché, come ricordaqil suo portavoce, c’è già in programma un vertice interno al partito per confrontarsi sulla questione.

Fonte : Il Fatto Quotidiano

Lorenzo

lunedì 26 ottobre 2009

Influenza dei polli e dei suini. Il Gallo e il Porco



Se vi piace diffondetelo:

Nel mondo, ogni anno, muoiono milioni di persone, vittime della malaria, i notiziari di questo non parlano…

Nel mondo, ogni anno muoiono due milioni di bambini per diarrea che si potrebbe evitare con un semplice rimedio che costa 25 centesimi..I notiziari di questo non parlano…

Polmonite e molte altre malattie curabili con vaccini economici, provocano la morte di 10 milioni di persone ogni anno. I notiziari di questo non parlano…


Ma quando comparve la famosa influenza dei polli… i notiziari mondiali si inondarono di notizie… un’epidemia e più pericolosa di tutte, una pandemia!

Non si parlava d’altro, nonostante questa influenza causò la morte di 250 persone in 10 anni…25 morti l’anno!!

L’influenza comune uccide ogni anno mezzo milione di persone nel mondo.

…Mezzo milione contro 25.

E quindi perché un così grande scandalo con l’influenza dei polli?

Perché dietro questi polli c’era un “grande gallo”.

La casa farmaceutica internazionale Roche con il suo famosoTamiflu,vendette milioni di dosi ai paesi asiatici. Nonostante il vaccino fosse di dubbia efficacia, il governo britannico comprò 14 milioni di dosi a scopo preventivo per la sua popolazione.

Con questa influenza, Roche e Relenza ottennero milioni di dollari dilucro.


Prima con i polli, ora con i suini:e così adesso è iniziata la psicosi dell’inflluenza suina. E tutti i notiziari del mondo parlano di questo.

E allora viene da chiedersi: se dietro l’influenza dei polli c’era un grande gallo, non sarà che dietro l’influenza suina ci sia un “grande porco?”.

L’impresa nord americana Gilead Sciences ha il brevetto del Tamiflu.

Il principale azionista di questa impresa è niente meno che un personaggio sinistro, Donald Rumsfeld, segretario della difesa di Gorge Bush, artefice della guerra contro l’Iraq…

Gli azionisti di Roche e Relenza si stanno fregando le mani… felici per la nuova vendita milionaria.

La vera pandemia è il guadagno, gli enormi guadagni di questi mercenari della salute…

Se l’influenza suina è così terribile come dicono i mezzi di informazione,se la Organizzazione Mondiale della Salute (diretta dalla cinese Margaret Chan) è tanto preoccupata, perché non dichiara un problema di salute pubblica mondiale e autorizza la produzione farmaci generici per combatterla?


DIFFONDI QUESTO MESSAGGIO COME SE SI TRATTASSE DI UN VACCINO, PERCHE’ TUTTI CONOSCANO LA REALTA’ DI QUESTA “PANDEMIA”.


Lorenzo

Il diritto



Dall'intervento di Stefano Rodotà in TVa Ballarò:

"
Io voglio fare il guardiano del giardino del diritto, se possibile, che serve a tutti noi. Perchè se passiamo dal governo della legge al governo degli uomini noi distruggiamo il fondamento della democrazia.
Ho letto con sbalordimento il fastidio di autorevoli editorialisti che hanno detto perchè peppino Englaro non si è portato la figlia a casa e l'ha lasciata morire ordinariamente. Perchè Englaro ha creduto nello stato!!!
Io ricordo le parole che P.Englaro ha detto la sera della sentenza di Cassazione: viviamo in uno stato di diritto ha risposto.
Questa risposta mi ha ricordato la storia del Mugnaio di Saint Soucy.
A questo mugnaio gli volevano espropriare illegittimamente il mulino e le terre circostati.
Passa Federico il Grande, attenzione, forse con una statura maggiore di qualcuno dei nostri politici, e il mugnaio gli dice: Ci sono dei giudici a Berlino.

I giudici, prosegue Rodotà, sono rispetto i diritti individuali il vero presidio. Nessun'altro si può mettere al suo posto con una forzatura istituzionale.

In Italia vorrei che ci fossero più mugnai e più giudici con diritto di parola"


Lorenzo

Un po' di possibile, sennò soffoco - G.Deleuze parte 2^



Gilles Deleuze ci ha (mi ha) indubbiamente complicato la vita, filosofica e non solo, per qualche tempo. Mi ha anche fatto sbadigliare, ma questo accade anche quando rileggo i miei scritti e quindi non ha rilevanza. In larga parte mi ha anche deluso, ma siccome in certi momenti mi ha anche sorpreso, parlerò solo di questo, considerando che rimanere sorpresi non implica altra forma di condivisione che il riconoscimento del problema sollevato. «Un po' di possibile, sennò soffoco.» Con questo richiamo kierkegaardiano, dopo aver negato che il 'possibile' esiste, e dopo aver affermato che esiste, ma non arriva mai, ecco che lo reclama con una battuta che finalmente lo rende umano. OK, ci siamo passati tutti. Anch'io, pessimista di natura spessa e radicata, aspetto ancora un possibile che non arriva mai. Ma questa faccenda riguarda me, non l'evoluzione della specie o lo sviluppo sociale, territori in cui il 'possibile' è sempre già in parte realizzato per un verso o negato per l'altro. Deleuze, al contrario, ragiona sul 'possibile' sotto un profilo politico, senza cedere, si badi, ad una qualsiasi tentazione volontaristica. Anzi, nell'èpuisé, sembrava affermare che l'esaurimento del 'possibile' era una cosa molto buona, invitando persino a smetterla di pensare che sotto al secondo strato di realtà esistessero riserve di 'possibile'. Penserete che il 'possibile' non è come il petrolio, il quale finirà tra alcuni decenni e comunque costerà sempre un po' di più. No, non ci avete preso. Il 'possibile', per Deleuze era già finito! Questo, senza specificare che cosa avrebbe dovuto essere 'possibile', l'utopia di chi, la speranza di chi altri, quale forma sociale nutrisse dall'interno il sogno. Deleuze confusionario ed ingenuo non meno di noi (quelli di noi che ci hanno creduto un po' di più). Ora, è questo che fa incazzare nei filosofi 'continui' e chiacchierosi. Diamogli un nome a questo 'possibile' ma un nome che capiscano tutti: era Paradiso Terrestre? Sì, funziona, così ci capiamo. Beh... non c'è, non esiste, non c'è mai stato un paradiso terrestre se non nella testa di quel satanasso che riscrisse una parte di Genesi sovrapponendosi ad uno scritto anteriore. Non c'è mai stato e non è possibile in quella forma peraltro contraddittoria, che solo menti confusionarie potevano ammettere, di corpi spirituali ed immortali immersi in un mondo naturale percorso da unità di carbonio. Ci fu un profeta che immaginò di fare del lupo un vegetariano, ma questa era una metafora sull'uomo, anche quello caratterialmente più simile al lupo. Hobbes, che era un agnello, pensò bene di mettere fine alla faccenda inventandosi uno 'stato' nel quale si vende la libertà in cambio di sicurezza, e diede un bel colpetto all''utopia, dicendo che nient'altro è 'possibile'. Abbiamo sognato ,alla faccia di Hobbes, una società più giusta, meno disguaglianze, pace. Era 'questo' il 'possibile', e lo è ancora. Ma nell'ottica minoritaria del gauchisme di Deleuze, né leninista, nè spontaneista, ma, come dire, e come vedremo, un po' bordighista ed un po' taoista, 'possibile' era un evento in grado di liberare altri eventi in una catena di eventi, rispetto ai quali meno si progettava, meno si rilasciavano intenzioni e meglio era. C'e, per Deleuze, (c'era negli anni '80 ) una sinistra che non credeva più nel 'possibile'. Il che, detto in altre parole significa che non credeva più nell'utopia e nemmeno nella speranza. Del resto bastava guardare la faccia di Breznev per capire che non c'era più speranza, 'quella' speranza. Bisognava che tutto finisse affinché tutto potesse ricominciare, magari da un'altra parte. Ma in questo, per Deleuze, stava il buono. Dove stava il 'buono' e dove stava Deleuze? Lo spiega bene Françoise Zourabichvili in un saggio su Aut Aut: «Sulla scia di Bergson... [...] il possibile non lo avete in anticipo, non lo avete prima di averlo creato. Il possibile consiste nel creare del possibile. Si passa qui a un altro regime di possibilità, che non ha più nulla a che vedere con l'attuale disponibilità di un progetto a realizzarsi o con l'accezione volgare del termine "utopia"... [...] Il possibile accade attraverso l'evento e non viceversa; l'evento politico per eccellenza - la rivoluzione - non è la realizzazione di un possibile, ma un'apertura di possibilità ...» ( Françoise Zourabichvili - Deleuze e il possibile (sul non volontarismo in politica) - in Aut Aut 276, novembre-dicembre 1996) La non via indicata da Deleuze è la via di Lao Tsu, un lasciare che le cose accadano, senza più pretendere di sottomettere il reale con progetti cartesiani di ingegneria sociale. La volontà non precede più l'evento e non deve precederlo. E' il nulla di volontà e questo è un fatto del tutto post-moderno. Se Nietzsche lo aveva diagnosticato e Dostoevskij lo aveva anticipato in alcuni suoi personaggi, ora si tratta di applicarlo. Nel frattempo sulla scena, erano apparsi dei guru che insegnavano che il mondo è nelle nostre mani quando si cessa di desiderarlo. Ma questa è un'altra storia, che poco o punto c'entra con Deleuze. La sua speranza è tutta giocata sulla parola-chiave dell'intollerabilità e in tutto questo io non concordo, ma è materia di discussione molto interessante anche per spiegare la situazione della sinistra di oggi.

domenica 25 ottobre 2009

Dott. Battista del Corriere della Sera dov'è la coerenza?



Riporto cio che ha scritto, in due momenti diversi e per due persone diversamente schierate il giornalista del Corriere della Sera Pierluigi Battista:

Sul Presidente della regione Lazio:
“Un governatore sotto ricatto è politicamente dimezzato e azzoppato, impossibilitato a svolgere con serenità e responsabilità istituzionale le funzioni che gli sono proprie”.

Su Berlusconi:
...gli scandali non devono impedire al premier di “andare avanti” e i giornali che chiedono le sue dimissioni, o qualche risposta alle domande, “organizzano campagne” e “alimentano lo scontro”.

Quando in altri post parlavo di giornalisti e intellettuali prezzolati................

Lorenzo

sabato 24 ottobre 2009

L'uomo, mattone della società e dello stato




Si imputa al sistema ciò che va imputato all'uomo singolo, preso nella sua chiarissima specificità. Se il mondo fa schifo, non è la società, non è il sistema, ma è l'uomo, anzi, un certo tipo di uomo ( e donna, ovviamente), il responsabile, ed indicandolo nel 'machiavellico' credo di essermi spiegato. Molti dei nostri desideri sono realmente innocenti, non tutti, ci mancherebbe, ma è il modo in cui tentiamo di realizzarli che fa orrore ad una coscienza limpida, una coscienza che consideri l'altro, chiunque esso sia, un essere da rispettare e non uno strumento da usare.
Sarà il sistema che ci costringe a questo? Tutti i sistemi, finora sì, ci hanno spinto, ci hanno condizionato, ma non ci hanno costretto se non in casi eccezionali.
L'uomo morale, perché libero, ha sempre trovato linee di fuga, compresa la diserzione. E allora, rimarrebbe da dire solo che la pazienza necessita di un orientamento: non ci aspettiamo, non vogliamo un nuovo sistema, vogliamo un individuo meno 'machiavellico', vogliamo una politica meno meschina e calcolante, vogliamo relazioni pulite. Tutto questo richiede pazienza, tanta, ma anche volontà.
La volontà di non sostenere chiunque agisca in senso contrario.
Si da poi il problema del governo, questione che non tocca Deleuze ( giusto per rifarmi al post precedente ed a uno che scriverò successivamente) perché
gauchiste, gruppettaro per vocazione, destinato ad opporsi sempre e comunque.
Una volta arrivati al potere, invece di preoccuparsi di come mantenerlo in un'ottica 'machiavellica', occorrerà assumersi responsabilità e dare risposte. Ci aabiamo mai pensato mai pensato?
Che si fa domani? Possiamo lanciare i dadi come auspica Derrida? Possiamo aspettare fino a sera, come consiglia Deleuze ( a quale sera? Di quale anno?), possiamo lasciare che sia il mercato a decidere come dice 3 monti?
Io dico di no, bisogna agire da subito,se non vogliamo rimanere ingessati, con il pensiero e la dignità di cittadini, pretendere da oggi che lo stato funzioni perchè troppo spesso ci si dimentica che lo stato siamo noi.
Lorenzo

Una lezione magistrale su cosa sia il diritto

venerdì 23 ottobre 2009

La costituzione italiana



« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì O giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione. »
(Piero Calamandrei)

giovedì 22 ottobre 2009

Diritto di morire



Perchè i difensori della "sacralità della vita" rifiutano i progressi della tecnica quando si tratta di nascere e, invece, accolgono a piene mani quando si tratta di morire?
Lo sguardo della scienza è di tipo tecnicistico, ma, secondo me, facciamo noi uomini male a guardare e giudicare secondo questo metodo.
Si corre il rischio di perdere la nozione di " persona" a favore di quella di organismo, la nozione di " individuo" a favore di quella di genere umano, la nozione di vita quale prolungamento o percorso del " quantitativo biologico" di ognuno di noi.
Ecco perchè si giudica l'eutanasia come se fosse un suicidio, dimenticando così il diritto di morire con una " buona morte".

Lorenzo

Dedicato a Richard Wright ad un anno dalla scomparsa



Per me uno dei pezzi più belli e sensuali dei Pink.

Lorenzo

mercoledì 21 ottobre 2009

Nostalgia



Pensando alla libertà di stampa che c'era negli anni '70 e '80 in Italia mi è venuto in mente il giornale " Cuore", all'inizio inserto dell'unità e poi giornale autonomo.
Mi viene da pensare se uscisse al giorno d'oggi, scatterebbero denunce a raffica, con un Berlusconi assatanato contro la sinistra.
A quell'epoca invece il potere sottostava alla satira, forse perchè riusciva a farsi gli affari suoi meglio, ma anche oggi mi sembra che la situazione non sia cambiata, anzi, semmai è stata legalizzata.
Ho comunque nostalgia di quel giornale e dello spirito che ruotava in quegli anni.
Chissà se c'è ancora in circolazione qualche giornalista coraggioso da poterlo riproporre?
Vista la situazione della stampa direi proprio di no.

PS:
Notare sull'angolo in alto a destra il personaggio raffigurato. Chissà se allora immaginavano che quella stessa persona sarebbe finita nelle fila di questo partito!!!

Lorenzo

martedì 20 ottobre 2009

Deleuze, ovvero la rivoluzione che verrà



Deleuze, un filosofo moderno e rivoluzionario

Deleuze segue, non a caso, le prime proiezioni relative ai francofortesi, che hanno dato lustro e non poche preoccupazioni ai nostri pensieri negli anni passati.
E' facile comprendere perché: marxismo e psicoanalisi erano stati il terreno comune e fecondo delle riflessioni della dialettica negativa, delle mostruosità procurate da un approccio al mondo troppo baldanzosamente razionalistico.
Marxismo e psicoanalisi sono anche una componente del pensiero di Deleuze, ma il fatto nuovo, l'ospite inatteso, è Nietzsche, un Nietzsche un po' diverso da quello a cui eravamo abituati, interpretato da Deleuze nientemeno che come un compimento di Kant.
Certo, difficile da digerire.
Ma il Nietzsche di Deleuze parte da una rilettura della Genealogia della morale in cui, sostanzialmente, si dice: Kant ha accettato tutti i valori selezionati dal mondo prima di lui. Nietzsche li ha rimessi in discussione.
Ma il punto di vista nietzscheano non differisce da quello kantiano. Valutano le stesse cose, secondo criteri diversi. Possibile? Possibilissimo.
Per la verità, Kant non parlò nemmeno di valori, avendoli talmente a cuore da non ritenere necessaria ulteriore spiegazione.
Perché la pace sia preferibile alla guerra, il benessere al malessere, la felicità all'infelicità, la conoscenza all'ignoranza, il bene al male, la moralità all'immoralità: c'è bisogno forse di spiegazioni? C'è un solo punto, in Kant, nel quale sembri egli dire no alla vita?
Nietzsche, invece, richiede spiegazioni. Smaschera i valori imposti e l'ipocrisia dei loro propagandisti.
Dietro ad essi c'è un inganno, un complotto dei deboli, una ragione plebea volta a domare il soggetto prepotente e libero.
Ovviamente, io dissento in parte da questa interpretazione in linea generale, ma non posso che accoglierla in ambiti particolari: è vero che dietro ai moralisti si nascondono spesso molti inganni, è vero che essi indossano una maschera e che vanno dunque smascherati. Ma è anche vero che Kant non fu un moralista e pigiò sempre con molta insistenza sul tasto della moralità possibile solo in una reale libertà.
Chi decide di agir bene per paura della legge o per paura di Dio e di finire all'inferno od in galera, non compie una scelta morale, ma una scelta da cacasotto. Questo ha veramente detto Kant.

Lo shakeraggio dei pensieri dei tre maestri della scuola del sospetto ( Marx, Freud e Nietzsche, secondo Paul Ricoeur) porta ad esiti del tutto inediti, complice anche l'anti-lacaniano Felix Guattari.
Il soggetto viene negato, ridotto a macchina desiderante, descritto come un corpo senza organi, privo di un centro direttivo, spogliato dalla maschera della psiche, quasi privo di anima, ed infine di un inconscio.
Il soggetto della filosofia classica è, ormai, solo uno schizzato. La schizoanalisi deve sostituirsi alla psicoanalisi.
Nel naufragio, senza spettatori, perché siamo tutti naufraghi coinvolti, occorre trovare una via di fuga, e questo, paradossalmente, è il nuovo inizio, il compito che spetta a quelli che ragionano ancora, per avere ragione del caos.
Fine.
Cioè, dopo aver attraversato gli abissi della schizoanalisi, Deleuze e Guattari, nel testo "Qu'est-ce que la philosophie?", dicono chiaro e tondo che, forrtunatamente, arte, scienza e filosofia "tracciano tre piani sul caos" e che "il filosofo, lo scienziato, e l'artista, sembrano ritornare dal paese dei morti"."
Quel che il filosofo riporta dal caos sono delle variazioni che restano infinite, ma divenute inseparabili su superfici o in volume assoluti che tracciano un piano di immanenza secante..."

Dal canto suo, l'artista importa dal caos "delle varietà che non costituiscono più una riproduzione del sensibile nell'organo, ma erigono un essere del sensibile, un essere della sensazione". E ancora, lo scienziato prende dal caos "delle variabili divenute indipendenti"... [...] Ecco che la scienza diventa il caoide in grado di prendere un pezzo di caos (cioè di realtà) in un sistema di coordinate, formando "un caos riferito che diventa Natura, e da cui ricava una funzione aleatoria delle variabili caoidi."

Il filosofo, più avanti dello scienziato quanto a fantasia concettuale, produce invece variazioni di pensiero e di concetti lottando contro il caos "quale abisso indifferenziato o oceano di dissomiglianze."Ed un concetto creato sul pezzo è proprio quello di "caoide", non solo un antidoto al caos, ma un interprete di quel caos.

Tali concetti, avvertivano Deleuze ( e Guattari), non vanno assimilati alle opinioni (platonici e kantiani insieme, ma come vedremo tre righe più sotto, di fatto solo kantiani). "Il concetto è uno stato caoide per eccellenza: esso rinvia ad un caos reso consistente, divenuto Pensiero, caosmo (caos e cosmo insieme) mentale. E che cosa sarebbe il pensiero se non si misurasse incessantemente con il caos?"

Il punto, secondo Deleuze (e Guattari) è che «I concetti non sono già fatti, non stanno ad aspettarci come fossero corpi celesti. Non c'è un cielo per i concetti, devono essere inventati, fabbricati o piuttosto creati e non sarebbero nulla senza le firme di coloro che li creano [...].
Ogni concetto filosofico è un tutto frammentario che non si adatta ad altri concetti poiché i contorni non coicidono.
Più che comporre un puzzle, i concetti nascono da un lancio di dadi. E ciò nonostante hanno delle risonanze, e la filosofia che li crea si presenta sempre come un illimitato, Omnitudo che li comprende tutti su un unico e medesimo piano.»


E' solo dopo aver detto questo, che Deleuze lascia un testamento ai filosofi del III millennio.
La filosofia è un agire costruttivo, un costruttivismo.

Derrida ne ha lasciato un altro nel quale si dice l'opposto: è necessario decostruire.



Lorenzo


Peggiora la libertà di stampa in Italia



Peggiora la libertà d i stampa in Italia: è questa una delle conclusioni dell'annuale rapporto pubblicato da "Reporters sans frontières"
( http://www.rsf.org/fr-classement1001-2009.html ).
Secondo la nuova classifica delll'organizzazione internazionale, gli altri dati più rilevanti sono l’aumento della libertà di stampa negli Stati Uniti dopo l’insediamento di Obama (gli Usa risalgono dal 40° posto al 20°) e il peggiorare della situazione in paesi come Iran (73°) e Israele (93° sul territorio nazionale ma solo 150° fuori dai confini).


SCANDINAVIA FELICE - Anche per l'Italia , come detto, un responso negativo, col nostro paese che perde 5 posizioni, dalla già non confortante 44esima posizione del 2008 fino alla 49esima (e nel 2007 era 35esima) . Cinque i Paesi che guidano la classifica dei più "liberi": Danemark, Finlandia, Irlanda, Norvegia e Svezia. Ultimo classificato (su 175 parsi monitorati) è l'Eritrea.

Lorenzo

lunedì 19 ottobre 2009

Adesso sono davvero preoccupato



Berlusconi a Cnn: mai fatto gaffe

Sono invenzioni dei giornali. Confalonieri: un ottimo padre

(ANSA) - ROMA, 19 OTT -'Non ho mai fatto alcuna gaffe, nemmeno una: tutte sono inventate dai giornali'.
Lo afferma il premier Berlusconi in un'intervista alla Cnn. Registrata a maggio all'interno del programma 'Revealed' - tutto dedicato alla figura di Berlusconi- andra' in onda mercoledi'.'Io non so bene cosa sia il carisma, forse e' una situazione che rende gradita una persona: io l'ho sempre avuto,chi lavora come me mi ha sempre adorato.Certo sono consapevole che la gente possa cambiare idea, ci vuole poco'. Nello stesso programma della Cnn andranno in onda anche le interviste a Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset e amico di lungo corso del premier, e di Piersilvio Berlusconi, figlio del presidente del Consiglio e vicepresidente di Mediaset.

'Silvio Berlusconi? Un ottimo padre, anche se forse non un buon marito...' dice Confalonieri.'E' un ottimo padre - spiega- che si e' dimostrato sempre molto generoso con i suoi figli, non solo ovviamente dal punto di vista economico. Lo ricordo anche quando erano bambini: nel poco tempo libero che aveva giocava con loro, si prendeva cura della loro educazione'. 'La mia - racconta Piersilvio Berlusconi - era una famiglia normale, almeno fino a quando mio padre e' entrato in politica: una famiglia sana'.(ANSA).

Personalmente sono davvero preoccupato.
Questa persona non è più in grado di fare da solo un ragionamento che sia logoco e minimamente veritiero.
Lorenzo

Potere



Immaginatevi mentre uscite di casa per andare al lavoro, magari avete anche vostro figlio insieme perchè lo state accompagnando a scuola.
Uscite e avete una troupe televisiva alle calcagna, che vi segue e vi riprende.
State per salire in macchina e non trovate le chiavi, la telecamera riprende tutto e poi manda la scena con delle risatine di sottofondo; guidate, magari mandate a quel paese qualcuno e siete immortalati in questa trasmissione televisiva, con una voce sottofondo che inizia a burlarvi di voi.
Date un bacio a vostro figlio e le risatine sotto aumentano, andate a fare la spesa e tutta italia ride di voi perchè cercate di capire che prezzo hanno i cavoli; riprendono i vostri pantaloni o la gonna, magari un piccolo difetto e subito diventa oggetto di scherno da parte di un commentatore prezzolato dai potenti. Perchè loro si vogliono divertire.
Siete presi come esempio per screditare magari la catogoria di lavoratori a cui appartenete oppure i cittadini della vostra città. I vostri pseudodifetti diventano comuni a tutti gli altri.
Come vi sentireste??

Eppure tutto ciò succede e continuerà a succedere. Striscia la notizia docet.
Perchè tutto questo??
Perchè, voi lettori di questo post, gli avete dato questo potere!!!!
Se nessuno guardasse più la Tv tutto questo sparirebbe.

PS:
Il post è volutamente provocatorio, fra i lettori ci sono pure io.

Lorenzo

domenica 18 ottobre 2009

Piccolo raggio di luce



Forse un minimo raggio di luce riesco a intravvederlo fra la foresta cupa di questa mia oscurità in cui sono incappato, per mia volontà.

Che sia la fredda luce della luna o il caldo raggio del sole questa volta non ha importanza.

Quello che so è che solo l'amore riesce a parlare della luce.

Tutto il resto sono abbagli accecanti.


Lorenzo

Processateli per tradimento della patria



Dal Blog di Antonio Di Pietro pubblico volentieri il suo ultimo post che condivido a piene mani.

"La trattativa tra Stato e mafia ha salvato la vita a molti politici".Queste sono le parole del Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, parole che non avremmo mai voluto ascoltare.
Piero Grasso deve fare i nomi di chi ha gestito questa indecente mercificazione dello Stato e della sua dignità.
Piero Grasso deve dire quali politici sono stati salvati e perchè la mafia voleva ucciderli.
Cosa avevano promesso i politici? Cosa hanno ottenuto? Chi sono i porta nome e porta interessi della mafia in Parlamento? Alcuni nomi li conosciamo: il primo sarebbe stato Giulio Andreotti, uomo di 'esperienza' nei rapporti con la mafia, salvato dal reato di favoreggiamento per prescrizione; un altro è Marcello Dell’Utri, fondatore di Forza Italia, oggi in appello con 9 anni di condanna in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa.

Vogliamo tutti i nomi, l'intera lista, per poterli allontanare dalle istituzioni e processare, oltre che per i reati più ovvi, anche per alto tradimento della Patria. Si, di questo stiamo parlando e nessuno in uno Stato ha l’autorità per poter 'vendere' i suoi cittadini alla criminalità.

I politici coinvolti nella trattativa con la mafia vadano a dare le loro indecenti spiegazioni ai familiari di Giovanni Falcone, della moglie, Francesca Morvillo, dei tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montanaro, a quelli di Borsellino, di Agostino Catalano, di Emanuela Loi, di Vincenzo Li Muli, di Walter Eddie Cosina, di Claudio Traina.

A.Di Pietro


Lorenzo

Perchè screditare la magistratura?



Ci sarebbe bisogno di una classe nuova di intellettuali, o se ci sono, che si facciano avanti, la ricreazione è finita.
C'è bisogno di voi, perchè ancora il cittadino comune non ha diritto di parole ne tantomeno di ascolto.
C'è bisogno di una classe di onesti pensatori, che occupino spazi e non lascino soli chi, come Santoro, continuano le loro battaglie giornalistiche contro l'illegalità.
Finchè gli intellettuali rivoluzionari hanno avuto una categoria da difendere, i lavoratori, gli sfruttati dal lavoro si sono sentiti rappresentati, per poi sfociare nel sindacalismo.
Le categorie sfruttare ora sono cambiate, non fanno più parte di una classe o di una categoria.
Hanno aggirato Marx togliendogli le classi!
Gli sfruttati sopravvivono in varie categorie in una mezza borghesia fatta di giovani o meno giovani che non hanno soldi per arrivare a fine mese ma hanno l'ultimo modello di cellulare, insieme a chi la fatica la fa davvero, con figli da mantenere o chi la famiglia e la casa se la vuole costruire.
I finti sfruttati, quelli con il cellure alla moda, sono quelli però che hanno diritto di parola e si
sentono portatori delle istanze di tutti.
Tutti però si sentono inseriti nella mezza borghesia, guai a dire ad un operaio, tu sei un operaio.
guai a dire a un ferroviere, tu sei un operaio, guai a dire ad un professore tu guadagni come un operaio.
I borghesi che si sentono rappresentanti di questa multiforme borghesia, sono anche i vari Bertinotti e Marini,che hanno sfruttato il loro potere CONFERITOGLI DAGLI OPERAI, per poi infilarsi nelle stanze dei bottoni senza più voltarsi indietro, nemmeno dopo la sonora sconfitta elettorale.
In questo modo hanno ceduto spazio e preoccupazione ai nuovi invisibili, i giovani precari, i disoccupati, i cassintegrati, che però essendo semplicemente poveri e non borghesi non vengono ascoltati , se non addirittura snobbati.
Questo governo, da quando è al potere, ha capito quale deve essere la sua missione, spaccare tutto quello che ancora potenzialmente potrebbe riorganizzare queste masse inascoltate: il sindacato e la magistratura.
Il primo per la sua vocazione di compiere battaglie unitarie ( e proprio qui è stato ultimamente sconfitto) .
Il secondo, la magistratura, quale potere inquisitorio proprio verso chi si arriga il potere di rappresentare le masse pseudoborghesi o finto borghesi e tenere lontane le masse invisibili.
Ora, bisogna che ognuno prenda coscienza della propria situazione.
Smetterla di essere consumatori e usufruitori di servizi mediatici.
Dobbiamo smetterla di sentirci tutti dei piccoli borghesi individualisti, altrimenti sarà ancora una volta colpa nostra della invisibilità dei nostri figli.

Lorenzo

Iniziamo da qui a non violare le regole

Scuola e università delle ultime generazioni hanno segnato uno scadimento di cultura generale, di insegnamento del pensare da se stessi.
Facciamo subito un distinguo, quando parlo di scuola mi riferisco alle istituzioni, partendo dal ministro della pubblica istruzione per arrivare ai vari dirigenti locali.
Gli insegnanti sono stati invece quelli che hanno permesso alla scuola di sopravvivere, vituperati a destra e a manca continuano, isolati, a portare avanti la loro missione, perchè di missione si tratta, far crescere intellettualmente i nostri figli e di questo io li ringrazierò per sempre.
Ma non ringrazio i responsabili di questa istituzione, che si fanno belli grazie al lavoro di pochi e mal pagati.
Nella scuola vige l'anormalità, il normale è diventato anormale. Normale è il genitore che sbraita come al mercato, che vuole fare causa perchè gli hanno sequestrato il cellulare al figlio, che giustifica le mascalzonate come allagare la scuola.
Normale viene da norma, le norme vengono violate, i concorsi pubblici sono una sentina di corruzione o di conflitto di interessi su scala parentale, amicale, politico partitica, personaggi che gestiscono il malaffare non hanno nemmeno più il pudore di nascondersi, anzi, sono loro che determinano le regole del gioco.
Il marchio berlusconiano è ormai una bandiera affissa in ogni scuola, egoismo, individualismo sfrenato, spregio verso chi lavora, personalizzazione delle regole.
Sarebe ora che inizino a svegliarsi i presidi, che sentano la scuola che dirigono come la loro e inizino a difendere chi veramente lavora per il bene di tutti, fissando regole e sanzioni........ovviamente da far rispettare.

Lorenzo

Un viaggio


"Viaggiare è quasi lo stesso che conversare con quelli dei secoli passati."
Cartesio

giovedì 15 ottobre 2009

martedì 13 ottobre 2009

Dilectio Dilectori




".... L'angoscia del mio cuore che pensa proprio a ciò lo testimonia come lo testimoniano le lacrime che offuscano i miei occhi e bagnano la mia faccia e le dita che scrivono queste parole ......."


Scriveva così S.Anselmo, priore di Bic, uno dei più influenti monasteri del 1100, approposito del suo amato, un giovane monaco suo allievo.
Relazione tenuta nascosta perchè contro la legge, le leggi di quel periodo, dove a lì poco tempo sarebbero anche stati bruciati.

Dunque l'omosessualità è contro la legge perchè contro la natura.
La legge cristiana prevede l'unione al fine del concepimento e la riproduzione, da qui l'impossibilità di certe relazioni sono al fine del piacere.

Io penso che sia la filosofia, anche in questo caso, a darci alcune risposte sul perchè ancora oggi si discute sulle discriminazioni nei riguardi degli omosessuali.
Organizzato lo spazio sociale come spazio del maschile e del femminile il discorso della legge si vede messo in questione, cioè prende forza.
La legge che regola i rapporti uomo donna, ma non gioca con la sessualità, non prende in considerazione il gioco per il riconoscimento della propria sessualità. Tenendo presente che la legge prende in considerazione solo il fine della riproduzione, tutto ciò che sta al di fuori non è ancora ragionato, cioè è follia.
In questa follia ballano tutte quelle "anime" che non si riconoscono nel gioco della sessualità come riproduzione, ma solo come piacere, frutto di quella crescita del proprio corpo che la legge non prende in considerazione.
Siamo quindi nel Kaos, nella non ragione, nella follia dove gli omosessuali, per rendersi visibili devono manifestarla questa follia, ecco perchè i Gay Pride.
Approposito, per sapere cosa in tendo per follia che precede la ragione, leggere il post la follia.
La legge quindi, in questo caso è smentita dai fatti, dal " sintomo omosessuale" come lo chiamano i saccenti della legge. E così il messaggio omosessuale, che se ascoltato potrebbe allargare il concetto di sessualità ( la follia che rientra nella ragione) fino a riconciliarla con il piacere, viene sfruttato dalla legge per rafforzare il momento ideologico che consiste nel suo rappresentarsi identica alla natura, come legge di natura ( ricordo che nell'antica Grecia non era assolutamente così).
Gioco di prestigio la cui condizione e la cui posta sono l'esclusione dell'omoios ( uguale) che a questo punto non esiste come soggetto ma come effetto del discorso legale.

Questo " preambolo filosofico" per avere un altro punto di vista su cosa sia successo oggi con la bocciatura della legge Concia in parlamento.

Non sto a ripetere i fatti, i giornali ne parleranno domani e questo è solo un post filosofico non politico ( ma non mi fermerò certo qui ).
Oggi l'On Binetti, custode della legge cattolica, saccente della ragione che non vuole esplorare la follia, ha votato contro la legge contro le discriminazioni sessuali. Motivo, secondo lei e chi ha votato con lei , parte del PD,parte PDL, UDC era incostituzionale.
Motivo della presunta incostituzionalità: discriminava i discriminatori!!

Ma come ho detto prima non parlo di politica qui, ma di filosofia.

Cosa vedono questi soggetti politici che non vogliono esplorare la follia, il caos non ancora governato dalla ragione?
Vedono il corpo come simbolo di passione ( dolore, passione negativa) e di resurrezione, ma mai di piacere.
Il piacere del corpo è momentaneo, addirittura non cercato, quasi sicuramente non voluto, ma veicolo solo per la riproduzione, legge di natura.
Tutto il resto è "ILLEGALE", come la passione positiva di S.Anselmo e come la passione positiva di milioni di omosessuali nei nostri giorni.

Essi continueranno ad essere discriminati perchè fuori la legge.

Continueranno a ballare ai margini della follia, in quella zona della non ragione dove il male è mescolato al bene e senza saperlo attraverso il male cercano il piacere.
Fino a quando le leggi sul sesso continueranno a configurarsi come una trasgressione sacra?
Fino a quando la sacralità impedirà di esplorare la follia.

L'omosessualità non è una deviazione, un sintomo, una malattia; l'omosessualità è un effetto del discorso della legge.

Lorenzo

lunedì 12 ottobre 2009

Analisi semi-seria dell'opposizione in Italia



Con il solito, ma non troppo, distacco filosofico (?), vorrei fare un esame della opposizione al governo nel nostro paese.
Innanzitutto " la opposizione" in tutti i governi democratici ha un ruolo di controllo, ciò è garanzia della trasparenza dei governi.
Lo sapevate che negli USA il capo del partito dell'opposizione è sempre presente nelle riunioni del presidente e dei suoi collaboratori in veste ufficiale??
Bene passiamo al nostro paese e ai " persecutori di Berlusconi".

La landa piatta parlamentare che non è al governo è formata dal PD ( lo avete sentito parlare ultimamente di politca? io no); dall'IdV, partito formato da Di Pietro che è di destra; UDC, beh siamo lì da quelle parti.
Fuori dai parlamenti l'opposizione è formata , nel senso le voci fuori dal coro berlusconiano, da: La Repubblica, un giornale ineteressante, intelligente ma il suo padrobe è quel De benedetti che proprio socialista o comunista non è; Marco Travaglio, che è di destra; Beppe Grillo, un comico, mi spiace per lui ma i suoi non sono comizi ma spettacoli, la gente paga.
Nelle piazze, che fanno opposizione rimangono i sindacati, solo la CGIL è di sinistra ma ha un altro ruolo; i NO TAV, Dal Molin, Girotondini.
Beh un panorana un pò desolante, a parte i due partiti poi ho citato solo dei nomi, dei singoli, beh molto seguiti ma sempre singoli sono. Poi c'è chi protesta, giustamente, la parte che non vuole tacere, che non vuole soccombere, ma non è gente eleggibile, nel senso che non sono partiti.
Come si vede la sinistra è molto frastagliata e poco presente dove dovrebbe esserci.
A questo punto tocca ai partiti!!!
Aprite gli occhi, la gente vi guarda ma non vi segue. Siete incomprensibili sia nelle parole che nei gesti. Fate, costruite un progetto Italia, con tempi, modi e fini e la gente vi seguirà.
Non rimanete imbambolati quando Berlusconi parla e dice che il 70% è con lui. Sveglia!!!!
La gente aspetta una idea di Italia, fattibile e concreta.

Lorenzo

No Comment!!!!!!!

Pure lui è rimasto stupito!


Dall'ultimo post del mio blog : Diversamente intelligente :

Mi hanno rubato il primato di essere diversamente intelligente ( cioè stupido per chi ancora non l'avesse capito)!!!!!!!!!!!!!!!




Le chicche di questo video:
- " ..certamente sono state inopportune..bisognerà un pò discutere di come funziona il gruppo parlamentare....ehhhh...."
- "....però la prima cosa che mi viene in mente..che il parlamentoooooo è troppo grande..ci sono troppi parlamentari..."
- "....bisogna ridurre i parlamentari per poter affrontare questi passaggi in maniera piùùùùùùùùùùù...efficace.."
- ".....sii ero assente perchè avevo una manifestazione...E NON MI ERA STATO SPIEGATO BENE CHE ERA UN VOTO IMPORTANTE....."
- "....altri erano a Madrid per un convegno.....non è che la gente vada in vacanza!"

PORTATE LA TOMBA DI ENRICO BERLINGUER FUORI DALL'ITALIA PER FAVORE, HO VERGOGNA PER LUI.

Il Diversamente intelligente

Pensate che mi ero vergognato di metterlo qui tanto era la rabbia.
Lorenzo

Noi e Il sapere




Noi occidentali non dobbiamo pensare che l'unità del sapere sia un ideale, un luogo o un principio unico e incontrovertibile, ma tenere conto che è sempre possibile una rottura, perchè spezzando i saperi, relativizzandoli a volte, è possibile risalire a delle verità ulteriori.
Avanzare nel progresso, che è poi ricerca della verità.

In Italia non può succedere una cosa del genere.
La nostra storia del sapere è sempre riferita alla chiesa, quale custode dei saperi. Il confronto della scienza, qui, è con Dio, cioè ricerca di Dio che sempre sarà Uno e mai divisibile.

Ecco da dove viene spesso la rinuncia, nella speranza, nel non far fatica alla ricerca della verità, perchè già scritta, già contemplata dagli dei prima da un dio ora. Non è un fatto di fede, non centra la credenza, è il ruolo della chiesa che ha fatto assumere questa " visione del sapere" in noi.
I veri scienziati sono i cardinali, che se la ridono nel vedere gli uomini di scienza che osano e cercano la verità, oppure di noi, che in nome di principi laici, quindi scientifici perchè filosofici, cerchiamo di dare un ordine o un punto di rottura alle verità.

Il progresso è il tipico esempio di rottura, il nuovo che rompe col passato, una nuova verità.

Quando inizieremo a scrollarci di dosso queste paure?

Quando inizieremo ad avere il coraggio del prete Paolo Farinella?

Quando inizieremo a sfidare i custodi del sapere?
Non è molto difficile, basta iniziare a leggere...........

Lorenzo

domenica 11 ottobre 2009

Il coraggio di dire le cose come stanno



















Pubblico questa lettera di una durezza esemplare, scritta da un prete, affinchè il fututo segretario del PD possa sapere cosa significhi DIRE LA VERITA'.
Non tanto per le cose in sè, arcinote, ma per lo stile, la forza con cui è stata scritta, esempio di come gli italiani dovrebbero rapportarsi con la verità.
Questa lettera penso non rappresenti il mondo clericale, anzi, è una voce fuori dal coro, scritta da un uomo di coraggio.
Lo stimo in quanto uomo, non prete.

Care Amiche e cari Amici vi spedisco questo documento, sotto forma di lettera aperta: chi la condivide la condivide; chi non la condivide, la cestini. Non accetto discussioni in merito. Una volta pubblicata è patrimonio pubblico.
Potete farne quello che volete.
In caso mi servisse frutta in carcere, sappiate che sono diabetico e poso mangiare solo mele “Smith” o frutta equipollente. Un abbraccio a tutti.
Paolo Farinella, prete – Genova E noi ci sentiamo in dovere di condividerla
IL PROTETTORE DEL PADRINO
Lettera aperta al cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano di Paolo Farinella, prete

Sig. Cardinale,
Mercoledì 7 ottobre 2009 è stato un giorno memorabile e tragico. Memorabile perché una sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il tentativo di Silvio Berlusconi, presidente del consiglio, corrotto e corruttore, di stravolgere lo stato di diritto, piegandolo ai suoi biechi e immorali interessi.
Con il «Lodo Alfano», egli voleva la consacrazione costituzionale di essere l’«Unto di Dio» in terra. Che Berlusconi sia «unto» è fuori di ogni dubbio: unto di falsità, di immoralità, di corruzione, di furto, di evasione, di illegalità e di antidemocraticità.
La sentenza della Corte, invece, ha restituito a noi cittadini comuni, l’orgoglio della dignità di appartenere ad una Repubblica, dove l’uguaglianza dei cittadini e la legalità sono ancora «principi non negoziabili».
Con questa sentenza l’Italia è più forte e più libera.
Mercoledì 7 ottobre 2009, però, è stato anche un giorno tragico.
Lei, sig. segretario di Stato Vaticano, nonostante la disapprovazione della Chiesa reale, ad ogni costo, ha voluto tagliare insieme a Berlusconi il nastro della mostra «Il Potere e la Grazia» a palazzo Venezia (ogni riferimento al passato è decisamente voluto).
Che scena deprimente!
Che spettacolo rozzo e indecoroso!
Lei sapeva che «in quel giorno e in quelle ore», la Corte Suprema si sarebbe pronunciata e sapeva quali sarebbero state le reazioni di un uomo malato e fuori controllo (testimonianza della moglie), eppure non ha esitato ad aspettare e a rispettare la tempistica imposta da un giullare che da sempre ha identificato i suoi interessi con quelli del Paese.

Il presidente del consiglio, furibondo per non essere «più uguale degli altri», chiuso nel bunker insieme ai suoi disonorevoli dipendenti, sapendo che ormai non poteva sfruttare il tg1 minzoliniano, ormai fuori tempo massimo, ritarda volutamente l’apertura della mostra, costringendo lei ad aspettare i suoi comodi.
Egli infatti varca la soglia di palazzo Grazioli, sede di meretricio istituzionale, nello stesso momento in cui inizia il tg4 di famiglia, consapevole che quelle primissime immagini avrebbero fatto il giro del mondo.

Come un cane, ferito all’improvviso, con uno stile da pescivendolo (con tutto il rispetto) più che da uomo di Stato, va all’attacco di tutti: lo tzunami della vergogna attraversa l’etere, una valanga di falsità e di fango schizza dappertutto: contro il Presidente della Repubblica, contro i Giudici Costituzionali (anche contro quei due con i quali ha condiviso una irrituale cena, prima della sentenza?), contro la guardia del corpo più alta di lui, contro la stampa, contro la televisione, contro la luna che si permetteva di sogghignare. Una scena invereconda.

«In quel giorno», il 7 ottobre 2009, la prudenza clericale e diplomatica avrebbe voluto che lei stesse defilato, magari in qualche cappella a pregare per la «serva Italia di dolore ostello / nave sanza nocchiere in gran in gran tempesta / non donna di provincie, ma bordello» (Dante, Purg. II, 6,76-78).
Invece?… Invece, lei, sig. cardinale, stava lì, come un compare di nozze, accanto all’«utilizzatore finale» di prostitute a pagamento.
Egli da solo ha calpestato tutti «i principi etici non negoziabili» con cui lei è solito pontificare; tutti i principi della dottrina sociale della Chiesa che ogni tanto lei rispolvera per darsi un contegno; tutti i valori etici per cui il Vaticano e la Cei avete anche organizzato una manifestazione di massa, il Family-Day, a cui ha partecipato anche il frequentatore di minorenni, divorziato e strenuo difensore della «famiglia», senza che nessuno lo accompagnasse in qualche strada adiacente; tutti i principi, i valori, le regole e il metodo che il papa predica e la Cei descrive nel documento «Educare alla legalità» (1991-2000), che avete abortito prima ancora che nascesse.

Tutto ha corrotto il Corruttore, anche le coscienza del popolo cattolico che, su vostra indicazione, lo vota in massa, senza nemmeno turarsi il naso.
Lei stava lì come un protettore che mette il cappello sul proprio protetto, mandando un messaggio mediatico trasversale dentro e fuori i palazzi: Berlusconi è sotto la protezione del Vaticano e non si tocca, come lei aveva fatto con Giovanni Profiti, indagato a Genova e promosso a presidente dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, di proprietà del Vaticano.
Si direbbe che lei sia attratto dalla recidività: lei, infatti, va a braccetto di Berlusconi, nonostante sia corrotto, nonostante abbia corrotto, nonostante frequenti minorenni, nonostante favorisca e alimenti la prostituzione, nonostante sia evasore, nonostante sia piduista, nonostante sia Berlusconijad, nonostante abbia impoverito l’Italia dentro l’abbia umiliata fuori, all’estero, dove stampa ed economia chiedono a gran voce le dimissioni.

A lei, sig. cardinale, che gliene cale? L’importante è portare a casa, a costo zero, qualche legge che domani un altro governo eliminerà.
Ah, la lungimiranza della diplomazia vaticana, un tempo mito ineguagliabile di accortezza serpentina, oggi ridotta a comparsa nel ridotto del berlusconismo, mito dell’anticristianesimo.
Il mondo ha visto che il presidente del consiglio, vergogna internazionale della Repubblica italiana, certo ormai del padrinaggio vaticano, ha osato dirle davanti a tutti che in quella mostra mancava un quadro: «quello di San Silvio da Arcore» e lei, con il sorriso di prassi (diplomaticamente ebete), è rimasto allampanato, incapace di infilargli una mano in bocca e strappargli la lingua.
Lei annuiva, restando immobile, che è il top della diplomazia e della falsità proterva e bugiarda. Io non so se lei si sia reso conto del danno che ha provocato alla Chiesa universale e alla Chiesa che è in Italia in modo particolare.
Con la sua presenza «in quel giorno e a quell’ora», senza che Berlusconi ammettesse i suoi errori e chiedesse scusa agli Italiani e alle Italiane dei suoi comportamenti non privati, ma di presidente del consiglio in carica in luoghi protetti dal «segreto di Stato», lei ha posto la premessa formale per sette conseguenze inevitabili, che peseranno sulla sua coscienza e di cui dovrà rendere conto a quel Dio in cui dice di credere:
a) Lei ha avallato la tesi del presidente del consiglio che afferma di essere orgoglioso dei suoi comportamenti perché gli Italiani vogliono essere come lui. In questo modo lo propone a tutti come MODELLO.
Lei insieme a Berlusconi, due giorni dopo una sentenza di un sovrano tribunale che lo giudica corruttore di giudici e nel giorno in cui la Corte Suprema lo spoglia della sua pretesa e mafiosa superiorità, rendendolo semplicemente cittadino tra i cittadini, autorizza tutti gli Italiani e le Italiane a imitarlo perché che altro significa la sua presenza se non la santificazione di un uomo perverso e del suo sistema d’impunità immorale?

b) Lei ha dato vigore e densità alla pazzia di un uomo che non esita a gettare la Nazione in una guerra civile pur di salvarsi da tutte le sue ignominie e dai tribunali, anche per fatti commessi prima che diventasse deputato e presidente del consiglio. Come nel 1929 fu solo il Vaticano a riconoscere il governo di Mussolini e la sua dittatura fascista, così nel 2009, esattamente dopo 80 anni, è ancora il Vaticano a togliere d’impiccio istituzionale un governo e un indegno presidente del consiglio condannato dal mondo intero.
c) Lei con questa sua presenza, «in quel giorno e in quelle condizioni», ha perso ogni dignità etica di parlare di mortalità e di spiritualità perché non ha esitato, sul modello della migliore tradizione mafiosa, a dire al mondo intero che un mafioso, amico dei mafiosi e protettore di mafiosi, corruttore, evasore (con tutto il resto), è protetto dalla Sacra Famiglia Vaticana.
E’ possibile che lei rappresenti uno Stato estero, è impossibile che possa, anche per sbaglio, rappresentare la Chiesa di Cristo.

d) Lei con la sua presenza a quella mostra ha assolto di fatto Berlusconi, all’insegna del «siamo pratici, ovvia!», rinnegando anche le condizioni etiche e sacramentali che la Chiesa impone ai poveri diavoli.
Lei ha disonorato tutti i credenti che faticano giorno per giorno a conciliare quello che voi dite con le difficoltà della vita. Forse abbiamo sbagliato interpretazione del vangelo e correggerlo con «i ricchi li avrete sempre con voi», al posto di «i poveri li avrete sempre con voi».
Personalmente ritengo che lei, in coscienza, non possa celebrare la Messa senza commettere sacrilegio e vilipendio della dottrina cattolica.

e) Lei apparendo accanto all’Indecenza personificata, non solo ne diventa complice e coartefice, ma autorizza centinaia e centinaia di persone credenti e non credenti a diffidare di una gerarchia collusa con il potere e il malaffare, esortando i molti che sono sulla soglia, invitandoli a lasciare la Chiesa, sbattezzandosi come atto formale, unica arma di autodifesa nei vostri confronti che ascoltate solo il richiamo del corrotto potere.
f) Lei ha dato l’avallo ai giorni tristi che ci attendono perché l’uomo è senza coscienza di Stato.
g) Lei è colpevole se le offerte dell’8xmille diminuiranno ancora e deve sapere che ne è stato e ne è la causa efficiente.
Da alcuni anni le offerte diminuiscono sempre di più e sulla mia strada incontro sempre più persone che dichiarano di firmare per altre realtà religiose, perché non vogliono essere complici di una clero e di una gerarchia che ha tradito il Vangelo.

Come prete di strada, come credente nel Gesù del Vangelo e come cittadino che ama il suo Paese, senza esserne schiavo, mi permetta di dirle con chiarezza: lei non mi rappresenta più (veramente non mi ha mai rappresentato, nemmeno quando era vescovo di Genova) e sono fiero di rifiutare e ripudiare il suo modello e quello che lei propone, proteggendolo: il berlusconismo che è l’indecenza che corrompe la nostra Nazione e corrode il nostro futuro.
Intanto il territorio, dilapidato dai condoni edilizi, si frantuma, i precari, i licenziati, i tre milioni di poveri che vivono con 222,00 euro, gli sfrattati e gli immigrati uccisi, tutti in coro ringraziano anche lei che, ora con certezza, «sappiamo da che parte sta».


Con disistima,


Genova, 8 ottobre 2009
Paolo Farinella, prete