mercoledì 28 ottobre 2009

Popolo televisivo



Mi sovviene questo passo del Nome della Rosa di Umberto Eco per immaginarmi il popolo televisivo presente alla trasmissione di" Domenica In" riguardante il fatto di Montalto.
Mai immagine apocalittica fu così precisa nel descrivere i personaggi intervistati.

Ricordo che nel medioevo la fantasia nel raccontare il mondo alla rovescia era davvero fervida.
Erano forme di denuncia riferite al potere sia clericale che temporale:

« E mentre ritraevo l'occhio affascinato da quella enigmatica polifonia di membra sante e di lacerti infernali, [...] vidi una femmina lussuriosa nuda e scarnificata, rosa da rospi immondi, succhiata da serpenti, accoppiata a un satiro dal ventre rigonfio e dalle gambe di grifo coperte di ispidi peli, la gola oscena, che urlava la propria dannazione, e vidi un avaro, rigido della rigidità della morte sul suo letto sontuosamente colonnato, ormai preda imbelle di una coorte di demoni di cui uno gli strappava dalla bocca rantolante l'anima in forma di infante [...], e tutti gli animali del bestiario di Satana, riuniti a concistoro e posti a guardia e corona del trono che li fronteggiava, a cantarne la gloria con la loro sconfitta, fauni, esseri dal doppio sesso, bruti dalle mani con sei dita, sirene, ippocentauri, gorgoni, arpie, incubi, dracontopodi, minotauri, linci, pardi, chimere, cenoperi dal muso di cane che lanciavano fuoco dalle narici, dentetiranni, policaudati, serpenti pelosi, salamandre, ceraste, chelidri, colubri, bicipiti dalla schiena armata di denti, iene, lontre, cornacchie, coccodrilli, idropi dalle corna a sega, rane, grifoni, scimmie, cinocefali, leucroti, manticore, avvoltoi, parandri, donnole, draghi, upupe, civette, basilischi, ypnali, presteri, spectafichi, scorpioni, sauri, cetacei, scitali, anfisbene, jaculi, dipsadi, ramarri, remore, polipi, murene e testuggini. L'intera popolazione degli inferi pareva essersi data convegno per far da vestibolo, selva oscura, landa disperata dell'esclusione, all'apparizione dell'Assiso del timpano, al suo volto promettente e minaccioso, essi, gli sconfitti dell'Armageddon, di fronte a chi verrà a separare definitivamente i vivi dai morti. » ("Il nome della rosa", Bompiani, pp. 51-52)

Lorenzo

2 commenti:

  1. Grazie della visita Fel, la porta e sempre aperta anche se è un mondo difficile dove spesso urlo la rabbia di chi si indigna.
    Grazie del commento, un post con un lungo
    "elenchos" dove io ci vedo rappresentate le persone oggetto della critica.
    Non poteva mancare U. Eco, fra l'altro mio concittadino,da dove ho estrapolato questo piccolo brano dal libro il nome della rosa dove si narra di una ricerca di una verità avvolta nella nebbia e nel mistero, la stessa nebbia dove a volte si nasconde il buon senso delle persone.
    Grazie ancora della visita Felinità
    Ciao
    Lorenzo

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  2. Innanzitutto ti ringrazio per il premio ( che non so cosa sia nè come si usi e ti chiedo scusa della mia ignoranza). Un premio è un riconoscimento che le cose che scrivo hanno comunque un senso e piacciono, i tuoi commenti ne sono una conferma. Passerò senzaltro.
    Sul libro ti consiglio di rileggerlo, perchè ad ogni nuova lettura si scopre qualcosa di nuovo e ci si chiede " ma come mai non l'avevo visto prima?". Significa che è un opera interessante.
    Il passo citato riprende il modo di descrivere dell'elenchos, molto in uso nell'antica grecia e nel mondo medievale con la riscoperta di Aristotele.
    Mi sono immaginato la platea televisiva, ognuno con il " mostro dentro", pronti a giudicare quella povera ragazza, merce da vendere come ormai solo la Tv riesce fare....con la complicità dei telespettatori.
    Grazie ancora di tutto
    Lorenzo

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