mercoledì 20 novembre 2013

No comment



"La gente in Sardegna è morta perchè c'è anche una diffusa ignoranza sulle norme"


Io aggiungo che solo il baldraccame diffuso in Italia può portare ad avere simili persone in parlamento.
Lorenzo

martedì 19 novembre 2013

Disastro in Sardegna





I governanti sardi avvisano che non saranno tollerate illazioni, e accuse. E ora non è davvero il momento, però un giorno sarebbe bello che gli stessi mi spiegassero perché i ponti e le strade costruite dagli antichi romani stanno su da millenni, e le strade sarde, inaugurate tre o quattro volte con fanfare e benedizioni vescovili, vanno via come la sabbia sotto un fiume. Non è tempo ora che si piangono i morti, lo sarebbe stato quello in cui si intascavano le tangenti e si risparmiava sui materiali. Quel tempo in cui qualcuno stava progettando la strage che oggi piangiamo. In silenzio

Dal web

venerdì 8 novembre 2013

Un partito mediocre






Ma a nessuno è venuto in mente a quelli del mio partito che tesserare orde di extracomunitari all'ultimo momento solo per fini elettoralistici è da considerare uno dei più biechi e sporchi fenomeni di razzismo? 
Ma gli stessi che ti urlano in ogni dove, colpevolizzandoti proprio di questo reato se dici una parola fuori posto al solo fine di critica, ora che dicono? 
Io mi sono sempre sentito libero di parlare, di espimermi con cognizione (credo) con rispetto (ne sono sicuro), ma ho più rispetto io per chi è in una posizione debole nella società che molti altri moralisti delle balle che ti guardano con la puzza sotto il naso se dici che bisognerebbe mettere mano al problema dell'ordine pubblico. 
Bene, ora sono proprio gli stessi che usano in modo subdolo la stessa gente per i proprio fini, facendo loro prendere una tessera di partito (pagandoli!) solo per far eleggere segretari di comodo. 
Bene questo atteggiamento, oltre che essere di stampo mafioso, inevitabilmente segrega queste persone a gente prive di dignità e proprio arbitrio, per di più prezzolabili.
Ottimo lavoro pseudodifensori dell'uguaglianza sociale e della libertà, andreste espulsi a calci in culo, ma prima restituite i biglietti falsi...


Lorenzo

martedì 5 novembre 2013

Banksy



Banksy ( e non Bansky come molti scrivono) è un writer inglese satirico di street art ed epigrammi. Una combinazione "sovversiva" di  humour nero,  graffiti e denunce sociali fatta con la  tecnica dello stencil murale, una tecnica da imbianchini. Tutte le sue opere artistiche sono presenti in strade , muri, ponti e delle città di tutto il mondo .
Il lavoro di Banksy è  nato nella scena underground di Bristol che ha coinvolto collaborazioni tra artisti e musicisti . Secondo l'autore e graphic designer Tristan Manco e il libro di Home Sweet Home , Banksy " è nato nel 1974 e cresciuto a Bristol, Inghilterra, figlio di un tecnico fotocopiatrici , si è formato come  macellaio , ma fu coinvolto in graffiti durante il grande boom di aerosol di Bristol alla fine del 1980 ".
Queste notizie sono ricavate dal libro perchè di lui praticamente non si sa nulla, non ha mai rilasciato una intervista ma, soprattutto, non si sa nemmeno che viso abbia. Oserei dire che è coerente con la vita e il modo d'essere underground in modo pressochè totale.
Ma del resto quanti veri  writer conosciamo nella vita reale?








Molti osservatori hanno notato che il suo stile è simile a Blek le Rat , che ha iniziato a lavorare con gli stampini nel 1981 a Parigi , Jef aerosol , che ha spruzzato il suo primo stencil strada nel 1982 a Tours ( Francia ) , e membri della band anarco -punk Crass , che ha mantenuto una campagna stencil graffiti sul sistema della metropolitana di Londra alla fine del 1970 e primi anni 1980. ùTuttavia , Banksy dice di essere stato ispirato da 3D , un artista di graffiti che in seguito divenne uno dei membri fondatori dei Massive Attack.







La street art, questo mondo di artisti di strada, è in poche parole diventato un humus molto florido di idee e di bellezza, unita alla denuncia sociale e al malessere delle città forse di più delle più grandi gallerie al mondo.

Lorenzo

domenica 3 novembre 2013

venerdì 1 novembre 2013

Il Meridione in un pullman





Un bel post pubblicato da Giuseppe Civati, candiodato alla segreteria del PD, scritto da un blogger pugliese. Ma potrebbe essere stato scritto da una qualsiasi altra regione.
Lorenzo



Aereo, treno, macchina. Niente da fare, tutto esaurito. Solo un pullman di linea potrà riportarmi dalla mia Puglia a Trento, città dove studio. Viaggio interminabile, ma sono attrezzatissimo: giornali, settimana enigmistica, portatile, libro. Il percorso così sarà forse meno lungo o almeno voglio convincermene. Il momento più temuto dai viaggiatori italiani, la ricerca del posto prenotato, è terminato. Che la traversata d’Italia abbia inizio. Sto per infilare le cuffie quando vengo interrotto improvvisamente dalla mia curiosità. Un uomo sulla quarantina parla al telefono con sua moglie. Il dialetto barese, per me spesso ostico, questa volta purtroppo non impedisce la comprensione. “Disoccupato dopo 18 anni di lavoro nella stessa azienda” mi sembra di capire. Continua a rincuorare la sua Madia, ogni tanto il suo tono di voce si addolcisce, cerca di calmare la sua bambina con dei malinconici “Papà torna presto”. È un uomo partito per cercare fortuna al Nord, per ricostruire una vita a pezzi dopo la perdita del lavoro. Non dorme. Guarda fuori dal finestrino e sembra contare i centimetri di autostrada che lo stanno allontanando dalla sua famiglia. Anno 2013. A 40 anni si emigra ancora per lavorare, per portare il pane a casa. Ritorno alla musica. Ma la modalità brani casuali mi regala gli Smiths, meglio spegnere per non sprofondare nell’amarezza. Sonia, la mia vicina di viaggio, nel frattempo è impaziente, le leggo negli occhi la voglia di parlare con qualcuno. Con la scusa del “mamma mia che caldo” comincia a parlarmi di lei. Ha 33 anni, viene dalla provincia di Bari, insegna a Bologna. Precaria. Ha lasciato a casa il marito, con uno stipendio non riescono a mantenere la piccolissima Giorgia e l’ unica opportunità l’ha trovata a Bologna. Torna giù il venerdì e riparte la domenica, per 2 volte al mese. Spende ogni mese 200 euro solo per viaggiare.


In poche ore il mio umore è cambiato. Sono entrato in questo autobus pieno di nostalgia per la terra che stavo salutando e ora mi ritrovo nervoso e pieno di rancore. Sconforta questa diffusa mancanza di opportunità che costringe giovani menti a scappare e disoccupati a cercare fortuna al Nord. Finita la stagione estiva e con questa il lavoro creato dal turismo,il meridione sprofonda nel profondo buio di una disoccupazione che dilaga sfiorando il 18%.

Autogrill_Dorno Ma il dibattito politico e i problemi reali sono ormai due corsie ben distinte. Politici agguerriti difendono la prima casa dalle tasse senza pensare a come liberare il lavoro dalle stesse. Molti in questo pullman una casa non ce l’hanno o hanno un “mutuo di Damocle” che pende sulle loro teste. Il problema qui non è la casa ma l’occupazione, anzi la disoccupazione e la precarietà. Bisogna abbassare le tasse sul lavoro che opprimono imprese e lavoratori, per aumentare le opportunità e rendere possibili aumenti in busta paga per chi lavora già. La cosa è ormai evidente, tanto che oggi persino CGIL e Confindustria la pensano allo stesso modo. Questo pullman è un campione perfetto della situazione del meridione. Il mezzogiorno sarebbe la prima parte d’italia a godere della riduzione di queste enormi zavorre sull’occupazione. Ma niente. Questo autobus sfreccia nell’indifferenza. Una politica che sceglie di non farsi scegliere scegliendosi da sè ovviamente non può conoscere il Paese e cosa peggiore se ne disinteressa.

Autogrill. Si scende. Affogheró i miei cattivi pensieri in una rustichella. In fondo questo posto mi sembra di conoscerlo da una vita, l’Italia è ferma in Autogrill da 20 anni.
Bio


Mi chiamo Antonio Sicilia, nato in Puglia, studio Giurisprudenza Transnazionale a Trento. 24 anni. Blogger su "Un PDiverso" (antoniosicilia.wordpress.com)