venerdì 31 luglio 2009

Pragmatismo - Pierce 2^ parte



Il fondatore del Pragmatismo fu Charles Sanders Pierce ( 1839 - 1914), un cultore di logoca simbolica e di semiotica e un grande divulgatore di dottrine scientifiche.
Nel campo della logica simbolica il suo maggior contributo è quello concernente la logoca delle relazioni che troverà poi una collocazione più ampia nella Logica di Russel.
Nel campo della semiotica cioè della teoria dei segni ( vedi link), Pierce ha riespresso la teoria stoica del significato in termini che le danno diritto di cittadinanza nella logica moderna.
" Un segno o representamen è qualcosa che sta, nei confronti di qualcuno, per qualche altra cosa in qualche rispetto o capacità".
Quando l'oggetto del segno è una cosa reale, il segno diventa una proposizione che, appunto in riferimento all'oggetto, può essere dichiarata vera o falsa.
Un tratto originale della semiotica di Pierce è la considerazione di quell'aspetto del processo semiotico ( interpretante-fondamento) che più tardi si chiamerà pragmatico.
L'asserzione è infatti la prova che il parlante dà all'ascoltatore, che egli crede qualcosa, cioè che egli considera un'idea come definitivamente obbligante in una certa occasione.
da questo punto di vista i processi di ragionamento sono caratterizzati dal fatto che essi tendono a corregere se stessi ( significato frase " in una certa occasione).
Così fa l'induzione che procede per campionamenti e che ad ogni nuovo campionamento corregge le sue premesse. Così fa la deduzione, la cui certezza è fondata non sulla assenza di errori ma sulla possibilità di usare controlli che consentano di riconoscere e correggere errori.

Quanto scritto sopra è la metafisica di Pierce, cioè ciò che sta sopra i ragionamenti, applicabile in tutti i campi da lui esplorati.
Pone un concetto molto importante, seguito ancora oggi, specialmente nei paesi anglosassoni, cioè la fallibilità dei concetti. NON PIU' IDEE INAMOVIBILI, ma teorie in continua evoluzione e correzzione degli erori passati.
Questo sistema ha portato delle differenze enormi fra quelle società pragmatiche e non.
Una differenza molto interessante è che, ad esempio negli USA, è prassi normale, raccogliere dati, in modo scientifico, su qualsiasi argomento.
Le banche dati USA sono indispensabili per qualsiasi tipo di ragionamento, dal politico all'economico al sociale.
Un esempio che può apparire stupidi ma significativo.
Avere mai visto in Tv una partita di basket o baseball USA?
Scorrono sotto una miriade di dati. Dalle percentuali dei mgliori tiratori, al punto da più lontano ecc....
Altro esempio, provate a guardare i notiziari economici USA, scorrono sotto una quantità di dati impressionante. Questo è il sistema pragmatico di ragionare.
Si analizzano i dati per conferma delle proprie scelte, se non corrispondono si cambia.
In politica il pragmatismo ha dei vantaggi, ma anche svantaggi.
la guerra in Vietnam è stata fatta perchè i dati a disposizione e la loro analisi prevedavano vantaggi. Dimostrata l'inutilità di tale politica si torna indietro.
In Europa è diverso, oltre alle analisi pragmatiche ci si confronta con le idee, con i principi, spesso con risultati migliori.
Lorenzo

giovedì 30 luglio 2009

Il Pragmatismo 1^ Parte - Introduzione a Pierce

Pensare significa muoversi continuamente tra dubbio e certezza, non come fece Descartes, mettendo in dubbio anche certezze ovvie, cioè condivise da tutti, come l'esistenza della Luna, della terra e del cielo, di me e di te, di questo tavolo e di questa sedia, ma davanti ad un dubbio giustificato quale l'efficacia di un farmaco o la teoria delle stringhe, ovvero circa credenze non sufficientemente provate e dimostrate, verificate e riverificate. Pensare è necessario per vincere i dubbi ed acquisire credenze stabili o, comunque, relativamente durature. Risponde quindi ad esigenze che sono insieme psicologiche, conoscitive e pratiche. In The Fixation of Belief, articolo pubblicato nel 1878, Peirce mette a fuoco i principi del pragmatismo, evidenziando che tutti, volenti o nolenti, facciamo teoresi quando nutriamo qualche dubbio sul che fare per risolvere un problema, raggiungere qualche obiettivo, realizzare qualcosa, od anche solo capire perché vogliamo qualcosa. Ancor di più quando vogliamo la spiegazione del perché di qualcosa.
Peirce osserva in primo luogo che non basta la validità formale di un inferenza a giustificare la eventuali conclusioni cui perveniamo muovendo da date e sicure premesse. Qualsiasi ragionamento, infatti, è sempre guidato da "un principio guida" che costituisce "un abito mentale, costituzionale o acquisito". La sua validità è formulabile in una proposizione la cui verità dipende delle inferenze che l'abito mentale determina, a prescindere dalla verità o falsità specifica delle conclusioni. Si può quindi dire che dubbio e credenza non stanno, per Peirce, in rapporto con i principi formali della logica. Costituiscono, semmai, le implicazioni psicologiche e pratiche dell'attività del pensiero. Il dubbio non è altro che uno stato di irrequietezza e insoddisfazione che produce incertezza; la credenza è lo stato di quiete, rilassato e soddisfacente che cerchiamo di mantenere perché ci aiuta a scegliere comportamenti adeguati alla bisogna, diventando quindi "abito comportamentale".

Arrivare a possedere credenze è per Peirce l'unico vero scopo del pensiero. In tale situazione il dubbio è negativo, e come suggerisce Peirce, suscita irritazione. Dall'insoddisfazione viene la spinta a lottare ed a cercare, a indagare per riuscire a conseguire credenze fondate. E' interessante notare che l'attenzione di Peirce è rivolta non tanto a chiarire la natura del dubbio, quanto a criticare (in modo molto kantiano) la validità della credenza, ovvero la pretesa della ragione di andare oltre i dati empirici, o quella dell'istinto di rifiutare ragionamenti troppo complessi. Vi sono per Peirce quattro fondamentali tipi di credenza, quello basato sulla tenacia (od ostinazione), quello fondato sul principio dell'autorità, quello dell'a priori e quello della scienza. Uno solo è valido: quello scientifico. L'ostinazione è tipica di chi è attaccato ciecamente alla propria credenza e rifiuta di prendere in considerazione opinioni diverse; dunque si comporta come uno struzzo che nasconde la testa nella sabbia all'approssimarsi di un pericolo. Questo atteggiamento non porta da nessuna parte, ed a meno che non si scelga di isolarsi come eremiti, non procura nemmeno la pace dello spirito, perché si è continuamente sfidati, rimproverati e persino derisi. Il principio dell'autorità è tipico delle credenze stabilite da chiese, religioni o corporazioni di qualunque specie. Peirce non usa il termine "ideologia" perché non era ancora di moda, in particolare non lo era negli Stati Uniti. La credenza fondata sull'autorità, che di fatto è una credenza in una verità rivelata dall'alto, riduce gli uomini a "schiavi intellettuali", e ricorre al terrore, alle inquisizioni ed ai roghi per imporre a tutti la stessa credenza, raggiungendo così la pace sociale e l'ordine. Gli si può riconoscere il merito storico di aver prodotto civiltà, ma il prezzo da pagare è troppo alto per continuare ad accettarlo. Il metodo dell'a priori è quello dei metafisici e prentende di fondarsi sull'autorità della ragione. Kant, però, ha dimostrato che tra gli stessi metafisici esistono profonde divergenze. Ogni opinione contrasta con un altra e nessuna pare più fondata dell'altra. Finiscono quindi con l'annullarsi, dimostrandosi opinioni "private e soggettive" che non hanno nulla di veramente universale da proporre.
Non resta che il metodo scientifico, l'unico che consenta di arrivare a produrre asserzioni valide universalmente. Esso evita ogni forma di soggettivismo egocentrico (alla Descartes) e richiede solo che «le nostre credenze possano essere causate non da fattori umani, ma da qualche uniformità esterna, da qualcosa su cui il nostro pensiero non ha effetto... che agisce, può agire, su ogni uomo.» Può dunque accadere che sulla conclusione di un ragionamento volto a dimostrare e comprovare una verità scientifica si raggiunga un accordo universale. Questo è dunque il metodo "pubblico" per eccellenza, il solo che consenta obiettività. Come chiarisce lo stesso Peirce:« vi sono cose reali i cui caratteri sono completamente indipendenti dalle opinioni che noi ci formiamo intorno a essi; la cui realtà influisce sui nostri sensi secondo leggi regolari; e per quanto le nostre sensazioni siano diverse come diverse sono le nostre relazioni con gli oggetti, utilizzando le leggi della percezione, noi possiamo accertare col ragionamento come le cose realmente sono, ed ogni uomo, se ha esperienza sufficiente e se ragiona abbastanza su di essa, sarà condotto ad un'unica conclusione vera.»


In Come render chiare le nostre idee Peirce affronta la questione tra credenza ed abito comportamentale. Guadagnare la chiarezza logica porta a distinguere le varie credenze al di là della loro funzione comune capace di indurre un abito comportamentale. Ciò che è veramente importante, infatti, sono i differenti "modi d'azione" che ogni credenza produce. «... l'intera funzione del pensiero - scrive Peirce - è produrre abiti d'azione e ogni cosa connessa con il pensiero, ma irrilevante per tale funzione è un'aggiunta ... La nostra idea di qualcosa è l'idea che abbiamo dei suoi effetti sensibili... Così dobbiamo scendere a ciò che è tangibile e, concepibilmente, pratico, per giungere alla radice di ogni reale distinzione di pensiero; e non c'è distinzione di significato così fine da non consistere in una possibile differenza pratica.»
Più sotto, Peirce formula la cosiddetta "massima pragmatica", cioè quella che secondo lui è la regola per rendere chiare le nostre idee. Un esempio di questa regola porta a considerare il concetto di vino che così consiste: «... nella credenza che 1) questo, quello, o quell'altro, è vino; ovvero 2) il vino possiede delle proprietà. Simili credenze non sono altro che avvisi a noi stessi che dobbiamo, all'occasione, agire nei nei confronti di certe cose che crediamo vino in modo che si accordi con le qualità che crediamo che il vino possegga.»
In sostanza, "la notra idea di qualcosa è l'idea dei suoi effetti sensibili". Ne viene che è attraverso il verificarsi o meno degli effetti che la nostra idea promette, si raggiunge la conferma o la smentita della sua validità. Rispetto a ciò è evidente che il pragmatismo americano si differenzia dall'empirismo positivista per il fatto che questo si è sempre accontentato di una verifica concernente il passato. Le verificha portano a certezze. Nel pensiero di Peirce anche questa certezza viene smontata. Sarà l'esperienza futura a dire se questa credenza uscirà confermata. E tale considerazione porta ad uno sviluppo ulteiriore di estremo interesse, cioè all'idea di realtà da un punto di vista pragmatico. L'idea di realtà è quella che provoca l'effetto specifico di proodurre la distinzione tra credenza vera e credenza falsa. Tale distinzione non può che venire dal processo pubblico di discussione, che qui assume apertamente un valore "obiettivistico". «L'opinione finale, sulla quale, fatalmente, tutti coloro che indagano si troveranno in definitiva d'accordo, è ciò che intendiamo per verità, e l'oggetto rappresentato in questa opinione è il reale. In questo modo io spiegherei la realtà.»

mercoledì 29 luglio 2009

L'eloquenza del silenzio



Spesso vivo nell'incerta situazione se mostrarmi o tirarmi indietro.
Preferisco ora il silenzio, non perchè mi manchino le parole
ma parla il silenzio al mio posto.
Il silenzio fatti di piccoli rumori che avvolge il mio essere e imprigiona la mia anima.

Una silenziosa solitudine.
Un silenzio eloquente.

Lorenzo

martedì 28 luglio 2009

Essere di sinistra

Essere di sinistra è un modo di vivere e di pensare, coerentemente ai principi di libertà individuali e collettivi. Principi individuali sono il rispetto della persona, come essere umano, come posto nella società, come libertà di muoversi ed esprimere le proprie idee. Qualsiasi esse siano.
Principi collettivi sono il rispetto altrui, il rispetto delle leggi che ci siamo dati, che tutti gli uomini sono uguali di fronte alle leggi dello stato.

Essere di sinistra significa avere una visione di società che sia espressione della collettività, lo stato è garante di questa espressione.
La società si deve far carico di quelle situazioni dove l'uomo è debole, sia come singolo che come parte della società.

Lo stato, le leggi, devono permettere agli uomini di organizzarsi
ed avere strumenti democratici per poter esprimere le loro istanze. Essere di sinistra è amore per la democrazia, nel senso più nobile della parola. Democrazia è partecipazione alla vita pubblica, mediante singoli ruoli o sotto forma di associazioni.

Io sono di sinistra, ho vissuto dal 1978 impegnandomi nel PCI. Prima frequentavo gruppi extraparlamentari.Iniziando a lavorare mi sono impegnato nel sindacato, la CGIL, che io ho sempre ritenuto, la vera espressione dei lavoratori. Da studente ho partecipato a molte battaglie politiche, all'interno dela scuola con le lotte per i decreti delegati, poi impegnandomi dentro di esse, nel consiglio di istituto. Contemporaneamente, all'esterno, lottavo e partecipavo per una Italia migliore, libera e dove tutti potessero esprimersi, prima di allora i giovani erano visti come una spina nel fianco e basta.
Sono andato a manifestazioni, ho preso botte dalla polizia, botte dai fascisti. Mi è servito, perchè ho conosciuto quanta cattiveria c'è nelle persone.
Nel PCI mi sono sempre impegnato in due sezioni, una territoriale ed una dei ferrovieri. Ho partecipato a progetti per una mobilità migliore,quando il sindacato ed il PCi erano propositivi dalla base. Anni fa ero nel collegio che difendeva i colleghi dalle punizioni, molte volte assurde. Molte volte solo per colpire il sindacato. Essere di sinistra è partecipare, ma con la voglia di costruire, come spero di avere sempre fatto. Prima con gli entusiasmi giovanili, poi, mettendosi a disposizione di chi aveva bisogno.
Ho vissuto molto male il travaglio del mio partito, ma ho sempre detto la mia nei luoghi appropriati.
Vissuto male perchè quando si dimentica la storia ciò che nasce non ha nerbo, non ha identità.
Essere COMUNISTA ITALIANO non significava adorare l'URSS, io ho fatto il militare, amo la mia patria, la mia nazione che mi hanno consegnato i partigiani e tutti quelli che hanno lottato e sono morti per essa.

Io l'ho sempre intesa come un proseguire la lotta per la libertà, in nome proprio di quelle persone. Essere di sinistra è anche questo, amare l'Italia.
Troppe volte siamo stati criticati perchè comunisti, senza sapere il perchè, ma bastava ascoltare il discorso di Berlinguer a Mosca per capire cosa significasse appartenere al PCI.

Bastava leggere gli slogan degli operai per vedere che di URSS c'era ben poco, ma solamente la richiesta di qualche lira in più per andare avanti e un pò meno ore da lavorare per dedicarle alla famiglia o a se stessi.
Le leggi che oggi garantiscono dignità a lavoratori e classi deboli sono frutto di queste lotte.Le leggi che garantiscono alle donne dignità nelle loro scelte sono frutto di queste lotte. Anche in questo caso sono morte delle ragazze nei cortei. La lotta delle classi deboli ha lasciato sempre dei segni di sangue in terra.
Ma io non avevo paura, perchè essere di sinistra è prorpio questo, non aver paura di chi ti vuole imbavagliare.


Sono rimasto iscritto al PD, le mie battaglie sono per la legalità, in tutti i settori. Per lo sviluppo del territorio, per i lavoro. Vivo con molta difficoltà le vicende del mio partito a livello nazionale. Le faide sono sotto gli occhi di tutti, ciò ha provocato un immobilismo della sinistra senza precedenti, subito ne hanno approfittato quelle forze reazionare per riprendersi il potere perduto e per i loro sporchi giochi.
In questa fase della storia stanno vincendo loro, sostenuti dal controllo quasi totale dell'informazione, che ci hanno fatti balzare nella graduatoria delle libertà
fra i paesi del terzo mondo. Solamente questo avrebbe dovuto far mobilitare tutte quelle forze che si rifanno alla democrazia, aprendo una stagione di lotta per le libertà e per la difesa dello stato democratico.
Ma nulla è stato fatto, a partire dalla più alta carica dello stato.

In tutte le lotte ci deve essere una guida, uno che prenda in mano la situazione e parli alla gente, che sia partito o associazione o gruppi di singoli.

A sinistra si è preferito fare i girotondi, quasi fosse un gioco. Io immagino i partigiani fare i girotondi intorno alle camicie nere o ai nazisti quanto avrebbero ottenuto.
Immagino un Matteotti a fare lo stesso.
Gli strumenti oggi sono sempre gli stessi, scendere in piazza, farsi sentire, occupare spazi.
Quando si va in Tv parlare chiaro e non sempre per mettersi daccordo. Quando la democrazia è in pericolo si strilla.
Quando la democrazia è in pericolo si denuncia.

Solo una persona lo ha fatto ed è Di Pietro, lasciato solo, come se fosse un cane randagio. Usato come metro di misura per misurare il grado di combattività del PD, ed ogni volta il mio partito cadeva nel tranello, facendo marcia indietro. Ecco perchè credo nei valori della sinistra, ecco perchè stimo i Di Pietro che ci sono e che nasceranno ancora, perchè hanno il coraggio di battersi per la libertà.
Io questo coraggio non l'ho ancora perso.

Essere di sinistra è anche scrivere qui.
Lorenzo

Incomincio a schierarmi



Dal blog di
I.Marino:

6 sfide al PD

1. Una nuova legge elettorale maggioritaria con collegi uninominali, per garantire la possibilità di scegliere i propri rappresentanti.
2. Diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia
3. Contratto unico del lavoro, con salario minimo, reddito minimo di solidarietà e formazione continua.
4. Un piano energetico sostenibile per uno sviluppo etico nell’interesse delle future generazioni.
5. Legge sulle Unioni Civili in linea con le civil partnership inglesi.
6. Un piano straordinario per rilanciare scuola, formazione e ricerca come motori dell’innovazione italiana.

Politica ed economia contro la crisi
Un patto tra generazioni per un partito del lavoro
Rigore e equilibrio, il nostro fisco
Per un’Europa forte
Città, territori sviluppo sostenibile e innovazione
Immigrazione: programmazione, regole e integrazione
La nuova energia dell’ambiente
La salute di tutti
Certi, garantiti e sicuri: la giustizia e noi
La casa prima di tutto
La scuola e la mobilità sociale
Ricerca scientifica, sapere e innovazione
Il paese della cultura
Liberi e informati
Standard europei per laicità e diritti
Tra Nord e Sud
Una nuova politica, una nuova amministrazion

L'apparato lavorativo

Negli ultimi vent'anni c'è stata la più grande trasformazione del mondo lavorativo.
Ormai molti lavoratori , anzi i più, si trovano in quella condizione in cui " lavorare" significa "collaborare" all'interno di un apparato, dove le azioni di ciascuno sono già anticipatamente descritte e prescritte dall'organigramma per il buon funzionamento dell'apparato stesso.
Con ciò non voglio misconoscere che il lavoro eseguito da soli non ha mai costituito la parte principale del lavoro umano, ma solo osservare che, mentre un tempo " collaborare" significava lavorare con altri uomini e donne, nell'età della tecnica collaborare significa lavorare con e per l'apparato a cui gli altri lavoratori appartengono.
Significa che fra un lavoratore e l'altro si è " infilato" l'apparato, lasciando l'uomo che lavora solo con se stesso.
Al lavoratore, infatti, non è chiesto nè di sapere, nè di vedere, nè di provare o non provare interesse per quello che sta facendo.
Si partecipa, tutti insieme, ma soli nei fatti, al prodotto finito, da consumarsi il prima possibile, pena la crisi economica.
Questa è l'alienazione dei giorni nostri, essere soli di fronte agli apparati produttivi, con pausa, per di più, di esserne espulsi al primo sbaglio.
Lorenzo

Tom Waits

domenica 26 luglio 2009

Bertrand Russel e la questione logica


Conosciuto da un vasto pubblico per le sue posizioni politiche liberal, non violente, pacifiste ed anticonvenzionali, Bertrand Russell è anche noto per la sua "Storia della filosofia occidentale e le sue connessioni con le circostanze storiche sociali," opera che risale al 1945.

Partito da posizioni schiettamente idealistiche, in particolare quelle di Bradley, egli venne via via chiarendosi e chiarendo che il mondo esiste realmente, è composto di fatti e di linguaggi che cercano di descrivere questi fatti.
Ciò implicò un netto superamento della visione del mondo originaria dell'idealismo, ovvero della concezione del mondo come illusione rispetto al quale solo l'assoluto è vero.

Nella prefazione alla prima edizione de "The Principles of Mathematics" lo stesso Bertrand Russell scrisse: "La mia posizione sulle questioni fondamentali della filosofia deriva in tutti i suoi aspetti essenziali da G.E.Moore. Devo a lui l'avere accettato la natura non-esistenziale delle proposizioni (salvo di quelle che asseriscono l'esistenza) e la loro indipendenza da qualunque pensiero conoscente; e così pure devo a lui il pluralismo che interpreta il mondo, tanto quello degli esistenti quanto quello delle entità, come composto di un numero infinito di entità reciprocamente indipendenti, legate tra loro da relazioni di carattere originario e non riducibili ad aggettivi dei loro termini o del tutto che essi compongono. Prima di apprendere da lui queste teorie, mi sentivo del tutto incapace di costruire una qualsiasi filosofia dell'aritmetica, mentre accentandole mi trovai immediatamente liberato da un gran numero di difficoltà che ritengo siano altrimenti insuperabili."

L'impatto col pragmatismo, in particolare significò per Russell l'accettazione empiristica che i sensi ci forniscono sia dei dati che la verità di questi dati; ma anche che una conoscenza diretta potrà avere per oggetto solo i dati dei sensi, e non gli oggetti in sè. Ciò rinvia ad un "dualismo" gnoseologico più empiriocriticista che schiettamente kantiano.
A mio avviso il vero "avversario" pragmatista di Russell fu Charles S. Peirce. Questi, dopo aver criticato a fondo la teoria induttivistica di Stuart Mill, aveva altresì dimostrato il "fondamento fallibile" della logica, ovvero il semplice valore probabilistico di ogni teoria basata sull'induzione.
Una teoria solo logica per Peirce poteva non trovare conferma nei fatti e per questo egli continuò a credere nella netta distinzione tra logica e matematica. Egli affermò che mentre la matematica è la scienza che deriva conclusioni necessarie, la logica è la scienza del modo in cui derivare conclusioni necessarie.
Scrisse:"
Il logico non si cura particolarmente circa questa o quella ipotesi o circa le sue conseguenze eccetto in quanto queste cose possono gettar luce sulla natura del ragionamento. Il matematico è intensamente interessato ai metodi efficienti di ragionare mirando alla loro possibile estensione a nuovi problemi ma, in quanto matematico non si preoccupa di analizzare quelle parti dl suo metodo la cui correttezza è data come ovvia."
Celebre in questo senso l'affermazione: "Non esiste una strada maestra che conduce alla logica"
Lorenzo



venerdì 24 luglio 2009

Blog



Se siete daccordo ci troviamo già sul blog nuovo per chiarimenti e sviluppi.
Lorenzo

IL PD CHE VOGLIAMO

mercoledì 22 luglio 2009

PD: ovvero la voce dei blogger



Ho pensato di concretizzare l'idea di stilare un documento su come vorremmo noi blogger il pd.
Faccio questa proposta:
Creare un nuovo blog dove ognuno può postarci sopra, previa iscrizione. Il dibattito dovrebbe essere più ricco e alla fine si potrebbe stilare questo documento da inviare alla segreteria.

Ci sono vantaggi e svantaggi.
Ecco i vantaggi, secondo me ovviamente:
-Possibilita di postare e commentare in diretta senza far girare nessun documento.
- Più visibilità.
-ogni blogger puo invitarne altri e confluire nel blog
- altri blogger non coinvolti in questo progetto possono mettere commenti e arricchire il dibattito, in pratica chiunque può dire la sua
-si possono invitare al dibattimento anche membri del partito o altri partiti.
-L'organizzazione del blog rimarrebbe sempre ai blogger fondatori e altri accettati, più il moderatore ( titolare del blog), quindi in mano a gente affidabile.
- il moderatore ha facoltà di levare la possibilità ad un blogger di postare.
- Il documento, invece, verrebbe modificato solo a stretto giro di posta oppure solo nel post di qualcuno rendendo dispersiva la cosa, il blog ha il vantaggio di essere un contenitore unico.

Svantaggi:
Sono per lo più organizzativi :
Un solo moderatore ( il titolare del blog, sul modello di metilparaben per intenderci),ma possono essere più di uno.
Bisogna prima iscriversi al moderatore per essere accettati come postatori.

Io penso che particolari problemi non ce ne siano e i vantaggi sono maggiori dei svantaggi.
Il nome del blog e altre cose le decideremo insieme
Comunque a voi la parola per esprimere vostre idee.
Chi accetta di farne parte lo dica e stiliamo una sorta di regolamento interno, molto leggero ovviamente......non facciamo la fine del tesseramento a Grillo.
Ciao
Lorenzo

Il PD che vogliamo

Artificiale o spontaneo

Habermas, uno dei più grandi filosofi tedeschi contemporanei, è ormai diventato un classico della letteratura filosofica etica e politica.Di estrazione kantiana si è sempre occupato dei più grandi argomenti di attualità in campo filosofico .
La tesi principale sostenuta dall’autore, in campo bioetico, è la seguente: nel momento in cui pratiche di ingegneria genetica, in particolare Habermas parla di diagnosi preimpianto e sperimantazioni sulle staminali, oltrepassano i limiti della finalità terapeutica e clinica vanno sicuramente vietate, poiché minacciano la libertà del soggetto di poter essere se stesso manipolando il suo “indisponibile” patrimonio genetico.

Habermas critica i deboli argomenti di coloro che sostengono una genetica liberale( Inglesi) basantesi sull’analogia tra modificazioni genetiche tecnicamente prodotte e modificazioni pedagogiche del carattere. perchè l'ingegneria genetica liberale si sta interessando acnhe di questa parte del genoma umano ( sperimentazioni sui carcerati).

Addirittura ci sono studi sulla equivalenza tra genetica ed educazione e sulla conseguente estensione del potere educativo dei genitori alla libertà di intervenire anche sul corredo genetico ei propri figli. In realtà tutto ciò porterebbe per Habermas alla pericolosa perdita della distinzione tra artificiale e spontaneo, tra ciò che è tecnicamente prodotto e ciò che è spontaneamente divenuto, l’essere umano geneticamente modificato scoprirà se stesso come un prodotto tecnico e non come un organismo spontaneo.
La manipolazione genetica è un qualcosa a cui il futuro individuo non può ribellarsi, di conseguenza è una grave minaccia alla sua libertà etica.

Quello che voglio inoltre sottolineare è la totale assenza, in questi dibattiti di alto livello, dei filosofi italiani,( per non parlare dei politici!) ancora impegnati a chiedersi se è giusto un intervento del Papa nelle questioni politiche, oppure il loro sguardo filosofico è appannato dal platonismo sempre più dilagante dove le idee, provenienti da chissà dove, non sono ad uso della ragione umana.

Lorenzo

martedì 21 luglio 2009

Vittime della mafia, per non dimenticare

1982
LUIGI D’ALESSIO
SALVATORE STALLONE
ANTONIO FONTANA
NICOLÒ PIOMBINO
ANTONIO SALZANO
PIO LA TORRE
ROSARIO DI SALVO
GENNARO MUSELLA
GIUSEPPE LALA
DOMENICO VECCHIO
RODOLFO BUSCEMI
MATTEO RIZZUTO
SILVANO FRANZOLIN
SALVATORE RAITI
GIUSEPPE DI LAVORE
ANTONINO BURRAFATO
SALVATORE NUVOLETTA
ANTONIO AMMATURO
PASQUALE PAOLA
PAOLO GIACCONE
VINCENZO SPINELLI
CARLO ALBERTO DALLA CHIESA
EMANUELA SETTI CARRARO
DOMENICO RUSSO
CALOGERO ZUCCHETTO
CARMELO CERRUTO
SIMONETTA LAMBERTI
GIULIANO PENNACCHIO
ANDREA MORMILE
LUIGI CAFIERO
GRAZIANO ANTIMO
GENNARO DE ANGELIS
ANTONIO VALENTI
LUIGI DI BARCA
GIOVANNI FILIANO

1983
GIANGIACOMO CIACCIO MONTALTO
PASQUALE MANDATO
SALVATORE POLLARA
MARIO D’ALEO
GIUSEPPE BOMMARITO
PIETRO MORICI
BRUNO CACCIA
ROCCO CHINNICI
SALVATORE BARTOLOTTA
MARIO TRAPASSI
STEFANO LI SACCHI
SEBASTIANO ALONGHI
FRANCESCO BUZZITI
FRANCESCO IMPOSIMATO
DOMENICO CELIENTO
CRISTIANO ANTONIO
NICANDRO IZZO
FABIO CORTESE
SALVATORE MUSARO’
OTTAVIO ANDRIOLI

1984
GIUSEPPE FAVA
RENATA FONTE
COSIMO QUATTROCCHI
FRANCESCO QUATTROCCHI
COSIMO QUATTROCCHI
MARCELLO ANGELINI
SALVATORE SCHIMMENTI
GIOVANNI CATALANOTTI
ANTONIO FEDERICO
PAOLO CANALE
LEONARDO VITALE
GIOVANBATTISTA ALTOBELLI
LUCIA CERRATO
ANNA MARIA BRANDI
ANNA DE SIMONE
GIOVANNI DE SIMONE
NICOLA DE SIMONE
LUISELLA MATARAZZO
MARIA LUIGIA MORINI
FEDERICA TAGLIALATELA
ABRAMO VASTARELLA
PIER FRANCESCO LEONI
SUSANNA CAVALLI
ANGELA CALVANESE
CARMINE MOCCIA
VALERIA MORATELLO
FRANCO PUZZO
MICHELE BRESCIA
SANTO CALABRESE
ANTIOCO COCCO
VINCENZO VENTO
PIETRO BUSETTA
SALVATORE SQUILLACE

1985
PIETRO PATTI
GIUSEPPE MANGANO
GIOACCHINO TAGLIALATELA
SERGIO COSMAI
GIOVANNI CARBONE
BARBARA RIZZO ASTA
GIUSEPPE ASTA
SALVATORE ASTA
BEPPE MONTANA
ANTONINO CASSARÀ
ROBERTO ANTIOCHIA
GIUSEPPE SPADA
GIANCARLO SIANI
BIAGIO SICILIANO
GIUDITTA MILELLA
CARMINE TRIPODI
GRAZIELLA CAMPAGNA
MORELLO ALCAMO
GIUSEPPE MACHEDA
ROBERTO PARISI

1986
PAOLO BOTTONE
GIUSEPPE PILLARI
FILIPPO GEBBIA
ANTONIO MORREALE
FRANCESCO ALFANO
ANTONIO PIANESE
VITTORIO ESPOSITO
SALVATORE BENIGNO
CLAUDIO DOMINO
FILIPPO SALSONE
ANTONIO SABIA
GIOVANNI GIORDANO
NUNZIATA SPINA

1987
GIUSEPPE RECHICHI
ROSARIO IOZIA
GIUSEPPE CUTRONEO
ROSARIO MONTALTO
SEBASTIANO MORABITO
ANTONIO CIVININI
CARMELO IANNÒ
CARMELO GANCI
LUCIANO PIGNATELLI
GIOVANNI DI BENEDETTO
COSIMO ALEO

1988
GIUSEPPE INSALACO
GIUSEPPE MONTALBANO
NATALE MONDO
DONATO BOSCIA
ALBERTO GIACOMELLI
ANTONINO SAETTA
STEFANO SAETTA
MAURO ROSTAGNO
LUIGI RANIERI
CARMELO ZACCARELLO
GIROLAMO MARINO
ANIELLO CORDASCO
GIULIO CAPILLI
PIETRO RAGNO

1989
FRANCESCO CRISOPULLI
GIUSEPPE CARUSO
FRANCESCO PEPI
MARCELLA TASSONE
NICOLA D’ANTRASSI
VINCENZO GRASSO
PAOLO VINCI
SALVATORE INCARDONA
ANTONINO AGOSTINO
IDA CASTELLUCCI
GRAZIA SCIME’
DOMENICO CALVIELLO
GIUSEPPE SALVIA
ANNA MARIA CAMBRIA
CARMELA PANNONE
PIETRO GIRO
DONATO CAPPETTA
CALOGERO LORIA

1990
NICOLA GIOITTA IACHINO
EMANUELE PIAZZA
GIUSEPPE TRAGNA
MASSIMO RIZZI
GIOVANNI BONSIGNORE
ANTONIO MARINO
ROSARIO LIVATINO
ALESSANDRO ROVETTA
FRANCESCO VECCHIO
ANDREA BONFORTE
GIOVANNI TRECROCI
SAVERIO PURITA
ANGELO CARBOTTI
DOMENICO CATALANO
MARIA MARCELLA
VINCENZO MICELI
ELISABETTA GAGLIARDI
GIUSEPPE ORLANDO
MICHELE ARCANGELO TRIPODI
PIETRO CARUSO
NUNZIO PANDOLFI
ARTURO CAPUTO
ROBERTO TICLI
MARIO GRECO
ROSARIO SCIACCA
GIUSEPPE MARNALO
FRANCESCO OLIVIERO
COSIMO DURANTE
ANGELO RAFFAELE LONGO
CATALDO D’IPPOLITO

1991
VALENTINA GUARINO
ANGELICA PIRTOLI
GIUSEPPE SCEUSA
SALVATORE SCEUSA
VINCENZO LEONARDI
ANTONIO CARLO CORDOPATRI
ANGELO RICCARDO
ANDREA SAVOCA
DOMENICO RANDÒ
SANDRA STRANIERI
ANTONINO SCOPELLITI
LIBERO GRASSI
FABIO DE PANDI
GIUSEPPE ALIOTTO
ANTONIO RAMPINO
SILVANA FOGLIETTA
SALVATORE D’ADDARIO
RENATO LIO
GIUSEPPE LEONE
FRANCESCO TRAMONTE
PASQUALE CRISTIANO
STEFANO SIRAGUSA
ALBERTO VARONE
FELICE DARA
VINCENZO SALVATORI
SERAFINO OGLIASTRO
VITO PROVENZANO
GIUSEPPE GRIMALDI
SALVATORE TIENI
NICOLA GUERRIERO

1992
SALVATORE AVERSA
LUCIA PRECENZANO
PAOLO BORSELLINO
ANTONIO RUSSO
ANTONIO SPARTÀ
SALVATORE SPARTÀ
VINCENZO SPARTÀ
FORTUNATO ARENA
CLAUDIO PEZZUTO
SALVATORE MINEO
ALFREDO AGOSTA
GIULIANO GUAZZELLI
GIOVANNI FALCONE
FRANCESCA MORVILLO
ROCCO DI CILLO
ANTONINO MONTINARO
VITO SCHIFANI
PAOLO BORSELLINO
AGOSTINO CATALANO
WALTER EDDIE COSINA
EMANUELA LOI
VINCENZO LI MULI
CLAUDIO TRAÌNA
RITA ÀTRIA
PAOLO FICALÒRA
PASQUALE DI LORENZO
GIOVANNI PANUNZIO
GAETANO GIORDANO
GIUSEPPE BORSELLINO
SAVERIO CIRRINCIONE
ANTONIO TAMBORINO
MAURO MANIGLIO
RAFFAELE VITIELLO
EMANUELE SAÙNA
ANTONINO SIRAGUSA
LUCIO STIFANI

1993
BEPPE ALFANO
ADOLFO CARTISANO
PASQUALE CAMPANELLO
NICOLA REMONDINO
DOMENICO NICOLÒ PANDOLFO
MAURIZIO ESTATE
FABRIZIO NENCIONI
ANGELA FIUME
NADIA NENCIONI
CATERINA NENCIONI
DARIO CAPOLICCHIO
CARLO LA CATENA
STEFANO PICERNO
SERGIO PASOTTO
ALESSANDRO FERRARI
MOUSSAFIR DRISS
DON GIUSEPPE PUGLISI
RAFFAELE DI MERCURIO
ANDREA CASTELLI
ANGELO CARLISI
RICCARDO VOLPE
ANTONINO VASSALLO
FRANCESCO NAZZARO
LORIS GIAZZON

1994
VINCENZO GAROFALO
ANTONINO FAVA
DON GIUSEPPE DIANA
ILARIA ALPI
MIRAN HROVATIN
ENRICO INCOGNITO
LUIGI BODENZA
IGNAZIO PANEPINTO
MARIA TERESA PUGLIESE
GIOVANNI SIMONETTI
SALVATORE BENNICI
CALOGERO PANEPINTO
FRANCESCO MANISCALCO
NICHOLAS GREEN
MELCHIORRE GALLO
GIUSEPPE RUSSO
COSIMO FABIO MAZZOLA
GIROLAMO PALAZZOLO
LEONARDO CANCIARI
LlLIANA CARUSO
AGATA ZUCCHERO
LEONARDO SANTORO

1995
FRANCESCO BRUGNANO
GIUSEPPE DI MATTEO
FRANCESCO MARCONE
SERAFINO FAMÀ
GIOACCHINO COSTANZO
PETER IWULE ONJEDEKE
FORTUNATO CORREALE
ANTONINO BUSCEMI
GIUSEPPE MONTALTO
GIUSEPPE CILIA
GIUSEPPE GIAMMONE
GIOVANNI CARBONE
CLAUDIO MANCO
FRANCESCO TAMMONE
ANTONIO BRANDI
ANTONIO MONTALTO
ANTONINO MONTELEONE

1996
GIUSEPPE PUGLISI
ANNA MARIA TORNO
GIOVANNI ATTARDO
DAVIDE SANNINO
SANTA PUGLISI
SALVATORE BOTTA
SALVATORE FRAZZETTO
GIACOMO FRAZZETTO
MARIA ANTONIETTA SAVONA
RICCARDO SALERNO
GIOACCHINO BISCEGLIA
ROSARIO MINISTERI
CALOGERO TRAMÙTA
PASQUALE SALVATORE MAGRI’

1997
GIUSEPPE LA FRANCA
CIRO ZIRPOLI
GIULIO CASTELLINO
AGATA AZZOLINA
RAFFAELLA LUPOLI
SILVIA RUOTOLO
ANGELO BRUNO
LUIGI CANGIANO
FRANCESCO MARZANO
ANDREA DI MARCO
AGATINO DIOLOSA’
VINCENZO ARATO

1998
INCORONATA SOLLAZZO
MARIA INCORONATA RAMELLA
ERILDA ZTAUSCI
ENRICO CHIARENZA
SALVATORE DI FALCO
ROSARIO FLAMINIO
ALBERTO VALLEFUOCO
GIUSEPPINA GUERRIERO
LUIGI IOCULANO
DOMENICO GERACI
ANTONIO CONDELLO
MARIANGELA ANZALONE
GIUSEPPE MESSINA
GRAZIANO MUNTONI
GIOVANNI GARGIULO
GIOVANNI VOLPE
GIUSEPPE RADICIA
ORAZIO SCIASCIO
GIUSEPPE IACONA
DAVIDE LADINI
SAVERIO IERACI
ANTONIO FERRARA

1999
SALVATORE OTTONE
EMANUELE NOBILE
ROSARIO SALERNO
STEFANO POMPEO
FILIPPO BASILE
HISO TELARAY
MATTEO DI CANDIA
VINCENZO VACCARO NOTTE
LUIGI PULLI
RAFFAELE ARNESANO
RODOLFO PATERA
ENNIO PETROSINO
ROSA ZAZA
ANNA PACE
SANDRO SCARPATO
MARCO DE FRANCHIS

2000
ANTONIO LIPPIELLO
SALVATORE VACCARO NOTTE
ANTONIO SOTTILE
ALBERTO DE FALCO
FERDINANDO CHIAROTTI
FRANCESCO SCERBO
GIUSEPPE GRANDOLFO
DOMENICO STANISCI
DOMENICO GULLACI
MARIA COLANGIULI
HAMDI LALA
GAETANO DE ROSA
SAVERIO CATALDO
DANIELE ZOCCOLA
SALVATORE ROSA
GIUSEPPE FALANGA
LUIGI SEQUINO
PAOLO CASTALDI
GIUSEPPE MANFREDA
GIANFRANCO MADIA
VALENTINA TERRACCIANO
RAFFAELE IORIO
FERDINANDO LIQUORI

2001
GIUSEPPE ZIZOLFI
TINA MOTOC
MICHELE FAZIO
CARMELO BENVEGNA
STEFANO CIARAMELLA

2002
FEDERICO DEL PRETE
TORQUATO CIRIACO
MAURIZIO D’ELIA

2003
DOMENICO PACILIO
GAETANO MARCHITELLI
CLAUDIO TAGLIATATELA
PAOLINO AVELLA
MICHELE AMICO

2004
BONIFACIO TILOCCA
ANNALISA DURANTE
STEFANO BIONDI
PAOLO RODA’
GELSOMINA VERDE
DARIO SCHERILLO
MATILDE SORRENTINO
FRANCESCO ESTATICO
FABIO NUNNERI
MASSIMO CARBONE
TONINO MAIORANO

2005
FRANCESCO ROSSI
ATTILIO ROMANO’
GIANLUCA CONGIUSTA
FORTUNATO LAROSA
FRANCESCO FORTUGNO


2006
FEDELE SCARCELLA

lunedì 20 luglio 2009

Ripensaci

Appello al Segretario del PD Dario Franceschini



Oggetto: Tessera del PD al Sig. Beppe Grillo

Questa mail è per sollecitarla ad un suo interessamento attivo affinchè venga data, dopo sua richiesta, la tessera al Sig. Grillo.
Ritengo che ci siano le condizioni politiche e morali affinchè nulla osti a tale emissione
Cito l'art.1 dello statuto:

"Libertà. L’uomo è un essere libero che decide di vivere all’interno della società civile in convivenza pacifica garantita dalla tutela della libertà individuale, e di tutti i diritti ad essa associati, dallo Stato democratico, che si erige quale organismo a tutela dell’Individuo e della società civile senza essere a queste contrapposto.
La libertà è il bene supremo della persona a cui lo Stato e la società civile non possono opporsi. La persona può essere privata della sua libertà nel momento in cui le sue azioni contrastano con l’interesse collettivo, o con le regole di giustizia, attraverso la sanzione, che la legge riconosce come giusta allo scopo di ripristinare i diritti violati ed al fine di rieducare l’individuo al rispetto della legalità."

Questo è solo una parte dello statuto del PD.Con il rifiuto di cui sopra affermo che questo principio è stato violato.
Ritengo quindi che il suo intervento sia doveroso affinchè venga ripristinata la legalità all'interno del partito al fine di permettere la realizzazione del congresso nel rispetto delle regole.

Chi volesse può inviare una mail simile a dario@partitodemocratico.it

domenica 19 luglio 2009

19 Luglio 1992

"Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri."
P.Borsellino





Riflessioni

Prof. Vito Volterra, matematico, uno dei non firmatari del manifesto fascista universitario del 1931


Leggo da un recente articolo di U.Eco sull'Espresso che negli anni '30 solo l'1 % dei docenti universitari rifiutò di firmare un documento di fedeltà al fascismo. Questi dodici docenti su 1200 furono licenziati. Fra i firmatari, invece, c'erano anche intelletuali di sinistra, la loro scelta fu motivata dicendo che la lotta si poteva fare dall'interno. Fra questi c'era P.Togliatti.
U.Eco termina l'articolo dicendo che questi dodici hanno dato dignità a tutto il corpo docente universitario e non i firmatari in dissenso.
Concordo pienamente su quanto su scritto.
Proprio il piegarsi al volere altrui, vendere la propria dignità o solo assoggettarsi pensando di fare chissà quali gesti eroici, ha portato a questa forma mentis tipicamente italiana.
A volte fare il proprio dovere fino in fondo, con dignità e rispetto per i propri principi, andare avanti per la propria strada, porta ad essere ricordati nella storia ed essere da esempio per noi tutti, proprio come quei dodici docenti.
Proprio come Falcone e Borsellino.

venerdì 17 luglio 2009

Americani e Italiani



"- Mentalità divertente quella degli americani: nessuno ha detto niente quando Nixon ha bombardato illegalmente la Cambogia, ma se lo avessero sorpreso in una camera d'albergo con una minorenne lo avrebbero cacciato in due giorni."
W.Allen

giovedì 16 luglio 2009

PARTITO DEMOCRATICO



Se dobbiamo fare gli americani, facciamolo fino in fondo.
Inizio così questo mio post da incazzato riguardante il rifiuto della tessera del PD a B.Grillo (lo chiamerei volentieri grillotalpa meno talpa, visto come ha chiamato lui Il PD).
Le primarie per l'elezione a segretario sono una cosa seria, se vogliamo fare gli americani.
Ci sono delle regole da rispettare ma, la cosa più importante, queste regole valgono per tutti, in tutti i sensi!
Tutti devono avere le stesse opportunità.
Questo è lo spirito americano.
Regole forti cui tutti devono rispettare cui tutti possono accedervi.
Cosa è avvenuto nella realtà?
Un mix tra america e vecchia URSS.
Le regole sono queste ma è il politburo all'italiana che decide chi si chi no
Perchè la tessera di un citadino che vuole iscriversi deve passare attraverso il vaglio di una commissione? Che cosa discute questa commissione? Se ha le doti morali? Allora perchè si è dato la tessera ad un presunto stupratore e per di più con incarichi di partito?
B.Grillo ha sempre criticato Il PD, è vero, ma noi non abbiamo fatto lo stesso? La critica rafforza se il criticato ne fa un buon uso e il criticante è in buona fede. Questo lo si poteva sapere solo dando le opportunità per una sua candidatura.
Negli Usa i candidati sono liberi di presentarsi, non passano attraverso commissioni di inchiesta, saranno poi gli elettori del partito democratico a scegliere.
Quindi, se vogliamo fare gli americani, facciamolo sul serio.............

Scusate se questo post è poco riflessivo e sa di discussione da bar, ma è una incazzatura di chi nelle regole della politica crede davvero.
Ma come dicono a Roma: quanno ce vò ce vò!
Lorenzo

mercoledì 15 luglio 2009

La radio Libera

Siamo nel 1974, le radio libere entrano prepotentemente nell'etere, portando musica e discussione al di fuori dei canali istituzionali. Radio in mano alla gente e per la gente.
Radio Veronica ad Alessandria era nella sede di Lotta Continua, in un angolo in fondo ad una grande stanza, formata da una scrivania, una sedia, qualche piatto recuperato, un mixer affittato. Il trasmettitore era sul tetto e la sua potenza non arrivava a coprire tutta la città, anzi, le prime volte faceva fatica ad arrivare alla fine della via. Addirittura una volta un commentatore venne in sede perchè faceva prima che telefonare!
Il mio primo album trasmesso fu Clic, di F. Battiato, allora quasi sconosciuto. Ricevettti due telefonate : una perchè quella musica aveva fatto addormentare un bimbo piccolo e l'altra perchè grazie a me il marito aveva abbassato la radio. Bell'inizio pensai.
Ma era la musica che ascoltavo allora, non potevo certo mettere Baglioni o Battisti, semplicemente li odiavo.
Mi sentivo un DJ, un pò alternativo ma sempre un DJ. Imparai a sfumare i pezzi, a fare commenti. La prima volta che parlai al microfono la bocca mi si seccò peggio del deserto del Nevada. Rimasi bloccato peggio che fulminato dalla sfinge. Flavio per aiutarmi, prese il microfono, dimenticandosi che aveva "fumato" e si mise a ridere senza freni, lasciando gli ascoltatori a bocca aperta, Spigutz seduto davanti a noi piegato in due, era la sua posa preferita, dal ridere, ripetendo le cazzate dette da me e Flavio. Ma la ciliegina sulla torta era una ragazza che mi piaceva molto che mi guardava con compassione e quando la guardavo si girava dall'altra parte. Insomma un vero e proprio fiasco iniziale.
Il nostro primo programma, condotto da me e Flavio (spigutz ne conduceva uno tutto suo di musica popolare) era di musica rock. La siglia era di Frank Zappa, l'attacco iniziale di Peaches en Regalia,ascoltarla nel video qui sotto mi mette le lacrime agli occhi.

Io mettevo musica più sull'elettronico, la mia passione di sempre, dai Popol Vuh ai Can fino ai Tangerine, con innesti di Pink Floyd e Soft Machine, Flavio più sul Jazz rock, es Brand X. Ma comunque eravamo interscambiabili, tutti e due ascoltavamo comunque le stesse band.
Furono momenti veramente belli, accompagnati poi dalla vitalità di quell'ambiente, sempre molto frequentato e molto vivo. Ognuno portava agli altri le proprie esperienze e esigenze, quasi sempre tramutati, poi, in lotte politiche.
Quella ragazza dopo quanche giorno non la rividi mai più.

Lorenzo

Radio Veronica (onde rosse)

Radio Veronica è stata per me il mio primo punto di aggregazione per quello che sarebbe diventata la mia esperienza giovanile in politica.
Il primissimo approccio è stato quando avevo 15 anni, siamo nel 1974, io, Flavio e Spigutz volevamo essere partecipi di una "festa popolare" organizzata dai gruppi extraparlamentari di allora.
C'è da dire che noi tre eravamo già da un paio di anni un pò diversi dagli altri coetanei. Ci interessavamo di musica, arte, facendo anche lavori tipo disegni per le manifestazioni di allora (Spigutz era molto bravo a disegnare, memorabili erano i due vecchietti con occhialini tondi e zaino in spalla in giro per il mondo).
Eravamo insomma "alternativi", tanto che ci chiamavano THE PLASTICS.
Ora questi 3 plastics alla festa popolare con sapevano come entrare in scena, loro non ci conoscevano, ma noi conoscevamo loro, quindi sembravamo una tribù primitiva con il desiderio di parlare tramite segni.
Abbiamo appeso i nostri disegni come venivano, del tipo no alla guerra in Vietnam, no all'eroina e altri simboli comunicativi.
Flavio si era messo a suonare la chitarra, io a parlare come un cantastorie e spigutz a ridere dietro i cartelloni piegato in due.
Beh, non ci crederete, ma abbiamo attratto una folla discreta ad ascoltarci.
La temperatura salì quando un gruppo di ragazze si misero a ballare davanti a noi, suscitando un battimani quasi unanime.
Spigutz, vedendo che c'erano ragazze, smise subito di ridere, e si mise a ridisegnare altri cartelloni ed io a improvvisare storie, Flavio che aveva finito il suo ristretto repertorio aiutato da un folto gruppo di tamburi,flauti,e altre chitarre sembrava un extraterrestre.
Ci sentivamo al centro del mondo, accettati dalle persone che avevamo sempre sognato do appartenere, dagli hippies, ai famosi "cani sciolti", indiani metropolitani (agli arbori), LC, AO e che più ne ha ne metta.
Così ebbe inizio la mia avventura, durata 4 anni, in un mondo fatto di giovani che avevano cose da dire, voglia di fare insieme edi costruire un futuro migliore.

Dedicato a Flavio e Spigutz
Lorenzo

lunedì 13 luglio 2009

Il nuovo candidato

Non so se sorridere o piangere per questa candidatura.
Mi sembra di vedere l'elettorato leghista quando si esaltava per l'annuncio che la lega lombarda sarebbe diventato un partito, per fermare "Roma ladrona".
Iniziò in quel periodo uno scadimento a livelli mai visti della politica italiana.
Discorsi basati sui luoghi comuni, sulle paure della gente (molte infondate), sui politici corrotti ( si ma quali e da che parte stavano?).
Allora, come adesso, si vedevano fronde di camicie verdi esultare, cartelli di ogni tipo, dove gli istinti più bassi di un fantomatico popolo del nord, inneggiava all'indipendenza.
Mancavano i rutti e le scoreggie e poi il parco nordico era ben rappresentato.
In queste ore vedo le stesse cose da parte del popolo di sinistra (?).
Si, mandiamoli a casa tutti, io concorro contro il nulla, io rappresento la gente.
E l'elettorato che fa? annuisce, concorda, tutti contenti.
Ma stiamo parlando di un partito! Non è una manifestazione, se quel partito non piace basta non votarlo.
Dico così perchè io sono abituato a ben altre battaglie, un pò più serie.
Innanzitutto mi piace vedere le cose come stanno nella realtà, e la realtà è questa:
1)La cosa fa già sorridere, non fosse altro perchè Grillo, per potersi candidare, dovrebbe fare la tessera del Partito Democratico.
2) entro le ore 20.00 del 23 luglio Grillo dovrebbe depositare la sua candidatura sottoscritta da almeno il 10% dei componenti l'Assemblea Nazionale uscente, oppure, da un numero di iscritti compreso tra 1500 e 2000, distribuiti in non meno di cinque regioni, appartenenti ad almeno tre delle cinque circoscrizioni elettorali per il Parlamento europeo.

Ora, vi sembra quella di Beppe Grillo una proposta concreta?
Io penso proprio di no. Aggiungo che finirà che ritirerà la sua candidatura accusando di scarsa democrazia il PD.
Ma quello che mi preoccupa è che nessuno ricorderà a lui che le regole sono queste, frutto di un congresso, proprio per evitare caos misto a populismo..proprio come nella Lega Lombarda.
Se la sua candidatura fosse una cosa seria, si sarebbe iscritto, ne avrebbe parlato prima con la direzione, avrebbe raccolto le firme come da regolamento, ma soprattuto avrebbe dovuto spiegare a noi le sue idee, perchè io ancora, a parte le accuse a tutti e a tutto, non le ho capite.

domenica 12 luglio 2009

sabato 11 luglio 2009

Signs

Qualcuno dice che i segni sono il linguaggio del destino, perchè non ha altro modo per parlare con noi.
Io dico che i segni che troviamo nel lungo percorso della nostra vita sono i semi che lasciamo o che perdiamo dalle nostre tasche e che qualcun altro raccoglie.
I segni sono un segnalibro, ci aiutanto a trovare il sentiero, ritrovarci quando per un momento chiudiamo il libro della vita. Ci permettono di riaprirlo alla pagina voluta, senza chiedere nulla a nessuno, senza perderci.
Bisogna saperli leggere questi segni, una parola, un video, un racconto, un anello al dito, indicazioni in questa grande mappa che è il suolo della nostra vita.

The ground beneath our feet.

I segni possono essere celati da qualcuno, chiamandoli "oscure allusioni", per fede, per paura, per amore, ma in questo modo si compie uno degli errori peggiori che si puo fare all'uomo.

Per molti sono i segni di un disegno divino, per me sono le parole del mondo, decifrabili attraverso la nostra sensibilità e il nostro amore per la vita.
Ognuno di noi è responsabile del proprio destino, i segni ne sono i colori, il terreno la tela del nostro quadro.

Lorenzo

Buon Compleanno Marilena






The ground beneath her feet - U2



"L'amore non potrà mai essere descritto alla maniera del cielo o del mare o di un altro qualsiasi mistero: è l'occhio col quale vediamo, è il trasgressore nel santo, è la luce all'interno del colore."
Tom Tom ( Jeremy Davies) protagonista di The million dollar hotel

giovedì 9 luglio 2009

Cometa

La malattia di vivere

Una falena piangeva disperata, e i suoi singhiozzi giunsero sino al cielo.

Falena?

Disse la Luna, cos’è che ti fa soffrire tanto?

Luna piango perché sono malata. Aiutami ti prego!

Rispose la Falena.

Malata? A me non sembri malata!

Luna guardami meglio, un buon dottore non si ferma mai all’apparenza.

La Luna per guardarla meglio scese dal cielo, e si avvicinò alla falena, illuminandola, e lo spettacolo che vide la lasciò senza parole. Un esserino esile e tremante avvolto nelle sue stesse lacere ali, e una profonda pietà la colse.

Capisco – poi disse – ed ora so anche il perché, tu non sei malata, sei solo fuori posto.

Fuori posto?

Si, non è qui che dovresti stare, tu non sei un falena, ma una farfalla.

Una farfalla???

Disse sorpresa la falena:

Ma io sono figlia di generazioni di falene, come posso essere una farfalla.

La Luna ci pensò un attimo su e poi disse:

Non importa quale sia il motivo, o come sia potuto accadere, ma tu sei una farfalla. La notte non è adatta alle tue ali delicate, al tuo nutrirti di luci e colori, tu soffri tanto perché questo non è il tuo luogo. Vivi la notte, ma dovresti vivere il giorno.

La farfalla che aveva sempre creduto d’essere una falena, divenne ancora più triste, dicendo:

Io non riesco a vivere così, presto morirò la sofferenza è troppa!

E la stella dall’alto del cielo disse:

Si è giorno, ora puoi vivere la tua vita farfalla, io torno nel mio cielo, la mia missione è compiuta.

Stella aspetta, posso strapparti una promessa?

Si cara dimmi.

Ci sono molte farfalle che credono ancora di essere falene, aiutale.

E la stella cometa se ne andò.

C.Parisi

Troppe volte ho cercato di essere quella stella cometa, ma non sono mai riuscito a rischiarare nemmeno un'ora della notte.

Lorenzo


VOICES IN THE DARK VIDEO - K. SCHULZE

martedì 7 luglio 2009

Nel '700 Kant scriveva questo



" L'illuminismo è l'uscita dell'uomo da uno stato di minorità il quale è da imputare a lui stesso. Minorità è l'incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza esser guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza - è dunque il motto dell'illuminismo. La pigrizia e la viltà sono le cause per cui tanta parte degli uomini, dopo che la natura li ha da lungo tempo affrancati dall'eterodirezione (naturaliter maiorennes), tuttavia rimangono volentieri minorenni per l'intera vita e per cui riesce tanto facile agli altri erigersi a loro tutori. E' tanto comodo essere minorenni! Se ho un libro che pensa per me, un direttore spirituale che ha coscienza per me, un medico che decide per me sulla dieta che mi conviene, ecc., io non ho più bisogno di darmi pensiero per me. Purché io sia in grado di pagare, non ho bisogno dì pensare: altri si assumeranno per me questa noiosa occupazione. A far si che la stragrande maggioranza degli uomini (e con essi tutto il bel sesso) ritenga il passaggio allo stato di maggiorità, oltreché difficile, anche molto pericoloso, provvedono già quei tutori che si sono assunti con tanta benevolenza l'alta sorveglianza sopra costoro. Dopo averli in un primo tempo instupiditi come fossero animali domestici e aver accuratamente impedito che queste pacifiche creature osassero muovere un passo fuori dei girello da bambini in cui le hanno imprigionate, in un secondo tempo mostrano ad esse il pericolo che le minaccia qualora tentassero di camminare da sole."

Noi, attualmente in Italia, siamo ancora in uno stato ,dal punto di vista intellettuale, precendente a questo

People 2