martedì 28 luglio 2009

L'apparato lavorativo

Negli ultimi vent'anni c'è stata la più grande trasformazione del mondo lavorativo.
Ormai molti lavoratori , anzi i più, si trovano in quella condizione in cui " lavorare" significa "collaborare" all'interno di un apparato, dove le azioni di ciascuno sono già anticipatamente descritte e prescritte dall'organigramma per il buon funzionamento dell'apparato stesso.
Con ciò non voglio misconoscere che il lavoro eseguito da soli non ha mai costituito la parte principale del lavoro umano, ma solo osservare che, mentre un tempo " collaborare" significava lavorare con altri uomini e donne, nell'età della tecnica collaborare significa lavorare con e per l'apparato a cui gli altri lavoratori appartengono.
Significa che fra un lavoratore e l'altro si è " infilato" l'apparato, lasciando l'uomo che lavora solo con se stesso.
Al lavoratore, infatti, non è chiesto nè di sapere, nè di vedere, nè di provare o non provare interesse per quello che sta facendo.
Si partecipa, tutti insieme, ma soli nei fatti, al prodotto finito, da consumarsi il prima possibile, pena la crisi economica.
Questa è l'alienazione dei giorni nostri, essere soli di fronte agli apparati produttivi, con pausa, per di più, di esserne espulsi al primo sbaglio.
Lorenzo

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