giovedì 26 marzo 2009

L'uomo oggi


Non è mai la virtù, ma sempre il vizio a dirci chi è di volta in volta l'uomo.
Aristotele

domenica 22 marzo 2009

Ritorniamo al concetto di idea

IDEALISTA,
questo è un termine che viene oggi usato in modo un pò dispregiativo.
In genere destinato a persone che, apparentemente,sembrano vivere fra le nuvole o che non hanno contatto con la realtà. Ma cosa sarebbe la realtà senza idee,senza gli idealisti o i filosofi?
Le Idee.
La ragione permette di cogliere qualcosa di diverso dalla realtà materiale, qualcosa di assoluto ed universalmente valido.
Esiste davvero questo qualcosa? Se non esiste, allora non vi può essere alcuna conoscenza sicura e non resta che l'opinione sensibile, come sostenevano i sofisti. Ma noi abbiamo conoscenza di essenze che non hanno alcun riscontro nella realtà sensibile e che quindi non possono derivare dall'esperienza.
Tali sono, ad esempio, i concetti matematici e i giudizi etici. Bisogna perciò ammettere una forma di realtà diversa da quella delle cose sensibili: una realtà immateriale, universale, immutabile ed eterna.
Questa realtà è costituita dalle idee (dal greco eidos = forma).
Esistono così realmente, ad esempio, le idee di figura, di virtù, di bene, a prescindere dalle singole figure, dalle singole azioni virtuose, dalle singole cose buone. Inoltre le idee sono molteplici, mentre unico è l'essere immutabile di Parmenide da cui forse, più che da Socrate, trae origine la dottrina platonica. Il mondo della natura nel suo continuo divenire e nella sua relatività, è un misto di essere e di non essere e cerca di riprendere il mondo delle idee, che sono appunto le forme reali ed immutabili delle cose.
Come oggetti della conoscenza razionale le idee sono dette da Platone enti o sostanze e sono nettamente distinte dalle cose sensibili. Per la prima volta nel Fedone si tirano le somme delle critiche che Platone ha rivolto ai Sofisti nei dialoghi precedenti. Il difetto fondamentale dei Sofisti è che essi si rifiutano eli procedere al di là delle apparenze: perciò ne rimangono prigionieri e, propriamente parlando, non sono filosofi.
La filosofia consiste nel procedere al di là delle apparenze e in primo luogo delle apparenze sensibili. Cómpito della filosofia, si dichiara nel Fedone, è quello di distogliere l'anima dall'indagine «fatta con gli occhi, con gli orecchi e con gli altri sensi», e di raccoglierla e di concentrarla in se stessa in modo che essa scorga «l'essere in sé»; e proceda così dalla considerazione di ciò che è sensibile e visibile alla considerazione di ciò che è intelligibile e invisibile.
Viene innestata qui nel tronco della filosofia socratica l'opposizione propria dell'Eleatismo tra la via dell'opinione e la via della verità; e viene posto, come oggetto proprio della ragione, l'essere in sé........... l'idea.

sabato 14 marzo 2009

Perchè parlo di filosofia

Il titolo dovrebbe continuare...perchè tento parlare di filosofia, non mi voglio mettere sulla cattedra di chi ,invece sa parlare di filosofia, ma comunque ci provo.
In questo campo sono autodidatta, completamente, ho letto e continuo a leggere molto perchè mi piace leggere in generale, ma soprattutto di filosofia.
In questo blog parto sempre da problemi reali, della vita di tutti giorni e, a volte, dalle questioni dominanti quel tal momento, tipo eutanasia ecc.............
Perchè " tramite la filosofia"?
Dal suo sorgere con Socrate, Platone, Aristotele , lo stoicismo ecc.. la filosofia, prima di rinchiudersi nelle aule accademiche e diventare autoreferenziale, è stata applicata al mondo della vita per reperire forme sempre migliori di governo per la città e governo di sè.
E mentre la psicoanalisi si è" limitata " a curare le sofferenze dell'anima ( cosa fra l'altro assai necessaria) provocate dalle condizioni del mondo, ottenendo una sorta di presa di distanza idividuale dal vuoto di senso,la filosofia non ha mai esitato a mettere in discussione il mondo , il mondo di tutti, non ogni mondo individuale, che oggi si identifica con la tecnica, in cui sono da reperire le ragioni dell'insensatezza.
Dall'insensatezza non si esce con la cura, perchè il disagio non ha origine dall'individuo, ma dal suo essere inserito in uno scenario,quello tecnico, di cui gli sfugge la comprensione.
E se il problema è di comprensione,gli strumenti filosofici sono gli unici idonei, per me, per orientarsi in un mondo il cui senso, per l'uomo, si sta facendo sempre più oscuro.