giovedì 26 settembre 2013

lunedì 23 settembre 2013

Ma tu puoi dire la parola "frocio"?






Ho molto rispetto per tutti i miei amici di diverso orientamento sessuale, quindi a mo’ di premessa vi esorto a non dire “ho ‘n zacco di amichi gay”; è l’anticamera dell’animo razzista.

Esultiamo! Abbiamo in discussione una legge – severa – contro l’omofobia. Una legge all’italiana.

In sintesi, e senza cavillose spiegazioni, funzionerà così:

“A tutti i cittadini normali, sarà fatto divieto di dare del frocio a chicchessia.”

Clap! Clap! Clap! “ I cittadini diversamente normali, ricoprenti ruoli politici, di livello o istituzionali, potranno invece continuare a dar del culattone, frocio, recchia, caghino a loro discrezione, in quanto negando loro questo diritto, si potrebbe ledere il sacrosanto diritto all’opinione e alla libertà di parola.

Spelliamoci le mani in un applauso: Clap! Clap! Clap!

Chiedo scusa, e lo faccio veramente, per aver scritto così con amara ironia, ma è tale lo sconforto, l’umiliazione e la vergogna di far parte di questo paesetto derelitto, che non avrei potuto scriverlo diversamente.

Mai! Mai una volta, che si faccia a meno di marcare il solco che divide il popolo dal potere. Mai una volta che si operi per cancellare la disparità che ci ingabbia, prigionieri di questo tempo maledetto.

Provate  pensare a un raduno leghista, a quel sacco di merda di borghezio, o bossi, o calderoli le cui uniche locuzioni comprensibili, durante uno dei loro “comizi” sono negher e culattone. Provate a pensare a quella cosa pietosa di giovanardi, a tutti coloro che negli anni si sono distinti per aver dato a Rosy Bindi dell’ “uomo”. Provate a pensare che ne sarebbe stato di questo fior fiore di statisti, se anche l’Italia si fosse svegliata di buon mattino con una parvenza di civiltà. Sarebbe stato un disastro, il neo-politichese sarebbe stato tutto da riscrivere.

Siamo ormai senza vergogna.

Questa è la legge che ci meritiamo tutti, per aver fatto sì che tutte le questioni venissero raggruppate in una soltanto: la questione morale.

Ridicoli ormai, fino alla fine.



Rita Pani



Ho condiviso questo bell'articolo della scrittrice Rita Pani perchè, oltre che essere una denuncia sull'etica della politica, tocca alcune corde del nostro sentire, della nostra libertà e del fatto che il rispetto non deve passare per forza in certi divieti assurdi.

Lorenzo

martedì 17 settembre 2013

martedì 10 settembre 2013

La questione siriana


Cosa  penso del conflitto in Siria. Qualche giorno fa avevo messo un post con una bella canzone dei Motorhead che in parte spiegava il senso di quello che sta accadendo sulla scena geopolitica attuale, ma a quanto pare non è bastato. Mi dispiace che sui nostri giornali non scrivano niente di chiaro su questo conflitto. Siccome sono impegnato nella scrittura del mio nuovo libro e non ho tanto tempo da dedicare ai post, farò del mio meglio per essere sia sintetico che esplicito.
La prima cosa che dovete capire quando si parla della questione siriana è che il problema di questo conflitto non è quello rappresentato dai Media. Non c’entra niente l’immagine del cattivo dittatore Assad e del martoriato popolo che si è ribellato al suo potere. Vengono fornite notizie per metà fasulle per altra metà fortemente parziali. La questione Siriana è un complicato ed estremamente pericoloso risultato di decenni di speculazione e prepotenza nell’area del Medio Oriente. Questa situazione drammatica è dovuta all’ignoranza delle masse sottomesse alle idee di una dottrina religiosa dall’impronta trogloditica e dalla brutale dittatura dei corrotti politici e dittatori, fantocci dei poteri finanziari stranieri.
Quando si parla di Medio Oriente in genere, dei terroristi, dei buoni o cattivi musulmani, delle rivoluzioni varie, dovete prima ricordare una cosa: il mondo islamico è diviso in due fazioni importanti, Sciiti e Sunniti. Poi ognuna ha una varietà di sottogruppi, variazioni tribali che in ogni paese hanno le proprie caratteristiche, ma in generale la divisione del mondo islamico al giorno d’oggi è rappresentato dall’esistenza di queste due fazioni. Tra loro si odiano a morte e quando ne hanno la possibilità, si massacrano a vicenda, con estrema brutalità. Non bisogna fare lo sbaglio di sostenere una delle due parti come progressista attribuendole valori simili a quelli che hanno le società occidentali sviluppate. Entrambe le parti sono composte da selvaggi assassini stupefatti dalla violenza e storditi dalla religione. I musulmani veramente progressisti stanno lontano da queste lotte e preferiscono non far parte di nessuna delle due fazioni, ma purtroppo sono una minoranza. Vi prego di ricordare che nessuna società divisa da un’ideologia, dalla religione o dalla differenza sociale è veramente libera e autosufficiente. Se nella società è presente la divisione, vuol dire che c’è sempre qualcuno che la sfrutta e la alimenta per i propri interessi.
Al giorno d’oggi nel conflitto d’interessi sul suolo siriano sono coinvolti i seguenti paesi: USA, Gran Bretagna, Francia, Russia, Israele, Iran, Turchia, Libano, Iraq, i paesi del Golfo Persico e la Siria stessa. La premessa importante, prima di avventurarsi nella questione, è che nessuno di questi paesi opera nella scena geopolitica seguendo il buon senso, a grandi linee sono tutti pronti a fare il peggio pur di proteggere i propri interessi.
Ora esaminiamo la situazione attuale in Siria. I ribelli che combattono contro Assad sono Sunniti e sono componenti di Al Quaeda e dei suoi gruppi appendici. Sono i seguaci di coloro che avevano combattuto a fianco di Osama Bin Laden, reso famoso dopo l’attentato alle Torri Gemelli. (Qui vediamo l'incredibile piroetta del destino che fecero gli Americani con Al Quaeda. Dopo averli creati e alimentati ai tempi dell’invasione sovietica di Afghanistan, quelle bestie si sono allontanate dai propri creatori, hanno fatto una valanga di atti di terrorismo in giro per il mondo, colpendo in modo terribile il cuore dell’America e ora sono di nuovo tornati insieme, ad andare a braccetto verso l’ennesima guerra sporca. Questo è cibo per le riflessioni di chi pensa che con l’uccisione di Bin Laden gli USA hanno condannato e sconfitto Al Quaeda). Loro non c’entrano con l’insurrezione del popolo, che in Siria non è mai avvenuta, hanno invaso ingiustamente il territorio siriano. Loro fanno parte di un movimento terroristico di impronta integralista islamica estremamente pericoloso, sostenuto dai paesi Occidentali, da alcuni dei loro sostenitori in Medio Oriente e dai paesi del Golfo Persico interessati a destabilizzare il potere di Assad, ognuno per i propri interessi. È importante sottolineare che Assad è mal visto dalle due fazioni in lotta perché con la sua politica aveva cercato di avvicinare la Siria al modello occidentale, tenendola lontano dall’impronta di uno stato islamico. Comunque, i Sunniti lo odiano di più degli Sciiti perché in passato il padre di Assad li aveva perseguitati e massacrati nella città di Hama. Da questa situazione ogni persona sana di mente e con una minima conoscenza delle leggi internazionali può definire da solo quello che accade in Siria.
Ora parliamo degli interessi e del coinvolgimento dei paesi stranieri in Siria. Ormai, spero che tra voi non ci siano illusi che credono che l’Occidente o altri paesi come Russia o Cina intervengono e danno supporto militare perché vogliono difendere gli innocenti, esportare la democrazia o prevenire il terrorismo per questioni di sicurezza. Ogni guerra che si fa porta con sé interessi precisi, piani finanziari concreti, strategie globali calcolate. Non è una passeggiata gloriosa sotto le bandiere a suon di tamburi. È un modo moderno per appropriarsi delle risorse e mantenere gli opponenti nello stato di degrado, impedendo il loro sviluppo per evitare la crescita delle società benestanti sul piano globale. Così si fa perché non possiamo vivere tutti negli eccessi, perché lo stile di vita eccessivo per la sua natura è segno di uno squilibrio globale, quindi per dare la possibilità ad alcuni paesi di condurre una vita bellissima ed esagerata, altri ne devono subire le conseguenze. So che suona male, ma così va avanti il mondo. Purtroppo.
Quindi, dopo aver capito questo esaminiamo tutto quello che fecero gli occidentali in Medio Oriente da quando Lorence d’Arabia contribuì alla sconfitta dell’impero ottomano. Più di un secolo di guerre brutali, perfidi accordi sottobanco, sostegno ai tiranni sanguinari, tutto soltanto per poter consumare le risorse e mantenere il controllo a livello geopolitico. Oggi arriva il momento di raccogliere quello schifo che avevano seminato i nostri avi. Caos e minaccia di uno scontro globale con l’impiego delle armi di distruzione di massa, anche quelle nucleari.

N.Lilin

lunedì 9 settembre 2013

Ricetta dei Rabaton alessandrini




I Rabaton alessandrini sono un primo piatto leggero, gustoso e abbastanza fuori dal comune rispetto il nostro modo di intendere il primo piatto di pasta o minestra.
Perchè rabaton? Perchè in piemontese rotolare si dice " rabattare" e infatti nella loro preparazione i rabaton vanno fatti rotolare sul piano di cucina, un po' come i gnocchi, di cui sono un po' parenti.
Sinceramente non ho notizie che questi si preparino al di fuori della zona della mia città o al massimo nei dintorni, se così fosse mi piacerebbe saperlo e comunque avranno un nome differente. In Provenza ( Francia) si preparano in modo diverso come MOLTO differente è il loro nome, ben poco invitante: "merde de can"

 Ingredienti per la ricetta:

400 g. di biete ( qualcuno le chiama coste ma serve soltanto la parte verde)
300 gr di ricotta pecora e capra ( qui in Piemonte è il seirass)
200gr di parmigiano grattugiato
3 uova
brodo di carne (per la cottura successiva)
pane grattugiato, burro, salvia, sale e farina bianca.

Due note sugli ingredienti:
Si usa la bieta non gli spinaci perchè risulterebbero con un sapore più forte. E' importante l'equilibrio dei sapori tenendo conto, lo avrete notato, che già si unsa in abbondanza il parmigiano.
La ricotta: potere usare in alternativa quella di solo pecora o solo capra, mai usare quella di latte vaccino, troppo acquosa e con poco sapore. Comunque sempre ricotta acquistata fresca.
Il pangrattato dovete dosarlo voi  proprio per dare la giusta consistenza. Potete anche metterlo per ultimo dopo aver messo il composto in un contenitore per girarlo poi a mano.

Preparazione:

Lessare le biete in poca acqua salata. Quando cotte scolatele e strizzatele molto forte e lasciarle asciugare un'oretta.
Mettete le biete, 100di parmigiano, la ricotta, le uova e il pangrattato e il sale in un frullatore e frullate fino ottenere un impasto omogeneo, che si possa poi impastare con le mani. Al limite aggiungete nel frullatore un paio di cuccgiai di farina se troppo acquoso.
La consistenza giusta è quella che vi permette di arrotolarne la dose di un cucchiaio e formare dei cilindretti come un dito ( vedi figura) e poi arrotolateli nella farina. Metteteli poi tutto in un piatto.
Fate ora bollire il brodo di carne che avrete preparato in precedenza e gettate i rabaton dentro. Appena verranno a galla scolateli con la schiumarola e porgeteli in un piatto.
Trasferiteli ora in una pirofila imburrata, metteteci le restanti noci di burro, la salvia e il restante parmigiano. 
Infornate a 180 gradi per pochi minuti, il tempo che il burro si sciolga.
Buon appetito.

Io insieme consiglierei un vino bianco secco. No rossi, al massimo un grignolino del casalese.
L'ideale, per mio conto, è un buon Gavi.

Lorenzo






L'affaire Berlusconi




Sto sentendo sui dibattiti televisivi, a dire il vero più simili a risse, molte incongruenze, inesattezze più o meno volute riguardo tutto quanto è successo finora riguardante il senatore Silvio Berlusconi, nonchè pregiudicato e condannato a più di 4 anni in via definitiva. I suoi provessi non sono finiti qui, infatti finora, fra sentenza in giudicato a le altre sentenze ancora di grado inferiore, ha collezionato finora più di 11 anni di carcere.
In poche parole un pericoloso pregiudicato se si tiene  acnhe conto della recente sentenza di Dell'Utri, a lui vicino e suo consigliere, dove nelle motivazioni della sentenza si dice che egli tenesse i collegamenti fra Mafia e Berlusconi.
Queste referenze sono importanti perchè non si perda mai l'oggetto del contendere e sul chi è il nostro ex capo di Governo per quasi 20 anni.
Bene, ora la carovana avocatesca, insieme a quella  televisiva e insieme al nostro ministro degli interni, hanno montato una campagna fuorviante ( è dire poco) riguardo il ricorso alla consulta europea.
Facciamo chiarezza fin dal principio, ci si rivolge al tribunale di Strasburgo solo dopo che una sentenza ha prodotto i suoi effetti, quindi Berlusconi avrebbe potuto farlo, solo dopo quando espulso dal senato in base la legge Severino, prima non ha senso. Eppure è stato fatto..
La legge Severino ricordo che è stata votata sia dal PD che dal PdL e mai nessuno ha fatto ricorso per incostituzionalità, mentre anche oggi,  IL MINISTRO DEGLI INTERNI, ha ribadito la sua incostituzionalità, già solo da questo sarebbe roba da pazzi.
Ma non finisce qui, sui Tg ogni giorno partendo dal ricorso alla corte europea si continua ripetere che LA SENTENZA DI CASSAZIONE E' ASSURDA. Ecco allora in vero motivo del ricorso in Europa, allungare il brodo per tenere alta la tensione in Italia e nello stesso tempo continuare a dire che la sentenza ormai definitiva è assurda. La sentenza non la legge Severino, oggetto di ricorso.
Questa continua tensione sposterà a mio giudizio molti voti verso il PdL, e se la corte di Strasburgo dovesse dare ragione a lui, prenderebbe in Italia Valore di ASSOLUZIONE DEL SUO DI PROCESSO, non della legge Severino oggetto deo contendere.
Credo che siamo alla farsa, all'uso delle leggi e delle istituzioni, ormai nemmeno più solo quelle italiane, per fini prettamente personali e da parte di una persona ormai condannata e che dovrebbe starsene in carcere.
Un'ultima constatazione: il titolo del fascicolo del  ricorso di Berlusconi a Strasburgo è il seguente:
Berlusconi contro Italia.

Lorenzo

sabato 7 settembre 2013

Il ruolo della politica



La politica, come la società, è cambiata.
In questo articolo tratto dalla testata online EUROPA, dove qui sotto potete linkare per leggerlo, condivido alcune riflessioni specialmente riguardanti "quel fenomeno" di Renzi, carismatico si ma, secondo me, molto fanciullesco. Quello che non condivido è la solita idea che la sinistra "debba per forza governare un cambiamento". Ma dove sta scritto? Ma è forse un rigurgito rivoluzionario in salsa poltrona e ciabatta? Inoltre mi ha colpito, e non poco, un passaggio dove Carlo Galli teorizza una sorta di ri-civilizzazione della società. Questa frase contiene tutto il "desiderio" di una sinistra che si crede essere l'eletta per governare solo lei il miglioramento sociale, essere insomma la politica che si è fatta partito, la protagonista.
Oggi i protagonisti delle società vogliono essere i soggetti che operano sul campo: le imprese, i lavoratori, i commercianti, gli educatori e chi più ne ha ne metta. Questi soggetti vogliono in primis governare il cambiamento, essere loro con le loro idee portare linfa nuova alla società.
Ci si chiederà e la politica? Essa ha e deve sempre avere  un ruolo nobile, quello di crerae le regole, le leggi, sovrintendere agli squilibri, intervenire per mantenere alto il livello culturale e sociale. Questo è il ruolo della politica.
Vogliamo iniziare?

Lorenzo

La Cura omeopatica Renzi  per battere Berlusconi

venerdì 6 settembre 2013

Quirinalia



Interesante venire a sapere che il Presidente di questa Repubblica ha ricevuto Confalonieri( chi cazzo è istituzionalmente?) quale rappresentante del collegato alla mafia e pluricondannato per garantirci la tenuta di questo governo.
Quando salirà al Quirinale Lino Banfi per presentare il piano economico quinquennale?

Lorenzo

Questa è l'Italia che NON voglio


giovedì 5 settembre 2013

Epifani e la bufala del circolo per pochi



Molto bello questo articolo di Luca Telese, attualmente uno dei giornalisti a me preferiti per serietà.
L'antefatto: Il Fatto Quotidiano pubblica un articolo dove dice che il neo segretario del PD G.Epifani sarebbe iscritto a un circolo molto esclusivo per pochi.
A parte il "Fatto" che non vedo nessuno scandalo, ma si è trattato di una vera e propria notizia falsa, volta solo a screditare una persona che io reputo onesta alla stessa stregua del suo predecessore.

Lorenzo



Devo dire che oggi, su un giornale di cui solitamente è imprescindibile la lettura, Il Fatto, e per la penna di un giornalista solitamente rigoroso e attendibile, Carlo Tecce, ho letto un pezzo su Guglielmo Epifani che grida vendetta al cielo e che mi ha fatto riflettere non solo nel merito dell’accusa al leader del Pd, ma anche – per estensione – sulla parabola discendente di un intero genere cronistico-letterario, sull’ubriacatura dell’anticasta a tutti i costi, sul più lodevole entusiasmo investigativo che purtroppo talvolta diventa vera e propria bufala.
Leggete con me questo titolo: «Epifani e quel compleanno al circolo dei vip». Leggete con me questo sommario: «Il segretario Pd corregge il presidente a Presa diretta: “Non sono iscritto”. Ma il Fatto ha scoperto che lo frequenta da tempo. E lui, alla fine, conferma». Lo sventurato rispose. Porca miseria, pensi leggendo, lo hanno preso con le mani nella marmellata.
Leggevo questo titolo anche in prima pagina ieri notte con il giornale fresco di stampa preso all’edicola notturna: «Epifani imbarazza il Pd: frequenta un circolo esclusivo». Siccome mi fido di questo giornale, e di questo giornalista, guardo il sommario e per un attimo faccio un salto: «Il segretario democratico ha subito inviato una secca smentita al programma di Iacona sulla sua iscrizione (30mila euro) al club romano “Antico Tiro al volo”. Ma al Fatto risulta (e lui alla fine conferma) che proprio lì festeggiò i suoi 60 anni e va spesso con la moglie».
Scuola di giornalismo: leggo, leggo, e cosa capisco? Che Epifani è stato pizzicato, ha provato a smentire, ma che una inchiesta da premio Pulitzer lo ha messo al tappeto. È lingua italiana, rileggete con me: «Epifani imbarazza il Pd», «invia una smentita», ma «Al Fatto risulta». Minchia. Al Fatto, a Tecce e ai titoli della prima pagina “risulta”: ti fidi, ma quando poi leggi il pezzo, capisci che però non risulta una beneamata cippa. Semmai il contrario. Scrive infatti lo stesso Tecce dentro il suo articolo: 1) «Epifani non ha pagato la quota». 2) «Non può definirsi compagno di tiro al volo di Gianni Letta o Antonio Catricalà». Però.
E come nasce allora l’inchiesta che inchioda Epifani, se l’articolo di Tecce dice il contrario? La notizia della presunta iscrizione del segretario saltava fuori (occhiello di prima: «Lo rivela Presa diretta») da una intervista al presidente del circolo, Michele Anastasio Pugliese mandata in onda nello straordinario programma di Riccardo Iacona. Puntata, peraltro molto bella, sui ricchi e sui poveri, in cui però – evidentemente per lustrare il suo blasone – l’avvocato Michele Anastasio Pugliese vantava di avere tra i suoi associati «tutti i presidenti della Corte Costituzionale, Catricalà ed Epifani». Il presidente, scrive Tecce, ammette parlando con il Fatto di essersi sbagliato: «L’ha raccontato il medesimo Pugliese che si è scusato per l’errore» (lo ha raccontato a Tecce, che però lo riferisce in questa strana forma indiretta, attenuando la forza della smentita). Bene, quindi Il Fatto avrebbe dovuto dire e titolare: «Epifani non è iscritto al club da 30mila euro, il presidente del circolo lo ha tirato dentro, ma lui non c’entrava nulla». La cosa incredibile e che, malgrado non risulti da nessuna parte, nella titolazione, Epifani ha educatamente risposto a Tecce che nel circolo è andato un paio di volte e che ha festeggiato un compleanno. Punto. La risposta di Epifani è condensata in sole tre righe (certo, anche quella era una smentita), ma Tecce la infila quasi a metà pezzo, non la evidenzia nei titoli, e la fa scomparire. 
Malgrado tutte queste ellissi, faticando un po’, la verità si può capire lo stesso: la moglie di Epifani conosce il presidente che è stato lieto di invitarli e /o ospitare entrambi due volte l’anno. E invece cosa scrive Tecce con prosa necessariamente involuta? «Il rosso che per anni ha battagliato insieme ai metalmeccanici, celebrare il suo compleanno in una piazza che non era San Giovanni: gli hanno concesso la visita, lui ha pagato le consumazioni». Quindi ricapitoliamo ancora: 1) Epifani non è iscritto al circolo esclusivo da 30mila euro. 2) Non ha pagato la salata tassa di iscrizione. 4) Si è persino pagato il conto da sé. Che cosa ha fatto dunque? Invitato da uno dei soci è tornato nel circolo «un paio di volte a stagione per pranzare o cenare con la moglie». Ma tutto questo non conta: «Epifani imbarazza il Pd», «Lo rivela Presa diretta: in realtà si tratta dell’affermazione infondata di cui il presidente si è addirittura già “scusato” addirittura con Tecce. Il Fatto già lo sa, come sappiamo anche noi, ma usa il marchio di credibilità di Presa diretta, per asseverare una cosa non vera. Bene, finisco di leggere, non capisco, chiamo il mio amico ed ex collega Tecce. Mi pare leggermente imbarazzato (ma questa è una impressione mia), ma sostiene questo: «Al giornale ci siamo detti che sarebbe stato meglio se Epifani fosse stato veramente iscritto al circolo. Perché ha usufruito di un privilegio che solo il suo status gli offre – argomenta Tecce – un privilegio di cui un operaio non potrebbe godere: per questo ci è sembrato grave e degno della prima pagina». È vero il contrario: qualsiasi club esclusivo vuole poter esibire dei vip, e inviterebbe volentieri, che ne so, Francesco Totti: se Totti va non gode di privilegi, ma semmai ne concede uno lui, la pubblicità). Quindi non solo la notizia da cui tutto è partito non era vera, non solo Tecce ha potuto verificarlo meglio di chiunque ma ha scritto e titolato perché apparisse il contrario, ma il fatto che non sia vera la rende più grave. Al Fatto risulta questo.

Luca Telese