martedì 10 settembre 2013

La questione siriana


Cosa  penso del conflitto in Siria. Qualche giorno fa avevo messo un post con una bella canzone dei Motorhead che in parte spiegava il senso di quello che sta accadendo sulla scena geopolitica attuale, ma a quanto pare non è bastato. Mi dispiace che sui nostri giornali non scrivano niente di chiaro su questo conflitto. Siccome sono impegnato nella scrittura del mio nuovo libro e non ho tanto tempo da dedicare ai post, farò del mio meglio per essere sia sintetico che esplicito.
La prima cosa che dovete capire quando si parla della questione siriana è che il problema di questo conflitto non è quello rappresentato dai Media. Non c’entra niente l’immagine del cattivo dittatore Assad e del martoriato popolo che si è ribellato al suo potere. Vengono fornite notizie per metà fasulle per altra metà fortemente parziali. La questione Siriana è un complicato ed estremamente pericoloso risultato di decenni di speculazione e prepotenza nell’area del Medio Oriente. Questa situazione drammatica è dovuta all’ignoranza delle masse sottomesse alle idee di una dottrina religiosa dall’impronta trogloditica e dalla brutale dittatura dei corrotti politici e dittatori, fantocci dei poteri finanziari stranieri.
Quando si parla di Medio Oriente in genere, dei terroristi, dei buoni o cattivi musulmani, delle rivoluzioni varie, dovete prima ricordare una cosa: il mondo islamico è diviso in due fazioni importanti, Sciiti e Sunniti. Poi ognuna ha una varietà di sottogruppi, variazioni tribali che in ogni paese hanno le proprie caratteristiche, ma in generale la divisione del mondo islamico al giorno d’oggi è rappresentato dall’esistenza di queste due fazioni. Tra loro si odiano a morte e quando ne hanno la possibilità, si massacrano a vicenda, con estrema brutalità. Non bisogna fare lo sbaglio di sostenere una delle due parti come progressista attribuendole valori simili a quelli che hanno le società occidentali sviluppate. Entrambe le parti sono composte da selvaggi assassini stupefatti dalla violenza e storditi dalla religione. I musulmani veramente progressisti stanno lontano da queste lotte e preferiscono non far parte di nessuna delle due fazioni, ma purtroppo sono una minoranza. Vi prego di ricordare che nessuna società divisa da un’ideologia, dalla religione o dalla differenza sociale è veramente libera e autosufficiente. Se nella società è presente la divisione, vuol dire che c’è sempre qualcuno che la sfrutta e la alimenta per i propri interessi.
Al giorno d’oggi nel conflitto d’interessi sul suolo siriano sono coinvolti i seguenti paesi: USA, Gran Bretagna, Francia, Russia, Israele, Iran, Turchia, Libano, Iraq, i paesi del Golfo Persico e la Siria stessa. La premessa importante, prima di avventurarsi nella questione, è che nessuno di questi paesi opera nella scena geopolitica seguendo il buon senso, a grandi linee sono tutti pronti a fare il peggio pur di proteggere i propri interessi.
Ora esaminiamo la situazione attuale in Siria. I ribelli che combattono contro Assad sono Sunniti e sono componenti di Al Quaeda e dei suoi gruppi appendici. Sono i seguaci di coloro che avevano combattuto a fianco di Osama Bin Laden, reso famoso dopo l’attentato alle Torri Gemelli. (Qui vediamo l'incredibile piroetta del destino che fecero gli Americani con Al Quaeda. Dopo averli creati e alimentati ai tempi dell’invasione sovietica di Afghanistan, quelle bestie si sono allontanate dai propri creatori, hanno fatto una valanga di atti di terrorismo in giro per il mondo, colpendo in modo terribile il cuore dell’America e ora sono di nuovo tornati insieme, ad andare a braccetto verso l’ennesima guerra sporca. Questo è cibo per le riflessioni di chi pensa che con l’uccisione di Bin Laden gli USA hanno condannato e sconfitto Al Quaeda). Loro non c’entrano con l’insurrezione del popolo, che in Siria non è mai avvenuta, hanno invaso ingiustamente il territorio siriano. Loro fanno parte di un movimento terroristico di impronta integralista islamica estremamente pericoloso, sostenuto dai paesi Occidentali, da alcuni dei loro sostenitori in Medio Oriente e dai paesi del Golfo Persico interessati a destabilizzare il potere di Assad, ognuno per i propri interessi. È importante sottolineare che Assad è mal visto dalle due fazioni in lotta perché con la sua politica aveva cercato di avvicinare la Siria al modello occidentale, tenendola lontano dall’impronta di uno stato islamico. Comunque, i Sunniti lo odiano di più degli Sciiti perché in passato il padre di Assad li aveva perseguitati e massacrati nella città di Hama. Da questa situazione ogni persona sana di mente e con una minima conoscenza delle leggi internazionali può definire da solo quello che accade in Siria.
Ora parliamo degli interessi e del coinvolgimento dei paesi stranieri in Siria. Ormai, spero che tra voi non ci siano illusi che credono che l’Occidente o altri paesi come Russia o Cina intervengono e danno supporto militare perché vogliono difendere gli innocenti, esportare la democrazia o prevenire il terrorismo per questioni di sicurezza. Ogni guerra che si fa porta con sé interessi precisi, piani finanziari concreti, strategie globali calcolate. Non è una passeggiata gloriosa sotto le bandiere a suon di tamburi. È un modo moderno per appropriarsi delle risorse e mantenere gli opponenti nello stato di degrado, impedendo il loro sviluppo per evitare la crescita delle società benestanti sul piano globale. Così si fa perché non possiamo vivere tutti negli eccessi, perché lo stile di vita eccessivo per la sua natura è segno di uno squilibrio globale, quindi per dare la possibilità ad alcuni paesi di condurre una vita bellissima ed esagerata, altri ne devono subire le conseguenze. So che suona male, ma così va avanti il mondo. Purtroppo.
Quindi, dopo aver capito questo esaminiamo tutto quello che fecero gli occidentali in Medio Oriente da quando Lorence d’Arabia contribuì alla sconfitta dell’impero ottomano. Più di un secolo di guerre brutali, perfidi accordi sottobanco, sostegno ai tiranni sanguinari, tutto soltanto per poter consumare le risorse e mantenere il controllo a livello geopolitico. Oggi arriva il momento di raccogliere quello schifo che avevano seminato i nostri avi. Caos e minaccia di uno scontro globale con l’impiego delle armi di distruzione di massa, anche quelle nucleari.

N.Lilin

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