martedì 29 settembre 2009

lunedì 28 settembre 2009

L'Opposizione - Intervento On, Di Pietro alla camera dei Deputati contro la legge sullo scudo fiscale

Giusto per rimettere la verità al suo post(o)


Le recenti dichiarazioni urlate dal presidente del consiglio ai suoi tifosi non corrispondono al vero nel modo più assoluto.
Se si fosse trattato di un teatrino ambulante tipo bagaglino mi sarebbe entrato in un orecchio e subito uscito dall'altro, ma è il presidente del consiglio che parla, il capo del governo della mia Italia.
Quello che ha detto è ormai patrimonio dell'informazione, trasmesso fra una partita di calcio e l'altra.
Ha urlato contro l'opposizione dicendo che brucia le bandiere di USA e Israele, che inneggia meno sei, che brucia i manichini dei soldati.
Ricordo che l'opposizione in parlamento è formata da UDC, DS e IdV, e non ricordo una azione simile da parte loro, anzi, le opposizioni hanno partecipato al dolore delle famiglie dei soldati senza mettersi troppo in mostra come invece SB fa.
Ma per dovere di cronaca ricordo alcuni fatti:
-La missione in Afghanistan è stata votata in parlamento sotto il governo Prodi con il voto contrario di Forza Italia.
-La Lega ha più volte bruciato la bandiera italiana sulle piazze. In una manifestazione a Venezia una signora ha esposto il tricolore dalla finestra e si è presa insulti e fischi dai leghisti.
-Bossi è stato l'unico leader italiano che si è precipitato a stringere la mano a Saddam Hussein prima della guerra del golfo.
Chisà se la tifoseria che ieri ha applaudito il presidente del consiglio è informata su questi fatti.
Non che io vada orgoglioso che il governo Prodi abbia promosso la guerra in Afghanistan, ma giusto per onore del vero.

domenica 27 settembre 2009

Unknown Caller - U2



Sunshine, sunshine
Sunshine, sunshine

Oh, ohhh
Oh, ohhh

I was lost between the midnight and the dawning
In a place of no consequence or company
3:33 when the numbers fell off the clock face
Speed dialling with no signal at all

Go, shout it out, rise up
Oh, ohhh
Escape yourself, and gravity
Hear me, cease to speak that I may speak
Shush now
Oh, ohhh
Force quit and move to trash

I was right there at the top of the bottom
On the edge of the known universe where I wanted to be
I had driven to the scene of the accident
And I sat there waiting for me

Restart and reboot yourself
You’re free to go
Oh, ohhh
Shout for joy if you get the chance
Password, you, enter here, right now

Oh, ohhh
You know your name so punch it in
Hear me, cease to speak that I may speak
Shush now
Oh, ohhh
Then don’t move or say a thing

Moderazione commenti



Ho messo la moderazione commenti, uno strumento che non mi piace perchè toglie immediatezza alla discussione e toglie la possibilità al commentatore di correggere il suo commento, nel caso di ripensamento.
Ma sono stato costretto dagli ultimi eventi.
C'è stato un anonimo che si è divertito in nome della democrazia, cosa sacrosanta ma bisogna saperla rispettare alla stessa stregua del rispeto per le persone.
In nome della democrazia non si può parlare nascosti dietro l'anonimato, bastava un nome, un segno di rispetto verso me, perchè lo pretendo, per poter dire quello che si pensa.
In nome della democrazia non si possono dare giudizi affrettati, pesanti, offensivi anche senza sapere nulla del caso.
Un post che parlava di me, nessun altro o altra.
Una sorta di traccia, cercare di vedere un sentiero, per me stesso e con tutto il rispetto per le altre persone. Uno deve pur iniziare a cambiare e inizia da qualche parte.
Bersaglio facile sono stato, in nome della democrazia. Ma la democrazia esige che chi parla ci
metta la propria faccia, io l'ho sempre fatto nel bene e nel male.
Non parlerò solo di filosofia perchè so di postare sempre con rispetto, se insulto qualcuno è solo me stesso e non voglio limitare la mia libertà per colpa di gente che pugnala alla schiena.
Questo blog sarà così un pò meno democratico, la democrazia bisogna sapersela conquistare e mantenere.

Lorenzo

venerdì 25 settembre 2009

Appello libertà di stampa


Dal mondo del cinema continuano ad arrivare adesioni all'appello dei tre giuristi per la libertà di stampa. Firma il regista tedesco Wim Wenders, con lui Paul Laverty (famoso sceneggiatore inglese che lavora con Ken Loach), l'italo-svedese Erik Gandini, che ha diretto Videocracy. E poi, una lunga lista di attori e registi italiani: Riccardo Scamarcio, Valeria Golino, Valeria Solarino, Giovanni Veronesi, Claudia Gerini, Valentina Cervi, i registi Giovanni Veronesi e Susanna Nicchiarelli.

E dice sì all'appello un intero festival cinematografico.
È il Salina Doc Fest, il festival del documentario diretto da Giovanna Taviani, in corso fino al 26 settembre nell'isola di Salina: dal rimorchiatore "Liberty Tug", sede di Palazzo Intelligente, la onlus che gira il Mediterraneo occupandosi della valorizzazione delle culture locali e punto nevralgico della programmazione del festival, il festival ha avviato una raccolta di firme a sostegno dell'appello dei tre giuristi.

Se siamo arrivati a questo punto, l'Italia, il paese della cultura, il paese con la costituzione più moderna vuol dire che la colpa è anche tutta nostra.
Non sappiamo essere i custodi delle nostre libertà.

Lorenzo

giovedì 24 settembre 2009

Berlusconi e L'ONU - Una figura tutta italiana



Prendiamo una giornata tipo, quella in cui Silvio Berlusconi parla all’assemblea generale delle Nazioni Unite. Naturalmente non abbiamo fatto una bella figura. Intanto il suo amico Gheddafi gli gioca un brutto tiro, parlando un’ora e mezzo. Berlusconi è stato messo in lista di attesa e ha così perso le edizioni del Tg1 e del Tg5, già pronti agli osanna di rito.

Frattini applaude il dittatore Gheddafi

Non solo il nostro ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha applaudito il dittatore Gheddafi il quale era talmente infuriato che se l’è presa con tutto il mondo, Onu in testa. Forse era così inferocito perché le autorità locali gli avevano impedito di piazzare la sua tenda. Quella tenda che noi italiani, abbiamo onorato, ingombrando Villa Pamphili. “Stranezza” della nostra, loro, politica estera viene applaudito Gheddafi e ci si alza e si lascia l’Assemblea quando parla Ahmadinejad. Due pesi e due misure nei confronti di due dittature. Il bello della giornata italiana arriva quando parla Berlusconi. Diversi capi di stato e di governo se ne sono già andati, a partire da Sarkozy. Ma lui è affascinato da Obama, se fosse una delle sue “amiche” se lo mangerebbe. Quasi un’adorazione. L’amico Bush è presto dimenticato. Il presidente Usa annuncia una svolta, manda in soffitta, perlomeno ci prova, la politica dell’esportare la democrazia con le armi. Propone cose che sono lontane mille e più miglia dalle politiche del governo italiano. Non fa niente. Berlusconi afferma: “ Ha detto quello che volevo dire io”. Come a lasciar intendere che quel discorso glielo aveva suggerito lui, tanto che niente aveva da aggiungere.

Il premier vero anti-italiano

E l’intervento di Berlusconi è stato il nulla. Ha fatto fare al nostro paese una ben magra figura. Lui è il vero anti-italiano, come oggi va di moda dire fra i cortigiani del premier. In fatto di “stranezze”, di veri e propri pasticci non è esente il Pd. I senatori l’hanno combinata grossa. Hanno approvato in Commissione Sanità, senza batter ciglio, la costituzione di una commissione di indagine sulla Ru486, la pillola abortiva. Non si capisce cosa si debba indagare, visto che è l’Agenzia per il farmaco, l’organismo ufficiale che decreta la messa in commercio dei prodotti farmaceutici, e che questa ha dato il suo benestare. Non solo, i commissari del Pd hanno aderito alla richiesta della maggioranza che sta facendo di tutto per contrastare l’uso della pillola, definita dal cardinale Bagnasco “una crepa nella civiltà”. La capogruppo Pd, Dorina Bianchi, teodem, che prese il posto di Ignazio Marino, contraria all’uso della pillola, accanita avversaria di papà Englaro, doveva essere la relatrice. Ma il pasticcio non finisce qui.

Gasparri beffa i senatori del Pd

I senatori Pd avevano votato a favore della proposta indecente perché il capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri, si era impegnato a far partire i lavori in tempi lunghi. Invece subito è stato invitato il ministro Maurizio Sacconi. Gasparri ci ha fregato, è stato il lamento della capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro che ha riunito i senatori. Alla fine la Bianchi si è dimessa da relatrice. Si è lamentato Luigi Lusi uno dei Rutelliani, ancora tesoriere della Margherita, per la convocazione dell’assemblea. Ha detto:” Ma che ci stiamo a fare? Qui siamo più bolscevichi dei siberiani. Vogliono fare il Pci? Ma che lo facciano”. Quante idiozie in poche parole. Se avesse conosciuto i veri bolscevichi chissà che avrebbe detto. Stranezze, pasticci, bugie: i cittadini sempre più lontani dalla politica così praticata. Ci vorrebbe una svolta, ma non siamo negli Usa che non è comunque il nostro paese ideale. Forse cerchiamo l’isola che non c’è. Però cercarla è bello, bello sarebbe lo facesse anche l’opposizione.

Fonte

I Talebani - Taliban


Visto che recentemente ho dato più giudizi su come la penso riguardo la guerra in Afghanistan, vorrei ora parlare dei Talebani perchè, se vero che sono contrario alla guerra, i talebani sono comunque la setta politico/religiosa peggiore su questa terra.
Riguardo il problema dell'Islam ho comunque scritto un post sia sul questo blog che su la sinistra che vogliamo.

I Talebani,( Ṭālibān, pronunciato Ṭālebān, plurale di ṭālib "studente ) sono il prodotto delle Madrasse, le scuole coraniche private sorte in Afghanistan e Pakistan per la preservazione dell'integrità dell'interpretazione teologica del Sacro Corano.
Durante l'invasione sovietica (1979-1989) queste scuole sono state la principale fonte di approvvigionamento per il reclutamento dei mujaheedin - i guerriglieri che combattevano contro i Russi, finanziati da USA e Pakistan.
I Talebani sono in maggioranza mullah, cioè leader religiosi provenienti in gran parte dalla madrassa di Kandahar, affiliata con il seminario islamico di Deoband, in India.
Il capo incontrastato dei talebani è il Mullah Omar, che ha assunto il titolo di "Comandante della vera fede", e che è supportato dalla Shura, il consiglio dei mullah.
Nel 1997, una volta completata la conquista di maggior parte del territorio afghano, Mullah Omar ha ribattezzato l'Afghanistan come Emirato Islamico Afghano.
L'istituzione politica più importante è rappresentata dal Ministero per la preservazione della virtù e la soppressione del vizio, che ha il compito specifico di regolare la vita morale e pratica del popolo afghano.
L'operato dei talebani è repressivo ed anti-democratico, nessuno degli uffici governativi funziona realmente. Dopo la sconfitta del partito dei mujaheedin, i talebani hanno subito avuto il supporto del vicino Pakistan e dell'Arabia Saudita, che hanno provveduto al finanziamento economico e militare del nuovo regime. Si stima che l'esercito talebano sia composto da circa 8-15.000 persone, compresi i mercenari provenienti dall'Arabia Saudita, da altri stati del Golfo e persino dalla Cina. Attraverso pagamenti in denaro contante, i talebani sono riusciti, inoltre ad assicurarsi l'appoggio di altri gruppi del fronte islamico, in particolare di quelli facenti parte dei gruppi Hizbi-i Islami, il Partito Islamico d'Afghanistan guidato da Gulbuddin Hikmatyar, e Hizb-i Wahdat, il Partito Unito Islamico guidato da Sayyid Muhammad Akbari, appartenete al gruppo etnico Qizilbash, con estensioni politico-religiose anche in Iran.
Parte delle violazioni umanitarie compiute dai Talebani:
- Gennaio-giugno 2001 : rappresaglie talebane nei dintorni della città di Yakaolang, nella regione di Hazarajat.
A gennaio le milizie hanno massacrato 176 civili, in prevalenza di etnia hazara.
A giugno, hanno ucciso un numero imprecisato di persone e incendiato varie case prima di ritirarsi.
Sempre nel gennaio 2001 hanno ucciso sommariamente almeno 31 persone di etnia uzbeca, mentre si ritiravano dalla città di Khwajaghar, nella provincia di Takhar.
- Agosto-ottobre 2001 : secondo alcuni testimoni il 5 settembre 2000 i Talebani hanno bombardato zone residenziali della città di Taloqan. Dopo avere prese il controllo della città e dei villaggi vicini, ci sono state molte esecuzioni sommarie.
- Maggio 2000: 31 civili sono uccisi nei pressi del passo di Robatak vicino alla città di Pul-i Khumri, nel nord-ovest del Paese.
- Luglio-dicembre 1999 : Dopo una serie di offensive da parte dei talebani, scompaiono donne, uomini e bambini, indistintamente. In dicembre un intero villaggio di etnia uzbeca viene massacrato.
- Agosto 1998: per rappresaglia contro l'uccisione di 3000 talebani, 2000 civili vengono uccisi. Un numero imprecisato di donne viene violentato e "donato" alle truppe talebane.
- Settembre 1997: 53 villaggi vengono completamente svuotati degli abitanti. Tutti morti. Le esecuzioni si sono tenute nella città di Qezelabad.
Inoltre, il regime si è reso colpevole di arresti arbitrari, tortura, violenze. Le minoranze etniche hanno perso i propri diritti. Le donne hanno smesso di lavorare, perché proibito. Hanno smesso di studiare, perché proibito. Hanno smesso di indossare abiti normali, a parte il burqa: la pena prevista per ogni violazione è la morte.Ultimamente avevano vietato la scuola alle bambine, il loro dovere era solo quello di servire l'uomo.

Lorenzo



mercoledì 23 settembre 2009

Nuovo quotidiano - Il Fatto


Questa mattina ho comprato il nuovo giornale, Il Fatto Quotidiano, di Travaglio e Padellaro.
Leggo ora sul loro blog che è già tutto esaurito.
Mi è piaciuto anche se con qualche riserva che poi indicherò.
Il formato è ottimale, gli articoli molto ben scritti e ci sono firme di tutto rispetto, del resto gli stessi che vedevamo online. Molto bella la pagina di Tabucchi.
E' un giornale che non ha padroni, sulla linea dell'ultimo giornale di S.Montanelli La Voce.
Mi piace perchè non deve nulla a nessuno, chi scrive è perchè così la pensa, come dovrebbero essere tutti i giornali. Soprattutto ci sono notizie che da altre parti non ci sono e questa è una bella conquista per noi lettori.
Qualche critica è d'obbligo, ma si basa solamente sui miei gusti.
Ha ancora troppo le sembianze di un blog, nel senso che le notizie sono messe un pò a caso senza un ordine editoriale come negli altri giornali. La prima pagina è subito un attacco totale a Berlusconi, concordo nel merito ma non nel metodo. un primo numero necessita un minimo di presentazione in prima pagina non ultima, poi un pochino di sobrietà in più farebbe piacere.
Sono le uniche critiche che mi sento di fare perchè ritengo che un giornale, da leggere non da portare solo sotto il braccio, debba avere la struttura di un giornale non di un sito.
Per il resto è ottimo e la sostanza è quella che conta.
I miei complimenti a tutta la redazione.

Lorenzo

martedì 22 settembre 2009

Guerra



In Afghanistan non siamo in “missione di pace” ma in missione di “Peace Enforcing”, cioè IMPOSIZIONE della pace. Cioè GUERRA. Ma in televisione non ve lo dicono, all’Informazione vera preferiscono la commovente retorica nazional-militarista dell’eroe morto per la patria.

Andrea Nativi (analista militare, direttore della Rivista Italiana Difesa):
“È sempre stata una guerra, basta leggersi il mandato dell’ISAF. Solamente in Italia si continua con questa finzione politica iniziata con i precedenti governi e proseguita con questo, secondo la quale noi siamo a svolgere una missione di pace. Il gen. Bertolini, il nostro numero 1 in Afghanistan ha detto correttamente che si tratta di una missione di “Peace Enforcing” e cioé “imposizione della pace”, che è uno dei modi carini per chiamare la guerra”. ( fonte)

Generale Arpino: “Siamo in GUERRA. Smettiamola con la retorica”. (fonte)

Gino Strada (Emergency): “In Afghanistan è vera guerra. Dobbiamo ritirarci subito.” (fonte)

Lucio Caracciolo (esperto di geopolitica, direttore della rivista geopolitica Limes): “Sì, guerra: la parola che i nostri dirigenti politici e militari hanno sempre scansato. Mancando così al dovere di verità che la democrazia pretende da chi ne esercita le magistrature.” ( fonte )

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Attenzione! Qui sotto ci sono foto di bambini afghani. Se ne sconsiglia vivamente la visione a chi crede che in Afghanistan non ci sia la guerra.

Attenzione - guerra in corso

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Le Foto sono di Maso Notarianni, Peacereporter

lunedì 21 settembre 2009

Franco Battiato - La Cura

Porta a Porta del 15 Settembre 2009



Pubblico questo interessante editoriale tratto da Dazebao.

Editoriale di Alessandro Cardulli

Delinquenti, farabutti, cattocomunisti, comunisti, D’Alema è uno stalinista, uno dei vecchi gufi che tifano per il male del paese. Sono queste la parole usate dal presidente del Consiglio nello “spottone” organizzato dalla Rai, dal suo direttore generale Mauro Masi e dal vicedirettore per “celebrare” le opere berlusconiane,il “miracolo” della costruzione di casette prefabbricate, le ville secondo il premier, dove parte di coloro che hanno perduto tutto andranno ad abitare.

Berlusconi, prima parte, ha provveduto con la faccia seriosa, con voce quasi rotta dall’emozione, ad autocelebrarsi. Ha raccontato che nessun al mondo ha mai fatto quello che lui sta facendo. Vengono da tutto il mondo a vedere le meraviglie, frigoriferi più belli del mondo, berlusconiane. Nelle ville, dizione berlusconiana, nei prefabbricati versione reale ci sono perfino i mobili, i fornelli a gas ultra moderni, i pavimenti antiscivolo. Pensate anche i letti con le lenzuola.
E i cuscini griffati.
Poi non ha retto. Mentre facevamo zapping per vedere cosa stava accadendo sui campi di gioco di Torino e Marsiglia dove Juventus e Milan iniziavano il loro, non facile percorso europeo, ha dato di fuori. E’tornato il Berlusconi che alza i toni, che si inviperisce, che offende, il suo parlare è diventato volgare,violento, il tono fascisteggiante.
Ha finito per prendersela anche con De Gaspari confermando che lui è stato il capo del governo più bravo degli ultimi centocinquantanni .
Vespa era visibilmente imbarazzato. Ma lui è abituato alle berlusconate.
Non può e non vuole mettere un argine. Ci ha provato sussurrando, con timidezza, quasi a chiedere scusa, che in fondo De Gasperi ha presieduto governi che hanno ricostruito l’Italia, lui, inviperito ha risposto, che non c’era paragone con quanto lui stava facendo e che sfidava chiunque a dire il contrario. Naturalmente ha di nuovo venduto i sondaggi da lui stesso effettuati che gli danno il consenso del 68% degli italiani.
Del resto quando va per per strada gli italiani che lo amano, bloccano il traffico. La libertà di stampa? “Sono io la vittima, diffamato dai mezzi di comunicazione.
Ha trovato il modo di attaccare Repubblica, il giornale odiato, di accusare il direttore Ezio Mauro, di essere un evasore fiscale. Poi., giù con altre offese, a ruota libera. A questo punto Vespa ha introdotto qualche giornalista il quale ha tentato di fare domande. Berlusconi ha continuato nel suo soliloquio, violento, volgare, accusando chi lo critica di essere antitaliano, come facevano i fascisti nei confronti di coloro che si battevano contro il regime di Mussolini.
E’ arrivato anche Piero Sansonetti, certo ha detto la sua sulla libertà di stampa, ha messo sullo stesso piano Berlusconi e Fini, nel loro rapporto con i media.
Ha fatto presente che forse non era opportuna questa trasmissione che ha imposto lo spostamento di Ballarò. Non l’avesse mai detto: Vespa, così ha perso la bussola. Gli si sono gonfiate le vene del collo ed ha gridato a Sansonetti: ma che vai parlando di libertà di stampa.
A questo punto non abbiamo retto più. Ci siamo chiesti ma che c ‘entravano i terremotati, il dolore di tante pèrsone trasformato in spettacolo. Ovviamente niente.
Il sindaco dell’Aquila ha provato a far emergere i problemi reali che si chiamano ricostruzione che non c’è, che non ci sarà. Niente. Berlusconi ormai ha messo l’elmo, ogni sua parola è un atto di guerra. Fini? Va tutto bene, ci sono stati fraintendimenti.
E’ chiaro che comanda solo il capo del governo. Arriva anche Mannheimer con i suoi sondaggi che non fregano niente a Berlusconi che i sondaggi li fa in casa. Non reggiamo più. Torniamo a guardare le partite. Milan vince contro il Marsiglia con due reti di Inzaghi. Juve pareggia in casa con il Bordeaux. Siamo moderatamente soddisfatti, noi antitaliani come dice”papi”, abbiamo fatto il tifo per juventini e milanisti. Torniamo, perché siamo masochisti a sentire l’ultima parte di Berlusconi. Ci descrive un paese del bengodi. La crisi in Italia l’hanno inventata i giornali, i comunisti.Il governo Berlusconi è il più bravo del mondo, ha dato la dritta a tutti i governi europei ed a quello americano. A questo punto abbiamo staccato la spina. Insopportabile. Il più bravo del mondo. Addirittura le famiglie hanno aumentato il potere d’acquisto. State sereni, ha detto il presidente, ci penso io. Anche Mussolini diceva così.

domenica 20 settembre 2009

Amore come rimedio alla lacerazione dell'anima



Leggendo il Simposio di Platone ho scoperto che non bisogna leggerlo in modo " platonico", sognatore. Non bisogna bearsi delle belle frasi, delle splendide intuizioni, non bisogna leggerlo con gli occhi di un " cristiano". Un esempio è la descrizione di uomo e donna paragonati alla mela divisa a metà che si cercano in continuazione, tutti pensano che sia una bellissima intuizione, invece è una sofferenza mortale, Platone lo sa.
Bisogna invece leggerlo cercando di capire tutto quello che ha voluto dire in questi splendidi dialoghi.
Platone parla dell'anima in tutti i suoi libri, ma guarda più in alto. I problemi che gli stanno a cuore sono quelli della dicibilità e indicibilità, quindi le regole della ragione e gli abissi della follia. E quando si torna in mezzo agli uomini la verità è sempre un compromesso fra follia e ragione, vuoto e pieno, eros e thanathos, Penia e Poros, Urania e Pandemia; un "demone" insomma.
In un passo interessante dice " Gli amanti che passano la vita insieme non sanno dire che cosa vogliono l'uno dall'altro. Non si può certo credere che sia solo per il commercio dei piaceri carnali essi provano una passione così ardente a essere assieme. E' allora evidente che l'anima di ciascuno vuole altra cosa che non è capace di dire, perciò la esprime con vaghi presagi, come divinando da un fondo enigmatico e buio."
Cosa l'anima riesce e non riesce a dire dell'amore? Ancora non lo so, l'amore appartiene all'enigma e l'enigma all'indicibilità.

Forse davvero l'amore è il rimedio concesso agli uomini per lenire le loro lacerazioni.

Lorenzo

Cara la mia sinistra................dei circoli.

Cara la mia sinistra, dove sei???
Troppo impegnata a fare il calcolo delle percentuali dei votanti nei circoli ( solo un partito senza guida poteva trovare un nome alle genere alle sezioni), a vedere chi è in testa e altre banalità del genere.
Ma vi dò una notizia, senza importanza per voi, ma molta per me.
Perchè io alla dignità della vita ci tengo ancora e credo al valore dell uomo.
Nel carcere di Pavia è morto un uomo, suicida per sciopero della fame.
Non so se avete capito bene, suicida dal 16 Luglio. Cioè ha iniziato ad ammazzarsi per disperazione da quella data.
Un cazzo di parlamentare che fosse andato a vederlo c'e? Se c'e batta un colpo!!
E' morto solo come un cane. In questo articolo potete leggere la notizia.
E non un cane che si sia preoccupato per lui, eppure io su televideo l'avevo vista la notizia, anche una volta su La Repubblica.
Perchè??
Che sinistra è mai questa che lascia morire come una bestia un uomo in carcere che inizia uno sciopero della fame per protesta??

sabato 19 settembre 2009

Viaggio a Firenze

Uno dei miei primi viaggi è stato a Firenze con Spigutz, avevamo 17 anni, lui è quello biondo..io il fantasma alla sua sinistra.
Sacco a pelo e zaino, pochi soldi, ma tanta voglia di scoprire il mondo e parlare con la gente.
La meraviglia di calpestare suoli diversi, di vedere opere d'arte, di confrontarsi con il mondo circostante.

Eravamo in Piazza della Signoria, quando il selciato era ancora bello, avevo una fame da lupo.
Vediamo un carrellino, tipo quelli che vendono i gelati da passeggio, con del vapore che usciva.
Io mi avvicino e chiedo al signore, cosa è quella roba?? Lui, è trippa!!! Cristo, siamo a Luglio, gli dico!
Ehi siamo a Firenze e qui si mangia la........( non ricordo il nome, era stranissimo, dialettale)
Allora decido di mangiarla, la ordino. Prende un panino, tipo rosetta, ci mette una fetta di quella trippa fumante poi immarge la parte superiore del pane e la intinge in quella brodaglia primordiale che fumava dal carretto, e mi dice ecco!! Buon appetito, sò 500 lire.
Al primo morso non riesco tagliare con i denti il trippume tanto duro che era.
Al secondo morso il trippame si sfila dal panino e rimane penzoloni dalla mia bocca, sembravo un cane che avesse appena rubato una bistecca, mancava solo che mi mettessi a correre per la piazza con spigutz all'inseguimento.
Mi rimangono allora solo le due parti del panino, unto e trisunto, lo butto via e stavolta un vero cane lo annusa e se ne scappa lontano, ovviamente lasciando li il rimasuglio di quella prelibatezza fiorentina.
Mi rifeci la sera con due scatole di fagioli e del formaggio........e una bella fumata in compagnia.

Lorenzo

venerdì 18 settembre 2009

Eroe



Vi presento un eroe.
PORTA LO STIPENDIO A CASA X MANTENERE LA SUA FAMIGLIA, FA STUDIARE I FIGLI... NON UCCIDE E NON PERSEGUITA NESSUNO E MALGRADO IL SUO BASSO STIPENDIO PAGA AFFITTO E BOLLETTE.

Lorenzo

Attacco ai blog e ai siti che informano - Una proposta di legge contro la libertà in internet

Dal sito di Guido Scorza

Il 14 settembre scorso è stato assegnato alla Commissione Giustizia della Camera undisegno di legge a firma degli Onorevoli Pecorella e Costa attraverso il quale si manifesta l'intenzione di rendere integralmente applicabile a tutti i "siti internet aventi natura editoriale" l'attuale disciplina sulla stampa.
Sono bastati 101 caratteri, spazi inclusi, all'On. Pecorella per surclassare il Ministro Alfano che, prima dell'estate, aveva inserito nel DDL intercettazioni una disposizione volta ad estendere a tutti i "siti informatici" l'obbligo di rettifica previsto nella vecchia legge sulla stampa e salire, così, sulla cima più alta dell'Olimpo dei parlamentari italiani che minacciano - per scarsa conoscenza del fenomeno o tecnofobia - la libertà di comunicazione delle informazioni ed opinioni così come sancita all'art. 11 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino e all'art. 21 della Costituzione. Con una previsione di straordinaria sintesi e, ad un tempo, destinata - se approvata - a modificare, per sempre, il livello di libertà di informazione in Rete, infatti, l'On. Pecorella intende aggiungere un comma all'art. 1 della Legge sulla stampa - la legge n. 47 dell'8 febbraio 1948, scritta dalla stessa Assemblea Costituente - attraverso il quale prevedere che l'intera disciplina sulla stampa debba trovare applicazione anche "ai siti internet aventi natura editoriale".

Si tratta di un autentico terremoto nella disciplina della materia che travolge d'un colpo questioni che impegnano da anni gli addetti ai lavori in relazione alle condizioni ed ai limiti ai quali considerare applicabile la preistorica legge sulla stampa anche alle nuove forme di diffusione delle informazioni in Rete.

Non bastano più l'occupazione della Rai, le menzognie dette in Tv, i suoi giornali raccontaballe.
Ora alcuni suoi sgherri vogliono imbavagliare la libera espressione.
Questa è dittatura!!!

Lorenzo

giovedì 17 settembre 2009

L'Eutidemo



L'Eutidemo di Platone è innanzitutto una rappresentazione vivacissima e caricaturale del metodo eristico dei sofisti.
L'eristica è l'arte di battagliare a parole e di " confutare tutto quello che via via si dice, falso o vero che sia".
Gli interlocutori del dialogo, i due fratelli Eutidemo e Dionisodoro, qui si puo intavvedere perchè sto scrivendo questo post molto attuale, si divertono a dimostrare, per esempio, che solo l'ignorante può apprendere e, subito dopo, che invece apprende solo il sapiente; che si apprende solo ciò che non si sa e poi che si apprende solo ciò che si sa e via così.
Il fondamento di simili esercizi è la dottrina ( difesa sai Cinici, dai Sofisti e dai Megarici) che non è possibile l'errore e che qualsiasi cosa si dica, perchè si dice cosa che è, quindi vera.
Berlusconi dice che è tutto un complotto, lo dimostra a parole , con i dialogoi, quindi è, quindi è vero !! (Vedi Gorgia ).
Al che Socrate oppone che in questo caso non ci sarebbe nulla da imparare, e a ben ragione! E nulla da insegnare e la stessa eristica sarebbe inutile.
Socrate a questo punte dice il famoso discorso sulla filosofia, dove la definisce "L'uso del sapere a vantaggio dell'uomo"
La filosofia è l'unica scienza in cui il fare coincide col sapersi servire di ciò che si fa, cioè l'unica scienza che non solo produce conoscenza ma insegna ad utilizzare per il vantaggio e la felicità dell'uomo le conoscenze stesse.

Mi pare abbastanza evidente che oggi viviamo in un mondo in cui la comunicazione, specialmente televisiva, sia di tipo euristico - sofista, ma in un solo senso!!
Tutto ciò che si dice è vero e inconfutabile, divenentando così verità incontrovertibili.
La parola è fonte di verità, l'unica fonte di informazione.
Platone, in questo dialogo, dimostra che ciò non è possibile anzi, addirittura pericoloso.
Siamo parlando di filosofi vissuti 2500 anni fa!!!!!

Lorenzo

Manifestazioni rinviate

ROMA - La strage di soldati italiani a Kabul ha spinto la Federazione nazionale della stampa, il sindacato nazionale dei giornalisti, a rinviare la manifestazione in difesa della libertà di stampa, in programma sabato prossimo.

mercoledì 16 settembre 2009

Perchè l'Italia è così politicamente anomala? - Alcune riflessioni su destra e sinistra di N.Bobbio



Parlare di destra e sinistra nel 1994 aveva ovviamente ancora un senso, anzi ne aveva più d'uno. Ma, alla luce di quanto era accaduto alla fine degli anni '80 ed al principio del decennio successivo, era necessaria una messa a fuoco.
Era crollato il sistema comunista.
Era anche crollato il sistema politico italiano nato dalla Resistenza e dominato dalla centralità democristiana. Travolto dagli scandali , dai processi, dall'indignazione che univa destra e sinistra in un unico applauso alla procura di Milano.
Scompariva il centro, restavano sinistra ed estrema destra.
La situazione è ben descritta da Carmine Donzelli nell'introduzione al libro di Norberto Bobbio
" Destra e Sinistra".
« La cultura politica democratica del nostro paese, quella che a partire dalla caduta del fascismo si era impossessata del campo e aveva costruito una indiscussa posizione di primazia, scopriva improvvisamente in quegli anni, e non senza traumi, il possibile nuovo materializzarsi della destra: un'idea, una presenza, un'opzione politica che era stata potentemente rimossa. In tutti i primi decenni della Repubblica, il campo politico aveva assunto in Italia una strana configurazione, una sorta di geometria sghemba, che alla sinistra aveva contrapposto il centro, non la destra.»
Verissimo. La destra rientrava realmente in gioco, occupando parte del grande vuoto lasciato dalla Democrazia Cristiana, la quale, per certi aspetti, era stata più a sinistra del suo elettorato.
Ma anche la sinistra usciva dai sussulti praticamente irriconoscibile.
Dopo la caduta del muro di Berlino e la fine ingloriosa (ma fortunatamenente incruenta) del comunismo, persino un partito comunista come quello italiano aveva sentito il bisogno di ridefinirsi e di smarcarsi dalla vergogna storica del comunismo reale. Non bastava dire "non siamo mai stati come loro e ci siamo guadagnati il diritto di esistere con il nostro impegno democratico". Qualcuno sentì il bisogno di dire: "assumiamo anche un altro nome, perché siamo diventati un'altra cosa anche rispetto a noi stessi".
Ma Tangentopoli impediva di assumere il nome della tradizione più conseguente all'"altra cosa": il termine socialista, in Italia, era sinonimo di ladro e corrotto, di pappone e di cialtrone.
Nacque così l'eufemismo di democratico di sinistra. Mentre secondo me, unirsi politicamente al socialismo europeo sarebbe stata una mossa politica più intelligente.
Perché tante definizioni erano già state riempite, occupate e "svuotate", da quella di radicale a quella di socialdemocratico. Mentre l'etichetta di liberal-socialista avrebbe finito col risultare falsa ed ipocrita. Mai stati liberali i comunisti italiani, ovvero antistatalisti, nemmeno ai tempi dei flirt tra Gramsci e Gobetti.
Ma la vera novità era la ricomparsa e la riabilitazione della destra.
Occoreva chiarire in termini filosofici e politici che significava il termine destra, in cosa si differenziava dal centro, e perché, nonostante la caduta del muro di Berlino e la catastrofe del comunismo, la sinistra era certamente in crisi, ma veniva ugualmente a proporsi, quanto mai prima d'allora, come forza di governo credibile e rispettabile in tutto l'occidente. La cosa era chiara persino tra gli analisti della CIA, che lo avevano scritto nei loro rapporti.

Uguaglianza contro disuguaglianza

Il libro di Bobbio ebbe il merito di dare delucidazioni essenziali.
Parole chiave erano: uguaglianza contro disuguaglianza.
La sinistra era sempre stata per l'uguaglianza di tutti gli uomini, non solo di fronte alla legge, ma anche di fronte al tema fondamentale della distribuzione della ricchezza prodotta dal lavoro umano.
In certi casi, la sinistra più estrema aveva anche contestato la disuguaglianza naturale e biologica, asserendo che essa poteva essere superata, non trattandosi di vere differenze naturali, ma solo di differenze culturali.
In generale, la sinistra aveva spesso posto l'accento sull'obiettivo finale di dare a ciascuno secondo i suoi bisogni (Marx), e non, solo, secondo i suoi meriti (indubbiamente diversi sia si riconosca il principio della diversità biologica, sia si tenda a ridimensionarlo).
Questo il tema centrale del VI capitolo, che era un po' il cuore del libro. «Il concetto di uguaglianza è relativo - scriveva Bobbio - non assoluto. E' relativo almeno a tre variabili di cui bisogna sempre tenere conto ogni qualvolta s'introduce il discorso sulla maggiore o minore desiderabilità, e/o sulla maggiore o minore attuabilità dell'idea di uguaglianza: a) i soggetti tra i quali si tratta di ripartire i beni o gli oneri; b) i beni o gli oneri da ripartire; c) il criterio in base al quale ripartirli.
In altre parole, nessun progetto di ripartizione può evitare di rispondere a queste tre domande: "Eguaglianza, sì, ma tra chi, in che cosa, in base a quale criterio?"
Combinando queste tre variabili, si possono ottenere, com'è facile immaginare, un numero enorme di tipi di ripartizione che possono tutte chiamarsi egualitarie, pur essendo diversissime tra loro.
I soggetti possono essere tutti, molti o pochi, anche uno solo; i beni da distribuire possono essere diritti, vantaggi o facilitazioni economiche, posizioni di potere; i criteri possono essere il bisogno, il merito, la capacità, il rango, lo sforzo, e altri ancora, e al limite la mancanza di qualsiasi criterio, che caratterizza il principio massimamente egualitario, che propongo di chiamare "egualitarista": "A tutti la stessa cosa".»
Ma, asserire che la sinistra è ugualitaria "non vuol dire che sia anche egualitarista", diceva Bobbio.
Invece lo era stata, in una certa misura, e così era stata "percepita".
Ad esempio, Bobbio trascurava l'elemento sindacale, il fatto che nei contratti di lavoro non solo si era introdotto un minimo di paga sindacale uguale per tutti, cosa più che sacrosanta, ma si era spesso imposto un tetto oltre il quale era impossibile andare, un vero e proprio disincentivo, realizzando così una sostanziale protezione del mediocre e del pigro (cioè di chi va a lavorare solo per la paga) a danno del meritevole, non necessariamente un collaborazionista del padrone, anzi, molto spesso semplicemente un individuo preoccupato di far bene il proprio lavoro, e quindi di realizzarsi, sia pure parzialmente con la professione.
Magra consolazione per noi che guardiamo dall'alto le cose terrene, dicono i sindacalisti con la puzza sotto il naso, ma la gente va capita.
Sicché la sinistra "percepita" e sindacale, forse più reale di quella reale, specie tra quei gruppi di lavoratori che avevano finito col scegliere sindacati e partiti di destra, o si erano orientati verso il leghismo, perché stanchi dell'appiattimento, aveva finito con l'imporre la propria immagine egualitarista su una sinistra politica reale che proprio allora cominciava ad interrogarsi.
Se c'è un momento da ricordare, e varrebbe la pena ricordarlo, perché esemplare di una destra non-destra, ovvero non ideologica, ma semplice frutto di una reazione all'egualitarismo ideologico, è certamente quello della marcia dei quarantamila quadri FIAT che gridavano per le vie di Torino: "Basta con sto casino, vogliamo lavorare!"

Trascurando questi elementi concreti, il libro di Bobbio finiva coll'apparire un ottimo lavoro teorico, ignaro, tuttavia, delle situazioni pratiche che avevano portato la classe operaia ed il partito comunista a dialogare con i ceti medi e, paradossalmente, a "litigare" con, operai, quadri e impiegati, cioè gente più che interessata ad un discorso ed ad un'opzione di sinistra in grado di premiare l'impegno sia sul piano morale ed intellettuale che su quello materiale.
Questo era il vero limite dell'opera di Bobbio. Uno studio che non scavava a sufficienza nel sottosuolo, nel mondo della vita, che non arrivava a porsi il problema del perché era nato, il più delle volte spontaneamente, un consenso alle idee della destra ed un abbandono delle idee della moderazione, sia di centro, sia di sinistra.
Nel paese spirava un vento reazionario ben prima che le idee della destra cominciassero a trovare forma e spazio visibile. Era stato abile Umberto Bossi e la Lega ad intercettarle in parte. Anche i neofascisti furono abbastanza pronti a smarcarsi dal loro passato, ma il vero capolavoro (per chi vede le cose in modo razionale e non emotivo) fu la costituzione di Forza Italia, un partito costruito in "poche ore", capace di inviare un fortissimo segnale di cambiamento ( ma anche di continuità con il centro-destra precedente) in più direzioni.
Ma chiedere questo tipo di analisi a Bobbio era eccessivo. Sapendo egli, con molta chiarezza, indicare e denotare i caratteri costitutivi del pensiero della destra, di quello che avrebbe dovuto essere, e forse non era ancora, assolveva ad una serie di compiti analitici precisi e circoscritti: a)quello di contestare una "distinzione contestata", appunto la differenza tra destra e sinistra, b) quello di evidenziare la presenza di più di una destra e più di una sinistra in ragione di categorie importanti, se non decisive, quali quella di estremismo e moderazione, c) quello di mostrare che all'interno delle diverse grandi correnti del pensiero politico (liberalismo, socialismo e movimento cattolico), erano possibili posizioni sia di destra che di sinistra, anche se, ovviamente in senso relativo, lavorando molto sulla coppia estremismo-moderazione.

martedì 15 settembre 2009

I verdi olandesi vogliono denunciare l'Italia per la libertà di stampa



Questa è una notizia finora censurata da noi ( non ho letto tutti i giornali ma non ho visto nulla)

GroenLinks' (il partito dei Verdi olandesi) sta considerando di iniziare una procedura contro l’Italia a causa della limitata libertà di stampa nel Paese. Il premier Silvio Berlusconi controlla sia le emittenti pubbliche che le emittenti private e impedisce da qualche tempo a giornalisti critici di accedere alle sue conferenze stampa - [Articolo originale: "GroenLinks: Proces tegen Berlusconi"
Questo secondo quanto affermato dalla capolista di Groenlinks Judith Sargentini. ‘Il Trattato europeo obbliga ogni Paese europeo a garantire la libertà di stampa.
In qualità di frazione dei Verdi all’Europarlamento stiamo quindi considerando una procedura contro l’Italia’, ha detto Sargentini. ‘Se procediamo contro Bulgaria e Romania per le loro irregolarità, allora dobbiamo osare fare lo stesso con l’Italia.’
Se la maggioranza dell’Europarlamento dovesse appoggiare questa causa legale, la procedura giungerebbe nelle mani della Corte Europea di Giustizia.

Sargentini ha già in precedenza affermato che il capolista Wim van de Camp del CDA (Partito Cristiano-Democratico) deve affrontare Berlusconi sul tema del suo comportamento, come anche sul caso dei rifugiati rispediti in Libia.
Il CDA e il partito di Berlusconi sono membri della stessa frazione del parlamento europeo.

lunedì 14 settembre 2009

Manifestazione nazionale per la libertà di informazione


Lanciamo l'iniziativa:
UNA, CENTO, MILLE PIAZZE PER LA LIBERA INFORMAZIONE.

In molti chiedono anche altri punti di presidio.
Vi informeremo sulle varie manifestazioni locali spontanee.

Roma Piazza del Popolo Sabato 19 Settembre ore 16.00-19.00

Presidio a PAVIA in piazza della Vittoria Sabato 19 alle ore 16,00.

Presidio a MILANO in piazza del Duomo alle ore 17 di Sabato 19.


Aderisci anche tu!

Silvio Berlusconi e la maggioranza di destra stanno tentando l’assalto finale alla libertà di informazione, con l’obiettivo di eliminare nel paese ogni spazio di critica all’operato del governo. La critica secondo la destra è elemento da eliminare, da zittire.

Sta partendo l'epurazione di RaiTre. Gli attuali direttori di Tg3 e RaiTre, Antonio Di Bella e Paolo Ruffini, sono ritenuti da tutti ottimi professionisti, fra i migliori della Rai.
Hanno ottenuto sia in qualità che in quantità d´ascolti eccellenti risultati. Danno però fastidio. Devono perciò essere sostituiti per arrivare ad eliminare dalla rete un gruppo di programmi amati e, per Berlusconi, pericolosi. Si tratta anzitutto di "Che tempo che fa" di Fabio Fazio e di "Report" di Milena Gabanelli, quindi dei salotti di Serena Dandini e di Daria Bignardi, "Parla con me" e "L´era glaciale".

Si aggiunge poi la querela e il tentativo di zittire il quotidiano La Repubblica. Silvio Berlusconi ha deciso di portare in tribunale le dieci domande di Repubblica, per chiedere ai giudici di fermarle, in modo che non sia più possibile chiedergli conto di vicende che non ha mai saputo chiarire. Si vuole insabbiare così - almeno in Italia - la pubblica vergogna di comportamenti privati che sono al centro di uno scandalo internazionale e lo perseguitano politicamente.
Stupisce che in un paese libero, un uomo politico fa causa alle domande che gli vengono rivolte.

Stupisce ancora di più l’indegno attacco al direttore di Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, reo anch’esso di aver criticato il nostro presidente del consiglio. L’intimidazione arriva da Il Giornale, quotidiano di proprietà di Silvio Berlusconi e diretto dal neo direttore, da lui voluto, Vittorio Feltri. Attacco che segue di poco le parole della Padania di Bossi che suggerivano alla Chiesa Cattolica di non insistere con le critiche al governo pena la revisione del concordato tra stato e chiesa.
Siamo vicini ad un punto di non ritorno per la democrazia italiana.

Mobilitiamoci per sabato 19 settembre!

Alla manifestazione hanno già aderito CGIL, IDV, Sinistra e Libertà, PD, PRC, ARCI, ACLI, Libertà e Giustiza, ANAC, SAI - Sindacato attori italiano - SLC CGIL, ApTI- Associazione per il Teatro Italiano e molte associazioni civiche e culturali.




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IMPORTANTE:
Se non vi è possibile partecipare per motivi personali e lavorativi all'iniziativa di Sabato 19 Vi chiediamo comunque di inoltrare l'invito ai Vostri amici e parenti. Ognuno di noi è indispensabile per la riuscita di questo grande evento!

Lorenzo

domenica 13 settembre 2009

Abbattuto lo storico Ponte della Cittadella ad Alessandria



L'attuale amministrazione comunale ( di centro-destra) ha deciso da sola, con in testa il sindaco, di demolire lo storico ponte sul fiume Tanaro.
Bisogna dire che nel 1994 alessandria ha subito una alluvione senza precedenti, allagando mezza città e con parecchi morti.
Da allora sono stati abbattuti altri due ponti e ricostruiti con le nuove regole.
Questo ponte è stato invece oggetto di dibattito per la sua presunta instabilità e per il valore storico, collega una zona periferica denominata " cittadella militare" che una delle opere più grandi a livello europeo di architettura militare del '700.


Il ponte, dello stesso periodo, è stato ritenuto pericoloso perchè in caso di nuova piena, loro dicono, potrebbe fare da tappo e riallagare la città.

Il problema è che sia le belle art, sia la Regione Piemnte e il magistrato del Po hanno dato parere negativo all'abbattimento, in quanto patrimonio storico- culturale e non pericoloso.
Ma qui intervengono gli affari.
Cosa è successo in questo mese?
CHE IL PONTE E' STATO ABBATTUTO DI IMPERIO nonostante il fatto che avrebbe dovuto venire il mese prossimo una commissione di tecnici apposita giudicante.
Perchè??
Perchè c'è da costruire il nuovo ponte, " il ponte Meier" 25 milioni di euro, un' opera faraonica e inutile ma appetibile visti i costi.
Ovviamente sono coinvolte le più grandi ditte costruttrici e questa amministrazione è molto sensibile a questo tipo di richieste.
Ma, come potete vedere dalle foto, il guaio è fatto, il ponte ora non c'è più e molte tasche si riempiranno.

Ah dimenticavo, buona parte dell'opera è finanziata dalle casse del comune, quindi da noi cittadini, che ci ritroveremo con buchi di bilancio da voragine senza fine e meno servizi.

Lorenzo

Comitato


Trecentesimo post!! Di che parliamo???


Questo è il trecentesimo post, non ho argomenti per ora.
Ma mi sono accorto che ero arrivato a 299. Ho pensato, beh facciamo 300, ma su cosa?
Oh gli argomenti ci sarebbero, dalla politica alla filosofia o alle riflessioni personali, ma non ho preparato nulla, tranne il post sotto su Willy Ronis.
Parliamo allora del blog
Logos nella nebbia nacque un pò più di un anno e mezzo fa con l'intento di scrivere solo di filosofia.
Poi, man mano, se si parla di filosofia e si hanno delle idee politiche, viene da sè scrivere di politca e in special modo di politica italiana.
E' cambiato molto il mio blog, ha vissuto molti passaggi della mia vita privata, ha cambiato spesso i commentatori che ha avuto, ha cambiato spesso grafica.
Ora si è un pò stabilizzato, anche perchè ho poco tempo da dedicargli.
L'argomento a quanto pare è venuto fuori, il mio blog, questo blog.
Frequentato e letto da persone speciali, che usano la rete in modo intelligente, per informare e/o per raccontare le proprie esperienze, che possono essere condivise, vissute, amate o solo lette.
Faccio un augurio a tutte/i, lettori, scrittori, girovaghi della rete, mendicanti di emozioni e donatori di esperienze affinche questo infinito spazio, ma poi così circoscritto, rimanga libero ed usato con intelligenza.

Willy Ronis







Da appassionato di fotografia non posso non ricordare Willy Ronis che si è spento la scorsa notte a Parigi all'età di 99 anni Willy Ronis, il fotografo francese esponente della corrente umanista.
I reportage di Ronis hanno fatto il giro del mondo. Nato nel 1910 nella capitale francese, Ronin iniziò la sua carriera a 16 anni e grazie allo studio fotografico ereditato dal padre nel 1936, potè occuparsi della sua grande passione fotografica per la quale aveva lasciato anche gli studi musicali.
Le sue immagini rimangono un'importante testimonianza soprattutto quelle realizzate durante il periodo del dopoguerra, quando la Francia viveva un momento di grande vitalità.
Ronin, legato politicamente al Partito Comunista Francese, fu soprattutto un attento testimone ai cambiamenti sociali, attraverso reportage dove spesso gli operai erano i principali protagonisti, ma non solo.
Fu conosciuto anche per i suoi delicati nudi femminili.
Nel 1957 ottenne la medaglia d’oro alla Biennale di Venezia. Nel 1980 fu l’invitato d’onore agli Rencontres Internationales de la Photographie di Arles, vincendo il Prix Nadar.

sabato 12 settembre 2009

Perchè il Gorgia di Platone è attuale



Di Gorgia si può dire, a mio avviso, che a differenza di Eraclìto, il quale intendeva il logos come comprensione e ragione delle cose e del loro fluire, concepì il logos come semplice discorso, e quindi come semplice capacità rappresentativa ed argomentativa.
Per Gorgia non vi era, dunque, un'opposizione tra discorso e realtà, ma solo un'opposizione tra discorso e discorso.
Quando penso a Gorgia non posso sottrarmi all'idea dell'avvocato del diavolo, non già nel senso di difensore di cause che paiono impossibili a sostenersi, se non per illimitato credito che attribuiamo all'accusato e per la fede nella sua innocenza, quanto all'abilità che Gorgia dimostrò nel discolpare diversi tipi di accusati.
Fosse vivo oggidì, Gorgia non esiterebbe a difendere madri che uccidono i loro figli e figli che uccidono i loro genitori, non già per mancanza di un qualsiasi senso morale, ma per un senso umano forse più ampio del consueto.
Ciò che in fondo nobilita Gorgia è che egli non investì il proprio talento per accusare innocenti, come tanti procuratori dell'Inquisizione nel medioevo, ma solo per difendere presunti colpevoli, spesso condannati solo dalla normale inclemenza e dal sommario senso della giustizia del volgo.
In tale ottica, il senso delle confutazioni gorgiane sarebbe quello di far osservare ai più che le nostre convinzioni intorno alle cose non sono il frutto di ragionamenti logici o di autentiche esperienze, ma di un processo di autopersuasione dovuto ai discorsi che abbiamo letto od ascoltato
Platone in questo dialogo vuole denununciare una situazione che si stava creando nella Atene di allora, dove le verità,grazie ai sofisti e ai retorici, diventavano tali solo perchè l'oratore era abile nei dialogoi
In altre parole: vi sarebbe in Gorgia una sconcertante anticipazione di quella che è la nostra condizione attuale: pochissime esperienze dirette, pochissime conoscenze di prima mano, una conoscenza solo libresca e virtuale fondata sulla fiducia che assegniamo ai giornali, alle tv.

Del Gorgia come filosofo posso dire che il suo è stato un tentativo per contrastare la ricerca della verità assoluta.
Tale radicale attacco aveva un duplice bersaglio: il razionalismo eleatico e l'empirismo, o meglio, il semiempirismo ionico ed eracliteo che ad esso si contrapponeva, muovendo dalla constatazione che la realtà è il molteplice, il divenire delle cose, la natura e non l'essere immobile di Parmenide.
La conclusione gorgiana preannunciava un radicale nichilismo ed un altrettanto radicale scetticismo ma, secondo diverse interpretazioni contemporanee, essa andrebbe intesa, piuttosto, come una denuncia della pretesa umana di avere certezze incrollabili, e di avere quindi una scienza della realtà.
In poche parole un relativismo assoluto, al limite del più bieco individualismo.

In tutto questo ci vedo molte analogie alla situazione politica di oggi, dove, tramite la platea Tv, le verità diventano tali solo perchè frutto della retorica.
Ma sono solo doxa, opinioni.

".......Gorgia, diccelo tu che nome dobbiamo darti e di che arte sei competente"
Platone - Gorgia, 449a

Lorenzo

venerdì 11 settembre 2009

Le balle del Senatur


Alla fine di luglio dei 1997 il Parlamento vara la riforma che prevede che le dichiarazioni fatte al PM in istruttoria, se non ripetute in aula, «non possono essere utilizzate nei confronti di altri senza il loro consenso». Contestualmente è bocciato un emendamento che obbliga i collaboratori di giustizia e gli imputati di reato connesso (persone che hanno ammesso le proprie colpe, in genere accusando anche altri, hanno patteggiato una pena minima e sono uscite dal processo) a rispondere in aula alle domande e alle contestazioni delle parti.

Contestualmente è bocciato un emendamento che obbliga i collaboratori di giustizia e gli imputati di reato connesso (persone che hanno ammesso le proprie colpe, in genere accusando anche altri, hanno patteggiato una pena minima e sono uscite dal processo) a rispondere in aula alle domande e alle contestazioni delle parti.

Sebbene molti parlamentari si affrettino a dichiarare che il nuovo "513" «non avrà valore retroattivo», la Cassazione comincia ad annullare processi a raffica. Finché, nel novembre 1998, la Corte costituzionale non dichiara parzialmente incostituzionale la legge, sottolineando che i processi si devono sì svolgere nel rispetto delle garanzie degli imputati ma che servono «all'accertamento giudiziale dei fatti di reato e delle relative responsabilità». Un obiettivo che il "513" rende quasi impossibile. La classe politica, come un sol’uomo, si scaglia contro la Consulta, accusata di «sostituirsi al Parlamento», e decide che quelle norme non sarebbero più state incostituzionali, perché sarebbero entrate a far parte della Costituzione stessa, coi nome di "giusto processo". Il 10 novembre 1999 la nuova legge, dopo appena un anno (un record), è varata.

SONO QUESTE LE LEGGI CHE LEI OGGI SI E' VANTATO DI AVER APPROVATO PER COMBATTERE LA MAFIA??

Il Gorgia di Platone

Vedo molte similitudini fra il sofista Gorgia all'attuale pensiero politico berlusconiano. Infatti Platone nel suo famoso dialogo muove una bellissima critica alla retorica di questo filosofo e a tutti i sofisti.

Gorgia di Lentini (in Sicilia, 483-380 a. C.) sostenne, in una sua famosissima opera dal titolo polemico di Sul non essere o sulla natura (contro Melisso di Samo che aveva scritto un Sulla natura ovvero sull’essere) tre tesi paradossali:
- nulla esiste;
- se anche qualcosa esistesse non sarebbe conoscibile da parte dell’uomo;
- se anche qualcosa fosse conoscibile non sarebbe comunicabile agli altri.

Egli pretende di dimostrare il primo punto dicendo che, se qualcosa esiste, o esiste o non esiste o esiste e non esiste contemporaneamente. Ora, poiché quest’ultima affermazione è contraddittoria, va subito scartata; la seconda viene ugualmente scartata perché non ha senso dire che "qualcosa esiste non esistendo". Rimane la prima affermazione secondo la quale se qualcosa esiste, esiste. Orbene, secondo Gorgia, neppure questa affermazione è vera perché ciò che esiste o è eterno, o è generato o è contemporaneamente eterno e generato. Anche questa volta l’ultima affermazione viene subito esclusa per la sua contraddittorietà. La prima viene confutata dicendo che ciò che esiste non può essere eterno perché ciò che è eterno non ha un principio; se non ha un principio è infinito; se è infinito non è in nessun luogo; e se non si trova in nessun luogo, non esiste. Ma neppure ciò che esiste può essere generato perché, se è stato generato, è nato da ciò che esiste o da ciò che non esiste. Non può però essere nato da ciò che non è perché ciò che non esiste non può generare; ma non può essere nato neppure da ciò che è perché, in quanto è ciò che è, non è stato generato ma è di già.

In quanto alla seconda tesi, è chiaro che ciò che è pensato non è: infatti, se ciò che si pensa è, allora tutto ciò che si pensa è, in qualunque modo lo si pensi, il che è assurdo (se uno pensa ad un uomo che vola non per questo subito un uomo vola).

Infine, nella terza tesi, Gorgia sostiene che la parola non coincide con le cose realmente esistenti; quindi noi indichiamo al vicino non le cose reali ma la parola, la quale è diversa dalle cose che sono.

Gorgia ha insomma staccato definitivamente le parole dalle cose e quindi il linguaggio dalla realtà. Le parole, d’ora in poi, non sono più cose e neppure le cose sono più parole. Il discorso non "morde" più il reale ed infatti di ogni cosa – come diceva già Protagora – può essere detto tutto e il contrario di tutto. Con Gorgia è andato perduto il criterio di verità di una affermazione. O meglio, l’unica verità consisterà nella capacità di produrre effetti sugli uomini. Il parlare avrà il suo vertice nell’arte della retorica ossia nella capacità del linguaggio di sedurre e persuadere. Vi è quindi l’abbandono della verità per ottenere la potenza sulle cose. La realtà viene dominata perché, grazie alla persuasione, è prodotta dalle parole.

Lorenzo

Ricordi



Giusto un anno fa scrissi questo post.
Spesso sono proprio le paure che si avverano.

"Mi piaci quando scherzi, quando sai essere dolce e bisognosa di affetto, quando mi baci o mi prendi la mano! Non ho saputo resistere alla tua semplicità, al tuo modo di porti di fronte agli altri.
Quando tu non sarai più parte di me ritaglierò il tuo ricordo in tante piccole stelle e il cielo sarà così bello che la gente si innamorerà della notte..."

Lorenzo

giovedì 10 settembre 2009

Il Giornale, la voce contri i giudici antimafia
















E' partita la nuova campagna per screditare i giudici palermitani antimafia, come si fece all'epoca con G.Falcone.
Riporto un passaggio tratto da L'antefatto di M.Travaglio:

"Non la pensa così Il Giornale della famiglia Berlusconi, diretto da Vittorio Feltri, che della democrazia ha un concetto, diciamo così, un po’ originale. Oggi ha sbattuto in prima pagina, come una notizia scandalosa, la partecipazione (peraltro silente, in veste di semplici osservatori) di Ingroia e Scarpinato al nostro forum. Titolo: “Due giudici antipremier in redazione. Nel nuovo giornale di Travaglio & C. Ingroia e Scarpinato tengono a battesimo Il Fatto, un quotidiano che fa dell’antiberlusconismo la propria linea editoriale. E poi pretendono che crediamo alla favoletta dell’imparzialità dei giudici”. Nell’articolo di Antonio Signorini, si legge una carrettata di balle: tipo che Il Fatto sarebbe “il giornale dei dipietristi”, “dichiaratamente giustizialista”, “un soggetto tutto politico emanazione di un pezzo di sinistra, quella giustizialista, che si riconosce nell’Italia dei valori”, “il nascente quotidiano vicino al movimento di Antonio Di Pietro”, “all’assemblea del quotidiano vicino a Idv, i magistrati Ingroia e Scarpinato lanciano l’allarme democratico”.

Il poveretto non sa che i due magistrati si sono limitati ad assistere a una parte del forum, senz’aprire bocca. Ma, soprattutto, non sa o finge di non sapere che il Fatto Quotidiano, come ha ribadito il direttore
Antonio Padellaro ieri, “ha una sola linea politica: la Costituzione della Repubblica Italiana”. E’ comprensibile che due magistrati nella redazione di un quotidiano che si ispira alla Costituzione sgomentino certa brava gente. Stiamo parlando del Giornale di proprietà di Paolo Berlusconi, noto pregiudicato per corruzione e altri reati, e diretto da un tizio, Feltri, che ha difeso amici della mafia come Andreotti, Contrada, Dell’Utri e così via. Ma soprattutto ha fatto o fa scrivere sui suoi giornali noti pregiudicati per reati gravi, come Vittorio Sgarbi (sei mesi per truffa allo stato), Paolo Cirino Pomicino (corruzione e finanziamento illecito), Gianni De Michelis (corruzione e finanziamento illecito), Francesco de Lorenzo (associazione per delinquere e corruzione),Gianstefano Frigerio (corruzione, concussione, finanziamento illecito), Renato Farina (ha patteggiato 6 mesi per favoreggiamento nel sequestro Abu Omar ed è stato espulso dall’Ordine dei giornalisti perché a libro paga dei servizi segreti). E personaggi comeLuciano Moggi (5 anni di interdizione dalla giustizia sportiva, 1 anno e 6 mesi in primo grado per violenza privata e minacce, imputato al Tribunale di Napoli per associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva). L’altro giorno, per dire, Il Giornale ha affidato il ricordo di Mike Bongiorno a Fedele Confalonieri (rinviato a giudizio per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset e di nuovo indagato a Milano nell’inchiesta Mediatrade prossima alla conclusione)."