mercoledì 9 settembre 2009

Appello agli intellettuali



Ebbene si, mi rivolgo a voi, intellettuali italiani, mi rivolgo direttamente a voi.
Io, semplice ferroviere, mi pongo dei dubbi, osservo, ragiono, uso l'intelletto per rendermi conto che non è più l'Italia di prima, che non è l'Italia che volevamo europea, che non è l'Italia che ci hanno lasciato chi l'ha liberata.
Me ne accorgo io, Ma voi???
Questo appello non è rivolto agli intellettuali pagati per dire, pagati per scrivere sotto dettatura, ma a tutti quelli che ritengono di essere liberi o che, tramite un sussulto di dignità, vorrebbero ritornare ad esserlo.

Dove siete?? Dove vi siete nascosti?
Dovete tornare alla luce del sole, scrivere dicendo quello che veramente pensate, bussare a tutte le porte perchè accettino le vostre idee senza lasciare da soli chi sta conducendo una battaglia sacrosanta sul diritto di informare, sul diritto di criticare, come il giornale la Repubblica e L'unità e come giornalisti come Santoro e la Gabbanelli.
Possibile che siate così sordi o vigliacchi?

Lorenzo

2 commenti:

  1. Non sottovalutate gli intellettuali comunisti...come diceva Pablo Coelo: "quando gli intellettuali tacciono diventano più pericolosi perchè amano l'azione alle vane parole".
    Capito ragazzi?

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  2. Bella questa frase e concordo. Spero sia il caso dell'Italia.

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