
Si imputa al sistema ciò che va imputato all'uomo singolo, preso nella sua chiarissima specificità. Se il mondo fa schifo, non è la società, non è il sistema, ma è l'uomo, anzi, un certo tipo di uomo ( e donna, ovviamente), il responsabile, ed indicandolo nel 'machiavellico' credo di essermi spiegato. Molti dei nostri desideri sono realmente innocenti, non tutti, ci mancherebbe, ma è il modo in cui tentiamo di realizzarli che fa orrore ad una coscienza limpida, una coscienza che consideri l'altro, chiunque esso sia, un essere da rispettare e non uno strumento da usare.
Sarà il sistema che ci costringe a questo? Tutti i sistemi, finora sì, ci hanno spinto, ci hanno condizionato, ma non ci hanno costretto se non in casi eccezionali.
L'uomo morale, perché libero, ha sempre trovato linee di fuga, compresa la diserzione. E allora, rimarrebbe da dire solo che la pazienza necessita di un orientamento: non ci aspettiamo, non vogliamo un nuovo sistema, vogliamo un individuo meno 'machiavellico', vogliamo una politica meno meschina e calcolante, vogliamo relazioni pulite. Tutto questo richiede pazienza, tanta, ma anche volontà.
La volontà di non sostenere chiunque agisca in senso contrario.
Si da poi il problema del governo, questione che non tocca Deleuze ( giusto per rifarmi al post precedente ed a uno che scriverò successivamente) perché gauchiste, gruppettaro per vocazione, destinato ad opporsi sempre e comunque.
Una volta arrivati al potere, invece di preoccuparsi di come mantenerlo in un'ottica 'machiavellica', occorrerà assumersi responsabilità e dare risposte. Ci aabiamo mai pensato mai pensato?
Che si fa domani? Possiamo lanciare i dadi come auspica Derrida? Possiamo aspettare fino a sera, come consiglia Deleuze ( a quale sera? Di quale anno?), possiamo lasciare che sia il mercato a decidere come dice 3 monti?
Io dico di no, bisogna agire da subito,se non vogliamo rimanere ingessati, con il pensiero e la dignità di cittadini, pretendere da oggi che lo stato funzioni perchè troppo spesso ci si dimentica che lo stato siamo noi.
Lorenzo
L'uomo ha da sempre cercato di migliorare il proprio stato , ha da sempre cercato di utilizzare la propria intelligenza.
RispondiEliminaD'altronde egli è un essere debole che diventa forte solo grazie alla potenza del proprio pensiero.
Certamente non di tutti i mali sociali possiamo incolpare gli altri, spesso siamo anche noi a non scuoterci e a "tirare a campare"
L'ideale sarebbe sempre formare un uomo libero di agire razionalmente e tale da poter discernere cosa sia il bene e cosa invece non lo è.
Ma oggi, possiamo affermare che la società lavori per creare questo tipo di uomo? Non dico al 100% ma almeno un pò al di sopra della soglia del 50%?
Ci rendiamo conto di come è ridotta la scuola, la formazione, il sistema istituzionale?
Sono ormai ridotti a pochi quegli uomini e quelle donne che affrontano il quotidiano con spirito critico e costruttivo, o se anche sono molti, sono sparsi, non organizzati e soprattutto sono distratti e incomprensibilmente assenti dalla dialettica politica e sociale.
Non leggo più di interventi di intellettuali, non si assiste più ad interviste mirate allo scopo, non si esaminano tematiche plurali di interesse comune.
In una parola il livello culturale è paurosamente molto basso ed è a cominciare dalla cultura che si costruisce un uomo responsabile delle sue scelte e capace di accettare o ribellarsi culturalmente alla società che non lo soddisfa più.
Cosa è diventata oggi la società? Si discute dei problemi individuali dei nostri governanti, si da molta importanza all'immagine, ognuno guarda al proprio convento.
La vedo nera, mi spiace!
Molto bello il tuo post.
Ciao Lorenzo e buona domenica!
Grazie anonimo, penso che questa sia la giusta via.
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