venerdì 7 dicembre 2012

Il ritorno della piazza, ovvero l'agorà come spazio comune





C'è un forte segnale da parte dei giovani, quindi da chi ha più motivi per lottare per un futuro migliore, di richiesta di spazio fisico a scapito dello spazio virtuale. In poche parole un ritorno al ritrovarsi convenzionale a scapito di internet.
Non vorrei essere franinteso, non sto dicendo che internet è in crisi, ma sta, secondo me, tornando ad essere quello spazio di comunicazione e basta, un immenso spazio dove le idee circolano e nulla di più.
Cosa è diventato perchè internet?  E più specificamente Facebook? Un luogo e non un acanale, un luogo dove ritrovarsi, chiaccherare, conoscersi e per molti anche viverci. Per alcuni addirittura l'unico luogo di socializzazione.
Io personalmente non ho nulla in contrario, ognuno è libero di fare quello che vuole nei limiti della legge, ma se analizzo il problema in termini politici beh qualche dubbio lo avrei.
Quindi, ai giorni nostri, c'è invece da parte dei ragazzi, degli studenti ma anche da parte di giovani lavoratori, una ripresa dei contatti fisici, il ritrovarsi in sezioni, costruire una informazione più ragianata e pacata che dia spazio per l'ampliamento costruttivo. facebook non lo permette, Twitter ancora di meno. Scrivere un pensiero in 140 caratteri ( spazi compresi) è più che limitante.
Cio che avviene prima nelle piazze e, come già detto, anche nei luoghi di lavoro e di formazione e il fatto che una intera generazione, o più di una, rivendica l'esistere in un presente proiettato in un futuro. Un presente non come esistenza per sè, ma (R)esistenza per la collettività. Ecco quindi spiegata la voglia di vedersi e stare insieme. La piazza è sempre stata e sempre sarà il centro delle decisioni.
Quello che è in gioco, inoltre, e i ragazzi lo hanno capito molto bene, è che la comunicazione post-moderna ha tolto vitalità, ha svuotato di contenuti la protesta, non permette di passare dalla parola ( scritta ) al fatto.
E' mancato, e forse sempre mancherà, quel passaggio, quel tramutare l'idea scritta in comunicazione verbale, elaborazione mentale necessaria alla crescita di intere generazioni.
Credo che il blog sia immune da questo disastro culturale, i tempi permettono la riflessione.

Lorenzo

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