sabato 4 giugno 2011

Manager senz'anima




La categoria dei manager, dove io intendo tutti quelli che con il loro operato hanno posizioni di responsabilità all'interno di questa società, compresi i politici, fa parte di quel gruppo di persone che in filosofia si potrebbero configurare nell'utilitarismo.
Nell'utilitarismo la ragione diventa strumentale, cioè utilizzata solo per scopi ben precisi, per fini stabiliti da una società utilitarista e che fa del bilancio una religione dogmatica. Una ragione calcolante, quindi  non pensante, ma incapace di andare al di là della mera realtà che la circonda, con un utilizzo della facoltà pensata solo per fini aziendali.
L'orizzonte che riescono  concepire è quello della massima efficienza e specializzazione, l'unico scopo fondamentale della loro vita professionale è l'azienda, spogliata di tutto ciò che di umano possa esserci, in primis le maestranze che vi lavorano. Assunzioni a tempo determinato spinte fino al limite della decenza, sfiorando spesso l'indecenza, licenziamenti di massa per far quadrare i bilanci,  spesso sono i loro errori strategici se non addirittura il frutto della corruzione o di una politica avventuriera. Questo è il quadro odierno in Italia della ragione calcolante con la sua visione aziendalistica della nostra nazione.
Questa loro persuasione ha ormai coinvolto anche la classe politica attuale. Nei dibattitti referendari ho notato che ad argomentazioni di principio quali la salute della popolazione o il diritto all'acqua per tutti, si contrappongono altrettanto argomenti di convenienza di tipico stampo  manageriale, calcolante.
Un esempio per tutti: all'affermazione che l'energia nucleare è pericolosa per la salute perchè una volta acceso un reattore non lo si può più spegnere, quindi in caso di disastro il problema diventa gravissimo, si contrappongono argomenti quali la convenienza economica, l'efficienza del sistema paese, il progresso tecnologico. Argomenti di principio e di salvaguardia dell'umanità sono messi sullo stesso piano dei bilanci economici.
E il grave è che i più ci credono, credono sia giusto, non sanno differenziare questa sostanziale differenza d'argomenti. Risulta così la stessa cosa parlare di denaro e di salute, di bilanci e di libertà, di diritto alla salute e tecnologia.
Ecco allora che si sta avverando, con l'ennesimo esempio, ciò che scrissi in altri post: la tecnologia ormai guida le nostre vite, appiattisce il nostro modo di vedere il mondo e di pensare.

C'è una convergenza pericolosa fra fare tecnico e fare politico, anzi direi che ormai sono la stessa cosa.
Questa persuasione non è solo dei manager aziendali, ma anche dei nostri politici al governo(e non solo), i quali partono dal basso livello (intellettivo intendo) quali ormai sono grazie alla tecnica, non esitando a parlare di " azienda Italia", " Azienda ospedaliera", " azienda scuola ", senza rendersi, e noi renderci, conto che parlando di azienda si riduce il fare politico in mero fare tecnico, quindi senza tener minimo conto della 'uomo, con il pericolosissimo atteggiamento di governare i complessi rapporti delle nostre società moderne e multiculturali con i canoni e i mezzi con cui si governa una fabbrica : bilancio e specializzazione; fare tecnologico e competenza specialistica; l'uomo ridotto a mero strumento partecipativo della società.
Un modo di pensare chiuso, senza orizzonti verso l'umanità, senza la minima attenzione a quello che la vera politica dovrebbe essere e quale deve essere il suo fine: la società nel suo complesso, con i suoi bisogni e con la sua esigenza di crescere.

E interessante a tal proposito ciò che scrive Pier Luigi Celli, imprenditore, manager aziendale, filosofo, saggista e narratore, forse uno dei pochi manager con l'anima del nostro panorama dirigenziale:

Avremo uomini dalle medie virtù che attraverseranno i lunghi corridoi aziendali con quel linguaggio standardizzato che abilita a comunicazioni di transito senza coinvolgimenti ai cambiamenti di scena. Una tribù di neocinici sempre più masterizzati, che sul mercato della professione legittimano la loto quotazione con passioni fredde e saperi standard che li renderanno perfetti nella loro ovvietà(....) I loro pensieri e le loro parole hanno corso solo nell'ambito di una cerchia di riconoscimento data e vincolata a modalità standard di interlocuzione(....) 
Nascerà così la lingua dei bilanci, dei budget, l'arida mitologia del bussines plan, dove al pensiero è preclusa ogni via di fuga e l'identità di una società che sarà interpretata dal numero invece che dalla sua storia.

Aggiungo io, affinche si possa ritrovare quell'anima necessaria alla ripresa di un pensiero totalizzante e qualificante per l'uomo, che la società deve riscoprire la vera essenza delle scienze umane, anche della filosofia, affinchè si incrementi i saperi e si ritrovi quel sentimento di libertà e voglia di essere protagonista come persona che è il pensare con un'anima.

Lorenzo

12 commenti:

  1. La cosa raccapricciante è insita al fatto che chi propone agli italiani di barattare la sicurezza con un po' del debito pubblico (perché è di questo che si parlò qualche settimana fa) è ancora al suo posto e non da le dimissioni. Intendiamoci: non critico l'opinione di nessuno, perché la Hack e Veronesi si sono detti favorevoli sotto certe ipotesi, ma cercare di convincere il popolo attraverso quei mezzucci è di un ridicolo senza limite. Peggio ancora chi ci crede e, ancor di più, un Bersani che si scaglia contro il Referendum facendone una questione politica (questo, forse, è il Referendum meno politico di tutta la nostra storia), nonostante fu proprio lui, nel 2007, a dichiarare agli americani che "la parentesi nuclearistica in Italia non è ancora chiusa". Quindi, prendiamo il Referendum per quello che è: una questione fondamentale per noi, SENZA COLORE POLITICO DI SORTA. Perché di politica (notasi la lettera minuscola) in Italia attualmente non è pensabile. Da nessuna parte si stia.

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  2. Quell'utilitarismo spinto é, poi, nei fatti controproducente, ma la logica di appartenenza sociale induce manager ed altri accoliti a sorvolare su quell'aspetto.

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  3. .....Argomenti di principio e di salvaguardia dell'umanità sono messi sullo stesso piano dei bilanci economici....Ciao lorenzo....mi permetto di dissentire su questa tua riflessione...non sono messi sullo stesso piano...sono messi AL DI SOTTO dei bilanci economici..un esempio..siamo o no al corrente che le ricerche farmacologiche sono mirate a migliorare le cure per le patologie numericamente piu' diffuse nella popolazione mentre nulla o quasi viene investito per la ricerca di cure per quelle malattie rare che interessano un numero talmente esiguo di persone che ciò che verrebbe speso per la ricerca non avrebbe un tornaconto in utili economici?.... "Per molte malattie rare sia la diagnosi che il trattamento possono essere difficoltosi, e per uno scarso livello di conoscenza medico-scientifico, e per il poco interesse che le case farmaceutiche hanno e avrebbero nella ricerca e produzione di farmaci utilizzabili da pochissimi clienti.Fonte:WIKIPEDIA"......e parliamo di ESSERI UMANI in entrambi i casi.....teoricamente con stessi diritti a cure adeguate.....solo che MANAGERIALMENTE parlando le aziende, TUTTE ( io ho portato l'esempio medico perchè umanamente parlando si gioca sulla pelle della persone ma gli esempi possono essere pressochè infiniti )lavorano per obiettivi da raggiungere....le persone sono solo il mezzo perchè questo si realizzi....è un meccanismo dove tu, io, tutti siamo solo parte dell'ingranaggio che deve portare al raggiungimento dell'obiettivo che è stato dato...come scrivi tu 'senza orizzonti verso l'umanità'...
    ciao nera_luna

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  4. Non sono molto pratico di concetti filosofici, ma confesso che esercitano un certo fascino su di me.
    La società manageriale osservata con l’ottica filosofica , non può che essere di una negatività assoluta. La parola filosofia dal greco dovrebbe significare amore per la sapienza , la filosofia manageriale significa amore per il profitto.
    Due posizioni totalmente incompatibili. Mi diventa difficile immaginare un manager pensante , che per aumentare la produttività , coinvolge e valorizza le conoscenze inespresse dei suoi subalterni.
    Il Tuo bel post è un invito alla riflessione, Ti ringrazio per questo. Ciao Lorenzo e Buona serata.

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  5. Ciò che mi colpisce è la capacità con la quale hai centrato il fulcro dell'intero degrado in cui ci troviamo. Tutti risucchiati da un vortice senza che nessuno se ne avveda, magistralmente hanno divorato i nostri cervelli abituandoci a un lessico martellato fino a rendere i nostri discorsi tutti improntati su cifre, guadagni e debito sociale. I politici menager, la cancellazione lenta del ruolo e delle responsabilità che un eletto dal popolo ha, che scinde dai discorsi di personale tornaconto, almeno dovrebbe. Siamo tutti abituati e sottomessi all'evidenza che un capo di stato sia anche datore di lavoro, è normale, quante volte lo sento dire.
    Ciò che ci hanno tolto è l'autostima, l'incapacità di ritenerci importanti e indispensabili, tanto da confidare nella loro magnanimità di ottenere un lavoro precario, o persino di aspettare il loro permesso per recarci alle urne per un referendum che riguarda noi, solo noi. L'incapacità di capire cosa sia davvero giusto per noi stessi lo decidono loro, e non ci accorgiamo che il solo lasciargli costruire quelle centrali, se pur non entrassero in funzione, sarebbe comunque un pericolo crollo al minimo evento catastrofico. L'Aquila non ci ha insegnato niente, una fatalità che ha colpito solo gli abbruzzesi, le immagini delle costruzioni fatte proprio da questi manager sono state le prime a sbriciolarsi... niente, è il vuoto, siamo davvero freddi come le macchine.
    Ci sono immagini che dicono verità inoppugnabili, ma siamo disabituati a guardare, ci lasciamo travolgere da fiumi di parole bugiarde, che emanano il profumo di una verità comoda alla notra pigrizia mentale come fossero oro colato. E loro diventano sempre più potenti.
    Sono uscita fuori tema, non volermene ma... mi sono sfogata :)
    Bel post
    Ciao boy

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  6. Ciao Francesco, grazie del commento e del link che ho letto e lo trovo molto interessante.
    Approfitto per chiederere scusa a te e agli altri commentatori per il ritardo di queste risposte, ma sono stato via qualche giorno.
    Lorenzo

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  7. Ciao Cristiana, adesso posso riprendere a rispondere:)))
    Io ci credo, quello che dici è vero, hanno un anima, sono persone in carne ed ossa. E' il sistema che toglie loro quella individualità indispensabile per relazionarsi con altre persone in autonomia e senza vincoli.
    Grazie del bel commento e della tua testimonianza.
    Lorenzo

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  8. Infatti è controproducente Adriano, magari potrebbe pagare nell'immediato dando quel senso di efficienza, ma nel lungo periodo le società si svuotano, secondo me, di quella parte critica e individualista che è insita nel nostro essere, o nel nostro essere nel mondo....ma qui stiamo andando oltre:)))
    Ciao e a presto, grazie del commento.
    Lorenzo

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  9. Ciao Vitt.:))))
    Non solo dissenti da me ma sei catastrofica:)))))))
    Sinceramente non so se siamo già a questo punto, ma di sicuro siamo sulla strada buona.
    Il problema che pono è delicatissimo. Infatti si tratta di tematiche etiche e aggiungo politiche.
    Perchè politiche? Perchè è la società che deve farsi carico dei più deboli, almeno nelle nostre società, quindi fare il possibile per la ricerca scientifica, lo stato che paga e favorisce tali ricerche.
    Ma in filosofia scienza e tecnica non possono vivere insieme, una esclude l'altra e la politica sta a guardare.
    Ciao e grazie del tuo bel intervento.
    Lorenzo

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  10. Grazie Francesca del complimento:))
    Hai messo un bel commento, centrando con pochi esempi quello che succede intorno a noi. Credo che sotto quest'ottica ci si possa rendere conto di quanto la modernità tanto sbandierata, cosa ti cui sono contento, ci stia ritorcendo contro. Credo che la soluzione non sia rinunciarvisi, ma far ritirnare la tecnologia per quello che dovrebbe essere, un mezzo e non un fine, ma finchè non si scoprirà questo nuovo fine le cose rimarranno così.
    Grazie, un bacione
    Lorenzo

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  11. .....lORENZO....spero davvero che la mia visione sia eccessivamente al negativo....ma ho la sensazione che ultimamente si sia indirizzati proprio in tal senso.....
    ciao vitt

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  12. Purtroppo Vittoria hai maledettamente ragione:))
    Lorenzo

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