sabato 3 dicembre 2011

Il principio regolatore





Tutti abbiamo delle linee di demarcazione morali o etiche, religiose o politiche, oltre cui non è possibile andare. Un esempio per tutti è l'omicidio in quanto la vita è da salvaguardare sotto ogni forma. Ma lo stato uccide tramite le condanne a morte oppure con le guerre. Ecco uno scostamento di questa linea di demarcazione.
Allora il tracciare delle linee non serve a garantirci " equità di trattamento", oppure " garanzia di equilibrio" in quanto ognuno, a seconda delle esigenze, può oltrepassare i limiti che ci siamo dati.
Cosa c'è al di sopra di questi confini, come si può fare per garantirci leggi stabili e durature? Nulla io credo, soltanto rifarci a principi regolatori, condivisi da tutti e che siano leggi universali.
Uno di questi principi è l'uomo stesso, al centro della sua stessa società, e per molti al centro del mondo. Leggi molto importanti e giuste sono state emanate proprio salvaguardando questo principio, l'inviolabilità dell'uomo stesso, con le sue libertà e i suoi bisogni.
Uno di questi bisogni e l'eliminare il più possibile le sofferenze, che siano la fame e gli altri bisogni fisici, ma anche quelli etici come le libertà e la libera espressione individuale.
Come ci poniamo di fronte alla vita e, di conseguenza, di fronte alla non vita?
Lasciar vivere perchè non ha lo stesso valore di lasciar morire?
Lo stato permette, anzi, obbliga una persona terza a uccidere un altro uomo ma non permette a un singolo la scelta per la propria vita, perchè?
Domande difficili ma, secondo me, le risposte sono invece facili.
Far vivere e lasciar morire, c'è un nesso logico fra queste due affermazioni, un continuum razionale che parte proprio dalla logica degli opposto vita-morte.
Il dubbio atroce, quello che attanaglia ognuno di noi quando cerca di mettere mano a questioni etiche di tale rilevanza è il seguente:

" C'è differenza fra lasciar morire e dare la morte?"

Se ci limitiamo a parlare di questo argomento sotto forma di libertà siamo perdenti già in partenza, perchè lasciare la libertà del suicidio ( un termine che non mi piace, preferirei chiamarlo, atto finale della propria vita) ci si arresta subito: la libertà del decidere sul proprio atto finale della propria vita si scontra inevitabilmente con la fine di tutte le altre libertà in quanto abolisce se stessa nello stesso istante.
Kant fu nettamente contrario al suicidio. Lo spiega in una frase che, secondo me, potrebbe essere la migliore spiegazione per chi si batte contro l'eutanasia :
" quando ci si da alla morte si distrugge nella propria persona un soggetto capace di decidere liberamente, disponendo di sè solo come un mezzo e non come un fine, portando l'intera umanità ad abbassarsi alla sua stessa persona".
Trovo meraviglioso questo concetto, ma vale soltanto, secondo me, per chi desidera il suicidio come rinuncia alla propria vita e non come scelta in vista di una non-buona-morte.
Kant afferma, in sostanza, che l'uomo non ha il diritto di impiegare la sua libertà per distruggersi.
Ma il concetto e il significato di eutanasia, secondo il mio parere, va molto oltre. Io qui intendo il diritto ad una buona morte, che equivale allo stesso modo di un diritto ad una buona vita.
La morte ci appartiene come la vita e come tale ho il diritto di chiudere quella porta io stesso. Quella stessa porta del MIO tempo che il tempo stesso ha reso me inumano e impossibilitato a vivere la vita come io la concepisco secondo la mia ragione.

( Dedicato a Lucio Magri e a tanti altri )





Lorenzo

4 commenti:

  1. Ciao, sono d'accordo con te, ognuno deve avere la liberta' di decidere della propria vita quando questa diventa una sofferenza ai limiti dell'umana sopportazione,e' l'unica liberta' che rimane... e non e'cosi' semplice e' un atto coraggioso, il concederla quindi potrebbe essere riconosciuta anche dalla chiesa e dai famigliari, si fa per pieta',bisogna considerare il meglio per l'interessato,in situazioni particolari, senza falsi pudori, come giustificano le guerre e gli assassinii voluti, anche il non voler intervenire a fondo su questioni tipo terzo mondo, a loro non serve nemmeno questa liberta'...e' un omicidio di massa, che dovrebbe pesare sulle coscienze, una morte lenta che va contro ogni etica morale, ma non fa piu' notizia ormai, bisognerebbe salvaguardare la dignita' delle persone soprattutto,in tutte le situazioni e prendere provvedimenti in tal senso, facendo delle leggi che garantiscano una vita decente per tutti o di una morte a volte implorata, ciao a presto rosa bel post molto interessante.)

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  2. Esser liberi.
    Dov'è la libertà nel nascere?
    Una volta nati poi si è costretti a vivere e vivendo muore ogni libertà imposta da assurdi "principi morali etici e religiosi"
    Ma sto Cristo (e siamo nel 2011 non al tempo degli Dei) non ha scelto forse anche di lui il "sacrificio" della morte a suo tempo?
    Qui non si tratta di pietà per la perdita di dignità umana dell'uomo che se afflitto da un male è costretto a vivere, ma anche del rispetto dell'idea libera scelta dall'uomo stesso che, se anche non malato fisicamente ma ormai "stanco" per non aver più motivazioni da "respirare", non aver più ideali in cui credere, non aver più la condivisione d'un amore che rendeva tutto più sopportabile, un uomo pienamente in possesso delle proprie facoltà mentali che decidendo di morire senz'atto teatrale (sparandosi, impiccandosi o altro) vuole porre fine alla sua esistenza serenamente così come è nato senza averlo chiesto!
    Ed il tutto in piena libertà di scelta!
    Addio Lucio!
    Ammiro il tuo coraggio e la tua scelta. Io ti capisco!
    Condivido questo post e non potevo far a meno di lasciare un mio commento.
    Grazie
    Elisena

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  3. Ottimo il taglio che hai dato Cris a questo commento, concordo in pieno.
    La chiesa italiana è stata la parte oscura, ciò che ha reso questa Italia indietro di secoli rispetto ai problemi etici che questa società chiede vengano affrontati.
    Questa ne è solo una parte
    Lorenzo

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  4. E' vero Rosa, ognuno deve decidere come morire, quando questa ormai ci ha dato un appuntamento.
    Non si tratta di avvallare chi ha perso ogni speranza ma dare la possibilità di poter fruire dell'eutanasia che nulla haa che fare con il suicidio.
    Grazie di questo intervento, molto bello
    Lorenzo

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