giovedì 24 luglio 2008

Kant e il cittadino del mondo

Effettuando una lettura più attenta del saggio"Per una pace perpetua"di I.Kant si può evincere come già duecento anni fa il filosofo abbia conciliato un giudizio(non annacquato) di democrazia mondiale esportabile con la non-violenza.
Una analisi comparata con la situazione di oggi mi permette di dire che quello che lui chiamava"foedus pacificum" non sono altro che le Nazioni Unite di oggi. Cioè una idea di stato mondiale, federazione di stati o organizzazione mondiale basato su principi della libera adesione.
Un altro aspetto interessante di questo saggio è la visione del cittadino,io lo chiamerei CITTADINO DEL MONDO.
Egli già preannunciava la possibilità di ognuno di noi di poter visitare qualsiasi altro stato,con libertà di pensiero,oggi la chiameremmo "opinione pubblica mondiale"la quale non potrebbe certo sorgere in una situazione di isolazionismo culturale.

Il filosofo parla inoltre di diritto internazionale, di diritto cosmopolita,il tutto in senso regolativo.

Il senso di libertà per la circolazione degli uomini e delle idee è,in questo saggio,sempre presente.

A distanza di duecento anni i nostri politici stanno ancora discutendo,invece,di un nuovo ordine mondiale,capaci soltanto di coniare un nuovo termine: globalizzazione, del tutto fuori strada da quello che Kant invece chiamava:Federazione mondiale con libera e volontaria adesione.



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