martedì 10 agosto 2010

Il disinganno dogmatico


Quando ero giovane ( fino a pochi anni fa :DD ) il mondo ruotava intorno alle idee.
Un'idea di mondo, un'idea di società, un'idea di politica, poi le idee erano molte ma c'era un'unica idea di confronto dialettico e non.
Quindi il mondo credeva, era credente.
Oggi, ovunque uno si giri, si vedono solo scettici, un ritorno dello scetticismo nel senso moderno del termine," non sono interessato quindi non credo". Presumo sia il peggiore, nemmeno Hume avrebbe pensato a tanto.
Pensiamo di vivere nel disinganno, liberati finalmente dal mondo delle idee, di aver aperto gli occhi, di vedere il mondo con occhi puri, senza filtri ingannevoli.
E il linguaggio della politica infatti è cambiato, non si fanno riferimenti culturali, si parla a ruota libera.....quasi senza pensare.
In questo risveglio dogmatico gli ex fanatici barcollano, pieni di nausea, convinti di essere stati nell'errore, si autocommiserano e addirittura rinnegano un passato anche abbastanza recente.
Dall'altra parte politica, la destra, forti del loro naturalismo biologico, dei freni sociali che ha messo la chiesa in 2000 anni, delle radicali idee popolari restie ai cambiamenti, sa che non esiste alternativa politica. Mi spiego.
Il naturalismo biologico e sociale ( termine coniato da me stesso ora) fa sì che i ruoli sociali siano già prestabiliti, forti della già costruzione sociale medievale : sacerdoti, guerrieri, lavoratori, ma anche di un ordine prestabilito dalla natura: il più forte domina.
Questa è l'ideologia della destra e, come ben possiamo notare nella politica di oggi, a nessuno viene in mente di cambiare questo dogma. Il loro sogno dogmatico continua.
Un altro elemento importante è la riscoperta dell'individualismo da parte dei due schieramenti politici e forse da parte di tutte le forze politiche in campo.
A sinistra questa riscoperta ha portato a uno sbandamento totale delle politiche messe in atto, poche a dire il vero, rimanendo spiazzati in quanto il loro cavallo di battaglia era appunto la società vista nel suo insieme e una sorta di occhio di riguardo verso le classi più disagiate.
Questo senso politico è sparito. Il sindacalismo ha fatto la sua parte riscoprendo i sindacati di mestiere, deletereo per la sinistra, i partiti, con l'intento di guardare al centro per avere una manciata di voti, la stessa cosa, promulgando leggi ad hoc per singoli attori sociali ( banche, privatizzazioni, liberalizzazioni).
Una politica di destra insomma che ha scontentato tutti e che ha aperto la strada alla vera destra e, in particolare in Italia, al farabuttismo post prima repubblica.
La sinistra parlamentare ormai non osa più nemmeno alzare la voce, convinta di avere poco da dire, convinta di essere sempre nel giusto, per poi cambiare di colpo spiazzando tutti in nome di un cambiamento " omeopatico" della società.
La mia preoccupazione è che la sinistra penso non sia ipocrita, è proprio così che la pensano, questo è il vero guaio.
La sinistra extraparlamentare, forse troppo presa dai loro dogmi, non fa altro che urlare, non essendo capaci di partecipare alla festa scettica, non essendo ascoltati dalla parte a loro congeniale.
Parlare quindi di rivoluzione a questo punto sembra antistorico? Io dico di no.
Ci sono tanti tipi di rivoluzione, e non solo quelle che abbiamo imparato a scuola, finite sempre nel sangue. C'è stato un '68, e prima ancora una ribellione dei giovani agli inizi degli anni '60 e fine anni '50. Rivoluzioni di pensiero, di modo di essere e di intendere la società. La filosofia ha dato tanto in quegli anni.
Sostengo quindi che la rivoluzione, intesa come capovolgimento del modo di pensare, sia sempre eticamente valida e una aspirazione etica irrinunciabile per la crescita di una società.
Siamo in fase decadente oggi, disorientati e non ascoltati, l'unico modo di cambiare è capovolgere il punto di vista.
Una rivoluzione di questo tipo dovrà essere la più grande opera d'arte che le giovani generazioni abbiano mai dato:
Il dispiegamento delle forze dei singoli individui in una ottica di comuni doveri e diritti.




Lorenzo

3 commenti:

  1. Tanti auguri Lorè, buon onomastico.
    Aò, er post lo leggo poi stasera, ci tenevo a farti gli auguri.
    Chiara

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  2. Lorenzo un post leggero leggero per il tuo onomastico ....... ti fai strani regali .....
    un abbraccio con coda festosa miaoooooo
    e che il mondo delle idee non muoia mai ,anche le più contrastanti, perchè la loro vitalità può dare un futuro all'uomo. strabacioni felini

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  3. Leggerissimo come un masso in caduta libera:DDDDDDDDDDDDDDDDD
    Chissà se ci fosse un San Logos cosa scriverei? hehehhehehe
    Beh dai, una leggera riflessione sul mondo delle idee, che purtroppo sta morendo.
    Ma le nostre idee bloghesce non moriranno mai quindi ti prometto un prossimo post leggero come la carezza di una piuma o una coda festosa di una micia luminosa.
    Un abbraccio mandrognesco Fel :)))
    L'abbraccio mandrognesco è simile a quello genovese, solo che da noi si canta e si balla sotto gli effluvi del Barbera:DDDD

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