martedì 30 marzo 2010

Io inizio da qui




E dopo la rabbia, lo sfogo e l'impusività del rifiuto di vedere un risultato elettorale, si torna alla ragione e alla politica, in futuro nuovamente condita con un pò di filosofia.
Bene, inizio con un post che deriva dai pensieri di ieri sera, dopo la debacle della sinistra a cui orgogliosamente ho sempre sostenuto di appartenere.
Le ragioni sono tante come tante sono le ragioni che mi impongono di continuare a esporre i miei pensieri che spero continuino a creare dibattito e riflessione.
Oggi narro la storia di una persona speciale, una di quelle persone che quando pensi alla loro vita tutto il resto sembra facile e ti viene pure vergogna quando ci si lamenta.
Mio zio.
Alessandrino di nascita, madre piemontese padre veneto, ultimo fratello di tre figli.
Da piccolo si prende la poliomelite, malattia molto diffusa allora in quanto non esisteva il vaccino, ma è sopravvissuto rimanendo però praticamente paralizzato per metà corpo, tutta la parte destra.
Una volontà e tenacia di ferro, mai fermo di fronte alle difficoltà, e di difficoltà ne ha avute tante, di tutti tipi.
Da ragazzo imparò a nuotare dopo una scommessa, imparò nel fiume Bormida, con un braccio e una gamba attraversò il fiume. Uno sforzo incredibile per lui ma ce la fece.
Picchiato insieme alla sua famiglia dai fascisti perchè il padre, socialista, rifiutò la tessera del partito fascista, quindi licenziato dalle ferrovie, continuò a fare politica clandestina nelle fila appunto del PSI.
Ritenuti, il padre, e i suoi fratelli, pericolosi per l'ordine pubblico, erano costreti a stare in casa con un carabiniere alla porta ad ogni manifestazione cittadina o nazionale, una umiliazione per gente onesta quali erano.
Non fece il militare per ovvie ragioni, ma fin dall'inizio della nascita del movimento partigiano aderì e li seguì sulle montagne del Piemonte.
Le marce per lui erano una doppia fatica, all'inizio non lo volevano, ma lui dimostrò di essere sempre all'altezza, anzi, negli scontri a fuoco la sua bravura nello sparare era superiore agli altri.
Divenne capo di una compagnia, partecipò agli attacchi contro i tedeschi nelle valli alessandrine dell'appennino, ai sabotaggi, agli attenatti dinamitardi contro i fortini delle munizioni.
Nel giorno della liberazione lo nominarono comandante partigiano di Alessandria e a capo del CLN locale amministrò le prime settimane Alessandria, in attesa del 25 Aprile.
Quando ero ragazzo rimanevo ammutolito nel sentire raccontare le sue vicende. Spesso minimizzate da lui stesso, ma molte volte, persone intorno a lui, testimoniavano il suo valore.
Ho imparatto anche da lui, come da mio padre, cosa sia la modestia.
Ho imparato tante cose da quei racconti, per prima cosa il rispetto per chi mi ha permesso di vivere libero e il rispetto per chi morì.
Ho imparato che non bisogna vergognarsi quando ci si commuove, perchè la bontà non va mai trattenuta.
Ho imparato la forza delle proprie convinzioni, che non bisogna cedere mai quando si è nel giusto.
Lui è ancora vivo, ha 86 anni, abbastanza arzillo, ma quello che più affascina è quello sguardo fiero e sicuro. Non incute timore, anzi, ma quegli occhi ti infondono forza e coraggio e ti dicono
" se ce lo fatta io ce la potete fare anche voi".

Aggiungo un piccolo aneddoto giusto per dimostrare che carattere aveva:
Non volevano dargli la patente, lui allora fece fare una interrogazione parlamentare e il ministro di allora gliela fece avere. Una delle prime patenti poi chiamamate F.
Allora andò in Olanda, si comprò una delle prime macchine con guida speciale sulla destra e ha sempre guidato fino a pochi anni fa.
La risposta del ministro del 1955 è in internet come testimonianza delle sue battaglie anche civili.
Lorenzo

13 commenti:

  1. Quando lo vedi abbraccialo da parte mia.
    Ho partecipato tantissime volte alla manifestazione del 25 Aprile a milano mi ha sempre dato un'emozione tremenda in modo particolare quando incontravo dei partigiani e mi raccontavano la loro Resistenza.
    Racconterò prima o dopo la resistenza di mio Padre e della mia Famiglia

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  2. E' così che si reaggisce, sono con Te!!
    Non lo sai, ma hai raccontato la storia di mio nonno, sono così commossa che non riesco quasi a scirvere, anche Lui colpito da poliomelite, Gli rimase la mano destra leggermente offesa.. grande combattente, e con il fucile aveva una destrezza che nessuno lo equiparava.
    Combattè contro i fascisti e i tedeschi prima, poi contro gli anglo-americani senza paura e senza mai perdere determinazione e coraggio, e aveva un sorriso per tutti, sempre.. Mi dicono che Gli somiglio ed io ne sono orgogliosa, ne porto pure il nome, al femminile naturalmente :)
    Ce la faremo, eccome se ce la faremo! La rabbia lasciamola a Loro, a Noi il coraggio e la determinazione.

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  3. Mia nonna era partigiana nell'anima! Nel quartiere la conoscevano tutti come a "Sora Rosa"! Non si è mai tirata indietro ogni volta che ci fosse da lottare per l'acquisire un diritto, nonostante fosse diventata cieca.
    Mio padre il DNA della sinistra lo aveva nel sangue. Era operaio. A noi figli ci ha cresciuto con sani principi d'onestà, lealtà e rispetto e noi siamo stati soprattutto fieri di essere figli suoi.
    Quell'uomo del tuo scritto non aveva solo un braccio ed una gamba, aveva molto di più di quanto a volte noi stessi crediamo di avere.
    Aveva coscienza, volontà e soprattutto il rispetto delle idee che nessuno potrà mai uccidere.
    Pensa che prima di morire, quando gli somministravano le morfine ed altro che causano allucinazioni, lui gridava perchè vedeva i fascisti che lo picchiavano.
    Io dico grazie a costoro tenendo il pugno ben alzato.

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  4. Grazie Vanda, sei molto gentile.
    Mi piacerebbe leggere quelle storie, dai mettile appena ne avrai voglia.
    Ciao a presto
    Lorenzo

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  5. Francy!! Sono due giorni che piangiamo, ieri per il risultato elettorale, oggi per il tentativo di riscossa!:DDDDDDDDDDDDDDDD
    Bella la storia di tuo nonno. Persone così non so se ne esistano ancora, ma se ci sono che si facciano avanti, è ora di non stare più a guardare.
    Beh io non ho mollato nonostante il risultato, ma nemmeno ieri, solo che ero incazzato come una bestia! hehhehhehee
    Quel post di prima non è una rinuncia, anzi.
    Anche nel mio DNA c'è la sinistra, e che sinistra! hehhehehehhehe Mio padre circa 10 anni fa insieme a dei suoi amici ed compagni di partito occuparono uno stabile del comune!!!!! hehhehe
    Ho pure un padre squatter!!!!!:DDDDDDDDD

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  6. Sono daccordo Lorenzo. Ti dico anche che hai scritto una bellissima storia, molto bella e commovente.
    Grazie per avercela fatta conoscere e un abbraccio da parte mia a questo tuo zio e a tutti quelli come lui.

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  7. Ah Lorenzo,noi stiamo vivendo il una bolla d'aria fritta ,tanto per sdrammatizzare la situazione assurda che stiamo vivendo.
    Splendide le storie come quella di tuo zio,dure ma da tramandare, per non dimenticare mai. Il padre di mio marito andò in carcere quando il figlio aveva 4 anni e lo rivide che ne aveva 14.
    Grazie per la visita e per l'apprezzamento al mio blog.
    Cristiana

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  8. Tocchi un tasto delicato Doriana, la comunicazione o la voglia di comunicare.
    Hai ragione nel dire se conoscono internet. E' il nuovo, e poi mica più tanto, modo di comunicare. Si arriva direttamente fra la gente e si può interagire.
    Ma diciamocela tutta, hanno davvero tutta questa voglia? Forse una certa elite è ancora presente fra quei politici e finchè le cose andranno in questo modo saremo costretti sempre a perdere.
    Grazie del commento, sempre gradito e opportuno.
    Lorenzo

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  9. E' DA LI' e dalle lotte di quegli uomini e di quelle donne, che dobbiamo ripartire!
    Vorrei inoltre ricordare che la Resistenza italiana è stata unica perchè non si è per così dire limitata al (pur SACROSANTO) fatto militare ma si è anzi estesa a fatto morale-culturale.
    Era Resistenza al nazifascismo perchè si fondava su un'idea alta di democrazia e di convivenza civile, di giustizia e di libertà.
    Nelle zone liberate, già prima dellla gloriosa vittoria del '45 (come testimonia nel suo libro sulla Resistenza C. Pavone) nascevano forme di organizzazione dal basso della società, sbocciavano cultura e sorgevano stimoli intellettuali ed artistici.
    Chi ora, quindi, "revisionando" la Storia pretende di mettere i nostri meravigliosi partigiani sullo stesso piano dei macellai nazifascisti, non sa neanche di cosa parli.
    Ripartiamo, repetita iuvant dalla Resistenza. Nessun dannato revisionismo e nessun schiavistico mercato dovrà farci cambiare idea.
    Non è ancora finita.
    Buona Pasqua!!!

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  10. Grazie Fel, contraccambio gli auguri di Buona Pasqua. Che sia serena e piena di gioia.
    Le radici sono molto importanti, è la nostra storia, nel bene e nel male e dovrebbe servire per fare meglio, sempre.
    Un bacione
    Lorenzo

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  11. E' infatti il mio modo di vedere Riccardo.
    Ripartiamo da quei valori, ovviamente senza dimenticare le cose buone e brutte del dopo. Impariamo dagli errori fatti, dalle esperienze di chi c'era prima di noi e ripartiamo.
    Dici bene che è stato un errore il revisionismo di quegli anni.
    Pensa a Giampaolo Pansa, al suo libro l'onore dei vinti. Forse nemmeno lui sapeva quanto sarebbe costato, in termini di revisione della storia, la pubblicazione di quel libro.
    Il risultato è che la gente pensa che siano stati tutti uguali le parti in causa. Invece, come giustamente dici tu, è stato un embrione di democrazia dal basso.
    Auguro anche a te una buona Pasqua.
    Un brindisi con il mirto.

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  12. Tanti auguri anche a te Vanda.
    Un bacione
    Lorenzo

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