sabato 21 aprile 2012

Sulla politica e sulla rotazione delle cariche


 
Quelli che presento sotto sono due passi tratti dall'opera di Aristotele chiamata  Politica.
L'uomo è un animale politico, con questa affermazione molto forte, sia da un punto di vista filosofico che linguistico, il filosofi greco volle così individuare nell'uomo l'unico animale presente sulla terra in grado di usare la ragione per sè e per gli altri, appunto il politikèin, il pensare per la comunità.
Siamo all'incirca...2500 anni fa.



"Il presupposto della costituzione democratica è la libertà, tanto che si dice che solo con questa costituzione è possibile godere della libertà, che si afferma essere il fine di ogni democrazia. Una delle caratteristiche della libertà è che le stesse persone in parte siano comandate e in parte comandino.  [...]Questi dunque sono i caratteri comuni a tutte le democrazie, e da quella che unanimamente si concorda essere la giustizia secondo i canoni democratici (cioè che tutti abbiano lo stesso secondo il numero) deriva quella che più di ogni altra sembra essere democrazia e governo di popolo. L’uguaglianza consiste nel fatto che non comandino più i poveri dei ricchi, che non siano sovrani i primi soltanto, ma tutti secondo rapporti numerici di uguaglianza. E questo sarebbe l’unico modo per ritenere realizzate l’uguaglianza e la libertà nella costituzione."

"Poiché ogni comunità politica consta di governanti e di governati, bisogna vedere se, vita natural durante, essi debbano essere persone diverse oppure se debbano essere le stesse persone; perché, evidentemente, da questa divisione dovrà dipendere anche l’educazione. [...]Che i governanti debbano differire dai governati non v’è alcun dubbio; come essi debbano differire e come partecipare del potere, è cosa che deve vedere il legislatore e della quale si è già detto."

Ed ecco invece come noi italiani, a distanza di 2500 anni, nella pratica abbiamo tradotto la politica:

Il complotto denunciato da Formigoni, che esiste solo nella sua mente, è davvero ben congegnato: è partito con le bonifiche del ciellino Giuseppe Grossi (pace all’anima sua) e della moglie del suo secondo di un tempo, Gian Carlo Abelli (Rosanna Gariboldi, che ha patteggiato, riconoscendo la propria colpevolezza); poi ha preso di mira l’assessore Piergianni Prosperini, che ha ammesso di avere compiuto il reato che gli era stato contestato; poi è passato dalle parti di Nicoli Cristiani (che non era nemmeno della sua componente, così dichiarò Formigoni) per vicende legate all’ambiente e a controlli mancati dell’Arpa; il complotto ha poi raggiunto il fedelissimo Ponzoni (che Formigoni conosceva benissimo e che aveva sempre difeso) con un’ordinanza piena di complotti di ogni genere; poi ha costretto alle dimissioni Boni della Lega, vittima di un complotto sull’Adda, e poi, per altri motivi, di Renzo Bossi – Trota sacrificale, vittima di un complotto che arriva addirittura dalla Tanzania – e dell’assessore Monica Rizzi, che come Nicole Minetti faceva parte del ‘mitico’ listino (quello delle firme improbabili); e nel frattempo il complotto aveva coinvolto, attraverso l’agente Ruby, «la nipote di Mubarak» (e qui il complotto diventa internazionale) proprio Minetti, nello spiacevole caso di via Olgettina (a due passi dal San Raffaele, questi complottisti non hanno fantasia) e della villa di Arcore (e così il complotto contro Formigoni entra a far parte del complotto più grande, quello nei confronti di Berlusconi, suo capo di partito per vent’anni)
P.Civati

Lorenzo

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