venerdì 29 ottobre 2010

Noi che.....




Noi che eravamo quelli che si sentivano forti e superavano ogni ostacolo
Noi che abbiamo guidato il mitico KTM 350
Noi che prendevamo l'olio di fegato di merluzzo da bambini
Noi che andavamo al luna park con la fidanzatina e lei vinceva tonnellate di pesciolini rossi...e a noi nemmeno un bacio.
Noi che andavamo a scuola con il panino al prosciutto cotto.
Noi che facevamo lunghe file per telefonare con il telefono a gettoni
Noi che alle 9 di sera ci piaceva ammirare il tramonto, e magari aspettavamo l'alba dimenticandoci che il sole nasceva dalla parte opposta.
Noi che in Tv abbiamo visto gli Eduardo De Filippo, i Salvo Randone e pure il Maestro Manzi con Padre Mariano annesso.
Noi che dovevamo stare in silenzio assoluto quando c'era il Telegiornale
Noi che quando parlava Pajetta o Berlinguer dovevamo smettere di mangiare
Noi che dovevamo dare un bacino a quel poco pane avanzato prima di gettarlo via.
Noi che a militare avevamo il coraggio di protestare e finivamo in CPR
......e volevamo cambiare il mondo.

Da dove dobbiamo ricominciare?

Ma mi sovviene la dolce casa dei miei nonni materni, per me allora un salto indietro nel tempo; il loro tempo.
In mezzo agli splendori di tutte quegli oggetti d'epoca che era di moda riunire allora per ridare colore ad una casa d'altri tempi, brillavano
loro due, gente di campagna. Lui era comunista, fazzoletto rosso la domenica in piazza, portato con l'orgoglio come se avesse avuto in braccio uno dei loro sei figli.
Lui che non sapeva nulla di Marx, tranne quella volta che chiese chi fosse e gli venne risposto: il padre del Comunismo, indicando un ritratto di Gramsci. Da allora Marx, per lui, aveva gli occhiali e i capelli alla moda.
Mia nonna monarchica, ma forse, nella pratica, più comunista di mio nonno , votava solo dove vedeva una falce e martello.
Una volta ebbe l'intenzione di dare la scheda indietro perchè non solo il PCI aveva quel simbolo e credette che si fossero sbagliati.
Mio nonno le disse " te vuta andò tai semper vutà" e lei con quel dolcissimo accento di Canelli: " me a vut andò par a me, te capì Giuanen?" Giovanni era il marxista gramsciano, mio nonno; Celeste il nome della monarchica comunista, mia nonna.
Ma nella loro casa c'era solo il profumo dell'amore, quello vero, quello per i figli e i nipoti alimentato soltanto dal loro.
Mio nonno quando morì lei andò a piangere da sola nella stalla affinchè nessuno la vedesse, lui  sarebbe rimasto male mi disse un giorno.
E così la loro casa sapeva del tempo trascorso, brillava del loro splendore come quella splendida pendola con la cupola dorata, sormontata dalla figura del Tempo, una visione tutta propria di chi la fabbricò.
E l'immagine ormai storica di una Diana, il gomito appoggiato ad un cervo, appariva in bassorilievo sotto il quadrante, dove su un fondo si stagliavano le cifre smaltate delle ore.
Il meccanismo, senza dubbio eccellente, non era stato ricaricato chissà da quanto tempo e le lancette rimanevano ferme nella parte superiore del quadrante...... di color Celeste.
Allora mi accorsi, e imparai, che non era per l'ora che quella pendola fu comprata e così tanto ben tenuta da mio nonno.

Lorenzo

12 commenti:

  1. Questi sono i ricordi su cui si forgia un caratte e una regola di vita.
    Ne avrai altri e ce ne farai partecipi,vero Lorenzo?
    Cristiana

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  2. :)))))))!!!!!!!!!!
    e tu sai perchè!
    TVB
    Elisena

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  3. IL TEMPO DEI RICORDI: IL NOSTRO SOLE CACIARONE
    Le serrande erano sempre un pò abbassate per via del sole ma, soprattutto, per impedire, nonostante le tende, alla gente di guardare dentro.
    D'estate il sole disegnava sulle pareti le righe delle tapparelle.
    Filtrava esausto e parziale, gocciolando sulle superfici orizzontali e, fuggendo la tentazione degli specchi, andava a posizionarsi, a righe alternate, su quella breve porzione di muro.
    Il sole dei carcerati deve essere così, pensavo da bambina.
    Ma poi c'era il richiamo del cortile, seppur circoscritto, da cui non si poteva uscire, che le mamme si affacciavano dalle finestre e controllavano noi bambini che dovevamo sempre esser pronti a mostrarci all'appello.
    Un sole da case popolari: coatto, indolente, caciarone.
    Caciarone, non chiassoso.
    Il sole chiassoso è quello che fa allegria, che ti fa pensare al mare e ai prati, al gioco del pallone o dei tamburelli, e che ancora ne rimane dopo aver fatto i compiti.
    Quello caciarone, invece, ingarbuglia le carte, ti arruffa nel groviglio dei suoi raggi, ti stordisce col suo calore per farti poi crollare esausto e senza più desiderio di prato o di mare, che per molti di noi erano, alla fine, solo miraggi.
    Sarebbe bastato uscire dal labirinto dei vialetti del cortile e avresti trovato l'altro sole, quello vero. Quello della festa.
    Ma allora non lo sapevamo, non potevamo varcare il confine del giardinetto, perchè una qualsiasi delle nostre mamme delle case popolari avrebbe immediatamente messo in all'erta tutte le altre :)
    Marilena

    E' un post davvero coinvolgente: come sfogliare uno di quei vecchi, ingombranti album fotografici con le foto attaccate con il vinavil o, assistere alla proiezione di un vecchio filmino in bianco e nero, con la pellicola che si sofferma un pò più a lungo su un dettaglio: il nostro ricordo.
    Uno dei tuoi post più belli, Lò, scevro da ogni retorica o da quello stucchevole sentimentalismo che, inevitabilmente spunta, quando si rielabora il passato.
    Bellissimo, su tutto, il ritratto dei tuoi nonni.
    Un bacio, Lò, che sa di calibrata nostalgia per quello che eravamo e di speranzoso ottimismo per quel che saremo.
    Insieme, anche i ricordi saranno più belli :)
    Marilena

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  4. Grazie Eli, ricambio con tutto il cuore:))))

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  5. Un post bellissimo Lorenzo, pieno di sentimento , quello caldo e dolce che i ricordi donano, dove le cose si sfumano ma le cose più importanti si stagliano nitide e luminose.
    Un abbraccio miaooooo

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  6. Anche oggi non è da meno e il Tanaro non è che sia così tranquillo.
    Questa stagione infatti fa pensare alle castagne con il vino, al castagnaccio e.. a quei marron glacè che fanno venire l'acquolina in bocca.
    Ciao a presto
    Doriana

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  7. Domani vado a vederlo dal ponte.
    Adoro tutto ciò che sa di castagne:)))
    Lorenzo

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  8. Grazie Valerio del complimento e della visita. Ho appena letto il tuo bellissimo post lasciandoci un commento.
    Grazie a presto
    Lorenzo

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  9. sicuramente si , ne sarei onorato !!!
    grazie

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  10. Complimenti per questo tuo piccolo e meraviglioso spazio :) Sono capitata qui per caso e ho dato una sbirciatina in giro! Credo che la penna sia una tua inseparabile compagna e se leggere ti piace almeno quanto scrivere, ti consiglio questa pagina:
    http://misselizab3th.blogspot.com/
    Sono certa ti piacerà!
    A presto...spero di leggerti ancora!

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  11. Grazie Lizzy del passaggio e della lettura del mio blog. Un piccolo mio spazio dove parlo di filosofia ma anche di politica e a volte anche un po' di me...ma a piccole dosi:))
    Farò sicuramente visita al tuo blog, la lettura è una delel attività che più mi appassiona.
    Grazie
    Lorenzo

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  12. Bellissimo racconto, mi ha emozionata.
    Paola

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