lunedì 23 maggio 2011

Pensiero libero



"Ciò che è veramente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l'uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo. Di gran lunga più inquietante è che non siamo ancora capaci di raggiungere, attraverso un pensiero meditante, un confronto adeguato con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca."
Martin Heidegger - L'abbandono

La nostra civiltà occidentale possiede quella che per noi è una risorsa, o ce la fanno passare come tale, che è il pensiero calcolante.
Il problema però è che questo "modus vivendi" è in grado soltanto di farci apparire ciò che è utile, o che possa appagare i nostri bisogni, ma visti sotto un ottica individualistica oppure si sistema.
Tutto il nostro pensiero è finalizzato a questo, tutte le nostre azioni vanno in questa direzione, anche chi ne vorrebbe rimanere fuori.
Mortificante io direi.

Quando guardiamo un quadro il più delle volte pensiamo: chissà quanto costerà, che bello sarebbe averlo in sala; alcuni addirittura se avessi potuto farlo io....
Questo è il pensiero calcolante, anche di fronte alla pittura, che è la libera espressione per antonomasia, come la scrittura del resto.
Sembra infatti che anche l'arte non abbia valore in sè, se a sua volta essa non entra nel mercato o nella visibilità ai più. Così in questo modo non sappiamo più cos'è il bello, il buono, il giusto, il virtuoso e, soprattutto, cos'è il vero.
Perchè un arte sia vera deve essere diretta, deve saper parlare e deve esistere in una condizione di pensiero libero, al di fuori delle contese tecnologiche e calcolanti. Il rischio è la sua mercificazione, merce di scambio all'interno di un mercato, quindi un apparato di per sè non libero.

Questo pensiero calcolante ci impedisce al giorno d'oggi di usare la parola, la frase logicamente valida, come mezzo di espressione. Si parla solo per segni, per icone, per immagini.
Una spiegazione c'è, eccome penso io: il linguaggio semeiotico è il più semplice e immediato.
Per alcuni versi è giusto. Faccio un esempio: è molto meglio mettere un cartello di STOP ad un incrocio così le auto si fermano che non mettere una persona che spieghi ogni volta perchè è giusto fermarsi. In questo caso il linguaggio dei segni è razionalmente giusto, l'ideale.
Ma questo tipo di comunicazione ha ormai invaso tutto il nostro panorama dialogoico, dalle trasmissioni TV, al linguaggio politico, fino alla comunicazione fra le persone.
La semplice espressione: quel tizio non mi piace perchè veste male è un tipico esempio di comunicazione per segni, un non-dialogo quindi una mancata voglia di ricerca della verità.
Anche in internet la maggior parte del linguaggio è fatto per segni, per codici comportamentali, dove spesso il fine è la ricerca di una relazione ( di qualsiasi tipo) che non il semplice comunicare al fine di arricchirci.

Stiamo tornando alle parabole, alle verità contenute in sè perchè " segni inequivocabili del logos" dove invece il logos è stato da molto tempo abbandonato dalle condizioni d'uso del linguaggio tecnologico.
Lo ha detto la televisione, quante volte ho sentito questa frase come giustificazione del vero, come scoperta inequivocabile di verità.
Mi viene allora da ricordare come nel medioevo il concetto di vero fosse molto diverso che nel 1800. Bastava che la fonte provenisse da una istituzione insindacabile, come la chiesa, che tutto assumesse a vero. In un atto di vendita di un terreno nei dintorni di Parigi, da parte dei monaci benedettini, cita testualmente che il terreno è dei monaci perchè così è sempre stato. Questo era il concetto di verità.
Ai giorni nostri mi sembra che stiamo ritornando a quel periodo.

Constato quindi che la tecnica non è un mezzo a disposizione dell'uomo, ma è l'ambiente stesso, all'interno del quale anche l'uomo subisce una modificazione, dettata dal linguaggio che ormai è iconico, semeiotico, fatto di figure e segni.
Noi crediamo allora di essere in contatto con il mondo, di poterlo conoscere fino in fondo grazie alla tecnica, ma siamo, invece, soltanto in contatto con la sua rappresentazione.

Lorenzo

12 commenti:

  1. Greetings from Finland. Thus, through a blog is a great get to know other countries and their people, nature and culture. Come take a look Teuvo images and blog to tell all your friends that your country flag will stand up to my collection of flag higher. Sincerely, Teuvo Vehkalahti Finland

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  2. JOE BLACK ha detto:

    In questi post Lori sei insuperabilmente bravo nella tua aulicità ed espressione!
    Io ci vedo anche la "sofferenza mentale" di chi cerca d'andare oltre la rappresentazione della tecnica che raffigura l'esteriorità d'un mondo nel quale proprio non riesce ad immedesimarsi!
    Lasemprefuoritema aggiunge, altresì, che nell'arte non esiste verità o menzogna, esiste solo l'espressione ke può sfociare in diverse emozioni da suscitare il bello, il brutto, la tristezza, il male, il bene etc (pardon, non sono raffredata). Quindi una qualsiasi rappresentazione artistica creata e materializzata da una mente comune ha lo stesso valore di certezza d'un'opera fatte da un frate come nell'800. E' verità. Ma la verità, oggi, ccon la superficialità della tecnica è amche, purtropppo, mercificazione!
    Buona giornata, Lorenzo e grazie di questo post che lascia molte riflessioni anke in sospeso!
    Elisena

    P.S.: Ho dovuto commentare come anonimo, blogger fa di nuovo bizze!

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  3. La tecnologia ,a mio parere, è il moderno tiranno che , subdolamente, si sta impadronendo delle nostre anime ; più il mondo si modernizza più la tecnologia usurperà il posto delle religioni, ovvero l'oppio dei popoli. Bisognerebbe trovare il modo di umanizzarla, trovare il giusto equilibrio con le componenti spirituali, etiche ed estetiche della nostra personalità.I prodotti della tecnologia stanno forgiando l'umo anche fisicamente : è di oggi la notizia che i bambini stanno perdendo tonicità muscolare in quanto sempre più "schiavi" del pc.
    Più un Paese detiene il primato della manipolazione tecnico-scientifica, più detiene il controllo sociale ed un altro pericolo è che l'uomo subisca un processo di reificazione, immedesimandosi con oggetti astratti dai quali dipende.
    Scusa la tiritera, non so se sono riuscita a spiegarmi.
    Un post superbo, che mi ha messa in difficoltà.
    Cristiana

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  4. Thanks Teuvo. I'm very happy.I will come to visit your blog. I really like the Scandinavian countries and Finland.
    Ciaooo
    Lorenz

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  5. Ma grazie Elisena, davvero un bel complimento che apprezzo e rilancio per questo bel commento che hai messo.
    Non sei affatto fuori tema, anzi. Io non ci vedo sofferenza mentale, semmai impossibilità a sentirsi libero. Faccio un esempio che potrebbe anche essere il tuo sul tuo lavoro: esiste una prassi o una regola che ti impone di comportarti in un certo modo, diciamo standard, perchè l'apparato di cui fai parte così ha codificato una procedura. ma sai meglio di me che i casi della vita sono miliardi ed è quindi impossibile accontentare tutte le situazioni o adattarsi. Ecco, questo è un esempio che la tecnica è superiore all'uomo, alla sua intelligenza, al suo sapere e alla sua esperienza.
    Sull'arte dici bene, è anche il mio pensiero, non esiste verità o menzogna. La verità che io dico nel post è riferita alla verità in sè che contiene l'opera d'arte, che sarebbe ciò che un artista vuole comunicare o solo impressionare. Questa verità che possiama chiamarla metafisica, viene a mancare perchè il metro di giudizio di un artista lo dà il mercato e non, come giustamente dici tu nuovamente, il bello, il male, il bene.
    in poche parole abbiamo detto la stessa cosa su due lunghezze diverse, ma il tuo ragionamento lo condivido appieno ed è lo spirito di questo post.
    Grazie ancora e buon viaggio.......
    Lorenzo

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  6. JOE BLACK HA DETTO:
    QUEL VIALE MI RICORDA QUALCOSA :)))))))))
    BACI AL SAPORE DI GRANITA CON BRIOCHE E PANNA
    ELISENA

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  7. E perchè i piparelli e le ciminate le butti via? :))))))
    Un bellissimo lungomare, ne rimasi colpito.
    Lorenzo

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  8. Ciao Lorenzo, sono giorni che il blog fa le bizze, ma mi sembra una cosa che capita un po' a tutti.
    E' un post interessantissimo, peccato ci siano pochi commenti e questo blocco, si sarebbe potuta sviluppare una discussione interessante.
    Credo che la tecnologia ci abbia ormai cambiati e forse anche il senso del vero è diverso rispetto a qualche decennio fa. sarà un bene o un male? E' il prezzo da pagare per avere comunque una visione più ampia delle cose?
    Di questo davvero non saprei rispondere
    Complimenti davvero, se bravo in questi ragionamenti molto profondi e condotti con molta intelligenza.
    Doriana

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  9. è l'essenza delle cose che ci sfugge!
    L'esempio che mi viene in mente a questa tarda ora è quello di chi compra indumenti firmati, che per me è un gran limite. La praticità lascia il posto all'estetica, l'utilità all'ostentazione. E se applichiamo questo a larga scala, ecco che l'arte viene quantificata in euro.
    Un saluto

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  10. Quello è sicuro Marcello. Forse se ne aveva più coscienza ai tempi di Aristotele che non ora. L'estetica moderna passa per l'otentazione, anche questo è un dato di fatto. E non credo sia solo, come dici giustamente tu, che si è perso il senso delle cose, ma il gusto è ormai omologato, deve per forza passare al vaglio " degli altri", fra l'altro anche a un prezzo alto:)
    Anche questo è pensiero calcolante e non libero.
    Lorenzo

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  11. Quindi, non è cambiato nulla, si è solo affinata la capacità di imbrigliare le menti in maniera più celere. L'evoluzione tecnologica non è il male in sè ma l'uso che sapientemente ne viene fatto da chi di dovere. Non è facile, in un mondo che si evolve sulla velocità, rimanere liberi. La ricerca della verità diventa sempre più ardua,sfiancante. Così spesso si cade nei tranelli ben costruiti, e si crede a ciò che si legge o si sente per la pigrizia di una mente allenata all'immediatezza del messaggio. E' dura, e saranno sempre più in pochi a fermarsi un attimo prima di credere nelle verità commerciali... Davanti a un bel quadro mi capita di pensarlo quel " se sapessi dipingere"...
    Ecco, mi hai messo in crisi... :)
    Bel post davvero... diventa perla, mi intriga :))
    Baciun ... scavatore dei miei pecchi :)

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  12. Io penso, Francesca, che non è che non sia cambiato nulla, un tempo abbastanza recente cambiò la visione delle cose. Solo che ora stiamo tornando indietro, grazie soprattutto all'uso che si fa ad esempio della TV, un mezzo per confondere la realtà.
    Questo tipo di conoscenza, attraverso un monitor o un apparecchio televisivo, ha ora assunto il ruolo di fonte di verità. Quante volte senti in giro dire: "guarda che è vero, l'hanno detto in TV". Conoscere attraverso un filtro, come succede anche in internet, senza verificare o almeno analizzare ciò che viene detto è il trionfo della tecnologia sull'uomo.
    Nell'epoca illuminista era invece il contrario. Credo che filosofi come Locke o Hume si stiano rivoltando nella tomba visto come stanno le cose oggi:)))
    Anche io sono andato in crisi da solo quando ho scritto quella frase, perchè a volte lo penso anch'io:DDDDDD
    Grazie del bel commento e grazie infinite d'aver messo questo post fra le perle.
    Baciun che in questo momento sa di cioccolatino al rhum:)))
    Lorenzo

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