giovedì 26 gennaio 2012

Husserl e la sua Fenomenologia


Benchè fosse uno dei pochi filosofi che in vita potè vedere gli effetti della sua filosofia e lo stupore che ne seguì, egli non fu quasi mai daccordo con le strade che la Fenomenologia intraprese.
Troppe parole intorno ai fenomeni, troppi freni intellettuali dove addirittura, secondo lui, si abusò del termine per indicare cose del tutto diverse.
La fenomenologia attinse a piene mani dalla filosofia di Kant, ma non per ampliarla o, come qualche storico dice, per stravolgerne il senso, ma, secondo me, per criticarla nel vero termine coniato da Kant stesso: la ragione che giudica se stessa.
La fenomenologia è la filosofia che studia il fenomeno, ciò che appare a noi, con il fine di arrivare il più vicino possibile ad una verità.
Vediamo le tappe della conoscenza, quelle più importanti, da cui parti Husserl:

Cartesio, che con la sua Rex Cogitans e rex Extensa pone la domanda come possiamo essere certi di un qualcosa quando abbiamo molte ragioni per dubitarne? Il metodo fu la sua risposta, un tentativo razionale ( fin troppo) per dare ordine al mondo con la ragione.

Kant, che con il suo a-priori e il noumeno tagliò (se così posso dire) le gambe alla conoscenza "facile"tramite la ragione ma, e questo fu lo stupore della sua filosofia, del suo sistema filosofico imponente, la ragione ha il dovere di criticare se stessa per arrivare a comprendere i fenomeni il più vicino possibile alla cosa in sè, la realtà VERA.

Husserl a questo punto si trovò in difficoltà a spiegare, da un punto di vista filosofico, le continue pressioni e fame di conoscenza che il mondo ormai esigeva. Siamo in un periodo storico di importanti scoperte a livello scientifico e l'occhio dell'uomo ha l'esigenza di volgere il suo sguardo sempre più nel profondo....nell'invisibile ( Es. l'atomo).

Husserl allora capovolge i termini della conoscenza, senza però trascurare troppo Kant, mettendo di fronte al fenomeno LA COSCIENZA.
Ovviamente l'uso di questo termine non è quello che oggi usiamo, forse impropriamente, ma la coscienza di sè di fronte al tutto, agli infiniti esseri del nostro mondo, l'uomo cosciente di fronte al fenomeno.
L'intento di Husserl è quello di superare il dualismo realismo-idealismo al fine di raggiungere una più profonda conoscenza, senza quegli orpelli del tipo a-priori e cosa in sè che non fanno altro che falsare l'oggetto esperienziale. Per fare ciò bisogna attenersi scrupolosamente all'esperienza immediata della coscienza semplicemente descrivendo, senza cioè ri-costruire, i fenomeno così come ci sono dati ma inglobandoli nella realtà che abbiamo davanti, come un unicum, ed esplorandole come ATTI DI COSCIENZA.
A questo punto sarebbe meglio fare un esempio, capisco che se continuassi a scrivere in questo modo creerei confusione nel lettore in quanto sono solo un ferroviere che cerca di comprendere le cose.

Prendiamo un tavolo, lo abbiamo davanti, lo analizziamo ( ad esempio secondo il medoto kantiano o cartesiano) e possiamo dire quanto è lungo, di cosa è fatto ( Kant e Cartesio) se è bello( critica del giudizio di Kant) e via discorrendo. Applichiamo le categorie dell'intelletto.
Ma possiamo dire davvero di "aver compreso" cosa sia un tavolo? A che serve? Perchè è lì e non da un'altra parte? Perchè è proprio fatto in quel modo? Tu lettore che immagine di tavolo ti stai facendo? Perchè proprio quella?
Husserl ci dice che per prima cosa bisogna "PRENDERE COSCIENZA DI NOI E DEL TAVOLO DI FRONTE" creando così un rapporto diretto fra osservatore (noi) e l'oggetto dell'esperienza (tavolo). Questo prenderne coscienza deve essere proiettato e analizzato come MIA esperienza, analizzando l'atto di coscienza e proiettare il tutto nell'ambiente circostante. Il tavolo non come cosa in sè, ma come facente parte di un tutto compreso me stesso.
In questo modo posso andare al di là della semplice comprensione dell'oggetto, ma posso, inserendolo nel mondo, capirne i fini, le utilità, fino dove può arrivare.
ora noi abbiamo preso un tavolo come esempio, ma in quel periodo storico la scienza non studiava i tavoli bensì l'atomo e il magnetismo. Senza una visione fenomenologica non si sarebbe andati da nessuna parte per il semplice motivo che l'oggetto dell'esperienza.....mancava, non era visibile!

La portata della fenomenologia è enorme, si pensi alla psicanalisi, alla medicina, alla tecnologia, alle esplorazioni spaziali. Da un punto di vista dell'approccio delle scoperte scientifiche ci si è sempre avvicinati secondo la fenomenologia.
Medoti e cose che ora diamo per scontato allora affatto non lo erano.
Prima di Husserl la scienza e la conoscenza era molto limitata, mancava il medoto perchè quelli che c'erano erano molto limitanti, non permettevano cioè di andare oltre la comprensione del fenomeno, addirittura non si conoscevano le potenzialità (ad esempio il vapore o i gas).
Per concludere posso dire che prima un certo dato esperienziale è come se fosse stato scritto su una pagina di un foglio bianco, nell'altra pagina le mie deduzioni. prima di Husserl si prendeva in esame solo una o l'altra facciata di un foglio, con il metodo fenomenologico, ciò che interessa, in un certo senso, è quello che accade "dentro il foglio", cioè il dato completo del fenomeno comprensiva dell'attività della mia coscienza.uesto intendere me steso e i fenomeni circostanti con la presa di coscienza ha portato la filosofia a spaziare in tutte le direzioni. Immaginate soltanto di capovolgere i termini della discussione: i fenomeni e IO. Ma questo sarà oggetto di una seconda parte dove la presa di coscienza di sè stessi nel mondo porterà, ad esempio, alla psicanalisi, alla psicologia, alla psichiatria e....all'esistenzialismo moderno.

Nel Gennaio 1933 Hitler prese il potere, Husserl fu escluso da tutte le scuole, comprese le biblioteche.
Qualche anno prima, mentre continuava a tenere le sue lezioni, seguitissime, c'era sempre uno studentello piccolo, grassoccio, insignificante, ma attentissimo alle parole del professore.
Questo studentello insignificante e senza amici si chiamava Martin Heidegger. Divenuto filosofo dedico al suo ex professore forse il libro più difficile di tutti i tempi ESSERE E TEMPO. Una dedica ad Husserl ma allo stesso tempo una stroncatura totale.
Heidegger prese il posto di Husserl alla facoltà di Filosofia di Friburgo dopo il 1933.



Anteprima
"Guardiamo alle cose stesse! L'unico modo di investigare il senso di ciò che si manifesta è di considerarlo come correlato di coscienza, come oggetto intenzionato."

"Il tempo che per essenza inerisce al vissuto come tale, con i suoi modi di datità dell'adesso, del prima, del dopo, con la simultaneità e la successione modalmente determinati dai precedenti, non può essere misurato da nessuna posizione del sole, da nessun orologio, da nessun mezzo fisico: in generale, non può essere affatto misurato."

"L'uomo che ha gustato una volta i frutti della filosofia, che ha imparato a conoscere i suoi sistemi, e che allora, immancabilmente, li ha ammirati come i beni più alti della cultura, non può più rinunciare alla filosofia e al filosofare."





Edmund Gustav Albrecht Husserl (Prostějov, 8 aprile 1859 – Friburgo in Brisgovia, 26 aprile 1938) è stato un filosofo e matematico austriaco naturalizzato tedesco, fondatore della fenomenologia e membro della Scuola di Brentano.

La corrente filosofica della fenomenologia ha influenzato gran parte della cultura del Novecento europeo e non solo. Oltre a Max Scheler ebbe un profondo influsso sull'esistenzialismo e Martin Heidegger, ma indirettamente il suo pensiero ha influito anche sulle Scienze cognitive e sulla filosofia della mente odierne (secondo Hubert Dreyfus, Husserl è da considerarsi il "padre delle ricerche contemporanee nella psicologia cognitiva e intelligenza artificiale".( da Wikipedia)


Lorenzo

16 commenti:

  1. Sei stato bravissimo a spiegare un argomento di certo non accessibile a tutti.
    Lo hai reso addirittura affascinante.
    Complimenti Lorenzo!!!
    Ciao,
    Lara

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  2. Ma grazzissime Lara, so che tu te ne intendi molto di filosofia e ancora di più fi fenomenologia, quindi sono orgoglioso di questo complimento.
    È un argomento molto difficile e il mio intento era di spiegarlo a grandi linee, consapevole di lasciare indietro molto.
    Grazie del commento Lara e a presto
    Bacione

    Lorenzo

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  3. ho conosciuto un aspetto della filosofia che non conoscevo.Grazie

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  4. Mi piace l'esempio del foglio, su cui sta scritta una teoria, che deve unirsi alle deduzioni che una mente può trarne per arrivare a spiegare un fenomeno: tenere conto anche della coscienza, elaborarlo e raggiungerne lo spirito.
    Almeno, io l'ho capita così.
    Sei senza dubbio un buon insegnante di filosofia e, se ho interpretato male ciò che hai scritto, è colpa del mio scarso comprendonio.
    Cristiana

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  5. Cristiana hai compreso benissimo, tranne forse lo spirito che è più di matrice hegeliana :)))) Qui si tratta, come diremmo noi, di prendere coscienza di tutto ciò che circonda un fenomeno, quindi delle sue potenzialità.
    Grazie del commento e dei complimenti Cris, nel caso non ti fosse chiaro è colpa mia non tua, purtroppo ho dimestichezza con l'insegnamento solo quando si tratta di segnali e regolamenti ferroviari:))))
    Ciao e a presto

    Lorenzo

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  6. Apparire Essere Coscienza e Oggetto- La coscienza é l'intenzione verso
    l'oggetto Noesi percepire ricordare immaginare Noema percepito ricordato
    immaginato- Intuizione conoscenza e verità coincidono-
    Il fine di tutte le attivita umane é l'uomo la scienza non deve perdere
    i contatti con le dimensioni dei bisogni delle emozioni e degli scopi-
    Il filosofo come funzionario dell'umanita-
    A presto-
    Egill

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  7. Interessante branchia della filosofia e bravo tu a divulgare questa scienza in modo comprensibile.
    Sono post molto belli questi dove affronti temi filosofici, anche perchè non li esponi in modo cattedratico. Mi piace quando fai gli esempi :))
    Complimenti

    Doriana

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  8. Mi avessero spiegato a scuola la filosofia così bene come fai tu qui, avrei oggi molte meno lacune, quelle che mi sono a lungo derivate da letture non praticate per quella idiosincrasia indotta dal Liceo.

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  9. Egill io ci ho impiegato un giorno a wcrivere sto post e tu in poche righe dici tutto :))) Bravissima.
    L'interessante è che nella Fenomenologia i termini si possono invertire, i fenomeni ed io con la mia coscienza del mondo, l'esserCI hedegeriano o l'essere gettato nel mondo di Sartre. Credo davvero che Husserl abbia aperto molti varchi nella filosofia, alcuni anche in contraddizione fra loro.
    Grazie del commento e grazie per avergli dato una dimensione kantiana che io concordo appieno
    Lorenzo

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  10. Grazie Doriana del complimento. Mi piace dissertare su questi argomenti e ho preso la palla al balzo di una tua richiesta di qualche mese fa.
    Ciao e grazie

    Lorenzo

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  11. Wow che bel complimento Adriano. Credo che la filosofia, come la storia e altre materie umanistiche a scuola bisogna avere la fortunabdi avere un prof che faccia provare interesse ai ragazzi. Pena una sequenza di nozioni noiosissime.
    Ti ringrazio del bel commento, a presto

    Lorenzo

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  12. Ciao Lorenzo. Non immaginavo che ti interessassi di filosofiae di fenomenologia...seistato molto bravo a disquisire sull'argomento.

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  13. Ciao Serenella. La filosofia è una delle mie passioni, ogni tanto posto qualcosa sull'argomento. Grazie per il complimento, è stato un piacere fare questo post.
    Ciao e Buona Domenica

    Lorenzo

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  14. ahahah... mi avevi dato per dispersa eh?? Invece eccomi qui da te!!

    La filosofia è una materia che non ho mai studiato avendo alle spalle due tipi di percorsi di studi: uno tecnico ed economico e l'altro musicale.
    ALmeno una cosa la so.. di non sapere!!
    Ma la passione per la conoscenza è grande e la sete di sapere inestinguibile.

    Questo tuo post entra proprio nel mistero della conoscenza e di come ci si pone dinanzi ad essa.. o forse dovrei dire, dentro di essa per poi far in modo che essa entri nella nostra coscienza. Ma, secondo te, in qualsiasi di questi percorsi teorizzati dai grandi filosofi, verso la conoscenza che tu hai egregiamente illustrato, non rimane comunque uno spazio per il mistero? Ossia, non pensi che sia comunque impossibile arrivare alla perfetta conoscenza?
    Nel mio piccolo, credo che non esista. Innanzitutto perchè appunto filtrata dalla coscienza, dal rapporto che ognuno ha con le cose e gli avvenimenti. Ad esempio, guardando lo stesso tavolo io e te potremo dire insieme quanto è grande, di cosa è fatto, forse potrebbe piacere ad entrambi, ma mai spiegarci il perchè e potrebbe venirci in mente la stessa cosa da fare da su un tavolo e quale sarebbe quella più vera o perfetta da attribuire ad un tavolo?
    Grazie Lorenzo perche con questo post hai ampliato i miei orizzonti e le mie conoscenze ma soprattutto perchè fai porre a me stessa delle domande! Tante!

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  15. :DDDD
    Devo spezzare il commento in due altrimenti non riesco postarlo

    Anche io non ho mai studiato a scuola filosofia, è una passione relativamente recente e supportata dalla voglia di conoscenza, che poi è il motore della
    filosofia o il filosofare stesso.
    Il tuo inizio del commento, di chiara impostazione socratica, è lo stesso mio piede di partenza, la stessa mia consapevolezza.
    La "mission" di questa meravigliosa disciplina è proprio la conoscenza. Tutti i filosofi, a partire da talete, si sono posti questa domanda che, insieme all'essere e alla metafisica, sono sempre stati i temi dominanti.
    Già Socrate e Platone si chiesero cosa sia la conoscenza e con quale mezzo arrivarci. Nel medioevo, con la scolastica, il mezzo della conoscenza era Dio. Arriviamo poi a Cartesio dove ha inizio la filosofia moderna fino ai giorni nostri, con la filosofia contemporanea, dove tutti si posero sempre la stessa domanda: fino a che punto io posso sapere?
    L'essere in sè è proprio l'oggetto del sapere e qui, dal '700 in poi, tutti si sono cimentati a filosofare su di esso.

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  16. Giustamente poni anche una ulteriore questione, il filtro che la mia ragione, il filtro dell'osservatore con la sua cultura e visione del mondo, influenza la conoscenza?
    Eccome dico io e dici tu. A tal proposito la filosofia contemporanea introdusse negli anni '60 il concetto di Relativismo, cioè quel modo di concepire il mondo pur sapendo che è una conoscenza relativa, destinata a cambiare.
    Personalmente credo che questa branchia della filosofia sia di provenienza scientista, cioè per un preciso bisogno della Fisica, la quale in ogni momento cambia le leggi del mondo ma senza una meta filosofica.
    Perconalmente io penso che il relativismo vada bene solo per alcune cose, per alcuni setori della filosofia, ma non deve mettere in discussione principi fondamentali e fondanti l'uomo stesso nel mondo.
    Non posso pensare, con una concezione relativistica dell'etica, che l'uomo può anche non essere libero.
    Come vedi la fenomenologia è solo una piccola parte, un tentativo di porsi di fronte l'oggetto, ma le tappe da percorrere sono ancora tante
    Ciao Rita e grazie molte per questo tuo commento che mi ha permesso di esprimere il mio pensiero.
    Ciao e buona giornata

    Lorenzo

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