venerdì 2 agosto 2013

Strage di Bologna, a ogni vittima una strada






Concordo totalmente con questa proposta. Il fatto di dedicare una via ad ogni vittima della strage di Bologna del 2 Agosto 1980, cui oggi ricorre l'anniversario, è uno dei tanti motivi per non dimenticare.
Lorenzo




 La proposta lanciata insieme a Riccardo Lenzi dalle pagine di Repubblica diventerà realtà. Oggi, per un giorno, nel 33esimo anniversario della bomba che dilaniò Bologna. Quei volti invisibili sbucheranno da ogni angolo di via Indipendenza, sorretti dai tanti volontari che si sono prestati all’iniziativa. «E la gente — spiega lui — passando di lì, oppure sfilando in corteo, inevitabilmente si chiederà “Ma chi erano? Chi era Angela Fresu? Chi era Antonella Ceci? Chi era Leo Luca Marino? Cosa ci facevano in stazione? Dove andavano? Da dove venivano?”». Così l’associazione “Piantiamo la memoria” avrà raggiunto il suo scopo. Toccare sotto la pelle chi della strage non ricorda niente, e magari non vuole neanche saperlo. «Invece la memoria brucia — si accalora Mattia — . È come un magma incandescente. È qualcosa che ci coinvolge tutti, che ignorare è da incoscienti. In quella stazione potevo esserci io, poteva esserci lei, poteva esserci mia sorella, mia madre».

Lui alla memoria ci tiene tanto che ieri ha viaggiato tutto il giorno con i suoi cartelli dentro gli uffici di Coop Adriatica, dove lavora. Se li è portati sempre dietro. Perché non si rovinassero, per non dimenticarli. Accarezza i nomi con cautela, li tira fuori dalla scatola a uno a uno, come se sfiorasse delle persone in carne e ossa. La memoria la definisce la sua «smagliante ossessione». Circumnaviga il dolore, attizza le emozioni, va dritto al punto. «Erano ragazzi allegri, avevano dei progetti. C’era chi partiva, chi arrivava, chi doveva sposarsi. Poi via, sparite, in un attimo. Vite spezzate, sembra banale dirlo, ma è proprio così. I ragazzi che oggi hanno 19, 20 anni magari non sanno neanche che c’è stata, quella strage. Ma quando gli racconti le storie vogliono sapere, si appassionano, cercano i nomi su internet. Basta solo trovare delle forme di comunicazione non retoriche, non noiose». E Lenzi gli fa eco: «Mi sono sempre domandato come andare al di là degli aspetti un po’ rituali. Con questa proposta abbiamo voluto coinvolgere anche chi di solito non partecipa alle celebrazioni».


Fonte La Repubblica

Nessun commento:

Posta un commento