domenica 6 marzo 2011

Lo dico da subito, quest'anno niente smancerie, pubblicazioni di cascate di mimose per arrufianarsi i vari commenti e sembrare così a favore delle donne ( parlo per me ovviamente e con tono provocatorio)
Quindi non dedico nessun giorno alle donne e il motivo è semplice: questa società odia e usa le donne.
Io, facente parte del genere maschile, vivo in una situazione privilegiata. Nessuna mi guarda il sedere, non mi chiedono prestazioni sessuali per fare carriera ( magari su un treno ), non devo fare "l'ocone" per mettermi in mostra, perchè nessuna donna me lo chiede e per uno come me è il massimo, in fin dei conti mi è andata bene.
Allora questo 8 Marzo lo dedico agli uomini, con questo breve, magari sciocco racconto, ma oggi mi viene così.

Callisto Rossi è il genere di persona a cio non daresti due lire, forse nemmeno una, perchè penseresti che non saprebbe cosa farsene.
La sua vita è abbastanza anonima, a parte l'incombenza della spesa e il dare da mangiare a Fuffo, un gattino trovatello che puntualente, all'ora di pranzo e di cena, fa capolino dal cancello metallico del cortile della casa di Callisto.
Impiegato di concetto presso il piccolo comune di un paesino ai piedi del Monte Rosa è un po' il tuttofare in quel piccolo municipio. Tutti i giorni si trova a dover dipanare pratiche su pratiche, dalle richieste edilizie fino al pagamento degli straordinare dei lavoranti di quel piccolo comune, in pratica due lavoratori, di cui uno portatoredi handicap.
La mattina dell'Otto marzo dell'anno del Signore 1955 Callisto si svegliò come sempre.
Caffè d'orzo, pane integrale, una fetta di lardo abbrustolita e il solito bicchierino di vino bianco, giusto per digerire si diceva sempre.
Il micino, con la sua testolina rotonda e le sue fusa udibili a distanza di metri, gli fece capire che era l'ora della colazione anche per lui: " toh, una fettina di lardo anche per te Fuffo".
Uscì di casa, come tutte le sante mattine , una candela in chiesa, un salto dalla panettiera e via di seguiro.
Ma è proprio dalla panetiera che subì il primo shock, non capendo realemnte cosa stesse succedendo.
Seguite questo dialogo, o cari lettori e lettrici dell'8 Marzo, e immaginate la situazione del povero Callisto Rossi.
"Ciao Callisto" dice la panettiera " oggi sei più sexy del solito" e con uno sguardo ben direzionato in mezzo alle sue gambe la donna terminò i saluti. Ma continuò così " senti Call te lo dico per l'ultima volta, esci con me una sera, non lo saprà mica nessuno sai?, Solo io e te, cenetta intima e poi si vedrà"
Callisto si sentì stranamente intimidito e anche un po' infastidito da cotanta iniziativa. Insomma si sentiva in imbarazzo.
Uscì di corsa, rosso in faccia e con vergogna, mentre sentiva la risata grassa e qualche commento volgare riguardante il suo fisico che la panettiera elargiva alle altre clienti. Seguì pure un fischio di ammiccamento.
In ufficio si imbattè con il sindaco, una signora sulla sessantina, vestita in grigio e con cravatta verde. Dopotutto abbastanza anonima.
Calli!! Vieni da me che ti devo parlare, e lo salutò con una pacca nel sedere e uno sguardo penetrante che Callisto si sentì bucare il cervello e lo fece confondere nei suoi passi.
" Calli, sei il mio preferito e lo sai. Senza di te questo palazzo non saprebbe di nulla. Ma dimmi un po', vedo qui una domanda di trasferimento. Vuoi avvicinarti a casa vero? Motivi famigliari leggo.
Posso fare qualcosa per te, ma...."
" Ma cosa signora?"
" Mi spiego Calli, nessuna dà nulla per nulla, è normale creedo, quindi tu...potresti per me, insomma essere carino"
" Scusi sindaco, carino in che senso"
" Carino, significa carino. Se ti tirassi giù i pantaloni potrei spiegartelo"
Uscì immediatamente da quell'ufficio sbattendo la porta. Un senso di nausea lo colpì, ma resse il colpo. In fin dei conti aveva solo giustamente detto no a quella tizia. Non sarebbe mai sceso a compromessi e favoritismi sessuali.

Nessun commento:

Posta un commento