sabato 19 gennaio 2013

Legalità, da valore a opinione




Un fenomeno che si sta allargando a macchia d'olio, almeno da 6 o 7 anni a questa parte, è la parcellizzazione delle forze politiche che si rifanno alla legalità.
paradossalmente trovano più unità politica edi intenti quelle forze politiche di destra a cui alla legalità non fanno riferimento.
La vera anomalia non sta in questo concetto, ma nel fatto che le i partiti che portano avanti le istanze del rispetto delle regole, della pulizia all'interno de partiti, del rispetto della nostra Costituzione, siano rissosi fra loro fino allo spezzatino delel forzedi sinistra che stiamo vedendo nei nostri giorni.
La cosa è palese, meno palesi sono le possibili cause.
La sinistra non ha bisogno di mere campagne elettoralistiche sugli immigrati ladri o sui diseredati che minano la stabilità economica della città. Lasciamo pure questo campo alla destra. Come non ha bisogno di operazioni di facciata che mirano ad ottenere giardini puliti svizzeri o semafori liberi dai lavavetri. Certo tutti riconosciamo che queste persone possono diventare facilmente manovalanza a buon prezzo per illeciti di stampo mafioso ma, credo di poter sostenere che il problema sia per il momento altrove e non certamente risolvibile con la cacciata dei meno abbienti. La tendenza infatti è risolvere i problemi alla radice mediante regole condivise.
Ma non sta funzionando, non me ne vogliate.
Sono ormai decenni che i discorsi sono sempre gli stessi, ma i problemi sono incancreniti.
Il guaio di cui sto ponendo l'accento è però relativamente nuovo, i partiti che si rifanno alla sinistra e alla legalità stanno proliferando e sono rissosi al loro interno o fra di loro, parcellizzando tutto quel movimento che ha come riferimento persone nobili o eroi del nostro tempo, soprattutto per quanto riguarda la lotta alla mafia e alla corruzione.
Uno dei paesi più corrotti al mondo, noi, con partiti che litigano proprio perchè condividono questi valori.
Io do una spiegazione più che altro quasi filosofica oserei dire, rifacendomi a Kant.
E allora se ci rifacciamo a Kant  non possiamo dimenticare gli imperativi categorici e anche i valori universali.
Gli imperativi categorici sono quegli assunti per cui BISOGNA ubbidire a priori, dice Kant al riguardo:
" Agisci solo secondo quella massima che tu puoi volere, al tempo stesso, che divenga una legge universale."
" Agisci in modo da considerare l'umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre e al tempo stesso come uno scopo, e mai come semplice mezzo."
" Agisci in modo che la tua volontà possa istituire una legislazione universale."

Purtroppo questi imperativi a carattere universale non sono seguiti dai partiti di sinistra, anzi da nessun partito, non fanno proprio parte della nostra cultura. Ed è un guaio, perchè un valore universale quale la legalità se non trattato appunto come massima universale diventa per forza di cose opinione, doxa, idea, sconfinando addirittura nel relativismo. Può quindi la legalità essere un valore relativistico? No che non può e se lo facessimo finiremmo a litigare proprio come fanno le neocompagini di sinistra quali IdV e Partito Ingroia.
Quest'ultimo poi, nato con i migiori auspici e trovando inizialmente anche le mie simpatie, è poi scaduto nei personalismi, anzi in tutti gli " ismi" possibili e immaginabili, facendo salire sul carrozzone chiunque sorridesse alla legalità. Ognuno però portatore di una propria visione personalistica del concetto di onestà e legalità.
Ecco il motivo per cui principi fondamentali e fondanti la nostra Repubblica sono diventati oggetto di divisione politica e risse da osteria, perchè valori relativi, provvisori, personalistici.
Come dico sempre, studiamo un po' più Kant e un po' meno religione.

Lorenzo


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