venerdì 13 novembre 2009

La legge è uguale per tutti, ma per uno è più uguale ancora



Poi dicono che il popolo italiano non fa nullla per il proprio paese.
Non è affatto vero, per salvare il proprio primo ministro gli italiani stanno bene attenti a non spargere la voce sulle conseguenze delle ultime proposte di legge di questo governo.

Il Consiglio superiore della Magistratura convoca i presidenti dei Tribunali e i procuratori capo. Delinquenti in libertà. I procedimenti a rischio estinzione

ROMA
- Ieri mattina è stato depositato in Senato il ddl che prevede l'estinzione dei processi di primo grado per imputazioni che prevedono una pena massima edittale al di sotto dei 10 anni se non arrivano a sentenza in due anni da quando il pm chiede il rinvio a giudizio.

L’effetto nel mondo politico è stato quello di un terremoto. L’opposizione è insorta. Così come l'Anm che ha parlato di "effetti devastanti sul funzionamento della giustizia penale in Italia". Anche il Csm si prepara ad esprimere il suo parere, con tanto di avvio di istruttoria sull'impatto che le norme proposte avranno sul sistema giudiziario. Il Consiglio superiore della magistratura ha infatti convocato per il 24 novembre i presidenti di Tribunale e i procuratori capo dei maggiori distretti giudiziari italiani, per avere dati precisi sul numero di processi che sarebbero a rischio estinzione con l'entrata in vigore del disegno di legge depositato ieri al Senato.
Difficile dire fin d’ora a quanti e a quali, ma è certo che molti processi salteranno – almeno centomila secondo le prime stime - con il duplice effetto di rimettere in libertà dei delinquenti e di non rendere giustizia alle vittime.

I REATI A RISCHIO PRESCRIZIONE - Secondo i vertici del sindacato dei magistrati, sono a rischio di prescrizione una moltitudine di procedimenti che riguardano reati gravi quali: abuso d’ufficio, corruzione semplice e in atti giudiziari, rivelazione di segreti d’ufficio, truffa semplice o aggravata, frodi comunitarie, frodi fiscali, falsi in bilancio, bancarotta preferenziale, intercettazioni illecite, reati informatici, ricettazione, vendita di prodotti con marchi contraffatti, traffico di rifiuti, vendita di prodotti in violazione del diritto d’autore, sfruttamento della prostituzione, violenza privata, falsificazione di documenti pubblici, calunnia e falsa testimonianza, lesioni personali, omicidio colposo per colpa medica, maltrattamenti in famiglia, incendio, aborto clandestino.

I PROCESSI IN BILICO - I dibattimenti più a rischio sembrano essere quelli riguardanti i reati di natura economico-finanziaria. Oltre ai due processi riguardanti Silvio Berlusconi (in quello per la vicenda Mills la richiesta di rinvio a giudizio è del 10 marzo 2006, mentre in quello per le presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi e cinematografici è del 22 aprile 2005), se la legge sui processi brevi dovesse venire approvata dal Parlamento, sarebbe la fine di processi importantissimi, che hanno segnato la storia italiana degli ultimi anni: da quello che vede imputati l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio e altri per il tentativo di scalata ad Antonveneta (richiesta del maggio 2008), a quello per le tangenti pagate da ex manager di Enelpower ed Enipower, nonché il crack Parmalat, il processo Cirio ed anche quello contro gli stabilimenti Eternit per la morte causata da amianto di oltre 2mila lavoratori.

CRAC PARMALAT - La richiesta di giudizio per il crac Parmalat è avvenuta a luglio del 2007 e la prima udienza è stata fissata a marzo 2008, ben otto mesi dopo. Il processo a Parma è dunque a rischio proscioglimento e andrà avanti solo per quei reati con pene superiori a dieci anni. Calisto Tanzi andrà certamente a giudizio, ma non chi è stato accusato di bancarotta preferenziale.

CIRIO - Stesso discorso per il processo Cirio, i cui due anni teoricamente previsti per il primo grado sono già trascorsi.

THYSSENKRUPP - A Torino è in bilico il processo Thyssen, perché concedendo le attenuanti generiche previste a seguito del risarcimento alle vittime, la pena scenderebbe sotto i dieci anni. A spiegarlo all'agenzia Ansa sono fonti del Palazzo di Giustizia di Torino. Già il 23 febbraio 2008 la procura di Torino aveva chiuso le indagini e l'8 maggio aveva formulato le richieste di rinvio a giudizio. Il processo, terminata l'udienza preliminare, è cominciato il 13 gennaio 2009. «La prescrizione, secondo il ddl, dovrebbe scattare a maggio del 2010, ed è difficile ipotizzare che all'epoca ci sia già la sentenza di primo grado. Vuol dire che i giudici, concesse ai cinque imputati di omicidio colposo le attenuanti generiche per via del risarcimento ai parenti delle vittime, disporranno il "non luogo a procedere", perché la pena scenderebbe sotto i dieci anni. Solo il dirigente imputato di omicidio volontario rischierebbe una condanna: ammesso che la tesi del dolo venga accolta».

RIFIUTI IN CAMPANIA - Il processo per i rifiuti in Campania, per esempio, che vede tra gli imputati il governatore Antonio Bassolino, rischia di essere fortemente ridimensionato. Alcuni reati come la truffa e la corruzione potrebbero cadere uno dopo l'altro.

CLINICA SANTA RITA - Anche il processo per lo scandalo alla clinica Santa Rita di Milano, potrebbe finire nelle maglie del disegno di legge sul “processo breve”. La vicenda, con al centro presunti interventi inutili effettuati alla casa di cura anche su persone molto anziane con lo scopo di ottenere rimborsi non dovuti dal servizio Sanitario nazionale, il 9 giugno del 2008 ha portato all’arresto in carcere o ai domiciliari di 14 persone tra cui l’ex primario della Chirurgia toracica, Pier Paolo Brega Massone, da poco rimesso in libertà. Le accuse sono lesioni gravi e gravissime (85 casi) e truffa ai danni del Sistema Sanitario Nazionale. Basterebbe però che una qualsiasi istanza di approfondimento istruttorio venisse accolta o una qualsiasi perizia disposta per frenare l’andamento del processo e rischiare così di non riuscire ad arrivare alla sentenza entro due anni dalla richiesta di giudizio immediato e di finire con una dichiarazione di non luogo a procedere, buttando al macero tutto il lavoro fatto fino ad ora.
Del resto pur di dare al Paese una giustizia più veloce qualcosa bisogna sacrificare. Che ad esserlo sia la “giustizia” stessa questo è solo un particolare.


Da dazebao

Lorenzo

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