domenica 1 novembre 2009

Si vis pacem, para bellum.




Riporto parola per parola questo interessante articolo tratto dal blog il fatto quotidiano.

E' in pratica sintetizzato, con i fatti e le parole dei politici menzionati,quanta contraddizione ci sia nel governo attuale, nei loro lacchè, nei giornalisti al soldo del potere.



......Ma l’avvocato Mills, ricorda Vespa, è stato condannato anche in appello. Berlusconi non fa una piega, “quella sentenza – dice sicuro – sarà certamente annullata dalla Cassazione”. “È una prova di grande sensibilità... “ è il caustico commento di Pierluigi Bersani. “Marrazzo si è dimesso senza essere non diciamo condannato ma neppure indagato.
Il presidente del Consiglio ha invece annunciato che non si dimetterà neppure in caso di condanna.
Quelli che hanno legittimamente chiesto le dimissioni di Marrazzo avranno ora il coraggio civile di far sentire almeno un pizzico di sdegno per le affermazioni eversive di Berlusconi oppure fingeranno di non aver sentito?”, si domanda
Giuseppe Giulietti, deputato e animatore di Articolo21.
Parole nette, quelle del capo del governo, che disegnano una strategia di chiara opposizione ad ogni sentenza e di contrapposizione dura con la magistratura.
I grimaldelli dell’operazione sono quelli di sempre: riforma del sistema giudiziario e demolizione degli ultimi residui di autonomia della magistratura e dei suoi organi di autogoverno.
Ma l’attenzione delle teste d'uovo del Cavaliere da giorni, da quando il Lodo Alfano è stato bocciato dalla Consulta, si è concentrata tutta sulla ricerca di una soluzione alternativa.
Spostare tutti i processi che riguardino le alte cariche istituzionali a Roma.
È questa l’ultima trovata dell’avvocato del premier
Nicolò Ghedini, che però raccoglie molte perplessità in diversi settori del Pdl e della maggioranza.

In sintesi si tratterebbe di assestare un colpo ai processi Mills e Mediaset cancellando, di fatto, il concetto del giudice naturale.
Una via d’uscita secondaria che non piace all’Associazione nazionale magistrati.
Nell’ultima assemblea dell’Anm il presidente
Luca Palamara ha detto che i giudici “non possono andare dietro a questi annunci.
La giustizia ha bisogno di riforme urgenti e non di soluzioni punitive contro i magistrati”.
L’esatto contrario di quello che la maggioranza di governo si appresta a fare: legge sulle intercettazioni, nuove norme ad personam, ritocchi al ribasso sui tempi della prescrizione processuale e colpo d’ascia su Csm e organismi di garanzia.

da Il Fatto Quotidiano n°35 del 1 novembre 2009


Lorenzo

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