domenica 21 febbraio 2010

E ora tocca a voi, ragazzi




Perchè non si parla dei ragazzi d'oggi??
Cosa non fanno per non essere al centro di un dibattito o, meglio, una trasmissione tutta loro?
Ecco il punto signori.
Quando si parla dei nostri ragazzi loro sono solo o l'oggetto della discussione oppure gli invitati.
Io me lo vedo, anzi lo abbiamo visto, il Bruno Vespa di turno che dice :" ed ecco facciamo entrare un giovane", come se entrasse un cane di razza, " ammiratelo, è proprio lui, e poi non dite che non parliamo di loro" esordirebbe il presentatore " attento ai problemi di oggi".
Ma è come se vi dicessero: preferisci un negozio tutto tuo o fare il commesso, la comparsa?
Beh fate un po voi.
I ragazzi non fanno nulla di notevole, di incisivo, si sente spesso dire. Hanno sempre la cuffia in testa ad ascoltare musica.
Beh io dico, ma lo sapete che quando quella cuffia se la tolgono la loro fantasia è sui palchi pensando di suonare un pezzo con il loro gruppo preferito oppure fantasticano di essere uno di loro? Lo sapete che immaginano di scalare le montagne da soli, di correre liberi in moto, di conquistare una ragazza, oppure di saper scrivere un libro e ne immaginano la trama.
Sono gli stessi sogni che facevamo noi.
Ma noi, adulti , la mia generazione di voltafaccia e signorotti da strapazzo, non ce lo ricordiamo o meglio, non vogliamo ricordarlo perchè pensiamo sia un peccato aver fantasticato.
Ma, cari signori, abbiamo fatto di peggio: abbiamo sgretolato il passato e disarticolato il presente , rendendo il futuro, il loro futuro nebuloso.
I nostri ragazzi nuotano nel loro habitat come degli astronauti dentro le capsule senza gravità: c'è di tutto nel loro ambiente ma non c'è alcuna scala di merito, non ci sono sostegni cui aggrapparsi, pedane su cui sostare per ripartire.
Non si può vivere di soli surrogati: un mondo fatto di miraggi alla lunga stravolge la mente.
La speranza, la fiducia, la consapevolezza della propria identità, la certezza del proprio destino non si acquista nei megastore e nemmeno in internet.
La soluzione? Non voglio sentir dire parole vuote e senza senso del tipo " investiamo sui giovani" " riformiamo la scuola" " discutiamone con loro" " dialoghiamo". Cazzate, emerite cazzate.
La soluzione vera è : togliamoci noi dalle balle , anzi io ho 50 anni aspetto ancora un po e non ho ancora finito il lavoro, toglietevi dalle balle vecchi di corpo e di mente, lasciate il posto fisico a loro, fate fare trasmissioni a loro, date loro in mano le redini della scuola, dell'università, dei centri di ricerca, della politica.
Il miglior preside??? Un 30enne con la voglia di fare!!!!

PS: In questo momento su Rai Uno ore 17,55 c'è un ragazzo al centro, seduto su uno sgabello, un cantante, ed è giudicato da una pletora di senescenti con età minima 65 anni, giornalisti, critici ecc........... Approposito, come ho messo sull'altro mio blog, fra il pubblico non c'è una persona che non sia bianca!

Lorenzo



2 commenti:

  1. Giusto Lorenzo,
    come saprai lo vado predicando da parecchio tempo che hanno fatto di tutto, vecchi bacucchi, adepti alle varie sette , per minare alla creatività dei ragazzi. Ormai parlano dei giovani come da decenni parlano dei problemi delle donne o dei problemi della gente, diventati tutti fenomeni da baraccone nei loro sterili discorsi per preservare il loro status.
    Non immagini nemmeno quanto sono arroganti e coriacei a morire i vecchi che detengono potere da queste parti, ma è un male diffuso in tutto il Paese. I professionisti che hanno il monopolio sociale hanno superato i 65-anni da un pezzo e non se lo sognano neppure di fare largo ai giovani, anzi li emarginano sempre più, hanno paura della loro intelligenza ed energia.Cornacchie rinsecchite con gli occhi e gli artigli di rapaci malefici, puzzano di stantio e di banconote, e quando stringono la mano senti il viscido della loro cupidigia.
    Siamo circondati da mummie di faraoni che ci stanno soffocando la freschezza e l'allegria dei nostri ragazzi, stanno uccidendo i loro sogni e il nostro futuro.. e noi guardiamo!
    E' questa la mia grande rabbia!!

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  2. Ovviamente ho citato il "divide et impera" dei Romani come sistema che fu tipico, peculiare appunto del loro Impero.
    A livello più generale, il teologo Bernhard Haring ha definito non solo la politica bellica romana ma lo stesso diritto appunto romano, "imperialista."
    Questa piccola aggiunta sul divide et impera perchè per la schematicità della mia affermazione poteva sembrare che volessi dire che il mercato esisteva dai tempi dei Romani! Evidente assurdo storico...
    Se non ho ingenerato questo equivoco, bene. Significa solo che sono un po' troppo scrupoloso.
    Ciao!

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