martedì 11 ottobre 2011

Torta piemontese con pere cotte nel vino Barbera



Ricordo che era il secondo dolce di Natale di mia nonna, dopo il panettone. A dire il vero, a fine pasto, cospargeva anche la tavola di amaretti mentre mio nonno si assentava per andare in cantina: la scelta di un paio di bottiglie di moscato spettava a lui.
Nonna originaria di Canelli e nonno di S,Stefano Belbo, il paese dopo, ma già in provincia di Cuneo, quindi, ogni volta che mangiavo dai notti materni, le pietanze non potevano che essere della buona cucina piemontese: Agnolotti fatti in casa, rigorosamente con i 3 arrosti e conditi poi con il sugo del coniglio " camodato", appunto coniglio come secondo e formaggetta per finire. Il tutto annaffiato con una buona bottiglia di Barbera, il vino della zona. L'acqua serviva per lavarsi le mani.

E in questo amarcord ( a manvis in piemontese:D) vorrei pubblicare la ricetta di quella torta, che io ho provato rifare proprio ieri. Tengo a precisare che non sono forte nel fare i dolci e nemmeno mi piacciono molto....così dico io, così non dice chi mi conosce.

Pere cotte nel vino:

Ingredienti:

Pere martine (vedi foto accanto)
Zucchero
Vino barbera
Corteccia di cannella
Chiodi di garofano
Mettete dritte in una casseruola tante pere martine da coprirne il fondo;
a vostro piacere potrete metterle sbucciate o semplicemente ben lavate. Cospargetele con abbondante zucchero e copritele con una buona barbera; aggiungete un bel pezzo di cannella, alcuni chiodi di garofano e fate cuocere parzialmente coperte a fuoco lento fino a che il vino non si sia ristretto in modo da formare uno sciroppo. Durante la cottura, servendovi di un cucchiaio, le irrorerete ogni tanto col loro stesso liquido di cottura.
Consiglio di non cuocerle in forno.
Già questo soltanto potrebbe essere un desserto molto buono, come nella foto di presentazione del post.

Preparazione della torta:

gr. 300 di farina di meliga
gr. 150 di farina bianca
5 tuorli d'uovo
gr. 300 di burro
gr. 250 di zucchero
sale q.b.



Preparazione: mescolare le farine, versarle a fontana sulla spianatoia; mettervi il burro, lo zucchero, i tuorli, una presina di sale e un po' d'acqua. Amalgamare bene il tutto, impastare energicamente, lasciare riposare l'impasto, quindi tirare una sfoglia spessa poco meno di un centimetro.

Adagiarla in uno stampo imburrato, tenendone da parte un pezzo per il coperchio. Ricordarsi di bucare la sfoglia con la forchetta, dopodichè versarvi sopra le pere cotte nel vino, a piccoli pezzi, con zucchero. Le pere dovranno risultare ancora sode e quasi asciutte. Mettere il coperchio di pasta chiudendolo alla base con le dita e portare il tutto in forno.
Tempo di cottura 40 minuti a 180°C
Si può servire fredda o calda a seconda delle preferenze.

Consiglio come abbinamento un Brachetto d'Acqui oppure un Freisa d'Asti.

Lorenzo

16 commenti:

  1. Questo fa intendere che sei piemontese o quantomeno ne hai le origini. Io anche.
    Adoro la panissa e la bagna caoda. Quest'ultima tantissimo, tant'è che non aspetto altro che i primi freddi per abbuffarmene. Deliziosa.

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  2. ciao lorenzo anche cuoco? che bravo sto scoprendo man mano tutte le tue virtu':)
    grazie per questa ricetta molto chiara e precisa complimenti, sara' anche squisita, prendo notas gracias rosas, buona giornata a presto

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  3. Ciao Matteo, piacere rivederti.
    Si, sono piemontese, di Alessandria e, come disse Ciampi mi definisco europeo di una nazione chiamata Italia, di una terra chiamata Piemonte.
    Adoro la bagna caoda con tutte le verdure, la polenta 8 altrimenti che polentoni saremmo) e so fare la panissa. Mi hai fatto voglia di mettere la ricetta. Io preferisco quella casalese, ma credo sia molto simile alla vercellese quindi come la mangerete da voi.
    Alle prime brine comparirà la panissa come d'incanto qui.
    Ciao e grazie
    Lorenzo

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  4. Ciao Rosa:)))))))))))))
    Ehh si, cuoco per virtù e per necessità.
    Diciamo che mi difendo e non ho ancora avvelenato nessuno.
    E' molto buona e poi la puoi servire ad esempio con la panna, arricchendola un po'.
    Sono buone anche le pere da sole, che poi sono quelle che faccio di più.
    Solo un consiglio, non fare la stessa ricetta con le mele, io ci ho provato ed erano immangiabili:D
    Prendis notas de los consiglios, se te garbas, e ti saludos, à bientôt.
    Lorenzo(s)

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  5. Questa ricetta me l'appunto volentieri, grato anche del fresco racconto di sereni ricordi.

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  6. Gracias Lorenz sara' fattos, besos rosas, buenas seratas feliz :)

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  7. Alla fine, piemontesi o no, siamo tutti sulla stessa barca, cittadini del mondo.
    La bagna caoda la adoro anche con la carne cruda, sia rossa che bocconcini di pollo o tacchino... sluuuuuuuuurp!!!
    Per non parlare della polenta concia... qua a Oropa ci sono un paio di "bettole" dove la fanno untissima e saporosissima. Meta obbligatoria almeno 3/4 volte a stagione invernale, sfidando neve e gelo.
    La panissa casalese non l'ho mai assaggiata, ma sono certo che mi piacerebbe e che nonn ci siano molte differenze.
    Attendo la ricetta!!!! ;)

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  8. Grazie Adriano. Quando penso agli antichi sapori della mia terra non posso fare a meno di pensare ai miei nonni materni. Ho ricordi molto belli di quegli anni.
    Grazie del commento
    Lorenzo

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  9. Verissimo Matteo, siamo tutti sulla stessa barca.
    Conosco la zona del biellese, Oropa compresa e ovviamente la polenta concia, lo sbirro ( che sappiamo non essere armato) bensi ricco di birra menabrea,tome varie e il Maccagno:)))
    La panissa che fanno nel casalese assomiglia aquella vercellese ma è senza la verza che invece, nella vera ricetta novarese, è presente. Io preferisco la prima, quella del novarese è troppo pesante, cosa di poco conto dirai, ma a 52 anni devo fare i conti anche con la digeribilità:)
    Ciao e grazie di questo scambio di ghiottonerie
    Lorenzo

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  10. Interessante come dolce e anche servirle da sole. Ci sono ristoranti che lo fanno.
    Concordo con Rosa:)))
    Ciao e grazie per queste ricette
    Doriana

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  11. ciao Lorenzo grazie per l'informazione del compleanno di Elisena, buona giornata a presto rosa.)

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  12. Chi ha tempo per fare un dolce può pensare-
    Egill

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  13. Ciao Rosa, di nulla. Buona giornata anche a te
    Lorenzo

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  14. Ciao Rosa Bianca, credo ci sia sempre tempo per pensare:)
    Lorenzo

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