lunedì 15 giugno 2009

L'alito della libertà



«Non c'è da attendersi che i re filosofeggino o i filosofi diventino re, e neppure da desiderarlo, poiché il possesso della forza corrompe inevitabilmente il libero giudizio della ragione. Ma che re o popoli sovrani (cioè popoli che si reggono secondo le leggi dell'uguaglianza) non lascino perdere o ridurre al silenzio la classe dei filosofi, ma la lascino pubblicamente parlare, questo è indispensabile agli uni e agli altri per aver luce sui loro propri affari»
I.Kant

La "mia filosofia" oscilla fra Locke, Hume e Kant, cioè fra un profondo pessimismo antropologico e una forte istanza normativa.
Questa oscillazione, in effetti, non è risolvibile se non siamo in grado di indicare - o di inventare - luoghi nei quali l'uso pubblico della ragione faccia sì che l'istanza normativa diventi qualcosa di più di una retorica e si confronti con gli esseri umani. Senza questi luoghi, saremo perennemente condannati ad oscillare fra una filosofia impotente, la cui principale attività è celebrare, per dirla con Bobbio, convegni inutili, e un realismo politico senza luce e senza senso.
Io li chiamo luoghi dell'alito della libertà.
Alito perchè l'aria che si respira deve venire da dentro, non possiamo più permetterci di parlare con "l'aria degli altri". Libertà perchè facendo leva su questo e facendola rispettare, tramite imperativi categorici (Kant), personaggi come nella vita politica italiana non ve ne sarebbero più.
Utopia? Nel 700 era utopia la sola libertà di pensiero. Eppure Kant, caparbiamente con la forza della ragione........................
Ma la libertà comporta responsabilità, da parte di tutti.
Ma oggi viviamo in un grande sonno dogmatico.

7 commenti:

  1. Già Logos..un grande sonno, un letargo che sembra affievolire anche chi si ostina a voler restare sveglio a tutti i costi, quasi una resa. Abbiamo scelto, incosapevolmente, la seconda strada ipotizzata da Kant, quella abderistica....L'alito della libertà, ma sempre più colgo in giro "l'aria dei potenti" venir fuori dalla bocca dei "miserabili".


    Noto che è stato il Tuo compleanno,
    Auguri, anche se posticipati :)

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  2. Grazie Chiara, è l'augurio più desiderato

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  3. Kant nelle sue critiche si poneva i limiti della ragione umana, cercando di rispondere alle domande: fino dove posso conoscere, cosa posso e devo fare e i limiti del giudizio.Noi purtroppo, dopo Hegel,poco abbiamo imparato da Kant. E' stato più facile seguire l'istinto (romanticismo) che la ragione (illuminismo).
    Da ciò ne è venuta fuori, specialmente in Italia, una filosofia abderitistica. Mi pare ovvio che la chiesa in questo abbia avuto una parte fondamentale, annulare Kant e Hegel ( in parte) per avre una concezione della storia, appunto, immobilistica. La fede può supplire tutto ciò.
    Ne deriva che gli imperativi categorici di Kant, cioè il famoso " IO DEVO" a priori, sono stati annullati in quanto la remissione dei peccati e l'assoluzione di questi rendono inutili le morali civili.
    Io posso agire come voglio tanto ho il perdono di una entità superiore.
    Le istanze normative di cui faccio cenno, se applicate secondo i dettami kantiani portano inevitabilmente ad una autoregolamentazione delle leggi fatte dagli uomini, l'imperativo categorico obbliga l'uomo, MEDIANTE LA RAGIONE, ad ubbidire a questi.
    Come vedi non c'è nulla di abderitistico in questo, ma al contrario sarebbe la ragione umana a fare la storia, appunto la storia dell'umanità.
    Forse in Germania hanno una concezione simile a questa, ma in italia assolutamente no...e si vedono i risultati. L'alito di fuoco dei potenti alimenta l'alito dei miserabili.
    Grazie del commento e grazie degli auguri Francy

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  4. Ma auguri Lorenzo!!! 50 anni sono una splendida età.

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  5. Grazie Francesca!! 50 anni una splendida età? Guarda il video che mi ha dedicato Marilena! ehhehehheheheehhe

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