martedì 2 giugno 2009

P.I.L. ovvero un falso indice di ricchezza

(la foto è dell'autore del blog,ognuno ha il mio permesso di copiarla o scaricarla, credo nella libertà di internet)

Il superamento delle questioni della povertà e il rispetto dei diritti dei lavoratori e degli esseri umani é sicuramente un problema di natura economica che ne coinvolge i suoi fondamenti teorici: in che maniera si determina o si dovrebbe determinare la crescita economica? Secondo le teorie capitaliste l'aumento costante dei profitti delle aziende determina la crescita economica ma immancabilmente questa regola porta alla concentrazione del valore della ricchezza nelle mani di pochi. Le multinazionali e le fusioni tra di esse sono l'espressione massima di questo meccanismo, un esempio per tutti sono le aziende produttrici di automobili. In questo settore le fusioni hanno portato ad un forte aumento dei profitti e della produzione a fronte di una forte riduzione dell'occupazione. Questi processi di progressiva concentrazione, benché siano salutari per l'affermarsi del processo di massimizzazione dei profitti, non hanno nessun reale vantaggio per i lavoratori ed i consumatori. A fronte di un aumento dei valori di mercato per le aziende che producono questi processi di ristrutturazione, i lavoratori si trovano ad affrontare licenziamenti e ricollocazioni sul mercato del lavoro con salari ridotti a condizioni lavorative peggiori. I consumatori non hanno nessuna reale riduzione dei prezzi: le fusioni, spesso, creano delle situazioni di monopolio imponendo il prezzo di mercato delle merci.
Uno studio dell'economista indiano Ravi Batra docente alla Southern Metodist University di Dallas; USA, in una ricerca comparata, ha dimostrato che quando la ricchezza raggiunge valori di estrema concentrazione i cicli di crescita economica precipitano dando inizio a situazioni di recessione o depressione. Maggiore è la concentrazione del valore della ricchezza, maggiore è la gravità della crisi. è stato così nelle depressioni di fine 800, in quella del 1929, nelle recessioni degli anni 70 e in quelle degli anni 90. Questa ricerca diventa ancor più importante se si calcola che la ricchezza, anche con un elevato processo di crescita, ha un suo limite naturale e se da una parte si concentra troppo, dall'altra parte si può creare l'insufficienza e cioè la povertà. Questo è in realtà il quadro odierno della situazione prodotta dalla globalizzazione.
Il benessere di una società dipende dalla distribuzione della ricchezza.
(Lo studio sopra citato si trova nel libro: La grande depressione del 1990; Ravi Batra; Sperling & Kupfer, 1989)

2 commenti:

  1. Se ne vedono gli effetti guardandoci intorno,desolante ed inarrestabile declino, ed ho il timore che questa crisi durerà più del previsto e gli italiani la subiremo in modo peggiore, vista l'attuale classe dirigente.
    Bellissima la foto, complimenti, l'ho salvata sul mio pc., naturalmente con il nome del generoso autore. La locandina del film poi le da un significato ancora più intenso.
    Buona Notte, Francesca

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  2. Si si, avevo compreso, è questo governo che usa come indicatore solo questo

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