giovedì 10 novembre 2011

La merenda piemontese (amrenda sinoira)




Oggi tutti lo chiamano Brunch, di chiara derivazione americana, ma in Italia ci sono tradizioni molto antiche di queste "merende prolungate" sinonimo di convivialità e degustazione di prodotti locali.
Qui da noi in Piemonte si è sempre chiamata La Merenda Sinoira, che usualmente inizia di pomeriggio e si protrae fin dopo cena (ovviamente includendola) dove generalemnte si assaggia tutta una varietà di prodotti fatti in casa, specialmente nelle campagne e, originariamente, ogni volta che capitava nelle case qualche visita.
Si inizia sempre portando in tavola un salame e qualche formaggio tipo gorgonzola e robiola, insieme a del pane casereccio, e questi cibi debbono essere gustati molto lentamente, insomma, bisogna avere del tempo, magari, per quel giorno, lasciando stare i lavori in campagna, o perchè piove oppure perchè rimandabili al giorno dopo.
Immancabile è il vino, un protagonista che accompagna tutta la merenda, generalmente Barbera oppure Dolcetto o Grignolino, i vini più nobili si lasciano per pasti più importanti.
Dopo questi primi assaggi si potrebbe passare a qualche verdura fresca, in genere peperoni e finocchi in pinzimonio ove, rigorosamente, va aggiunto un po' di aceto all'olio.
Questi sapori contadini svegliano il nonno di turno, sempre presente, in quanto ha avuto il permesso di bere qualche bicchiere in più, e di soppiatto va in cantina e "tira fuori" dei peperoni conservati nei graspi, una delizia sopraffina della tradizione monferrina e langarola, dove, in una damigiana " col collo rotto" si riempiva di graspi d'uva e un po' di mosto e si mettevano i peperoni a mollo" a moj" che venivano conservati per mesi. La lieve acidificazione ne permette la conservazione.
Se si mangiano i "puvron a moi an tel rasp" bisogna accompagnarli con burro e acciughe, altro abbinamento di queste zone. A questo punto il barbera di prima non basta, si passa allora quello di qualche annata precedente, magari un 14 di quelli "chi fan la camisa", il tannino che si è depositato nella bottiglia.
Il mese di Novembre è il periodo dei cardi, quindi acciughe e olio fa venire subito in mente una buona bagna cauda, ed ecco che la stufa inizia fare il suo dovere: in una pirofila di terracotta si mette olio, acciughe e tanto aglio lascinado cuocere per un quanrto d'ora circa.
Non se ne fa tanta, giusto per finire le verdure rimaste e magari andarne a "ranchè" ( togliere) qualche altra nell'orto: bagna cauda per tutti, il barbera è quello giusto.
Gia si sono fatte le 19, vuoi mica andare a casa a cena, meglio continuare la merenda, ed ecco che la merenda sinoira sta prendendo forma.
Ho giusto qualche pezzo di bollito rimasto, dice la padrona di casa:"Neh chelo vogliamo finire tutti insieme?" ma si dai, facciamo questo sforzo, tanto a cena al massimo prenderò un po' di thè, dicono tutti.
Il solito nonnino, sempre più contento, vuole stupire il momento conviviale andando a prendere "Il Brus", una salsa fatta di formaggio fermentato in contenitori di terra cotta, generalmente posto in cantina al buio, dove ogni tanto si aggiunge della grappa. Può rimanere lì per mesi interi a macerare!
E' buono, ma bisogna stare attenti alle labbra, ne basta una punta di stuzzicadenti sulle carni; aumentarne la dose si rischiano ustioni!
Questo è il momento, dopo il bolliito e il brus, di riprendere ancora un po' di salame, magari aggiungendo delle fette di lardo appena tagliate, della pancetta e qualche fetta di filetto baciato(zona dell'acquese) un salame con dentro un'anima di carne non tritata e salata, ottimo.
Pausa, siamo gia arrivati verso le 20,30.
Si parla, a volte si straparla, si discute di politica e a questo punto tutte le teorie economiche di questa terra vengono fuori, dal ruolo delle banche fino al comunismo del più profondo paese asiatico, i contadini sono sempre informati su tutto:)
Il clou della discussione però è incentrata sul ruolo del sindaco del paese, dove intorno a questa tavola si decide se votarlo di nuovo però prendendo in esame tutto ciò che si sa di lui, della moglie, dei figli, del padre, dell'alevamento suo di maiali, delle fogne, dello zio che faceva il ciabattino e aveva una motosega che disturbava il vicinato, del fatto che la moglie non saluta più il nonnino perchè lui l'ha vista che faceva la spesa senza pagare e via di seguito. Nemmeno alla Bocconi prenderebbero in esame teorie così siffatte e questa serie di dati da enciclopedia multimediale.
Il nonnino, preso di mezzo, a questo punto dice: " mah, sagiuma il vermouth?"
Ed eccolo andare nuovamente in cantina a prendere il fiore all'occhiello della sua produzione, il vermouth fatto da lui, una miscela di qualche erba aromatica messa poi nel vino, generalmente rosso, ma potrebbe essere anche bianco, noi cittadini lo chiamiamo Martini.
La merenda decide di dare gli ultimi colpi con della frutta, generalmente vengono rifiutate da tutti mele e pere, perchè già assaggiati con la torta che era stata presentata, crostata di mele, mentre era in atto la discussione di bocconiana memoria.
Si passa allora alla frutta secca, noci, nocciole, mandorle, arachidi, semi di zucca e, visto che fa venire sete, si decide di "tirare il collo" all'ultima bottiglia della ormai serata, un barbera del 2005, ottima annata, come tutte le altre in questi casi.

"A quanto sembra, disse Erissimaco, è proprio una fortuna per tutti - per me, per Aristodemo, per Fedro, per tutti quanti - che voi, i migliori bevitori, dobbiate adesso rinunciare, perché noi non ce la faremmo a starvi dietro. Farei un'eccezione per Socrate: è tanto bravo a bere che a non bere, per lui andrà sempre bene, qualunque cosa decidiamo. E, visto che nessuno qui mi sembra disposto a bere del gran vino, forse riuscirò a non essere sgradito a nessuno dicendovi la verità sull'ubbriachezza. Come medico devo subito dirvi che è evidente che ubriacarsi fa male. Del resto io non mi sento portato a bere fuori misura, né a consigliare ad un altro di farlo, soprattutto se ha la testa ancora pesante per il giorno prima".

Dal Simposio di Platone


Lorenzo

14 commenti:

  1. Ciao Lorenzo, grazie per questo bellissimo spaccato di vita contadina, di tradizioni, memorie, probabilmente spesso vissute,lo presumo, notando la precisione nell'elencare tutte le prelibatezze in uso e il tono quasi nostalgico nel rievocare quei giorni passati, momenti irripetibili che ognuno conserva nel proprio cuore, persone discorsi, altri tempi... Non abbiamo inventato niente noi uomini d'oggi, copiamo sistematicamente dal passato, che rimane una certezza... B
    Bello ed interessante anche il passaggio al Simposio di Platone, complimenti, bellissimo post carico di emozioni, suggestivo, intanto che leggevo vedevo la scena.) ciao grazie buona serata rosa a presto

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  2. P:S:
    dimenticavo... bellissime sempre le immagini.) ciao r

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  3. Ciao Lorenzo. Bellissimo questo Tuo racconto di tradizione Piemontese. Quante ne ho fatte di queste merende, hai elencato proprio tutto, forse mancano i Tumin electric, conditi con olio , sale ,prezzemolo e peperoncino. Poi giù a barbera.
    Sai che una volta mi fornivo di vino a Bergamasco. I produttori erano nipoti di mio suocero. Quando in primavera si andava a caricare il vino, la merenda sinoira era di rigore. I salami di produzione propria erano spettacolari, il vino molto buono e profumatissimo. Bei tempi veramente.
    Grazie per questa deliziosa spolverata di ricordi. E sun già ciuc mac a parlene.
    Ciao, a presto.

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  4. Così ben descritto che riesco ad immaginare l'atmosfera conviviale e i profumi pervasi da un lieve sentore di muffa, un tavolaccio di legno e un camino scoppiettante.
    Cristiana

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  5. Grazie Rosa del bel commento e aver messo
    a vera natura del mio post: non abbiamo inventato niente.
    Credo che bisogna recuperare ciò che è parte di noi, della nostra cultura, ovviamente adattandola alle nostre esigenze. È l'unico modo per contrastare anche i brutti leghismi vari.
    Grazie dei complimenti:)
    Lorenzo

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  6. I tumin:)))) Buonissimi! Anche quelli messi sott'olio con il pepe.
    Mi piace ogni tanto ricordare la nostra tradizione, come mi piace conoscere quelle delle altre regioni. Come ho detto sopra è un modo per ribaltare le stupidaggini bossiane, perchè la cultura è il sale della nostra terra.
    Bergamasco è a pochi chilometri da qui, c'è anche una macelleria famosa:)
    Le storie raccontate qui sono tutte di Castelnuovo Belbo, luogo di origine di mia madre e....della barbera di Nizza:)
    Me a son ciuc e gras me in vidè ammachi a lesi :DDD
    Lorenzo

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  7. Muffe nobili Cristiana, come quella lieve sulle pelli dei salami o sui formaggi:)
    Quello che la grande industria ci sta facendo perdere il piacere di sentire.
    Grazie di averti procurato quelle sensazioni, sono le stesse che io ricordo a casa dei miei nonni, accompagnati dal sorriso di mia nonna, sempre presente.
    Lorenzo

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  8. Per un attimo mi sono sentita come se fossi anch'io seduta a questo delizioso banchetto!!
    E' bello portare avanti le tradizioni della propria terra e farle conoscere a tutti!!!
    Buona serata Lorenzo!

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  9. Così secondo bossi e gli idioti come lui, noi italiani saremmo diversi? No, i diversi sono loro che non hanno mai vissuto simili "merende".
    E'bellissimo questo Tuo post, mano mano che leggevo vedevo i volti di quelle persone intorno a quel tavolo. Volti a me noti e cari. Queste merende qui da noi si fanno ancora, cambia qualche prodotto, ma l'atmosfera e gli argomenti sono identici.
    Dimenticavo... il vino da noi è di produzione propria, e gli uomini gareggiano a chi lo ha fatto meglio degli altri... non mancano le battute e i punzecchiamenti :))

    Naturalmente finisce fra le mie "perle" :))
    Ciao boy ;)

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  10. Ciao stella dell'est, benvenuta sul mio blog e a questa tavola imbandita:)
    Sei invitata speciale!
    Grazie del commento e a presto
    Lorenzo

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  11. Grazie Elle. Ogni tanto posto qualcosa sull'argomento, mi piace. Di questi tempi l'amore per la propria terra e tradizioni ha assunto toni poco edificanti.
    Buona serata anche a te,ciao e graxie
    Lorenzo

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  12. I bossiani non solo sono diversi, ma pericolosi. Loro magnano a 4 ganasce altro che merenda!
    Grazie dei complimenti, gentilissima come sempre. Anche da noi olti si fanno ul vino, poi, il paese a cui mi sono riferito, quello dei nonni materni, è nel pieno del monferrato, quindi vino buono. Mio nonno se lo faceva.
    Credo che un po' in tutta italia si usi la merenda che poi sfocia nella cena, ovviamente ogni tanto, non sempre.
    Grazie di averlo messo nelle perle, lo sai, per ,e è sempre un onote.
    Ciao girl, a presto
    Lorenzo

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  13. Auguro anche a tutti un buon fine settimana, spero interessante per tutti voi come lo sarà il mio:)
    Lorenzo

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