giovedì 3 dicembre 2009

Cardini: la truffa della paura, ieri gli ebrei e oggi l’Islam



Da persona libera non posso che condividere questo articolo e questi principi di libero culto.
Vorrei però spostare il tiro sul fatto che preferirei si costruissero magari centri di cultura araba laici e non basarsi sempre sulla religione.
Ma questo sarà argomento di un mio prossimo post
Lorenzo

Preoccupazione in tutta Europa per il divieto alla costruzione di nuovi minareti in Svizzera. Il Vaticano fa propria la posizione dei vescovi elvetici per quello che viene definito «un duro colpo alla libertà religiosa e all’integrazione». Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è «un formidabile regalo all’islamismo più eccessivo». E mentre la Lega Nord si fa notare per l’ennesima provocazione (referendum anche in Italia, con la croce da aggiungere al tricolore), il grande medievista Franco Cardini accusa: disinformazione e pregiudizio, una miscela esplosiva da politici irresponsabili che cercano capri espiatori per sfuggire alla crisi.

«Un segnale molto grave», quello che viene dalla Svizzera. Intervistato da Cecilia Moretti per il newsmagazine della fondazione “Farefuturo”, Cardini cardinisostiene che quelli agitati dagli svizzeri sono semplici pretesti: «Gli ambienti si modificano col tempo e l’umanizzazione, per cui è illogico dire che il paesaggio svizzero non sopporta i minareti. Quando sono arrivati i romani, probabilmente agli elvezi le loro torri non piacevano; quando poi gli elvezi diventarono cittadini romani pagani, probabilmente non amavano i campanili».

Secondo Cardini, si svela così la pretestuosità della motivazione estetica contro le moschee: per non parlare dei «troppi e infami abusi edilizi che circolano». Altrettanto superficiale la presunta ragione simbolica, cioè il fatto che il minareto sia un emblema di egemonia musulmana: «Non mi pare che la monumentale sinagoga romana stia ad indicare che Roma è in mano agli ebrei, né che possa sembrare un’offesa alla religione dominante lì».

Il timore prinicipale, in realtà, è che la moschea possa diventare un luogo di aggregazione estremistica, una fucina di futuri terroristi. Accusa accettabile? No, risponde Cardini: è la legge che deve valere, «per qualsiasi luogo di ritrovo», non solo islamico, e possibilmente agendo contro la minaccia terroristica «senza umiliare un’intera comunità religiosa», negandole un simbolo importante. «D’altronde – aggiunge lo storico – non so come la prenderemmo noi cattolici se sua maestà britannica con la scusa islamche le chiese cattoliche possono essere un nodo di terrorismo nell’Ulster, e lo sono state, chiudesse tutte quelle che vi sono nella zona».

Il problema, accusa Cardini, è la paura. O meglio, «una paura artificialmente ipertrofizzata». Originata a livelli alti «da una volontà demagogica di servirsi di questo sentimento per scopi politici» e a livelli bassi da tre fattori fondamentali: «L’ignoranza, la disinformazione e il pregiudizio». Evidente, per Cardini, la strumentalizzazione in corso: «A promuoverla sono i circoli che stanno attorno alla Lega, alcuni gruppi di cattolici oltranzisti, alcuni settori di laiscisti estremisti, fautori di una desacralizzazione completa dell’Occidente, che vogliono colpire nell’Islam un gruppo religiosamente compatto». Per fortuna, il Vaticano si mantiene lontano dall’oltranzismo: «Se la Chiesa cattolica dovesse prendere una posizione anti-islamica, coerentemente ne dovrebbe prendere anche una anti-protestante, anti-ebraica, anti-buddista. E giustamente si guarda bene dal farlo».

È giusto affidare certi quesiti a un referendum, domanda Cecilia Moretti? No, taglia corto Cardini: troppo spesso il referendum nasce da chi ha bisogno di «sventolare lo spauracchio della maggioranza numerica», per fini «evidentemente di speculazione politica» secondo un meccanismo di pressione mediatica «che fa leva sulle paure della gente, alimentandole». missiliUn processo, avverte Cardini, «non meno violento di uno di tipo militare o squadristico».

E non è strano, continua la Moretti, che una risposta del genere venga proprio dalla Svizzera, da sempre un paese aperto al perseguitato e allo straniero? La Svizzera non è così accogliente, afferma Cardini: «Durante la seconda guerra mondiale è stato un paese aperto ai perseguitati chic. Apriva le porte volentieri quando si trattava di perseguitati eccellenti, il grande studioso, il grande intellettuale, il grande politico, ma il perseguitato normale lo rimandava anche tranquillamente indietro».

I manifesti che in Svizzera invitavano a votare contro il luogo di culto musulmano presentavano un affastellarsi di minareti come missili puntati verso l’Occidente. «Il paradosso – dice Cardini – è che questi stessi che hanno invitato con successo gli svizzeri a votare contro i minareti a forma di missile sono quelli che hanno invitato, con altrettanto successo, gli stessi svizzeri a costruire più missili e a venderli». Il referendum sui minareti è stato infatti abbinato a quello per l’abolizione del commercio di armi «a cui tutti i buoni cittadini svizzeri, sentendosi toccati sul portafoglio, hanno risposto di no».

Per Cardini «è chiaro il modello di società che emerge» dal voto elvetico. «L’islam, però, non è affatto un’ideologia anti-occidentale», avverte il grande studioso: «E’ una fede abramitica, sorella dell’ebraismo e del cristianesimo, ed è da sempre complementare rispetto al mondo occidentale». Secondo Cardini, l’Islam è anzi uno degli elementi costitutivi bin ladendella nostra stessa civiltà. «Noi abbiamo cominciato a leggere Aristotele perché ce l’hanno passato i musulmani».

Certo, sull’orizzonte incombe sempre un certo Osama Bin Laden. «Che nell’Islam ci siano anche correnti come Al Qaeda è un altro discorso», puntualizza Cardini. «C’è un terrorismo musulmano che va condannato e combattuto, però non soltanto con esercito, polizia, intelligence, ma anche combattendo alla radice tutte le ragioni che inducono persone, che molto probabilmente non sono peggiori di noi, a diventare terroristi, iniziando da sperequazioni e ingiustizie».

La prima delle quali, per esempio, sta nel negare diritti religiosi: «Il fondamentalismo agisce in realtà come un’organizzazione segreta». Aprire «centri regolamentati» come le moschee potrebbe favorirne il controllo. Divieti, emarginazione, demonizzazione: negare il diritto alle moschee significa proprio aiutare il terrorismo a far proseliti. Meglio allora procedere in direzione opposta, per esempio – come suggerito da Gianfranco Fini – chiedere che nei centri islamici nostrani la predica sia pronunciata in italiano, «garanzia che nessun imam predichi cose contro la legge».

Intanto, dalla Svizzera tira una gran brutta aria. «È indice del punto in cui è arrivata la notte e del vento di squilibrio che sta attraversando tutta l’Europa e tutto il cosiddetto Occidente», dice Franco Cardini al periodico di “Farefuturo”. «Avvertiamo il disagio e la crisi e andiamo a caccia di capri espiatori», grazie ad una «politica disonesta» che preferisce «pescare nel torbido», incurante dell’abisso nel quale la storia può sprofondare: «Oggi c’è il musulmano, come nell’Europa del Cinquecento la strega e nella Germania di Weimar l’ebreo» (info: www.ffwebmagazine.it).

http://www.libreidee.org/2009/12/cardini-la-truffa-della-paura-ieri-gli-ebrei-e-oggi-lislam/

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