domenica 17 aprile 2011

Amore



"Gli amanti che passano la vita insieme non sanno dire che cosa vogliono l'uno dall'altro.
Non si puo certo credere che solo per il commercio dei piaceri carnali essi provino una passione cosi ardente a essere insieme.
E' allora evidente che l'anima di ciascuno vuole altra cosa che non è capace di dire, e percio la esprime con vaghi presagi, come divinando da un fondo enigmatico e buio."

Platone

Questo è un passo del Simposio di Platone, forse uno dei più enigmatici, dove egli si interroga quale sia il vero motivo dell'unione di due persone. Si interroga cosa sia davvero l'amore, al di là delle cose materiali.
Io ho sempre pensato che non bisogna leggere Platone in modo " platonico", cioè come una serie di idee troppo al di là del reale, ascetico, quasi cristiano.
Platone ha sempre guardato molto in alto, si è sempre chiesto, facendo parlare sempre Socrate, ciò che si può dire e ciò che è indicibile sotto forma di ragione la prima, follia la seconda, cosa l'anima dice e cosa non può dire, perchè al di fuori del mondo delle idee.
L'amore, sempre secondo Platone, sta in quella sottile terra in parte buia in parte luminosa dove termina la possibilità di dire secondo regole stabilite e inizia quello sfondo buio ed enigmatico dove l'anima naviga senza la ragione e il corpo è il mezzo del suo linguaggio.
L'amore può appartenere all'enigma e l'enigma all'indicibilità.
Quindi l'interrogativo del filosofo ateniese è cosa l'anima riesce o non riesce a dire con la parola, con il logos,  dove la regola non basta a spiegarne il contenuto.
Amore non è la ricerca  dell'altro, ma di uno nell'altro, di quella parte di noi mancante che cerchiamo perchè finita in quel buio a cui non ci è permesso guardare, ma che con il sentimento dell'amore l'anima inizia ad esplorare, proprio dentro l'enigma dell'altro.
Nell'amore è più facile " abitare" nella sottile linea in parte buia e in parte luminosa che ci appartiene perchè abbiamo iniziato a farci abitare la persona amata. Quindi un viaggio all'interno di questa terra dentro la nostra anima proprio come Dante, nella divina commedia guidò Virgilio, quel Virgilio a cui era impedito l'ingresso da solo, perchè da soli la nostra anima rimane inesplorata.

Perchè uno o una soltanto?
Perchè l'eros si che ci indirizza anche verso altre persone ( possiamo provare attrazione per più di uno), ma sono fuori di noi e non ci abitano, non concediamo loro l'entrata della nostra anima, non ci servono per esplorarne la parte enigmatica, ma soltanto per provare le pulsazioni del nostro corpo, un linguaggio che conosciamo bene e che sempre ci attrae. Ma questo linguaggio è conosciuto quindi non ci porta da nessuna parte, continuamo a rimanere fuori dai canceli dell'enigma. Fare solo sesso è piacevole ma non ci conduce da nessuna parte.
Ad un certo punto però " l'altro" ci abita, ce lo troviamo dentro, ci abita intimamente, e con lui iniziamo quel viaggio dentro la nostra anima alla ricerca della sua parte enigmatica.
l'enigma è tale perchè non è inconscio, noi siamo ben coscienti dei sentimenti amorosi, il problema è che non ha una soluzione definitiva, non ci si sente mai appagati appieno dall'amore, perchè non finisce mai il viaggio dentro di noi.
E' proprio questo insoluto la parte che ci affascina.
L'insolubilità del mistero amoroso ci induce a quel progressivo cedimento di noi stessi rendendo possibile l'apparizione di quell'enigma di cui l'eros-amore ne è contorniato.
L'amore non è sempre gioia, perchè a volte l'enigma della nostra anima ci sovrasta facendoci perdere il sentiero dell'esplorazione o la traccia dell'altro.
Bisogna saper sempre restituire ad Amore il suo senso; non solo vicende di corpi o parole esploranti il conosciuto dentro di noi, ma lasciare la traccia della lacerazione della nostra anima, che spesso chiamiamo passioni del cuore, in modo che quella ricerca della pienezza, quell'interminabile viaggio dentro le proprie anime rimanga per sempre, tramite l'amplesso, , traccia, passaggi nuovi, a memoria dei nostri tentativi e delle nostre sconfitte.
L'enigna dell'anima come faro della nostra vita insieme all'altro e meta da inseguire.

Lorenzo

20 commenti:

  1. E' un post dove io mi ci ritrovo, Lorenzo...io ke abito in Tony e lui ke abita in me ma...c'è sempre una porta semichiusa o semiaperta ke lascia spazio al mistero! Io a Tony lo amo talmente tanto ke me lo mangerei per immagazzinarlo in me :))))))!!!!!!!!
    La nostra mentepatia, lorenzo, credo che nasca da un mistero che ci unisce nell'amicizia e al contempo ci spaventa nell'esteriorità dei nostr comportamenti.
    Una cosa è certa TVB senza mistero!
    Un bacio Lorenzo, Buona Domenica e complimentoni ancora x ciò ke hai scritto e per la foto ke hai postato, molto intrigante!
    Elisena

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  2. ....io credo che l'Amore sia in assoluto uno dei piu' grandi misteri.....corpo, anima, mente, razionalità, istinto, empatia, condivisione prevalgono, vengono esaltati o annullati a seconda dell'età giovanile quando amore è inconsapevolmente un vortice di sensazioned emozioni, e poi matura quando si prende consapevolezza ....del vissuto e del presente e del futuro; quando tutto sembra definitivo ecco che di colpo accade qualcosa che rimescola le carte rimettendo tutto in gioco...quando tutto scorre in maniera pienamente appagante ed all'improvviso ci si trova in mezzo ad una tempesta nella quale non si riesce ad essere timonieri oppure quando interiormente la bufera che ci sta lacerando e sulla quale la nostra parte razionale non ha il neppur minimo potere si placa come d'incanto.....eterno confronto fra mente e corpo che giocano fra di loro...e nel qual gioco il possessore di quel corpo e quella mente spesso può fare soltanto da spettatore...questo èun aspetto dell'Amore...
    ciao LORENZO.....un abbraccio
    nera_luna

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  3. E' un post il mio dove finalmente, tramite la filosofia, tento di esplorare gli infiniti sentieri dell'animo umano, sia interiore che esperiore.
    Diciamo che ho ritrovato la mia verve filosofica:))
    Ovviamente è un mio punto di vista, un tentativo di andare più in là della semplice descrizione dell'amore partendo esclusivamente dal cuore.
    Credo molto nell'interpretazione socratico-platonica, forse uno dei momenti più alti della filosofia antica quando ancora si cercavano risposte o inizi di sentieri nuovi.
    Spesso diciamo che l'amore è egoista, sono partito da questo concetto, e ho cercato di individuarne uno dei perchè, proprio perchè c'è una parte della nostra anima che non riusciamo a decifrarne i segni e, invece, solo con la coabitazione della persona amata possiamo insieme vederne gli enigmi.
    Un bacione Elisena, grazie del commento, molto bello e sentito e buona Domenica.
    Lorenzo

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  4. Ciao Vitt:)) E' sempre un piacere leggerti.
    Nell'età giovanile i sentimenti sono più forti ma meno consapevoli, questo fa la differenza con l'età adulta. Quell'inesplorato a cui faccio riferimento per un giovane è il mistero assoluto e quando penetra l'altro è tutto un mondo da scoprire. Il primo che invitiamo dentro di noi, quello che ci ha fatto scoprire per primo quel sentiero metà oscuro e metà luminoso che è dentro di noi, il primo ad aver aperto una porta chiusa. Ecco perchè difficilmente lo si dimentica. E ciò succede solo nell'età giovanile.
    Interessane l'aspetto che esprimi sul tuo commento, quel lato quasi negativo dove uno dei due è soltanto spettatore. Capita Vittoria, eccome se capita. E credo non succeda per troppo appagamento, anzi. Capita perchè abbiamo al contrario perso di vista il nostro accompagnatore in questo viaggio enigmatico; capita perchè quell'enigma non è più il faro da inseguire. Paradossalmente rischiamo di cercare l'amore dove amore è impossibile che ci sia perchè " quel nuovo altro" che stiamo per ospitare gli stiamo sbarrando da subito la strada.
    Grazie del bel commento Vittoria e buona Domenica.
    Lorenzo

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  5. L'enigma dell'amore......io non indagherei troppo, nè vorrei davvero conoscere, nel dettaglio, gli impulsi che portano verso l'altro.
    Sopratutto quando si tratta di un ruvido trascinamento al quale, volontariamente, non ci sottraiamo e che stupisce per primi noi stessi.
    Sono convinta che l'amore irradi una luce soffusa che scolora nella penombra e, dopo, nell'oscurità più fitta.
    Ed è un bene che sia così: la luce aggressiva abbaglia e mistifica i contorni, cancella le presenze individuali e tutto ciò che di noi è unico, in nome della sacralità di quella comunione, di corpo ed anima, che sigilla il pentramento e l'intesa perfetta.
    Io prendo le distanze da come comunemente viene inteso l'amore, concepito come una comunione totale e non per cinismo o insensibilità o egoismo, ma perchè dentro di me ho esigenza di spazi assolutamente privati ed il pensiero di una coabitazione interna mi sconvolgerebbe.
    Sono una convinta assertrice della condivisione, della complicità e del dialogo e della sperimentazione, ma sono altresì convinta che l'amore per essere davvero vissuto, fino in fondo, abbia bisogno anche di quel sacrosanto distacco che è quello che poi, rende magnifico il ravvicinamento, fisico ed intellettuale.
    Amo profondamente il mio compagno proprio perchè è al di fuori di me, con i suoi eccessi e le sue debolezze, il suo bisogno di me e la sua autosufficenza.
    Questa necessità di rimanere intatta, e solitaria, nella mia essenza non significa, però, respingimento dell'altro, perchè se un uomo (o una donna) riesce a rispettarti in questo, senza supplicare forzature in nome dell'amore (possesso dell'amore), se intelligemente non la vive come una esclusione, e non la pretende come prova d'amore, ma come un arricchimento per entrambi, allora tutto è possibile: l'intesa, la complicità, la sperimentazione e la condivisione degli spazi comuni.
    L'amore, per fortuna, è sempre molto al di sopra della retorica del sentimento, siamo noi che, troppo spesso, lo rendiamo piccolo e mortale con le nostre stupide gelosie e prevaricazioni e dichiarazioni altisonanti.
    L'amore, in definitiva, è un sentimento umile ed imperfetto, al quale i paramenti della sacralità non fanno certo bene.

    Bellissimo post, Lò, ci scriverei un libro, e scusami se sono andata a ruota libera :)))))))
    TCOM
    Mari
    P.S. - Con la tua ritrovata verve filosofica riesci ad incantare :)

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  6. Credo, Marilena, che tu abbia interpretato alla perfezione ciò che scrisse Platone del Simposio e di cui ho riportato la frase da cui ho tratto il mio post.
    Sono partito proprio da quell'ultima frase finale, quel limbo enigmatico e buio, da cui parte tutto e non sappiamo darci una spiegazione.
    Proviamo infatti a chiederci perchè proprio lei o lui, solo per attrazzione? Certo, piacersi fisicamente è necessario, ma non è solo questo.
    Ho individuato allora un meccanismo che è soltanto dentro di noi, incondivisibile, ma motore necessario per "ospitare l'altro" che poi è la persona di cui ci stiamo innamorando.
    Lo ospitiamo, ma poi lo usiamo, spesso ci facciamo guidare, una sorta di apripista, per esplorare quella parte buia e enigmatica della nostra anima che, giustamente come affermi, rimane solo nostra.
    Il piacere dell'innamoramento, quello vero, quello che ti fa sentire la mancanza dell'altro quando non c'è, sta prorpio in questo meccanismo che, quando è reciproco alimenta l'amore di coppia, quando è vissuto da uno solo porta inesorabilmente alla separazione.
    il motivo è semplice, uno dei due non ha più posto nell'altro, l'enigma si è disciolto perchè quel viaggio si è arrestato al primo scoglio e non siamo più disponibili a cedere il passo del nostro compagno; quell'umiltà a cui fai riferimento si chiama ora superbia.
    Un bellissimo commento Marilena, un ampliamento del mio post molto interessante.
    Grazie del complimento finale:))
    Lorenzo

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  7. mmmmm, dici?
    Condordo come Marilena, viene anche a me la claustrofobia al pensiero di avere qualcuno dentro di me... :DDD

    Bel post, non è male il concetto Socrate-Platone, ma non dimenticare che chi ben ha predicato spesso non ha sperimentato la formula :)
    Riferito ai filosofi, s'intende :)

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  8. In inglese " I love you" lo puoi dire alla mamma, all'amane al figlio....Noi distinguiamo tra "ti amo" e "ti voglio bene". Tra alcuni filosofi greci si parlava di "agape" inteso come amore-tenerezza-bene-affetto-eros , poteva essere destinato a chiunque e io propendo per questi significati anche nel sentimento tra un uomo e una donna. Tu dici "Ad un certo punto però " l'altro" ci abita, ce lo troviamo dentro, ci abita intimamente, e con lui iniziamo quel viaggio dentro la nostra anima alla ricerca della sua parte enigmatica."

    Ecco, forse si va alla ricerca di una parte di noi che ancora non conosciamo, forse abitando l'altro vogliamo insufflare in lui una parte di noi stessi, ma qui bisogna stare molto attenti a non essere invadenti.

    Forse c'è del vero nel mito greco dell'anima gemella, dell'ermafroditismo, per cui all'origine ogni essere umano aveva due braccia due gambe e due teste , ma gli dei, gelosi, separarono l'essere umano in due parti e ora ogni umano cerca la propria metà perduta per ritornare completo.

    Io non ammetto che due persone che si sono amate, cioè si sono volute BENE, possano finire la loro storia con rancore, litigandosi i figli se ne hanno, facendosi la guerra per cose materiali. L'amore e il bene , se erano autentici, non possono sciogliersi come neve al sole.

    Cristiana

    ( che plaude alla tua ritrovata verve filosofica imbattibile )

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  9. Bene, il Tuo concetto è più chiaro ora, meno claustrofobico :)
    Resto comunque del parere che l'argomento amore è davvero difficile. Si finisce sempre con l'usare espressioni e vocaboli che mai diranno con esattezza ciò che davvero desideriamo esprimere.Pur amando, nessuno al mondo sentirà l'amore come l'altro, da qui il classico " tu mi ami di meno di quanto ti amo io"!
    Peggio ancora si finisce come nei casi descritti da Cristiana, dall'amore all'odio, guerra e pace :)
    Boh, che ne so io che mi perdo nella semplicità del volere bene, meno complicato :))
    Ciaoooo boy

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  10. - Ad un certo punto però " l'altro" ci abita, ce lo troviamo dentro, ci abita intimamente, e con lui iniziamo quel viaggio dentro la nostra anima alla ricerca della sua parte enigmatica.-

    Interessantissima come sempre la tua dialettica filosofica , ma questa frase vale un unierso di inchiostro rovesciato per descrivere uno dei più grandi misteri del cuore umano. Stramiao

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  11. Io sono sicura che Tony abita in me. Non me l'ha chiesto. Avrebbe abitato in me lo stesso perkè egoisticamente sono stata io a volerlo e non mi sono mai sentita claustrofobica o piena, anzi, fiducia, aiuto, sogni....sono stati affrontati e si affrontano diversamente. Possiamo essere distanti e le cose non cambiano. Sono reduce da un primo matrimonio e ho evitato io la contesa figlio. Non era vero amore. Con Tony non avrei contese. Lo amo e l'ho amato nell'essenza dell'amore e non solo passione, sesso, innamoramento, ma amore semplicemente "allo stato puro" come amo i miei figli e tutte le persone che in me coabitano.
    Elisena

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  12. Ma sicuramente che è difficile Francesca, anzi talmente difficile che tutti credo abbiano scritto qualcosa sull'argomento.
    Fior fiore di filosofi, poeti, scrittori, giornalisti e affabulatori, ma nessuno credo abbia davvero centrato il problema, oppure (risposta da filosofo) lo hanno centrato tutti e ognuno se ne accorge soltanto per la propria parte che le riguarda.
    Forse il mistero è proprio quella cosa che rende l'amore così bello e forse non sarebbe il caso di dargli una connotazione così precisa.
    Ognuno che si metta dentro quello che vuole:))))))
    Ciao philosophischen Mädchen:DDDD
    Lorenzo

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  13. Grazie Lucia del complimento, sono contento che ti piaccia quella frase, racchiude, secondo me, la dinamica dell'amore ma, ovviamente, è impossibile spiegarne il perchè. Ci ho tentato dandone una traccia, ma sempre mistero rimane.
    Interpretazioni viste sotto l'occhio della filosofia, un tentativo di diradare un po la nebbia con il logos:)))
    Grazie ancora
    Lorenzo

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  14. Beh il vostro è il tipico caso che vi abitate a vicenda e contenti tutti e due di farlo.
    Bellissima l'ultima frase Elisena, dimostra la grande persona che sei. Davvero, il mio non è solo un complimento da blogger.
    Lorenzo

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  15. No, Lori, non credo ke sia così......
    E' il mistero che c'unisce!
    Un bacio ancora....ma...quanti te ne ho dati finora? Boh...ho perso il conto!
    Elisena

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  16. Se guardiamo il solo aspetto sessuale già possiamo cogliere che la natura lo ha posto come proseguimento ed espansione della vita. L'irraggiamento dell'amore oltre il sesso è misterioso, a me pare una specie di necessario riconoscimento dell'essere. Se si va avanti in modo un po' consapevole su questa via del riconoscimento forse si può costruire un mondo migliore di quello che abbiamo. La tua riflessione è densa e stimola ulteriori riflessioni.
    ciao

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  17. Concordo Francesco e poni un interessante ampliamento della discussione, proprio da un punto di vista filosofico.
    Quando parli di riconoscimento dell'essere.
    In effetti, per dirla alla Heidegger, l'essere è sempre celato, quello che vediamo è solo l'ente, cioè l'essere nel mondo. Quando noi prendiamo coscienza di ciò che è intorno a noi è un "esserCI", cioè l'ente quale proiezione dell'essere, ma appunto NON è L'ESSERE.
    Detto questo tu affermi che è possibile conoscere l'essere, tramite il sentimento amoroso, perchè non " inquinato" dal mondo, da quel mondo fenomenico in cui viviamo.
    Se l'amore è un puro sentimento dell'anima allora non ha senso parlare di ente come essente, non è un esserci, ma appunto l'essere nella sua essenza che non è celato da alcunchè, si svela.
    L'amore come veicolo alla ricerca dell'essere.
    Interessante e spero che la mia interpretazione della tua affermazione sia congrua.
    Lorenzo

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  18. Bellissimo post, pieno di interessanti spunti di riflessione. Tornerò senz'altro a trovarti. Avrei voluto diventare tua sostenitrice ma non riesco a vedere il riquadro dei followers... :-(

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  19. Ciao Lucia e grazie di questo commento così generoso nei miei confronti e benvenuta nel mio blog.
    In questo post ho cercato di esplorare l'amore da un punto di vista filosofico e non semplicemente sentimentale. Credo fermamente che la ragione umana, conoscendo i propri limiti, sia però in grado di dare una dimensione a questo sentimento, sicuramente uni più affascianti.
    io riesco vederlo il quadro dei followers, è dopo il ink di Peace Reporter. Ciao Lucia e a presto.
    Lorenzo

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