giovedì 28 aprile 2011

Sul diritto all'eutanasia, alla buona morte e il Dio silente





Non ho voglia di fare appelli, o proclami o metterla in politica, come si suol dire, perchè significherebbe, seguendo anche le regole della democrazia, che un parte vincerebbe e l'altra subirebbe.
Parlare di etica significa, per me, ragionare, guardarsi in faccia e decidere cosa sia meglio per tutti. Una regola comune e quindi un comune sentire, partendo da cose concrete e rifarsi a ideali più alti.
Questa è la regola della ragione e del confronto.
Sta tornando alla ribalta il provvedimento di legge contro l'eutanasia, un vero e proprio colpo di mano di questa " maggioranza minoritaria" e minorile nei suoi gesti. I fatti sono molto semplici da elencare. un provvedimento di legge fatto d'imperio per aggraziarsi il Vaticano dopo gli spregevoli comportamenti di questo governo. Meglio avere il vaticano dalla propria parte e non l'etica o il popolo.
Ma c'è uno strano silenzio, il silenzio di Dio. Non perchè sia impegnato a far salire sul podio più alto papa Giovanni Paolo II, proprio in questi giorni, è un silenzio che non sta a indicare la sua assenza, ma un silenzio indignato.
Il Dio a cui mi riferisco è il Dio biblico, quello pronto a punire o perdonare in base alle scritture e alla bontà divina e il suo silenzo è segno che le azioni degli uomini non sono degne di punizione o perdono, ma sono perverse. E' il male che sta trionfando, soprattutto per bocca degli alti prelati della Città del Vaticano.
Decidere un do ut des, uno scambio di favori, al fine di alleanze strategiche aventi interessi comuni sulla pelle del popolo di Dio è segno di perversione, un vero e proprio mercato fuori dal tempio.
Invocarne il ritorno è pura follia, perchè già Nietzsche disse:
"potrei credere solo in un Dio che sapesse danzare"
E quel danzare è riferito insieme a noi, un inizio possibile solo se noi abbandoniamo il pregiudizio, solo se noi abbiamo la possibilità di vedere la scienza come gaia, la gaia scienza.

Ho appositamente usato un linguaggio teologico-filosofico perchè credo che ci possano essere punti in comune con queste due culture, quella laica e quella cattolica e quanto ho scritto sopra è uno di questi.
Ciò che stupisce è l'assenza di senso, quel vuoto di ragione che sta pervadendo la politica italiana.
Partiamo da un fatto e da un diritto univarsalmente riconosciuto: ci sono persone che soffrono e che vogliono terminare CON DIGNITA' la propria esistenza; la libertà individuale di poter fare scelte che non limitano nè altre libertà nè le altrui coscienze. Sto parlando di quello che io chiamai: IL DIRITTO AD UNA BUONA MORTE.
E' un diritto, sacrosanto, inviolabile, indiscutibile, e la società ha il dovere di garantirne l'applicazione.
Perchè continuare a soffrire? In nome di cosa? Di Dio? No, non in questo caso, perchè la legge che ne proibirebbe l'applicazione è contro Dio, perchè ne ha provocato il silenzio.
I Papi parlano un linguaggio simbolico, il Vaticano, per mezzo dei suoi principi no, parla un linguaggio politico, morale, etico. la loro missione è salvare e guidare le anime, ma mi spiace, le nostre vite no, sono sacre sia per quel Dio silente che per noi e comunque Il vaticano si rifà sempre ai discorsi simbolici dei Papi.
Ma la storia umana è uscita da quella fase simbolica, che aveva solo nella religione il suo fontamento, che con l'Illuminismo ha promosso il primato della ragione, partendo da Kant per arrivare ai giorni nostri. Le fondamenta della società occidentale sono laiche, piaccia o non piaccia.
Questa fase politica italiana è troppo ammantata di sacralità, di idolatria, di servilismo verso ciò che appare più grande, e quando il conflitto si fa duro la ragione in genere collassa sommersa dalla dimensione simbolica che infiamma i cuori e annebbia le menti.
La ragione può sopprimere questa dimensione, in modo che i deboli strumenti della ragione possano di nuovo prevalere per rischiarare quel buio della mente che non ci permette di scegliere ciò che è bene per l'umanità, in poche parole una condotta eticamente corretta.
La ragione potrà fa apparire una luce che, anche se non sarà sfolgorante come quella di un Dio, potrà consentire a uomini così culturalmente distanti, perchè provenienti da culture diverse, guardarsi in volto e finalmente riconoscersi.

Lorenzo

14 commenti:

  1. Questo bellissimo post te lo rubo, appena potrò riusare il mio pc:DDDD
    Doriana

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  2. Con questo argomento Lori, così egregiamente ed esaustivamente illustrato, con me sfondi una porta già aperta!
    Non aggiungo altro, credo ke tu abbia ampiamente espresso quello ke pensano molti di noi!
    Elisena

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  3. Quel Tuo citare un Dio silente davanti a ciò che non è più un credo volto a l'elevazione dello spirito, ma l'innato fanatismo che ormai imperversa nella mente di chi si ritiene credente, mi ha fatto pensare a un altro filosofo, che io amo. E' in nome di quel fanatismo ampiamente divulgato in Italia che clero e politici diventano sempre più potenti e sempre più dispotici.
    La fulgida fortuna degli italiani è nell'unica meteora che è passata sulle loro teste con il nome di Risorgimento. Una meteora, si sa, ha breve vita, il tempo di ammirarla ed è già dimenticata.
    Ci è mancato un Voltaire, fortuna che è capitata alla Francia. Con il Tuo scritto mi hai evocato la "lettera a Dio", che il filosofo scrisse nel Suo bellissimo "Trattato della tolleranza", dove condanna il fanatismo religioso e politico, vera colpa di un popolo che si lascia privare della ragione. Davanti a questa amara realtà ci sono solo due possibili strade da percorrere, per chi come Noi è insofferente davanti alle grossolane ingiustizie.

    Non sono pessimista, ma non credo che l'Italia si solleverà da questo sfiancante torpore.
    Bel post, Lorenzo... notte, notte boy

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  4. Pare proprio che, chi per un motivo chi per un altro, oggi non si faccia altro che parlare di Vaticano ed io, per motivi diversi, non ne sono stato esente :)

    Non ho nulla da obiettare né al tuo post, né ai commenti ma preferisco dare la mia opinione in una sola frase, volutamente provocatoria:

    "ma se il testamento biologico si chiama TESTAMENTO, non dovrebbe significare che sono IO a decidere cosa fare della MIA vita?"

    Spero che il mio intervento non sia sgradito, scrivo qui per la prima volta (ti ho trovato dal blog di Valerio). Felice week-end.

    Giancarlo

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  5. Ma grazie Doriana e bentornata. E' un onore, oltre che un piacere, vedermi "rubato un post".
    Grazie
    Lorenzo

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  6. Grazie Elisena. E' un argomento complesso messo sotto questa forma, ma non so più come dirlo che bisogna fare una legge a favore dell'eutanasia.
    Mo' ci ho provato pure parlando il linguaggio teologico:)))))
    Lorenzo

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  7. Da noi Francesca ci sono mancati molto filosofi, senza nulla togliere a quelli che abbiamo ovviamente.
    Ci è mancato studiarli seriamente, imitarli anche, ma comunque divulgarne la loro opera.
    Voltaire è uno di questi, Kant è un altro, Socrate e poi Nietzsche anche e non solo per il superuomo, che poi si è travisato in pieno il pieno pensiero.
    Grazie del commento Francesca
    Lorenzo

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  8. Grazie Giancarlo di questo bel commento e benvenuto.
    Io sono per il testammento biologico, spero si sia capito, ma ci sono altri post ove esplico il mio pensiero a favore.
    Questo post è diverso, è un tentativo di usare "il linguaggio degli altri" per dimostrare le contraddizioni del loro agire, del loro rifiuto anche solo a parlare di questo delicato argomento.
    E per gli altri non intendo questo governo, il suo comportamento è semplicemente riprovevole.
    Grazie ancora dell'intervento, a presto.
    Lorenzo

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  9. Ciao Lorenzo....abbiamo avuto modo di vedere piu' di un caso in cui lo ' staccare la spina ' è stato anche uno 'staccare i riflettori ' su casi umani che ormai di umano nn avevano davvero piu' nulla in quanto cannibalizzati dai politici, dai media e da una moltitudine di sedicenti ' opinionisti'che si arrogavano il diritto di commentare e giudicare un atto sul quale a nessuno dovrebbe essere permesso profferire parola....staccare la spina o delegare a farlo in propria vece è un atto di convinzione,forza e disperazione....ma è una scelta che io personalmente ritengo, forse a torto, squisitamente intima e privata....la dignità umana è spesso calpestata....non calpestiamo almeno in diritto ad una buona morte....come dici anche tu....rifiuto di affrontare metodologicamente un argomento così delicato come vita e morte....ma anche diritto...abusato....di trasformarlo all'occorrenza in bieco argomento da gossip.....io vorrei poter scegliere..in punta di piedi...ed a luce spenta....
    ciao nera_luna

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  10. Bello il tuo popst , ti faccio tanti complimenti , come ho detto nel mio blog " Sulla mia vita scelgo io "

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  11. La politica dovrebbe creare le condizioni perché i singoli potessero affrontare più serenamente casi che sono solo propri alle coscienze individuali. Invece ...

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  12. E' una interessante riflessione la tua, Vittoria, e amplia il raggio d'azione del pensiero su questo argomento.
    Spegnere i riflettori affinchè si possa scegliere in punta di piedi..
    Credo non si possa chiedere di meglio ad uno stato e alla propria comunità.
    Provo in effetti un certo fastidio parlare di questo, nonostante sia un argomento a me caro per molte ragioni, anche personali, perchè ho la sensazione di andare a bussare violentemente sulle porte di chi questo dramma lo vive davvero.
    Io sono per una legge che dia libertà di scelta, rispetto per la vita e per le persone e non far decidere ad una comunità le sorti di pochi, proprio per non accendere troppo quei riflettori.
    Grazie Vitt. del bel commento.
    Lorenzo

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  13. Grazie Valerio e concordo in pieno con quanto hai scritto sul tuo post. Forse sarebbe l'ora di ritirare fuori un termine ormai in disuso: autodeterminazione.
    A presto. Lorenzo

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  14. Infatti Adriano, è esattamente il mio pensiero: creare le condizioni e non, invece, regolamentare tutto in base al potere del momento.
    in questo momento il potere forte è il Vaticano, in vero governo di questa nazione....e la giornata odiera, 1° Maggio, ne è un esempio lampante.
    Ciao e grazie
    Lorenzo

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