lunedì 11 aprile 2011

Thyssenkrupp il processo va avanti

Ma nessuno di questa notizia ne parla più.

ThyssenKrupp, Guariniello: "Questo processo è un vanto per il Paese"



Si è svolta a Torino, nella maxi-aula 1 del Palagiustizia, la 92esima udienza del processo penale ThyssenKrupp, dedicata alle repliche dei PM e degli avvocati dell’accusa, in rappresentanza di lavoratori dell’acciaieria, prossimi congiunti delle vittime, sindacati, Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comune di Torino e altri enti che si sono costituiti parte civile. Tra il pubblico erano presenti una quarantina di studenti del liceo scientifico Marie Curie (Collegno) e dell’Ites Rosa Luxemburg (Torino), accompagnati da alcuni insegnanti.

L’udienza è iniziata con le repliche dei PM Laura Longo e Francesca Traverso, che hanno criticato la tesi della Difesa (che ha chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati, ndr) secondo cui non ci sarebbe alcun responsabile per l’incidente che ha causato la morte dei 7 operai nel rogo del 6 dicembre 2007 avvenuto nell’acciaieria di corso Regina Margherita 400.
“L’unico che la difesa è pronto a sacrificare – ha dichiarato il PM – è il direttore dello stabilimento di Torino, Raffaele Salerno. Viene sacrificato per lavare le colpe di tutti, come Benjamin Malaussène, il personaggio inventato dallo scrittore francese Daniel Pennac, che di professione fa il capro espiatorio”.
“Ha delle colpe – spiega il PM – ma non è tutta colpa sua: aveva minore potere rispetto agli imputati ternani e all’amministratore delegato Harald Espenhahn”.
Espenhahn, in particolare –  secondo l’accusa – dopo aver deciso di chiudere lo stabilimento torinese, avrebbe scelto coscientemente e volontariamente di non fare più alcun investimento per la prevenzione degli incendi (da qui, l’ipotesi accusatoria di omicidio con dolo eventuale, ndr).

Per il Pubblico Ministero, l’AD tedesco avrebbe accettato il rischio dell’evento e avrebbe deciso scientemente di non adottare misure antincendio (in particolare, un sistema automatico di rilevazione e spegnimento incendi), di non modificare il Piano di sicurezza (ad esempio, prevedendo l’evacuazione degli operai in caso di incendio) e di non fermare gli impianti delle linee di produzione torinesi.
Il PM Raffaele Guariniello ha quindi sottolineato l’importanza di “questo giusto processo, di cui il nostro Paese può avere vanto” e ha ribadito di avere chiesto pene ragionevoli per quello che “non è un caso mediatico, ma un infortunio gravissimo, non solo per le vittime e i loro familiari, ma per il contesto in cui è maturato e per l’atteggiamento del datore di lavoro”.
Sono quindi seguite le repliche degli avvocati delle parti civili. Tra i vari interventi, c’è stato quello dell’avvocato Cosimo Maggiore della Regione Piemonte, che ha ripetuto la richiesta di risarcimento di 1 euro per ogni abitante della Regione. “Una richiesta elevata – ha detto l’avvocato Maggiore – perché in quest’aula non ho mai sentito un’ammissione minima di responsabilità. Si è cercato sempre di scaricare le colpe sugli altri: lavoratori, sindacati, enti locali”.
L’avvocato Sergio Bonetto (in rappresentanza di ex operai dell’acciaieria) ha espresso stupore per la presunta corresponsabilità degli operai e ha affermato che il rischio non fa parte del normale rapporto di lavoro: “gli operai della ThyssenKrupp non erano soldati volontari in missione in Afghanistan”. “Per la ThyssenKrupp la soglia dei diritti alla sicurezza viene decisa solo dall’impresa e non può essere sindacata da nessuno. Avete trasformato i lavoratori in sagome umane per lanciatori di coltelli – ha concluso Bonetto – e adesso non volete neanche pagarli”.
Le prossime udienze sono previste per mercoledì 13 aprile e venerdì 15 aprile, con le repliche della Difesa. Già nella mattina del 15 aprile la Corte d’Assise si riunirà in Camera di consiglio per preparare la sentenza, che potrebbe venire emanata già nel tardo pomeriggio o in serata.
Una troupe di Sicurezza e Lavoro seguirà la giornata processuale del prossimo 15 aprile.

Fonte

Lorenzo

6 commenti:

  1. "Il 15 Aprile il Tribunale di Torino deciderà se condannare o meno i padroni della ThyssenKrupp...
    La rabbia e la mobilitazione sono stati fattori decisivi per questo processo e hanno fatto sì che ai padroni venisse contestato, per la prima volta in processi per le morti di lavoratori, il reato di "omicidio volontario"...
    La Rete nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro fa appello per una partecipazione rappresentativa e combattiva davanti al Tribunale di Torino il giorno della sentenza che riguarda sì i famigliari dei 7 operai morti bruciati ma anche tutti coloro che si battono per la difesa della vita degli operai nei luoghi di lavoro e per avere giustizia nei processi."
    da http://bastamortesullavoro.blogspot.com/

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  2. Post e commento di @angie di lucida consapevolezza umana, sociale e civile.

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  3. Mi trovi assai impreperata, ma se serve da esempio per tutelare i lavoratori attraverso più controlli sulla sicurezza dei lavoratori, allora ben venga finalmente contestato ai padroni incoscienti 'l'omicidio volontario', come dice Angie.
    Cristiana

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  4. Davvero raccapricciante il comportamento di questi ignobili, tutelati dal loro denaro e dal potere.
    Hai fatto benissimo a pubblicare questo post. Spero e mi auguro che la sentenza sia esemplare verso i responsabili. E' ora che alziamo la voce per quanto ci sta per accadere anche con la legge sul "processo breve", fortemente voluta da b. e i suoi tirapiedi! Simili processi stanno per correre il rischio di cadere in prescrizione, o peggio garantirà l'assoluzione dei colpevoli perchè "incensurati".

    "ASPETTANO giustizia per i loro familiari. Che hanno perso la vita a L'Aquila dove il terremoto ha buttato giù edifici costruiti in barba alle norme sulla sicurezza. A Viareggio per quel maledetto incidente alla stazione ferroviaria, due anni fa. O a causa della mafia, delle case avvelenate dall'amianto. Aspettano giustizia, e puntano il dito contro le norme sul processo breve. Che rischiano di far saltare, oltre a quelli per Silvio Berlusconi, anche i procedimenti che riguardano i loro cari. E mercoledì 13 aprile saranno in piazza a Roma. Prima con un presidio all'esterno della Camera dei Deputati. Poi, dalle 18, con un sit in al Pantheon. Per raccontare ai cittadini le loro storie. Che, grazie al salvacondotto giudiziario per il premier, rischiano di trasformarsi in storie di ordinaria ingiustizia". (da Repubblica.it).

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  5. Bravo...nessuno ne parla più, sembra quasi tutto dimenticato di certo non per le persone coinvolte che soffrono per la perdita e per una giustizia che si preannuncia claudicante...ora, immagino con il processo breve...

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  6. così facile in Italia dimenticare .....
    ma non tutti si rtassegnano !
    Bravo Lorenzo ad aiutare a ricordare a tutti noi eventi tragici come questo, e i troppi che si verificano quotidianamente.

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